mercoledì 27 ottobre 2021

Europa: non c’è via d’uscita da un ascensore che precipita verso l’inferno

 


Tom Luongo per Gold Goats ‘N Guns (sintesi)

Usando le immortali parole del soldato Hudson nel film Aliens, L’Unione Europea da molti anni è “… su un ascensore che precipita verso l’inferno”.

Dal giorno del “Whatever it takes” (dell’allora Presidente della BCE Mario Draghi — luglio 2012) ad oggi, l’UE ha fatto un percorso davvero folle di politica fiscale, estera e monetaria che l’ha portata direttamente nella situazione in cui oggi si trova: è la malata del tavolo geopolitico globale.

In un recente articolo su Strategic Culture Foundation, il grande Alistair Crooke ha avuto parole molto interessanti per l’Europa:

“Due eventi si sono combinati per creare un importante ‘punto di flesso’ per l’Europa: il primo è l’abbandono da parte degli Stati Uniti dello ‘stratagemma del Great Game’ — per mantenere divise le due grandi potenze terrestri dell’Asia Centrale, Russia e Cina — come inesorabile conseguenza della loro sconfitta in Afghanistan”.

Crooke espone i fondamenti che hanno portato all’AUKUS e all’accelerato svilimento della NATO.

Sottolineando le divisioni all’interno dell’establishment politico statunitense che hanno lasciato l’Europa — e in particolare la Francia — a contorcersi nel vento, Crooke cita George Friedman di Stratfor che, recentemente, ha sostenuto (alla TV polacca) che la NATO non ha attualmente alcuno scopo reale per gli Stati Uniti i quali, finalmente, riconoscono che la loro più grande minaccia sia la Cina e non la Russia .

Dal momento che Friedman e Stratfor sono dei portavoce del Deep State americano, le loro “analisi” vanno lette come un manuale operativo per la politica estera degli Stati Uniti.

La chiave per comprendere le spaccature all’interno dell’”ordine globale occidentale”,  rappresentato dalla nuova alleanza AUKUS fra Stati Uniti, Australia e Regno Unito, è la seguente:

“… l’UE non è vista dall’élite della sicurezza degli Stati Uniti come un serio player globale — ma più che altro come un mero cliente al supermercato delle armi statunitensi.

Il contratto per i sottomarini con l’Australia, tuttavia, era il pezzo centrale della strategia di Parigi per l'”autonomia strategica” europea.

Macron credeva che la Francia e l’UE avessero posto una duratura ‘posizione d’influenza’ nel cuore dell’Indo-Pacifico. Meglio ancora, che la Francia avesse superato la Gran Bretagna e fatto breccia nel mondo anglofono dei “Five Eyes”, diventando un partner privilegiato per la difesa dell’Australia.

Biden gli ha messo i piedi in testa e, di conseguenza, il Presidente della Commissione Ursula von der Leyen ha detto alla CNN che non poteva esserci “business as usual” dopo che l’UE era stata presa alla sprovvista con la creazione dell’AUKUS”.

Onestamente, però, se persone come la von der Leyen e Macron sono così arrabbiate per l’AUKUS, allora è chiaro che non hanno la minima idea di quali siano i reali piani strategici (come la Pelosi e Schumer qui negli Stati Uniti).

Sono solo dei mediocri e disinformati luogotenenti.

I punti espressi da Crooke confermano che gli Stati Uniti avevano costruito l’UE perché fosse una proiezione del loro soft-power, a completamento del potere militare e finanziario.

Da anni sostengo che lo schifoso miasma tecnocratico dell’UE sia stato progettato per “californizzare” il mondo, per rovinarlo nello stesso modo in cui la California ha rovinato il resto degli Stati Uniti.

Ma questo progetto avrebbe funzionato solo se gli americani fossero stati d’accordo anche con la stupida politica dell’UE sul Cambiamento Climatico. 

E così Davos — dopo che Trump e la Brexit avevano gettato i suoi piani sugli scogli, tirandosi fuori dagli “accordi di Parigi”, dal TTIP, dal TPP e da tutto il resto … scuotendo la NATO perché spendesse più soldi e mettendo in discussione il suo stesso scopo — ha installato O’Biden alla Casa Bianca, per rimettere il veicolo in carreggiata.

Gli Stati Uniti sostenuti dall’UE, a questo punto, hanno la potenza militare per strangolare l’economia mondiale con le normative ESG [Environmental, Social, and Corporate Governance].

La parte sostenuta dell’UE è importante perché la combinazione delle Istituzioni Monetarie e Transnazionali del secondo dopoguerra (la Fed che guida l’economia mondiale e la BCE che distrugge l’opposizione interna all’UE) può imporre più facilmente ai paesi/imprese quei regolamenti.

I loro costi, in effetti, drenano capitale proprio quando sarebbe necessario il contrario.

Inoltre, costituiscono massicce barriere all’entrata in nuovi mercati, sono anti-concorrenziali fino al midollo e progettate per far rotolare quote di mercato nelle braccia di chi compila gli assegni per le campagne elettorali e per i lobbisti.

Ora, Davos sta adoperandosi perché l’UE mantenga queste posizioni, anche se le forze inerziali all’interno degli Stati Uniti e del Regno Unito vogliono liberarsene

Questo è il motivo per cui sono più che mai convinto che Wall St. e la Fed non siano più a bordo del Grande Reset di Davos.

Prima d’insistere su quest’argomento, devo affrontare il secondo evento descritto da Crooke, che ha contribuito a forzare il cambiamento da parte di O’Biden.

La seconda gamba del “punto di flesso” globale — anch’essa innescata dalla questione afgana — è stato il vertice SCO (Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai) del mese scorso.

È stato approvato un memorandum d’intesa che legherà la “Belt and Road Initiative” (BRI) cinese alla Comunità Economica Eurasiatica — all’interno della struttura generale della SCO, aggiungendovi una più profonda dimensione militare.

In breve, l’Asia verrà “ricucita” da Istituzioni governate quasi equamente da Russia e Cina — la prima con l’Unione Economica Eurasiatica (EAEU) e la CSTO, la seconda con la SCO e la BRI.

Quest’integrazione, quindi, può ora procedere, conseguenza del ritiro degli Stati Uniti dall’Afghanistan e, presto, anche dalla Siria e dall’Iraq, indipendentemente da qualsiasi cosa Biden possa aver borbottato prima di farsi cambiare il pannolone.

Quello che è successo è che gli Stati Uniti hanno finalmente ammesso che ci sono dei limiti alle loro risorse — perché tutte queste minacce, messe assieme, sono troppo costose da affrontare.

Gli esponenti del Deep State, simpatizzanti ma non necessariamente allineati con Davos, hanno dovuto scegliere chi combattere: o la Russia o la Cina.

Hanno scelto la Cina (è questo il punto chiave) e, quindi, Davos ha dovuto spostare le sue strategie in linea con questo cambiamento, dovendo per la prima volta improvvisare.

E’ questo il motivo per cui O’Biden, a giugno, è stato inviato a Ginevra a chiedere la pace sull’Ucraina.

È anche il motivo per cui l’Amministrazione O’Biden ha implorato Mosca di accettare un’udienza con la Gran Sacerdotessa del Neoconservatorismo, Victoria Nuland.

Per puntellare veramente il “fronte orientale” dell’Europa serviva un messaggero particolare.

E allora chi, meglio della Nuland, poteva ammettere pubblicamente che gli accordi di Minsk sono l’unico modo per risolvere la situazione nel Donbass?

Chi, meglio di lei, poteva dire ai russi che, finalmente, gli Stati Uniti sono seri nel voler porre fine alla loro folle politica in Europa Orientale?

E, dicendo questo, ammettere implicitamente che la NATO non è più così importante?

Davos voleva questo risultato per assicurarsi che la guerra con la Russia sia ora fuori discussione, conservando risorse preziose e costruendo un sentimento anti-americano in Europa — chiarendo “chi” lavora per “chi”.

Tutto questo nell’ambito del ri-orientamento degli Stati Uniti verso la guerra con la Cina che, a sua volta, è già su un piano di guerra contro di noi.

Detto questo, torniamo indietro e poniamo l’importante domanda lasciata in sospeso dal saggio di Crooke: “perché l’Europa è stata smilitarizzata di proposito in questi ultimi decenni”?

Quella che è cominciata come un protettorato degli Stati Uniti dopo la 2a Guerra Mondiale è ora lasciata a sé stessa. La posizione della NATO, in Europa, è poco più che uno scherzo nei confronti della Russia.

In effetti, le relazioni con l’Organizzazione Atlantica sono così cattive che la Russia ha appena richiamato il suo Ambasciatore presso la NATO — un ulteriore segnale che non è più così importante come lo era solo poche settimane fa. 

Ripensate agli incidenti degli ultimi anni in Siria e a tutte le “linee rosse” che sono state quasi varcate e che avrebbero potuto provocare l’invocazione dell’”articolo 5” della NATO e una guerra aperta con la Russia!

Sostengo assolutamente che siano state la Francia e Israele a cercare di far scattare quell’articolo, facendo abbattere l’aereo russo IL-20 ELINT nel settembre 2018 [ingannando i radar della contraerea siriana].

Fin da allora Francia e Israele avevano visto la “scritta sul muro”: Trump stava svilendo la NATO.

Il riallineamento della politica estera era in atto fin da quei tempi.

Macron può parlare quanto vuole di un “esercito dell’UE”, ma l’otterrebbe solo dopo che l’iperinflazione avrà forzato il default del debito, l’UBI, la coscrizione e un euro digitale.

Senza queste condizioni non avrebbe una popolazione disperata al punto tale da volerne far parte e, anche allora, l’esercito sarebbe usato più che altro per sopprimere il dissenso all’interno dell’UE, come una sorta di Forza di Polizia sovranazionale.

Per un’anteprima, guardate qualche video su chi sta cercando di reprimere gli scioperi in corso in Italia.

Ma, tornando alla mia domanda, perché sta succedendo proprio ora?

Deve pur esserci un qualche scopo strategico in tutto questo, considerando in particolare il leggendario astio della Gran Bretagna verso la Russia!

Soldi e risorse, come sempre. I grandi progetti sono sempre più costosi di quanto preventivato.

Ho costruito abbastanza capanne per capre, recinti e aiuole per sapere che la distinta dei materiali che è nella mia testa non corrisponde mai agli estratti conto della carta di credito alla fine del mese.

L’Occidente è al verde e non c’è più denaro a sufficienza per sostenere una guerra su due fronti contro la Russia e la Cina cercando, simultaneamente, di soggiogare l’Asia Centrale per rendere il mondo più sicuro per i sionisti in Israele.

Così, con il crollo a maggio della narrazione sul Covid-9/11 (quando Fauci fu sbugiardato da Rand Paul), Davos ha dovuto cambiare strategia, per concentrarsi sulla guerra con la Cina.

Credeva di poter continuare a tempo indeterminato la campagna di pressione contro la Russia — sullo sfondo del Covid che rendeva tutti timorosi — e pensava che le sarebbe stata concessa una spesa illimitata per costruire la fase finale della sua tecnocrazia.

Peccato per Schwab che il Covid-9/11 non abbia funzionato in quel modo lì.

Nel grande schema globale di Davos, la smilitarizzazione dell’Europa era una politica messa in atto per assicurarsi che non sarebbe stata un obiettivo della prossima “grande guerra” fra Stati Uniti e la Cina. 

Pensateci bene. Gli Stati Uniti sono sopravvissuti alla 2a Guerra Mondiale perché nessuna delle loro basi industriali fu bombardata. Due grandi oceani li separavano dalla guerra.

Ora, davanti a noi, c’è una guerra fra Cina e Stati Uniti combattuta nel cortile di casa cinese, il Pacifico.

Cosa li separa dall’Europa? L’Asia, ad esempio. L’Africa, per un altro verso.

Quindi, visto il contesto geografico, se tenesse la testa bassa l’Europa potrebbe non essere attaccata direttamente.

Di conseguenza, il capitale potrebbe fuggire sia dagli Stati Uniti che dalla Cina per venire in Europa, il porto sicuro.

Quello che Davos sta chiaramente pensando è di poter assumere, nell’eventualità, lo stesso ruolo degli Stati Uniti dopo la 2a Guerra Mondiale, imponendo il suo sistema al mondo.

E, per fare questo, Davos sta distruggendo la classe media e la vecchia base industriale a casa propria [l’Europa], per garantirsi l’egemonia continentale attraverso il “controllo totale” e l’euro digitale.

Il problema per l’Organizzazione di Schwab, tuttavia, è che gli Stati Uniti, la Russia e la Cina sono consapevoli di questo gioco e, ogni giorno, fanno passi concreti per assicurarsi che fallisca miseramente.

Rendere l’Europa lo zimbello di una potenza militare [la Russia], in questo momento, significa che per Davos è questo il miglior risultato possibile, visti i cambiamenti che ci sono stati nel corso di quest’anno.

davosiani stanno rendendosi conto che la loro base di potere sta restringendosi.

Sperano ancora di poter realizzare la loro “gloriosa rivoluzione tecnocratica” attraverso la manipolazione delle elezioni, l’installazione di governi-fantoccio e mentendo apertamente sul perché lo stanno facendo (cambiamento climatico) … ma la realtà è che i costi stanno andando alle stelle (basta guardare i prezzi delle materie prime) e i loro servi, negli Stati Uniti, si stanno dimostrando particolarmente incapaci.

Sono sicuro che a Macron sia stato detto che la NATO sarebbe stata lì per sempre, mentre lui costruiva l’esercito UE attraverso l’industria militare francese — per poi trasferirlo alle Nazioni Unite, dopo la prossima “Grande Guerra”.

Sono sicuro che sia ancora in giro qualche versione di questo piano, sotto forma di “Piano di Riserva” o qualcosa del genere.

Ma il Covid-9/11 non ha funzionato come previsto.

La tabella di marcia a cui Davos ha lavorato era troppo compressa. Il virus sta esaurendosi troppo in fretta. I vaccini sono troppo pericolosi e, soprattutto, non sono necessari per una fetta sempre più grande della popolazione.

L’opposizione ai ridicoli leader europei sta aumentando sempre di più.

In questo momento, sono in corso degli eroici scioperi e che gli dei benedicano i miei parenti in Italia per aver tenuto testa all’odioso Mario Draghi. Se il Green Pass fallisse, l’intero progetto di Davos crollerebbe.

Permettetemi di ribadire che non vale la pena temere questa gente. Non possono farvi del male se non avete nulla che possano portarvi via.

Da anni sostengo che viviamo nel terzo atto dell’Atlas Shrugged (La rivolta di Atlante) … ma vederlo in diretta scalda il mio cuore.

La narrazione è crollata troppo in fretta e ai davosiani stava scivolando tutto fra le dita.

E’ questo il motivo per cui l’AUKUS doveva essere sottoscritto. La tabella di marcia per la guerra con la Cina doveva accelerare.

Abbiamo truppe di stanza a Taiwan, gli FFS. Si, sono solo “due dozzine”, secondo il WSJ, ma non è il numero che conta. Quello che conta è che questo non sia zero.

I cinesi devono rispondere oppure perdono la faccia.

Per riassumere, non credo che questo corso degli eventi fosse inevitabile.

Il modo migliore è di pensarlo come un diagramma di flusso molto fluido, esposto sul muro del quartier generale della Spectre. 

Questo dovrebbe rendere chiaro il perché della smilitarizzazione dell’Europa.

O’Biden e Davos hanno dovuto cambiare marcia dopo il fallimento del Covid-9/11 e, quello attuale, è il piano di ripiego che ben si adatta alle strategie dei Deep State americano e britannico.

In fondo, è il piano di prima istanza modificato solo per lasciare l’Europa alla mercé della Russia — il prezzo da pagare quando si guarda il bilancio e ci si rende conto che sarà qualcun altro a dover pagare le bollette.

Significa anche che la mia analisi della politica tedesca è corretta e che, per salvare l’Europa e qualche frammento del sogno dei globalisti, è necessaria una scissione dell’UE. 

Voglio dire … come avrebbe potuto, la Russia, firmare un accordo [con Biden a giugno] senza avere la garanzia che le ostilità dell’Occidente sarebbero finite?

Anche se non sono ancora ai livelli d’improvvisazione di Ornette Coleman, i davosiani ci sono comunque dannatamente vicini.

Il problema è che non hanno detto a nessuno dei sottoposti che cosa stesse arrivando. Hanno semplicemente dato degli ordini attraverso O’Biden e hanno lasciato gli europei arrabbiati per non essere stati consultati.

Macron è veramente furioso, come sottolinea Crooke, perché pensava che fossero tutti nella stessa squadra e, questo, sta creando confusione su ciò che sta realmente accadendo. 

Ma, in effetti, non sono nella stessa squadra.

Macron è ancora la migliore possibilità per Davos di “tenere” la Francia e, quindi, non aspettatevi miracoli dal corrotto sistema politico francese: farà esattamente quello che gli viene detto.

Così faranno anche i tedeschi, finché il popolo non forzerà un cambiamento del loro sistema politico. Ma non aspettatevelo fino a quando l’inflazione non avrà veramente devastato la classe media.

Sapere che stanno cantando “Let’s Go Brandon” nell’ex Germania dell’Est vi dice tutto su dove siano le loro teste.

Questo è il mondo per come si presenta oggi. Ci sono crepe che si stanno formando lungo tutto il“grande piano di Davos” per il futuro.

I suoi agenti hanno ancora il controllo del microfono e i mezzi di comunicazione continuano a fare i soldatini, come se a qualcuno importasse davvero cosa pensano.

E, se molte persone sono ancora addormentate, alcune non lo sono affatto. Molto presto i costi per gli utili idioti saranno troppo grandi perché Davos li possa pagare.

Ed è a questo punto che inizierà il caos, quello vero.

Ma, ora che gli Stati Uniti e il Regno Unito hanno detto che l’UE sia niente più che un partner minore nel grande gioco, Davos ha quasi zero opzioni.

L’unico modo per ottenere una vittoria tattica sarebbe quello di liberarsi di Jay Powell (Presidente del FOMC), che sta strangolando i mercati dei capitali europei.

I davosiani hanno fatto il loro tentativo, hanno ottenuto un paio di scalpi ma, la realtà, è che non c’è più una buona narrativa per continuare a terrorizzare la gente sul Covid-9/11 e a non aumentare i tassi d’interesse.

Quindi, questa strategia è fallita in partenza.

Perché mai dovrebbe essere sostituito l’unico uomo che difende gli interessi degli Stati Uniti nelle sale del potere (e che ha la fiducia di chi a Washington compila gli assegni: Wall Street)?

Non resta che assistere al crollo dell’UE e al tentativo di Davos di creare una guerra che nessun essere ragionevole vuole davvero — anche perché costerebbe a tutti i partecipanti molto più dei soldi che hanno nel loro portafogli.

Il soldato Hudson volgerà finalmente lo sguardo in alto e dirà: “No”.

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Link: https://tomluongo.me/2021/10/18/there-is-no-getting-off-europe-elevator-to-hell/

Scelto e tradotto da Franco

https://www.mittdolcino.com/2021/10/21/europa-non-ce-via-di-uscita-da-un-ascensore-che-precipita-verso-linferno/



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