(ANSA) - ROMA, 26 DIC - La vicenda maro' resta in primo piano.
E si 'pesa' ogni parola che rimbalza tra Roma e Delhi dopo che
il premier Matteo Renzi ha fatto sapere che c'e' un'ipotesi di
dialogo con il governo indiano per una soluzione "diplomatica
condivisa". Si cerca cosi' di leggere tra le righe di quelle
frasi, arrivate oggi dal portavoce del governo indiano che ha
ammesso, indirettamente, l'esistenza di un dialogo tra i due
governi, lasciando aperto lo spiraglio di un nuovo atteggiamento
nei confronti della vicenda. Ma non senza ribadire che il "tema
resta all'esame della giustizia". Parole che - dopo tre anni di
impasse, senza riuscire a sbloccare la questione con Salvatore
Girone ancora in india e Massimiliano Latorre chiamato a
rientrare dopo il permesso-convalescenza che scade a meta'
gennaio - possono essere lette, ancora una volta, in modo
ambivalente. Ma che, si commenta in ambienti indiani che seguono
il dossier, confermerebbero se non una vera e propria apertura,
un nuovo atteggiamento piu' disponibile da parte di Delhi. Almeno
di quella del governo Modi.
La vicenda dei maro' "non e' solo una discussione fra due
esecutivi, ma e' un tema all'esame della magistratura indiana"
che "deve esprimersi prima che si possa andare avanti", ha
ribadito il portavoce del governo indiano tenendo a ricordare
che "la giustizia indiana e' libera, trasparente e imparziale".
Ma confermando cosi' che c'e' una ipotesi per una soluzione (si
era ventilato di una proposta che passasse per scuse e
risarcimento alle famiglie dei pescatori uccisi e promessa di un
processo in Italia ai due maro') e spiegando che da parte del
governo indiano - si commenta - c'e' un atteggiamento forse piu'
morbido del passato: "possiamo avere un punto di vista e
considerare varie opzioni" ha detto. Come dimostrato anche dal
fatto che Delhi, nei giorni scorsi, non era contraria ad una
proroga del permesso-convalescenza a Latorre. Ma - ha aggiunto
Syed Akbaruddin - la Corte Suprema ha assunto una posizione
diversa" che va rispettata.
Parole che lasciano aperte diverse interpretazioni. Ma anche
quella, piu' favorevole a Roma, di un cambio di rotta da parte
indiana che avrebbe sottoposto - secondo voci circolate la
scorsa settimana - la proposta italiana ad un team di esperti
legali che ne starebbero valutando la compatibilita' con il
sistema giudiziario del paese.
Un primo segnale che confermi o smentisca le interpretazioni
piu' ottimistiche potrebbe arrivare gia' nei prossimi giorni
quando - si ventila - i legali dovrebbero ripresentare la
richiesta di proroga del permesso a Latorre, viste le sue
condizioni di salute e l'intervento di cui necessita. La
risposta sara' indicativa.
Intanto sulla vicenda e' intervenuta Emma Bonino, ex ministro
degli Esteri, che, dalle colonne della Stampa nei giorni scorsi,
ha rilanciato la strada dell'arbitrato internazionale, "non da
leggere come atto di aggressione". E la vicenda dei due
fucilieri di Marina e' stata anche al centro delle parole del
cardinal Angelo Bagnasco: "le situazioni sono complicate e
complesse ma tre anni sono molti. Si presume che non ci sia
molta disponibilita' da parte di chi dovrebbe dimostrarla. E non
parlo del nostro governo", ha stigmatizzato l'alto prelato.
Girone, che sta trascorrendo le feste natalizie in India,
raggiunto dalla sua famiglia, ha intanto inviato un lungo
messaggio di auguri al suo collega Latorre, ai tanti colleghi e
a tutti quelli che stanno dimostrando sostegno e solidarieta'. E,
dall'Italia, l'altro maro' nell'inviargli gli auguri ha auspicato
di poterlo riabbracciare presto in Italia.(ANSA).
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