venerdì 27 novembre 2020

BAGNAI SHOW AL SENATO ▷ "NELL'EUROPA CHE VI PIACE TANTO UN BIMBO GRECO CONTA MENO DI UNO TEDESCO"


Oggi si vota in #Senato sul nuovo scostamento di bilancio da 8 miliardi di euro, richiesto dal #Governo per finanziare le nuove misure anti #covid. In particolare, questi fondi serviranno per approvare il quarto #decreto Ristori, contenente contributi economici a sostegno delle attività più colpite dalle ultime chiusure e restrizioni. Visti i precedenti, però, nel centrodestra si percepisce pessimismo e malumore. Per esprimere tutti i suoi dubbi sui provvedimenti nazionali e le misure proveniente dall'#Europa, è intervenuto in Aula il senatore Alberto #Bagnai. Questa la sua presa di posizione. ▷ ISCRIVITI AL NOSTRO CANALE YOUTUBE: https://bit.ly/2MeYWI7 ▷ ULTERIORI APPROFONDIMENTI SU: https://www.radioradio.it/ "Signor Presidente, membri del Governo, onorevoli colleghi, facciamo un rapido riassunto delle puntate precedenti. Siamo alla quinta votazione su uno scostamento: ne abbiamo votato una da 20 miliardi, uno da 55 miliardi, uno da 25 miliardi e uno da 22 miliardi in sede di legge di bilancio (quindi è competenza dell'anno prossimo). Stiamo per votarne - se questa è una notizia, ve la do - uno da 8 miliardi e già sappiamo che ne arriverà uno da 20 miliardi. Questo lo dico per chi, fuori dai Palazzi, non sapesse come stanno andando le cose. Già da questo si evince che nella strategia del Governo l'approccio è stato quantomeno frammentario. Da questi banchi qualcuno a marzo vi chiese di riflettere sul titolo di un libro e vi chiese di non sprecare una crisi come questa; la richiesta implicita era di intervenire in modo incisivo e tempestivo. Si è anche capita un'altra cosa: che l'attesa del lockdown è essa stessa il lockdown, e che quindi fare tanta differenza fra codici Ateco e fra zone in un momento in cui il pessimismo, e anche l'incertezza va detto - non se la prendano a male gli onorevoli membri del Governo - sparsa a piene mani da questo Governo, aveva indotto un po' a una depressione generalizzata dell'attività economica, tale per cui gli interventi chirurgici mal si riusciva a portarli a termine. Vede, signor Presidente, nel Medioevo analogico - quello che tutti ricordiamo - la politica distributiva veniva fatta da Robin Hood, che usava le sue frecce per rubare ai ricchi e dare ai poveri. Era, per così dire, una rudimentale politica redistributiva che in qualche modo combatteva, in un mondo meno complesso di quello odierno, la disuguaglianza che era molto più accentuata - per ora - rispetto ad oggi. Allora, sempre con il rischio di essere espulso dal mio Gruppo, vi rivelo adesso la mia anima di sinistra, che oggi siede su questi banchi, e vi chiarisco un concetto, rivolgendomi innanzitutto al collega Nannicini, che per standing, per posizione accademica, forse potrebbe apprezzare l'argomento: il problema della disuguaglianza non va risolto a valle con interventi fiscali, ma a monte sul mercato del lavoro ed è proprio in questo che l'Europa non ci aiuta e qui qualcuno lo sa, anche se fa finta di no. Il mondo della svalutazione interna, infatti, il mondo della compressione dei salari come unica risposta agli shock macroeconomici è il mondo della disuguaglianza: ma questo mondo va bene, perché ci viene raccontato che la crisi ha cambiato tutto ed è giusto che sia così. Insomma, è giusto mica tanto: riflettiamo un attimo su ciò cui stiamo assistendo. Stiamo assistendo ad una confessione: il fatto che delle regole fiscali, di cui da sempre gli economisti conoscono l'assurdità, vengano disapplicate adesso che nei guai sono i Paesi del Nord, significa una cosa sola, cioè che per questa Europa che a voi piace tanto un bambino greco conta meno di un bambino tedesco e voi, nel difendere questo progetto, vi rendete complici, mentre andate in giro a dare a vanvera del negazionista a destra e a sinistra a chi esercita un diritto di critica e vi associate a questo nuovo nazismo. Questo non è molto carino da parte vostra, soprattutto da parte di voi che in quest'Aula sedete di fronte a me. Come facciamo a essere l'unico Paese europeo dove si pagano imposte sulle perdite. Questa è una barbarie, noi condanniamo i nostri imprenditori migliori ad andarsene e poi piangiamo sul latte versato. C'erano però anche altre proposte. Io so che - diciamo così - un certo odio ideologico verso il ricco, verso i tanti sceriffi di Nottingham, che voi vedete in giro, ma che in Italia non ci sono, anima questa maggioranza o pezzi di essa, perché essa è molto variegata. Tanti colleghi, anche accademici, si riempiono la bocca di capitale umano, poi vengono in Aula a chiamare spreco la spesa per infermieri, per poliziotti, per vigili del fuoco. Colleghi adesso immersi nel loro telefonino, ma il tema esiste. Allora, se questi impegni si tradurranno in gesti concreti noi, come centrodestra, ci saremo sempre per far ripartire il Paese. Speriamo che sia così.


 

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