Prima di parlare delle faide tra i vari pretendenti al trono saudita è utile fare un piccolo excursus storico sull’Arabia Saudita, dato che molti conoscono poco di questo paese, visto anche il rigoroso silenzio sull’argomento che regna nei media mainstream.
Il che è comprensibile considerando che parlare delle nefandezze di questo stato porterebbe la gente a porsi molte domande sulle relazioni occidentali con i sauditi.
Il fondatore della dinastia, ʿAbd al-ʿAzīz ibn ʿAbd al-Raḥmān b. Fayṣal Āl Saʿūd (...E l'ultimo chiuda la porta!), riunifica ufficialmente il paese nel 1926, dopo decenni di guerre con le famiglie rivali.
Si proclama da subito Najd, cioè sovrano assoluto, con potere di vita e di morte sui suoi sudditi, oltre che protettore dei luoghi santi dell’Islam.
Viene adottata la Sharia, come unica legge dello stato, che è tutt’ora in vigore. Ancora oggi, nel 2016, vengono infatti praticati tutti i precetti della Sharia, come il taglio della mano ai ladri, la decapitazione pubblica, la fustigazione per i reati minori.
C’è una polizia religiosa che si assicura che i precetti dell’Islam vengono rispettati da tutti, ed il loro giudizio è insindacabile.
Non esistono diritti civili, diritti delle donne, elezioni (sono state concesse l’anno scorso solo le elezioni comunali), la schiavitù venne abolita nel 1962 (!!), ma di fatto i milioni di lavoratori stranieri in Arabia non hanno alcun diritto, e spesso non vengono nemmeno pagati.
Una squadra di pallacanestro femminile saudita, notate gli abiti particolarmente succinti concessi a malavoglia dai religiosi.
Fino al 1937 il paese è poverissimo, vi si pratica solo la pastorizia, la pesca e piccoli commerci, poi in quell’anno l’Arabia viene benedetta dal primo di due clamorosi colpi di culo di fortuna: viene scoperto il petrolio.
Riyadh - 1937
Riyadh, Oggi- Trova le dieci piccole differenze tra le due foto.
Non solo un pozzo, un oceano di petrolio, della migliore qualità (light sweet crude oil), facilissimo da raffinare, tanto che il petrolio saudita diventa il benchmark del mercato.
Inoltre a costi di estrazione bassissimi.
Tutto ciò ha permesso ai sauditi di influenzare fortemente il prezzo dell’oro nero aumentando o calando la produzione a piacimento.
Il petrolio inonda il paese di denaro, permettendo alla dinastia regnante di comprare la compiacenza dei propri sudditi compensando la mancanza di libertà attraverso la distribuzione di denaro a tutta la popolazione, dotando il paese di infrastrutture moderne, costruendo città dal nulla, assicurando che i lavori più umili e faticosi vengano svolti da manovalanza straniera a costi irrisori, il tutto senza pretendere tasse.
Il secondo colpo di culo fortuna prende forma nei primi anni ’70.
Con l’abbandono della convertibilità del dollaro in oro gli Stati Uniti dovettero trovare un modo per evitare che la loro moneta si deprezzasse e poter così continuare a stampare dollari in modo sproporzionato alla loro economia.
Vennero cosi ideati i Petrodollari, cioè ogni paese produttore di petrolio poteva vendere la preziosa materia prima solo in dollari, mantenendo così elevata la domanda di valuta americana.
Venne quindi rinsaldato un patto d’acciaio tra i Sauditi e gli USA, che già avevano forti influenze nel paese.
Gli arabi si impegnavano a vendere l’oro nero solo in dollari, reinvestendo un grossa fetta dei profitti in imprese americane e in titoli di stato statunitensi. In cambio gli USA si impegnavano a mantenere al potere la casa Saud, a non sollevare obiezioni ma anzi coprire il loro regime autoritario, dare ingenti forniture militari, lasciare che l’OPEC alzasse il prezzo del petrolio del 400% nel 1973.
Arriviamo ora ai giorni nostri….
A settembre 2015 a The Guardian, un principe saudita anonimo affermò che l'80 % della famiglia reale sostiene la sua richiesta di colpo di stato contro il sovrano dell'Arabia Saudita, Salmān bin ʿAbd al-ʿAzīz Āl Saʿūd, unitamente insieme ai suoi due successori.
Il principe ha anche detto che la maggioranza dei religiosi del paese, nota come Ulama, sarebbe a favore di un colpo di stato per rovesciare il sovrano attuale e installare al suo posto l'ex ministro degli interni Aḥmad bin ʿAbd al-ʿAzīz Āl Saʿūd.
In un'altra affermazione presso il Times sostiene che "E 'meglio per il paese che si dimetta il re Salman.
Non possiamo tenere persone malate a vertici ", ha anche detto che il principe ereditario Muḥammad bin Nāyef Āl Saʿūd (MbN) il vice principe ereditario e Moḥammad bin Salmān Āl Saʿūd (MbS)"devono essere puniti e buttati fuori."
Il principe, il cui nome non è stato rivelato per motivi di sicurezza, in precedenza aveva già scritto due lettere per richiedere una rivolta dall'interno dei ranghi reali.
In quelle lettere si parla del reggente al trono:
"Non è un segreto che il problema più grave è lo stato di salute mentale, ciò ha reso il re assoggettato al controllo del figlio".
Il principe ereditario MbN è nipote del re, è in prima linea per il trono ed è ministro degli interni. Il vice principe ereditario MbS è il figlio di Salman, gestisce il ministero della difesa e la sua potenza è in costante ascesa.
In una lettera inviata ai figli di Ibn Saud, li si incita a un colpo di stato, gli si intima di isolare l'impotente re Salman, il principe ereditario MbN e Il vice principe ereditario MbS, quest'ultimo sarebbe reo della attuale devastazione della patria.
Re Salman è stato incoronato come il re dell'Arabia Saudita il 23 gennaio 2015, in seguito alla morte del suo fratellastro, re Abd Allāh bin ʿAbd al-ʿAzīz Āl Saʿūd, all'età di 90 anni.
La gustosa lotta in salsa elisabettiana tra i due principi ereditari nasce quando il 29 aprile 2015, re Salman sollevò Muqrin delle sue funzioni di principe ereditario e nominò suo nipote MbN come il nuovo erede.
Non contento, nominò successivamente suo figlio MbS come vice principe ereditario mettendolo direttamente dietro a MbN in ordine di successione.
L'ottantenne re dell'Arabia Saudita è affetto da blackout periodici, incapacità di parlare, una salute deteriorata, ha perso la consapevolezza e i medici consigliano ai suoi figli di limitare le apparizioni pubbliche al fine di non divulgare il peggioramento delle condizioni.
Alcuni rapporti parlano di morbo di Alzheimer e altri di demenza senile, di fatto comunque il governo è praticamente amministrato dal principe ereditario MbN.
Il 23 gennaio 2015, sul Washington Post, gli avvocati della Royal Court saudita affermano che il re 'certamente non è affetto da demenza o qualsiasi altro tipo di danno mentale'.
L'Economist il 10 gennaio 2015 afferma l'esatto contrario.
Tra il 2011e il 2015, MbS è diventato famoso per l'espulsione di diversi viceministri e questo spiega perché MbS non ha una base di supporto all'interno della famiglia reale tra i suoi fratelli e fratellastri. Uno di questi ultimi, Abdulaziz bin Salman, è stato promosso a viceministro del petrolio, ma ha venticinque anni in più e forse trova irritante lavorare sotto il fratellino più giovane.
Una parte della famiglia vorrebbe tornare al sistema tradizionale di successone “da fratello a fratello” interrompendo l'attuale “da padre a figlio”.
Tutto questo sta creando all'interno della famiglia notevoli tensioni.
Il 24 settembre 2015, durante l'annuale pellegrinaggio Hajj a Mina (La Mecca), la folla è collassata causando la morte di almeno 2.236 pellegrini (le stime sul numero dei morti variano molto), che sono rimasti soffocati e schiacciati.
L'incidente è avvenuto all'incrocio delle strade 204 e 223, la causa del disastro è ancora molto controversa e contestata.
Secondo alcune indiscrezioni però tutto ciò è avvenuto a causa di un passaggio di un convoglio reale. Il quotidiano Ad-Diyar ha riferito che un convoglio che scortava MbS (a quanto pare lo troviamo dappertutto!) era composta da 200 soldati e 150 ufficiali di polizia
. Il disastro si sarebbe innescato quando bloccando una strada, i pellegrini sono stati costretti a girarsi contro il flusso del traffico.
Ad-Diyar afferma anche che il vice principe ereditario e il suo entourage lasciarono la scena rapidamente e che le autorità saudite imposero il silenzio ai media.
MbS sulla politica petrolifera ha le idee chiare e fu sempre lui a parlare di una parziale cessione della compagnia petrolifera di stato, la Saudi Aramco.
Simon Henderson (Baker Fellow presso il Washington Institute e Direttore del programma per i Paesi del Golfo e la politica energetica) in una intervista afferma che “Il cambio al vertice della reggenza reale saudita non ha avuto alcuna conseguenza finora, ma è necessario rimanere vigili."
Anche se il ministro del Petrolio Al-Naimi ha mantenuto la sua carica, i cambiamenti nella struttura di potere saudita sono stati più numerosi rispetto a quanto previsto.
Se si deciderà di dare una svolta alla politica attuale, Al-Naimi potrebbe anche essere estromesso dalla sua carica. Le previsioni per il futuro dipendono da come si valuta l’attuale politica saudita, se la si analizza con attenzione o se la si considera come una semplice reazione improvvisata ad una situazione difficile.
Personalmente, ritengo più probabile la seconda ipotesi, sebbene l’interpretazione prevalente abbia invece indicato la prima come più probabile.”
Sempre in una intervista a The Economist MbS afferma: "Una guerra tra l'Arabia Saudita e l'Iran sarebbe l'inizio di una grande catastrofe nella regione, e si rifletterebbe molto fortemente sul resto del mondo. Di sicuro, non permetteremo una cosa del genere".
MbS potrebbe arrivare ad utilizzare l'esercito del regno, che è sotto il suo controllo, pur di rovesciare MbN.
Il 19 gennaio 2016, un importante attivista dei media sauditi ha rivelato che MbN avrebbe tenuto colloqui segreti con i leader tribali del paese per aumentare i conflitti interni e per destabilizzare le condizioni domestiche del regno, questa contro mossa potrebbe fermare l'ascesa al trono del suo avversario.
La BND, il servizio segreto tedesco, ha recentemente pubblicato una nota affermando che l'Arabia Saudita ha adottato "una politica di intervento impulsiva".
Il principe MbS è un giocatore politico d'azzardo che sta destabilizzando il Medio Oriente attraverso le guerre in Yemen e Siria.
E' accusato di aver lanciato la Saudi Air Force in una grande campagna di bombardamenti, dove sono rimaste uccise migliaia di civili yemeniti.
Si è addossato il potere interno, fa appello al settario nazionalismo sunnita e la concentrazione di tutto questo potere nelle sue mani sta creando destabilizzazione.
Di recente MbS ha suggerito riforme di austerità e di mercato: errore enorme visto che le autocrazie del Medio Oriente hanno stabilito un tacito contratto sociale con la popolazione.
Una popolazione che vive senza libertà politica ma che in cambio ha una quota dei ricavi del petrolio, carburante agevolato, cibo, alloggio e altri benefici.
Se dovesse arrivare a spezzare questo patto probabilmente si arriverà alla rivolta interna perché la gente si leverebbe contro la casa regnante.
Non ha capito che se le sue riforme arrivano ad erodere la ingombrante “ma efficace” macchina clientelare, cadrà anche l'élite saudita.
L'Arabia Saudita è anche alle prese con: il crollo dei prezzi del petrolio che è sceso di oltre il 50% nell'ultimo anno, è arrivata a ritirare perfino 70 miliardi di dollari dai propri fondi d'investimento esteri al fine di puntellare la sua posizione fiscale (lo riferisce il Financial Times), la campagna militare (aggressione illegale) contro il vicino Yemen è un disastro, gli attuali intrighi di palazzo e le relative tensioni sono alle stelle.
A livello nazionale la guerra in Yemen viene strettamente identificata con MbS, al pubblico saudita l'attuale guerra appare estremamente costosa in termini finanziari e in termini di durata, considerando che non si prevedono grossi risultati.
Il Regno ha una popolazione di circa 28 milioni di persone, gli immigrati costituiscono quasi un terzo di tutta la popolazione e più di tre quarti della forza lavoro. Circa il 70% della popolazione è sotto i 30 anni e in questa fascia la disoccupazione è vicino al 30%.
I cittadini arabi e gli stranieri vivono sotto la legge della Sharia, tutto ciò crea tensione all'interno della popolazione immigrata e nativa.
I conservatori implacabilmente impongono rigidità nella pratica religiosa e questo crea attriti tra la popolazione e la casa regnante, che tra l'altro conduce una vita dissoluta lontana dei precetti dell'Islam. Questa situazione potrebbe essere cavalcata con facilità dai gruppi terroristici: un fertile terreno di giovani sauditi disoccupati che potrebbero far scoccare la scintilla della rivolta.
Una lunga storia che colloca la monarchia saudita ancora nel Medioevo, ma seguire la guerra tra i due principi Mohammed è più divertente che guardare “Trono di spade”.
BY Alessia
http://www.theguardian.com/world/2015/sep/28/saudi-royal-calls-regime-change-letters-leadership-king-salman
http://economictimes.indiatimes.com/news/international/business/saudi-arabia-risks-running-out-of-financial-assets-in-five-years-imf/articleshow/49489237.cms
http://beforeitsnews.com/politics/2015/10/yemen-update-10012015-activists-urge-serious-un-action-to-end-saudi-onslaught-2746490.html
http://peakoil.com/publicpolicy/saudi-royal-calls-for-regime-change-in-riyadh
http://www.news.com.au/world/middle-east/two-princes-in-saudi-arabia-battle-for-one-throne/news-story/da3360ebc933b416f2de654c4f81c78b
http://www.ibtimes.co.uk/saudi-arabia-succession-crown-prince-mohammed-bin-salman-could-destabilise-middle-east-1538412
http://awdnews.com/top-news/mohammed-bin-salman-to-use-miltary-force-to-topple-would-be-king-bin-nayef
https://en.wikipedia.org/wiki/2015_Mina_stampede
http://liberticida.blogspot.it/2016/01/arabia-saudita-la-vendita-di-parte.html
http://www.abo.net/oilportal/interview/view.do?locale=it_IT&contentId=2410774
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