(Nicola Imberti – iltempo.it) – Quel capitolo, per Matteo Renzi, è ormai chiuso. L’esordio ai vertici delle istituzioni, nel 2004, come presidente della provincia di Firenze. Poi la lenta ascesa, il passaggio da sindaco a Palazzo Vecchio (2009), l’avvio della «rottamazione», la segreteria del Pd e, finalmente, Palazzo Chigi. Sono passati 11 anni, un’era se si considera che a quei tempi il presidente del Consiglio era Silvio Berlusconi e il leader della Lega un certo Umberto Bossi.
Eppure è proprio da quell’epoca «lontana» che arrivano i tormenti maggiori per Matteo. Al centro di tutto le «spese pazze» sostenute da presidente della Provincia. Ma anche alcune «anomalie» nella gestione del comune.
Delle prime abbiamo già scritto in passato sulla pagine de Il Tempo . Tutto nasce dalle denunce di Alessandro Maiorano, dipendente di Palazzo Vecchio, e «grande censore» del premier. Nell’agosto del 2014 Maiorano, decise di raccogliere tutte le sue accuse in un’unica denuncia. I reati ipotizzati andavano dall’associazione per delinquere al peculato, passando per l’abuso d’ufficio e la corruzione. Il tutto condito con lo «sperpero» (ovviamente da accertare) di 30 milioni di euro di soldi pubblici. La speranza del denunciante, ovviamente, era che i magistrati indagassero. «Voglio la verità – spiegava -. Se ho sbagliato sono pronto a pagare, ma se ha sbagliato lui?»
Nel fascicolo erano contenute anche un certo numero di ricevute, «spese di rappresentanza». Dai 7,5 dollari spesi a Chicago per due caffè espressi agli 87,8 per quattro «aragoste in gratin». E poi i 36 dollari per una colazione da Starbucks a base di cappuccino (3), muffin, yogurt, insalata di frutta e altre amenità; i 50 euro per una bottiglia di vino consumata, insieme ad una bistecca da un chilo e 800 grammi (tre i coperti), in una trattoria di Firenze; gli oltre 6.200 spesi al ristorante Da Lino per varie cene e gli oltre 7.000 al ristorante Taverna Bronzino. Nelle carte c’erano 184 euro pagati all’hotel Helvetia e Bristol di Firenze. E la domanda sorgeva spontanea: ma Renzi non viveva a Firenze? Questione che si legava anche ad un’altra vicenda: la famosa casa, pagata dall’amico Marco Carrai, in cui l’allora sindaco di Firenze aveva risieduto per un certo periodo.
Tutto, ovviamente, faceva parte della denuncia di Maiorano. E forse qualcuno si aspettava che, così come l’Italia si era indignata per le «spese pazze» dei consiglieri regionali, uguale trattamento fosse riservato al premier. Invece a inizio settembre il pm Luca Turco ha presentato al gip richiesta di archiviazione in relazione alla vicenda della casa di Carrai e per tutto il resto.
Quattro giorni dopo Il Fatto Quotidiano ha scritto che la Corte dei Conti ha contestato al Comune di Firenze, fino al 2014, quattro anni di «gravi irregolarità» nei bilanci. Indovinate chi era il sindaco?
https://infosannio.wordpress.com/2015/09/13/le-spese-pazze-incubo-di-renzi/
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