Oltre 200 morti: è il bilancio dei civili uccisi in una settimana di bombardamenti su Aleppo, mentre è di stamattina la notizia che, dopo l’ospedale distrutto due giorni fa, oggi sarebbe stata colpita un’altra struttura sanitaria in un quartiere controllato dai ribelli. Per il momento, si registrano solo feriti. Altre vittime, almeno otto, sono state provocate da un attacco che fonti giornalistiche governative attribuirebbero ai ribelli. Russia e Stati Uniti avrebbero intanto raggiunto un accordo per un "regime del silenzio", dal prossimo 30 aprile: un cessate-il-fuoco di 72 ore per alcuni quartieri di Damasco, Latakia e sembra anche per Aleppo, città dove, denuncia l’Onu, la situazione umanitaria è catastrofica. Francesca Sabatinelli ha intervistato mons. Mario Zenari, nunzio apostolico in Siria:
R. – Direi che durante questi cinque anni, purtroppo, la comunità internazionale non è riuscita a fermare questa violenza. All’inizio di questa guerra abbiamo assistito a tante discordanze in seno, per esempio, al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Occorre osservare che si è cercato anche di avere una certa qual unanimità, soprattutto per la questione degli aiuti umanitari, però non è ancora sufficiente. Ci si trova di fronte a questa catastrofe umanitaria e, veramente, la comunità internazionale, a cominciare dalle Nazioni Unite, dal Consiglio di sicurezza, dai vari organismi, credo dovrà moltiplicare gli impegni e gli interventi. Però, la distribuzione degli aiuti umanitari non può essere proseguita se non c’è la cessazione della violenza. Anche in questo caso, si era cominciato con un certo qual ottimismo il 27 febbraio scorso, c’era stata qualche aria di speranza anche ad Aleppo: i bambini avevano incominciato ad apparire in strada, non cadevano bombe... Però poi, con quello che è successo in queste ultime settimane, soprattutto ad Aleppo, è difficile dire che la tregua sia ancora efficiente e tenga. Varie violazioni della tregua si sono avute qua e là in tutta la Siria, ma quello che sta accadendo in questi ultimi giorni ad Aleppo è veramente impressionante, impressionante! Sono in contatto con i vescovi di Aleppo, con alcuni sacerdoti e tutti mi dicono che sono le giornate più tristi che abbia visto Aleppo, le più dolorose da quando è iniziata questa guerra da cinque anni a questa parte. Quello che si è visto in questi giorni, i bombardamenti con missili, morti, feriti, ospedali pieni, sangue dappertutto… Veramente, è impressionante.
D. – Nelle ultime ore, abbiamo avuto sotto gli occhi il raid contro questo ospedale. Il segretario generale dell’Onu ha detto che ad Aleppo, in generale, c’è una violazione ingiustificabile dei diritti umani…
R. – C’è da osservare che purtroppo non è il solo ospedale che è stato colpito: ce ne sono decine di ospedali distrutti o semi-distrutti nel corso di questi cinque anni e, oltre agli ospedali, vorrei ricordare anche le scuole. Si assiste a una ignoranza completa del diritto umanitario internazionale e nella più completa impunità, purtroppo. Questa guerra è andata al di là di ogni norma, di ogni convenzione umanitaria. Vorrei ricordare a tutti questi ospedali, queste scuole, le tante infrastrutture distrutte e questa impunità, che fa sì che questi crimini continuino. Io vorrei essere la voce di tutti questi pianti, di tutte queste grida che si sentono e si vedono, e soprattutto vorrei trasmettere la voce di questi bambini innocenti, che sono i più colpiti da queste atrocità e che gridano ogni giorno perché hanno perduto i genitori, perché hanno perduto i fratellini… Ecco, direi che queste grida dei bambini innocenti, questa sofferenza, devono essere ascoltati da tutti!
Fonte Radio Vaticana - Marilina Lince Grassi
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