Ci si interroga sul senso e sul ruolo che hanno gli animali nel mondo: la risposta non è facile, perché suppone una «visione di mondo» dalla cui prospettiva ogni uomo guarda la realtà : esempio: una cosa è pensare il mondo come una pura evoluzione materiale, altra cosa è credere il mondo prodotto da un Dio creatore.
Per capire che cosa Dio intendeva che fossero gli animali, si legge che Dio vide l’uomo solo, e come prima compagnia gli creò gli animali.
Ma l’uomo è diverso, perché è superiore, e quasi, l'ideatore del ruolo che gli animali debbono avere nell proprio habitat .Il centro della questione è questo: l’animale è creato per esser d’aiuto all’uomo, per il suo vivere , ma è ad un livello diverso, inferiore, subalterno. Questo però non ci autorizza a pensare che gli animali siano solo delle cose come possono essere le pietre, perché essi partecipano alla vita umana, e da sempre sono stati umili servitori dell’uomo sia per il loro sostentamento sia per il lavoro, e addirittura per il gioco. Proprio per questo loro ruolo devono essere tenuti in debito rispetto. Come abbiamo cura della nostra casa non solo per se stessa, ma perché è il nostro habitat, così, e ancora di più,tutti gli animali sono degni di attenzione e di cura come ci dimostra Noè che si preoccupa di salvarli.
L’attaccamento che oggi abbiamo verso gli animali probabilmente è dovuto al fatto che gli uomini, costretti dal sistema di vita di oggi, si sentono soli e isolati: siamo esseri viventi in deserti di affetti, sentimenti e di parole e grazie agli animali, i quali anche contro la loro stessa natura, si prestano nel loro umile servizio per l’uomo. Dunque
Il « dominio » del mondo che Dio, fin dagli inizi, aveva
concesso all'uomo, si realizzava innanzi tutto nell'uomo stesso come padronanza di sé. E dice S.Agostino : “Tra le molte prove con le quali si può mostrare che l’uomo supera le bestie è con la ragione”. Oggi ci sono molti movimenti , filosofici e di pensiero che vanno verso una graduale civilizzazione dell'umanità: uno di questi è il tentativo di trasformare la cultura antropocentrica in cui viviamo, (vale a dire vuol dire che l'uomo è al centro della natura e tutto quello che ci circonda è asservito ai suoi bisogni e alla sua volontà). Mentre dovremmo invece cominciare a trasferire i principi etici che regolano la nostra civile convivenza, quali ad esempio: il non far soffrire, non essere violenti e non uccidere, anche al mondo animale. Ci domanderemo se questo vale per tutti gli animali o qualcuno in particolare : Se ad esempio un bruco vale come un cane o come un cavallo? Oppure se dobbiamo fare delle differenze . Come spiega in un suo intervento il Prof. Veronesi,gli animali non possono parlare, però hanno un linguaggio non verbale, con cui riusciamo a capire la loro gioia, il loro dolore, la loro sofferenza e gelosia, il loro senso di abbandono, il bisogno di affetto. Quindi, possiamo dire che gli animali ormai, o una parte degli animali, sono molto vicini a noi come sensibilità e quindi è giusto che noi li rispettiamo. Noi siamo mammiferi, come i primati, come una quantità di specie animali a noi vicine. Si obietterà : ma gli animali si mangiano tra di loro, si aggrediscono, e quindi perché noi dovremmo rispettare un mondo animale che si comporta in un modo che noi non approviamo?. Ovviamente bisogna tenere presente questo fatto, ma dobbiamo anche considerare che gli animali non hanno un codice etico, o una coscienza morale, loro si comportano in modo semplice e istintivo, “mentre l'uomo ha il dovere di sviluppare dei valori, che sono anzitutto il rispetto della vita”. E' il nostro dovere verso il futuro. Giovanni Paolo II nella bolla del 21/ 11/ 1979, scrive che : Trai i Santi e gli uomini illustri che hanno avuto un singolare culto per la natura quale magnifico dono di Dio all'umanità, viene annoverato meritatamente S.Francesco d'Assisi che ebbe un alto sentimento di tutte le opere del Creatore e che ispirato superbamente compose il bellissimo Cantico delle Creature e per questo san Francesco è patrono dei cultori dell'ecologia. In Es 23, 12 -6 troviamo scritto << Quando cammin facendo troverai sopra un albero o per terra un nido di uccelli con uccellini o uova e la madre che sta per covare uccellini o le uova, non prenderai la madre sui figli>> ecc ecc. Ciò sta a significare che Dio non ha abdicato ai Suoi diritti sulla Creazione ma ha “affidato” la responsabilità del Cosmo e del suo destino di Salvezza all'uomo, il quale ne deve prendere il possesso ma non autonomamente, bensì come rappresentante di Dio e deve governarlo con santità e giustizia (Sap 9,3). Solo all'uomo Dio ha dato fra tutte sue creature ,il dono della libertà, di cui egli deve farne buon uso prendendo possesso della natura, guidandola, coltivandola e custodendola secondo il mandato che ha ricevuto, Daniza e i suoi simili compresi o i cuccioli di elefanti e gli oranghi uccisi per l'olio di palma. Ma l'uomo ne fa cattivo uso violentando la natura, dimenticandosi di essere vassallo di Dio e non dominatore del cosmo arrogandosi il diritto di usare ed abusare di esso. marilinalincegrassi |
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