“Rileggere la sua straordinaria esperienza umana e spirituale come segno della potenza della misericordia di Dio”. È l’invito che il Papa ha rivolto alla folla alla fine dell’udienza generale riferendosi a Santa Rita da Cascia, della quale Francesco ha benedetto una statua in pietra calcarea del Libano, alta 6 metri e di 30 tonnellate di peso, che tra pochi giorni verrà collocata al bivio tra Cascia e Roccaporena, il paese natale della Santa “dei casi impossibili”. Il vicesindaco di Cascia, Mario De Carolis, spiega nell’intervista di Luca Collodi la particolare storia di devozione che ha portato alla realizzazione di questa monumentale effigie:
R. – La cosa sconvolgente è soprattutto la devozione del Libano verso la nostra Santa. Attraverso incontri fatti in modo particolare con dei padri maroniti, in modo particolare padre Charbel, un devoto di Santa Rita e assiduo frequentatore della nostra città e del nostro Santuario, è venuta fuori questa idea. Ringrazio in finanziatore dell’opera Sarkis – devoto di santa Rita insieme alla sua famiglia, che tramite la Chiesa maronita ha finanziato l’intera opera – e lo scultore Nayef Alwan che l’ha realizzata.
D. – Lei ha seguito tutto l’evolversi del trasporto in modo particolare perché mi sembra di capire che in questo caso la devozione per Santa Rita da Cascia abbia comportato anche uno sforzo organizzativo non indifferente…
R. – È stato un sforzo importante. Abbiamo avuto, per fortuna, dei bravissimi collaboratori che devo ringraziare, come il nostro Comune, ma in modo particolare dobbiamo ringraziare il vescovo, mons. Boccardo, e non per ultimo anche i Vigili del fuoco e questo scultore importante, Nayef Alwan, il realizzatore della scultura che questa mattina ha incantato in Piazza San Pietro: ci ha fatto emozionare, devo dire la verità.
D. – Dobbiamo anche dire che il Comune di Cascia ha anche un rapporto di gemellaggio con una città del Libano…
R. – Sì, da alcuni anni c’era questa idea di mettere un monumento all’ingresso di Cascia per ringraziare la Santa e per far vedere quanto anche noi eravamo devoti. Con questa occasione, i maroniti hanno espresso di realizzare la statua. Per il popolo libanese è un segno di pace – ovviamente loro hanno bisogno di questa benedizione da parte della santa – e questo dono oltre a onorarci ci ha permesso di capire quanto sia importante per loro. Durante il gemellaggio che abbiamo fatto a marzo siamo stati in Libano, abbiamo visitato i loro monasteri e in ogni chiesa c’è la statua di Santa Rita. Questo ci ha impressionato.
Una volta collocata la statua nel suo luogo definitivo, l’evento sarà celebrato a Cascia con una Messa presieduta dal cardinale Béchara Boutros Raï, patriarca di Antiochia dei maroniti. Tiziana Campisi ha chiesto a madre Natalina Todeschini, badessa del monastero di clausura di Cascia, dove ha vissuto Santa Rita, per quale motivo i devoti della Santa continuano ad aumentare e cosa spinga tanti cristiani a pregarla:
R. – Santa Rita è una santa del popolo e per il popolo; la sua devozione è così forte in tutto il mondo perché molti la sentono vicina, una di loro, e questo – sappiamo tutti – è dovuto al fatto che Santa Rita, nella sua esistenza di figlia, moglie, madre, vedova e consacrata, ha vissuto in semplicità e concretezza una storia di vita che può essere quella di ciascuno di noi. Ecco perché viene percepita dalle persone come un’amica a cui rivolgersi, con cui confidarsi, che può comprendere il nostro stato d’animo e i nostri bisogni. Un’amica, però, molto vicina a Dio, che intercede presso di Lui per le nostre necessità tutte le volte che ricorriamo a lei. È questa infatti la speranza per tanti devoti che diventa certezza di essere esauditi.
D. – Che testimonianze vi giungono dai diversi continenti?
R. – Sono testimonianze di gratitudine di moltissime persone che hanno sperimentato l’intercessione e la protezione di Santa Rita: donne, uomini, malati, che si sono sentiti consolati e sollevati nel corpo e nello spirito. E tanti ci scrivono e ci telefonano per chiedere preghiere per le situazioni che vivono: conflitti in famiglia, problemi economici, mancanza di lavoro, malattie, ecc. L’uomo oggi ha bisogno di qualcuno che lo ascolti, che gli dia tempo. La frenesia del mondo lascia spesso il fratello solo con il proprio dolore, noi lo sperimentiamo molto, per esempio, nei parlatori, infatti chiamiamo la grata il “ministero della consolazione”. Noi sorelle di Santa Rita siamo qui per donare a tutti una parola di conforto e di speranza, di consiglio, per orientare l’uomo sulla via dei veri valori cristiani: l’amore, la bontà, la pace, la giustizia, la fraternità.
D. – La figura e il messaggio di Santa Rita – sposa, madre e vedova – rivestono una particolare attualità alla vigilia del Sinodo dei Vescovi…
R. – Santa Rita è donna della pace, del perdono. Come sposa, ci dà un grande esempio di tolleranza, di altruismo, di pazienza. Lei ha avuto un marito non facile, ma non si è arresa! Ha detto: “Io voglio portare il mio sposo a vivere una vita serena con me e con i figli che il Signore ci ha dato”. E lei per questo ha pregato tanto. E soprattutto ha avuto sempre un atteggiamento di accoglienza e di amore. Poi vediamo Santa Rita mamma, e le mamme desiderano per i figli il meglio. Purtroppo si è trovata in una situazione in cui, uccidendole il marito, i figli volevano fare violenza. E Santa Rita ha pregato, ha supplicato, ha fatto di tutto perché i figli non si macchiassero di sangue. Lei ha cercato la pace ad ogni costo, andando famiglia per famiglia a mettere pace nei cuori che portavano l’odio. Proprio per queste vicissitudini è riuscita a mettere pace in tutti: quella pace che comunque è sempre dono di Dio, perché noi non potremmo arrivare a questa eroicità. Però lei l’ha accolta la pace che il Signore le ha donato e l’ha offerta e promossa in tutti i modi.
D. – Dunque Santa Rita è un modello per le famiglie di oggi?
R. – Sì. Noi sperimentiamo in parlatorio quanti conflitti ci sono nelle famiglie oggi, e il mondo ha bisogno di pace, la famiglia ha bisogno di pace. E io credo che Santa Rita sia un esempio “luminoso” di questo, perché lei ha pregato con tutte le sue forze, e ci è riuscita, perché ha creduto che Dio poteva realizzare la pace nei cuori. Però ha fatto di tutto, l’ha promossa in tutti i modi questa pace!
D. – A Santa Rita si domandano intercessioni per i casi più disparati e anche più difficili, ma Santa Rita cosa domanda ai credenti di oggi?
R. – Santa Rita, che ha perseguito il dialogo e la riconciliazione attraverso l’amore per Cristo e i fratelli, ci chiede di amare con il cuore di Dio, di farci strumenti di accoglienza e misericordia come è stata tutta la sua vita.
Fonte Radio Vaticana
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