Henri Toulouse Lautrec- autoritratto |
Il Google Doodle di ieri lo ritrae intento a lavorare su dei fantastici poster creati per pubblicizzare il Moulin Rouge dove aveva un posto in prima fila per godersi lo spettacolo del cabaret in tutta la sua fumosa gloria. Oggi i suoi collezionisti sono disposti a pagare cifre iperboliche pur di accaparrarsi le sue opere tanto da pagare il suo dipinto "la Lavandaia", a 22,4 ,milioni di dollari da Christie nel 2005.
Henri era un aristocratico, come la maggior parte degli artisti di quel periodo , che riponevano la loro fiducia in un’epoca di grande spensieratezza e di fiducia nel progresso.
Nasce all'ombra della cattedrale di Albi, Henri de Toulouse Lautrec Monfa, il 24 novembre del 1864. Primogentito del conte Alphonse-Charles-Marie de Toulouse-Lautrec-Montfa e dalla contessa Adèle Zoë Marie Marquette Tapié de Celeyran, e discendente in linea diretta dei famosi conti de Toulouse, che dominarono l'area albigese dell'anno 750 fino al 1271 risalenti al periodo delle Crociate. Fu probabilmente danneggiato fisicamente da una serie di matrimoni tra consanguinei delle generazioni precedenti come in uso nell'aristocrazia francese , infatti le sue nonne erano sorelle e i suoi genitori, cugini. Cosa che spiegherebbe alcuni dei suoi problemi congeniti, tra cui un difetto delle gambe, che gli restarono sproporzionate per tutta la vita.
Dotato fin da piccolo di una grande abilità nell'usare la matita, da adolescente disegna senza sosta cani cavalli e falchi ma Henri de Toulouse Lautrec Monfa sceglierà ben presto la pittura moderna.
Nel 1878 e 1879,fu vittima di due fratture consecutive dei femori sinistro e destro in età giovanile , e resterà disabile per tutta la sua vita, cosa che fu vissuta male dalla madre che ne ebbe molto dispiacere e con la quale manterrà sempre rapporti privilegiati . Non si può dire la stessa cosa nei confronti del rapporto col padre, il conte Alphonse, un appassionato di caccia e falconeria con cui ebbe rapporti di incomprensione reciproca fino dalla prima infanzia.
La sua fama di pittore arrivò dopo pochissimi anni dalla sua morte avvenuta per alcolismo e sifilide il 9 settembre 1901, grazie all'instancabile attività del suo amico Mauruce Joyant che poco dopo il 1902 ottenne di aprire un Museo a lui dedicato nel palazzo di Berbie che fu residenza episcopale dei vescovi di Albi e che fu inaugurato nel 1922.
Marilina Fenice Grassi
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