di Cesare Sacchetti
“Se la crisi italiana diviene una grave crisi, imploderà principalmente nell’economia italiana, piuttosto che diffondersi in Europa.” Queste le parole pronunciate alla CNBC da Jerome Dijsselbloem, l’ex presidente olandese dell’Eurogruppo, il summit che riunisce tutti e 19 i ministri dell’Eurozona.
Un’analisi dai toni intimidatori su come dovrebbe comportarsi la Commissione Ue, rispetto alle intenzioni italiane di realizzare un deficit pari al 2,4% del PIL.
L’ex presidente dell’Eurogruppo non ha dubbi sul fatto che ci sarà uno scontro imminente tra Bruxelles e Roma, e individua le responsabilità delle frizioni tra la Commissione UE e il governo giallo-verde, nella manovra finanziaria.
“Guardando a ciò che i membri del governo italiano hanno messo sul tavolo, la Commissione non avrà altra scelta che rispedire la manovra indietro. Questo comunque non è la fine di un processo, ma piuttosto l’inizio.”
I termini per rispondere alla lettera firmata da Moscovici, commissario UE agli affari economici, e Dombrovskis, vice-presidente della Commissione, che considera la manovra dell’Italia “una violazione senza precedenti”, scadono proprio oggi.
Se la risposta di Roma a Bruxelles non dovesse essere giudicata soddisfacente in quanto agli obbiettivi di bilancio auspicati dall’UE, a quel punto la prassi prevede che i vertici della Commissione elaborino una controproposta entro due settimane a cui fa seguito la richiesta di una nuova manovra finanziaria allo Stato membro, in questo caso l’Italia, entro tre settimane.
Dijsselbloem indica la via alla Commissione per individuare i punti deboli dell’Italia nella trattativa, e per piegarla in qualche modo alle richieste di Bruxelles.
E il tallone d’Achille in questo caso per l’olandese è il sistema bancario italiano. “Ci sarà un ruolo per l’autorità bancaria per considerare quello che questo porta nei confronti delle banche italiane. Abbiamo già visto la loro quotazione azionaria crollare.”
Il riferimento è chiaramente all’esposizione delle banche italiane verso i titoli del debito pubblico italiano, che attualmente è pari a 370 miliardi di euro, il 10% dei loro bilanci complessivi.
Un aumento dello spread, il differenziale di rendimento tra i titoli di Stato italiani e quelli tedeschi, provoca un incremento dei tassi dei btp italiani e questo si riflette in un deterioramento dell’indice bancario TIER 1.
In sostanza, questo parametro misura la solvibilità di un istituto bancario rispetto ad eventuali perdite senza intaccare le posizioni dei correntisti.
Se quindi il TIER 1 dovesse peggiorare, le conseguenze si potrebbero far sentire anche per i depositanti.
Il rischio è che si ripeta quanto accaduto nel 2013 a Cipro, proprio quando l’Eurogruppo era diretto da Dijsselbloem, dove venne eseguito un prelievo forzoso del 9,9% sui depositi bancari in cambio del pacchetto di aiuti fornito dagli altri Stati membri dell’UE.
L’olandese quindi sembra auspicare il modello Cipro per l’Italia, per costringere Roma a cedere sulla linea imposta da Bruxelles sul bilancio pubblico.
Ma è lo stesso Dijsselbloem a riconoscere che l’Italia non è paragonabile a Cipro né alla Grecia, e che attualmente la situazione è diversa perché, a suo dire, la crisi greca portava con sé il rischio di “contaminare l’intera eurozona”, mentre quella italiana appunto rischierebbe di implodere all’interno per l’esposizione delle banche sul debito pubblico italiano.
Se dunque la Commissione UE seguirà questa strategia, con un rifiuto ad accettare la manovra italiana, è probabile aspettarsi una nuova pressione speculativa dei mercati sui btp italiani.
Dijsselbloem ha dimenticato però nel suo ragionamento che Roma ha una nuclear option a disposizione, ovvero l’uscita unilaterale dall’euro.
E’ stato lo stesso ministro Savona a dire che in caso di rifiuto della manovra da parte di Bruxelles, ci si dovrà tenere pronti a qualsiasi evenienza.
Una frase che non può non rimandare all’eventualità di un piano B per uscire dalla logica del ricatto imposta dall’UE.
Nelle prossime settimane, si decide tutto. Il braccio di ferro tra Bruxelles e Roma si potrà risolvere solo con due soluzioni: se il governo giallo-verde non uscirà dall’euro, il Paese rischia di finire strangolato come già lo furono la Grecia e Cipro.
fonte https://lacrunadellago.net/2018/10/22/il-messaggio-di-dijsselbloem-alla-commissione-ue-colpite-le-banche-italiane/
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