La strategia del Premier è sempre la stessa e siccome sembra tra l’altro essere nato “per seguire applausi e complimenti”... con il timore che si ritrova in questo periodo, sta esibendo le sue migliori performance.
È da sempre che Matteo Renzi annuncia miliardi su questo e miliardi su quello, neanche fossimo proprietari della Federal Reserve, ma in questi ultimi tempi l’affondo è totale. Ora i risultati di tanta ricchezza, che nessuno degli italiani immaginava, sono sotto gli occhi di tutti, tanto è vero che non solo l’Europa ma lo stesso Mario Draghi e finalmente anche la Banca d’Italia e il ministro Pier Carlo Padoan iniziano a frenare su crescita e ripresa.
Del resto, la spasmodica insistenza con la quale pietiamo flessibilità all’Unione europea la dice lunga sulla realtà del portafoglio pubblico, che non solo non è gonfio come dice Renzi, ma al contrario è così vuoto da dover fare dei soldi, lo stesso che i carrarmati di Mussolini. Si promette l’eliminazione del bollo auto e in cambio si propone l’aumento della benzina, si promette la flessibilità in uscita e in cambio si taglia l’assegno così tanto da scoraggiarla. Su quest’ultimo punto poi, nel più classico stile italiano, si sta elaborando un metodo cervellotico e, tanto per cambiare, vantaggioso per le banche anziché per i poveri cristi rovinati dalla Legge Fornero.
Va da sé, infatti, che il coinvolgimento degli istituti di credito nelle anticipazioni delle pensioni finirà per garantirgli lavoro e guadagni a spese delle casse pubbliche. Per non parlare poi della promessa di riduzione delle aliquote Irpef, per far fronte alle quali si dovrà far slittare ancora, a data da destinarsi, la decurtazione dell’Ires per le aziende. Insomma, in questa ultima infornata di promesse, in vista delle amministrative e soprattutto del referendum costituzionale, il Premier ha veramente sfoderato il meglio del suo repertorio. Come sempre e come al solito è ovviamente tutto da vedere, non solo perché non c’è in realtà il becco di un quattrino, ma per il rischio che l’occhio vigile dell’Unione sui nostri conti bocci incontrovertibilmente ogni ipotesi. In fondo se fosse vera tanta disponibilità di ricchezza, la stessa con la quale il Premier va dicendo di mettere due miliardi là, tre miliardi qua, un miliardo su e uno giù, non ci sarebbe bisogno di ricorrere a soluzioni cervellotiche e complicate per quadrare i bilanci.
Come ciliegina sulla torta, poi, il Premier ha annunciato qualcosa di nuovo su Equitalia, invitando gli italiani ad ascoltare la longa manus dell’Agenzia delle Entrate. Intanto viene da ridere perché semmai Renzi dovrebbe fare il contrario, invitare cioè Equitalia e l’Agenza delle Entrate ad ascoltare gli italiani; basterebbe per questo ricordare i servizi di “Striscia la notizia” sulle continue e incredibili persecuzioni fiscali a danno dei cittadini. Ma se pure il Premier volesse finalmente annunciare qualcosa, non solo di nuovo ma di indispensabile, per come stiamo messi fra Stato e contribuenti, dovrebbe dire che è allo studio un modo ragionevole e giusto per consentire a tutti di chiudere e transare definitivamente l’enormità di pendenze fiscali in corso. Il vero problema della gente, infatti, non è avere rate o dilazioni, ma poter definire per sempre in modo sostenibile liti, ricorsi, dispute e pregressi.
Insomma, siamo ridotti male e la necessità di resettare in qualche modo l’arretrato fiscale più che un problema economico è diventato un’emergenza sociale che rischia di esplodere. Dunque, non c’è promessa che tenga per tentare di illudere aziende, famiglie, cittadini, sperando così di strappare applausi e consensi, oltretutto in un momento di quotidiani annunci di scandali, ruberie e disonestà di politica e classe dirigente. Gli italiani, per quanto pazienti, cretini non sono e siamo certi che questa volta non abboccheranno. Anzi, si faranno sentire eccome!
di Elide Rossi e Alfredo Mosca
07 maggio 2016
fonte: http://www.opinione.it
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