-Il dolore è inevitabile, la sofferenza opzionale. Tenendo in considerazione che le persone possono essere ferite solo da quello a cui viene dato importanza, evitare la sofferenza inutile può consistere semplicemente nel fare un passo indietro, distaccarsi emotivamente e vedere le cose da un’altra prospettiva.
Richiede impegno e tempo, ma vale la pena realizzare questo apprendimento. Come guida per tale proposito, un’altra frase buddista ci dà una pista per iniziare: “Tutto ciò che siamo è il risultato di quello che abbiamo pensato; è basato su nostri pensieri ed è fatto dei nostri pensieri”.
-Sii felice perché qualsiasi luogo è qui e qualsiasi momento è adesso. Siamo soliti pensare al passato oppure essere eccessivamente preoccupati per il futuro. Questo ci porta a non vivere il momento presente mentre le nostre vite vanno avanti senza che ne siamo coscienti. Il buddismo ci insegna il “qui” ed “ora”. Dobbiamo imparare, quindi, ad essere pienamente presenti, a godere di qualsiasi momento come se fosse l’unico.
-Prenditi cura del tuo corpo così come della tua mente, perché tutto è una cosa sola.Per raggiungere un vero stato di benessere, è imprescindibile che mente e corpo siano in equilibrio tra loro. Ci concentriamo troppo sull’aspetto fisico, ma, al contrario, l’aspetto interiore ci aiuterà a sentirci più soddisfatti e coscienti del qui e dell’adesso, fornendo una maggiore pienezza emotiva.
-Molto meglio mettersi le pantofole che ricoprire di tappeti tutto il mondo. Per trovare la nostra pace interiore, dobbiamo essere coscienti dei nostri potenziali personali ed imparare a saperli dosare, così come per quanto riguarda i nostri mezzi. In questo modo, vivremo un’autentica crescita ed evoluzione.
-Non affliggere gli altri con ciò che causa dolore a te stesso. Si tratta di una delle massime del buddismo che ci permette di eliminare quasi tutte le leggi e dettami morali della società attuale. Con un significato simile a quello della frase “non fare agli altri ciò che non vorresti venga fatto a te stesso“, questa quinta riflessione va molto oltre poiché consiste in una profonda conoscenza di noi stessi e in una grande empatia nei confronti degli altri e con gli altri.
-Non è più ricco colui che possiede di più, ma colui che necessita di meno. Il nostro desiderio di possedere di più, sia sul piano materiale sia su quello emotivo, è la principale fonte di tutte le nostre preoccupazioni o disperazioni. Questa massima si basa sull’imparare a vivere con poco e saper accettare tutto quello che la vita ci offre in un determinato momento. Questo ci permetterà di vivere una vita più equilibrata, di ridurre lo stress e moltissime tensioni interne.
Il fatto di desiderare più cose spesso indica solo mancanza di sicurezza, il sentirsi soli e l’aver bisogno di riempire questi vuoti. Sentirci bene con noi stessi permette di mettere da parte la necessità di non dover dimostrare nulla.
-Per comprendere tutto, è necessario dimenticare tutto. Da bambini impariamo di continuo. La nostra mappa mentale non è ancora disegnata, cosa che ci rende aperti a “tutto” e ci rende in grado di capire qualsiasi cosa. Non sappiamo giudicare.
Tuttavia, man mano che cresciamo, la nostra mente si riempie di condizionamenti e norme sociali che ci dicono come dobbiamo essere, come devono essere le cose, come dobbiamo comportarci e persino cosa dobbiamo pensare. Diventiamo incoscienti di noi stessi e perdiamo il senso della nostra vita.
Per cambiare e vedere le cose da una prospettiva più sana per noi, dobbiamo imparare a distaccarci dalle credenze, dalle abitudini e dalle idee che non provengono dal nostro cuore. Per riuscirci, questa frase buddista aiuterà ad iniziare il processo: “Nel cielo non c’è distinzione tra est e ovest, sono le persone a creare queste distinzioni nella propria mente per poi pensare che siano vere”.
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