lunedì 30 dicembre 2013

Letta e i maro ,Balle d’acciaio e atteggiamento bipolare.

Il Presidente del Consiglio ha sempre evitato l’argomento,il parafulmine lo ha fatto De Mistura,quando non si sapeva cosa dire, spuntava il "De Mistura è andato in India",bene complimenti.
L’unica volta che ha aperto bocca è stato per rispondere a una interrogazione di Giorgia Meloni alla camera. La Meloni definisce "umiliante" la "sequela di soprusi da parte dell’India sopportati dall’Italia" dopo che ai due militari sono state rivolte "accuse pretestuose". E Letta risponde:"L’ho detto nel discorso programmatico il rientro in patria è un impegno del nostro Governo. Ho formato subito un comitato di ministri, in cui abbiamo nominato Staffan De Mistura inviato della presidenza del Consiglio in India. De Mistura si è recato in India tre volte in 70 giorni. Il nostro obiettivo resta risolvere la questione in modo equo". Quando la vicenda dei marò sarà conclusa, puntualizza il capo del governo, "dovremo confrontarci per bene su come è stata gestita dall’inizio questa vicenda". Implicita la punzecchiatura a chi c'era prima di lui a Palazzo Chigi (e alla Farnesina). Ma Letta invita tutti a concentrarsi sull'obiettivo: "Dobbiamo evitare polemiche e strumentalizzazioni che potrebbero compromettere il buon esito di questa vicenda che, questo lo so, non lo vuole nessuno dentro e fuori quest’aula". Il premier ricostruisce il procedimento cui sono sottoposti i due militari italiani: oggi, in sede di deposizione, La Torre e Girone hanno ribadito "che operavano come agenti di Stato, come previsto dal diritto, e noi ribadiremo la richiesta di esercitare la nostra giurisdizione sul caso, come dimostra l’apertura di due distinti procedimenti, e di far valere la loro immunità come agenti dello Stato".
Il bipensiero Lettiano porta a raccontare di un comitato di ministri ,certo che questo laboratorio italiano è proprio all’avanguardia nella distruzione della dignità e della specie umana,queste nullità messe al governo,non sono massoni,sono dei para massoni,utili a fare i servi sciocchi ,i killer ,gli uccisori della vita e della gente,felici di scodinzolare nei confronti dei loro veri padroni,che non appaiono mai.
Questo comitato di ministri forte come il pugno della mano e pieno di mistero” "dovremo confrontarci per bene su come è stata gestita dall’inizio questa vicenda". Implicita la punzecchiatura a chi c'era prima di lui a Palazzo Chigi (e alla Farnesina) hanno anche individuato in Giulio Terzi il responsabile,lui che era riuscito a portarli in Italia due volte,e che lanciava messaggi in codice nella sua pagina “prerogative costituzionali” ma nessuno doveva cogliere i messaggi,e con Terzi e non con Monti che se la prende la Bonino .
E così come Letta ha il coraggio di dire che ora ci sarà la crescita smentito in giornata dalla Corte dei Conti che gli ricorda che con una tassazione al 45% non può esserci crescita ,dice menzogne e cose futili ,da ricordare e non l’ha fatto nessuno che Letta è stato il più grande carognone il giorno delle dimissioni di Giulio Terzi e per chi crede che il mondo è quadrato o piatto allego il link.
Come mai non parla di arbitrato internazionale?
Quale paese rappresenta il bipensiero di Enrico Letta ?E quali approfondimenti  vuol fare quando finirà questa vicenda e come finirà ,come l’hanno concordata al comitato dei ministri?
Sicuramente  nel banco degli imputati insieme a Monti e alla buona compagnia finirà anche il comitato.

Vendola sui marò

Nichi Vendola, leader SEL, ha commentato così le dimissioni di Giulio Terzi da Ministro degli Esteri: 'Un atto vigliacco. Il Ministro Terzi doveva dimettersi chiedendo scusa, non in questa maniera indecente (...) Era chiaro l'accordo fra lui e la destra per cavalcare la vicenda in chiave sensazionalistica. Invece l'Italia ha toccato il fondo. Per Monti è il collasso definitivo'.
La domanda da fare a Vendola è :"Come mai apre bocca solo per fare il paraculo?
E come mai non ha chiesto al governo nuovo di invocare l'arbitrato internazionale?

domenica 29 dicembre 2013

Gli auguri degli Italiani a Max e Salvo




Il cuore grande degli Italiani ha portato tanti messaggi di solidarietà ai nostri Fucilieri in India nella notte del Santo Natale, in  1737 hanno aderito all' iniziativa/evento che prevedeva l' accensione di una candela il 25 Dicembre per dimostrare la loro vicinanza a Massimiliano e Salvatore, ed ecco i tanti messaggi e le foto che testimoniano la riuscita dell' evento, tutte le foto sono tratte dalla pagina ufficiale dell' evento  https://www.facebook.com/events/183838038484385/?ref=3&ref_newsfeed_story_type=regular&source=1



Una candela per Massimiliano e Salvatore







Max e Salvo LIBERI SUBITO






E anche oggi...ne accendo un altra ..... Forza Ragazzi !!!!!!! Siete i Nostri Leoni ♡♡












Il 23 dicembre avevo messo una candela virtuale ora invece metto quella reale subito dopo l'accensione ... e arde ancora!






Ecco la candela per Salvatore e Massimiliano






Il mio contributo, unito a quello di tutti i marinai del gruppo ANMI di Anmi Brivio





Buon Natale ai nostri Leoni!







Da ieri sera non si è ancora spenta !! Per i nostri Leoni ! Per mare, per terram






Un pensiero a Salvatore e Massimiliano, vi vogliamo presto a casa, auguri ragazzi 





Lascio la mia ultima candela.







ANMI Crotone. Siamo tutti con Massimo e Salvatore.







Anche oggi ho acceso una candela per max e tore lo faro fino al 6 gennaio ....spero che la
Luce delle nostre candele indichi la via per trovare la strada del ritorno a loro...e ridia un "lume"
Di ragione a chi impedisce tutto cio'..a presto e buone feste...







Tornate a casa presto ragazzi! E che qualcuno a Roma faccia in fretta qualcosa per voi! Sono felice comunque di aver saputo dai tg che chissà con quale grande sacrificio e sforzo le vostre famiglie si sono unite a voi in questo santo giorno! Allo stesso tempo mi viene da dire che schifo!!!! Ma pensiamo domani alle cose negative oggi godetevi anche voi il calore delle vorrei famiglie! A voi il mio più sincero augurio di un buon e felice natale!








Noi con Voi............... !!! 





l'ho messa sul camino






Una candela per Salvatore ed una per Massimiliano







Non è una candela, ma sicuramente è stato fatto con il cuore... Buon Natale a Salvatore e Massimo e, soprattutto alle loro famiglie! 




Una luce splende nelle tenebre. Questo l'augurio per Max e Salvo, possano essere rischiarati dall'affetto che si stringe attorno a loro, perché non si spenga la speranza nel cuore. BUON NATALE!







Augurando un Sereno Natale ecco la mia candela per Massimiliano e Salvatore




Tenete duro... Auguri










Babbo natale che davanti ai miei figli legge le letterine a lui indirizzata.. E ce n'è pure una speciale, che parla di Max e Salvo.
Buon Natale fratelli nostri, possa la letterina di mio figlio esaudirsi al più presto.







Buon Natale Massimiliano, buon Natale Salvatore..che Dio custodisca voi e le vostre famiglie, protegga i vostri figli..che Gesù rinasca oggi e per sempre nei vostri cuori e vi doni la pace. Vi vogliamo bene, col cuore. Rita e famiglia♥





MAI soli, forza ragazzi!





Questo pensiero è per Voi ragazzi, con l'auspicio che possiate tornare al più presto in Patria.






per Max e Salvo




Stanotte anche la mia candela era accesa per Massimiliano e Salvatore, come accesa e viva e' la speranza di vederli presto tornare.....BUON NATALE RAGAZZI!!!!





per Max e Salvo





la mia candela per Massimiliano e Salvatore






Una per Max e una per Salvo!





Da casa nostra un pensiero fortissimo a voi .. presto in patria! Liberi subito!







La Bonino continua fare la furbetta sui marò.

Solo prese in giro furbate,menefreghismo e ignoranza.e con i suoi amici giornalisti dei poteri forti,ci sono tutti,destra e sinistra,a farle gli spot elettorali,Brava Emma,il miglior ministro  del governo Letta,il metodo Bonino,che spot elettorali,che grande donna ma cosa fa questa santa donna ai suoi amici.
Chi le fa cantare la libertà,chi l’accompagna sotto braccio ma nessuno di questi le ha chiesto Emma perché non hai chiesto l’arbitrato internazionale? Perché?
Questo è quello che avrebbero dovuto fare i giornalisti,loro no,non sono dei giornalisti,pensano soltanto a come aiutare la loro amica,a denotare cose inesistenti  e a suonare la grancassa per evitare che l’attenzione cada su delle azioni scellerate e carognesche fatte dalla Emma e dal suo team nella pagina.
Verrà fuori tutto cara Emma e ti piaccia o no riprenderai a fare la cittadina del mondo o a fare come il tuo inviato speciale  De Mistura ,dove qualche altro paese ti coopteerà per servirlo, visto che fai parte di un partito transnazionale .
E nel frattempo continua a regalare le solite stronzate  ““una storia molto complicata”, ha detto, “che questo governo ha ricevuto in base a decisioni prese prima: ci può piacere o non piacere, ma alcune decisioni sono state prese precedentemente".  “Noi dobbiamo lavorare per portare a casa in dignità questi due marò, tenuto conto di esigenze indiane, anche politiche: si politicizzano i casi non solo da noi, anche in India". La signora ministro si è detta “speranzosa”, convinta che alla fine “verremo a capo di questa questione”.
Ora a Nicola Porro,a Stefano Folli ,a Adriano Sofri a Gad Lerner e a tutti gli altri amici giornalisti e a tutti i grandi giornali che la sostengono si ricordassero che l’unica domanda che dovevano farle non l’hanno fatta.

sabato 28 dicembre 2013

Emma Bonino e l’aborto con la pompa delle biciclette. Da vomito!

Quello mostrato dalla foto è proprio un intervento di quel tipobonino
Se ogni politico nasconde qualche scheletro nell’armadio, Emma Bonino cela un cimitero di 10 mila bambini non nati e da lei spesso personalmente eliminati con una indifferenza orgogliosa e agghiacciante. Negli anni ‘74-75, quelli in cui infiamma la battaglia che poterà alla legge 194, la Bonino diviene con Adele Faccio una leader di quella che ancora oggi Marco Pannella chiama una “battaglia per i diritti civili”.
Soprattutto, fonda il Cisa e si fa promotrice dell’aborto “per aspirazione”, alternativa pratica ed economica ai “cucchiai d’oro”, cioè agli infami interventi compiuti – fuorilegge ma dietro prezzolatissima parcella – da alcuni medici o praticono nostrani.
Quello mostrato dalla foto è proprio un intervento di quel tipo, eseguito con la pompa di bicicletta davanti al fotografo al quale la giovane e bella militante rivolge il suo sorriso. Il metodo è chiamato Karman e normalmente viene eseguito con un aspiratore elettrico, che però costa “un mucchio di quattrini e poi pesa a trasportarlo nelle case per fare aborti nelle case”. Così spiega la deputata radicale alla giornalista Neera Fallaci di Oggi, mostrando gli oggetti accanto a lei (a sinistra nella foto), bastano una pompa da bicicletta, un dilatatore di plastica e un vaso dentro cui si fa il vuoto e in cui finisce “il contenuto dell’utero”. Un kit per il fai-da-te, come oggi usano fare le iper-femministe per ingravidarsi da sole.
“Io – spiega Emma – uso un barattolo da un chilo che aveva contenuto della marmellata. Alle donne non importa nulla che io non usi un vaso acquistato in un negozio di sanitari, anzi è un buon motivo per farsi quattro risate”. Un’allegra scampagnata: “L’essenziale per le donne è fare l’aborto senza pericolo e senza soffrire, non sentirsi sole e angosciate”. Già perché mai? “Entro il secondo mese non ci sono problemi: si può fare il self-help, l’auto assistenza, un discorso rivoluzionario delle femministe francesi e italiane. Dopo il secondo mese mandiamo le donne a Londra”. La Bonino, oltre a essersi sottoposta a un aborto clandestino, tramite il Cisa nel 1975 ha eseguito in Italia e a Londra, in dieci mesi, 10.141 aborti. Cioè diecimila omicidi, secondo la legge vigente all’epoca. Per sua stessa ammissione. giovanni palombi
fonte 

Il metodo Bonino,quello vero.

Appena è ritornata la shalabayeva ,la Bonino ha fatto suonare la grancassa ,dopo Gad Lerner e Porro e Stefano Folli ora tocca a Repubblica e tocca ad Adriano Sofri.Il peggior Ministro degli esteri italiano si trova ad essere indicata come l’autrice di un metodo,un metodo di lavoro prezioso che porta a risultati sicuri,silenzio e riservatezza,servono a nascondere inadempienza e incapacità e le solite parole vuote,anche Sofri le fa da cassa di risonanza,sembrano tutti al servizio di radio radicale o della Pannella e Bonino spa.
Non le chiede Sofri perché non ha chiesto l’arbitrato internazionale,non le chiede Sofri ma che schifo è successo nella sua pagina dove mezza Italia è stata Bannata e prima di esserlo è stata insultata dai suoi hooligans.
Si alternano i giornali un giorno parla uno e un giorno parla l’altro,bravi venduti degni del miglior linguetta.
Ma veniamo all’ennesimo spot a pagamento fatto alla signora ministro Emma Bonino



Il Metodo Bonino
Roma 27 Dicembre 2013
La Repubblica
Adriano Sofri
La conversazione da fine anno con Emma Bonino avviene alla vigilia del ritorno di Alma Shalabayeva e della piccola Alua. Si chiude una traversia che non avrebbe mai dovuto aprirsi.

Una traversia lunga sette mesi di polemiche chiassose e silenziose trattative certosine. La Farnesina era stata scavalcata al momento della deportazione da parte di un Ministero degli Interni compiacente. L'ambasciatore in Kazakhstan, Alberto Pieri, e i suoi collaboratori, hanno fatto la spola fra la capitale e Almaty, sollecitando una pratica giudiziaria complicata di intenzioni improprie. Conclusa provvisoriamente la quale, il governo kazako ha autorizzato l'espatrio. Si dice che le autorità avessero richiesto una cauzione di un milione di dollari, che sarebbe parsa un'estorsione, poi ridotta alla metà, e che alla fine abbiano preso in garanzia la casa di famiglia ad Almaty. L'intera questione si è appesantita strada facendo di implicazioni improprie e indelicate: lo scambio supposto fra la signora trattenuta in Kazakhstan e la richiesta di estradare il marito, Mukhtar Ablyazov, tuttora detenuto in Francia; le illazioni sui rapporti coniugali o sulle linee seguite dalla difesa di Ablyazov, forse persuasa che lo scandalo per il trattamento da ostaggi di madre e figlia giovasse al rifiuto dell'estradizione. Groviglio inutile da sbrogliare, dal momento che il proposito strenuo dell'Italia, dopo la vergognosa deportazione, era di riportare le cose al punto da cui erano deragliate: la libertà di madre e figlia di muoversi in Europa, e scegliere dove abitare. È quello che è finalmente successo quando l'ambasciata italiana ad Astana ha consegnato i nuovi passaporti con il visto Schengen. A questo punto, dove e quando andare è solo affar loro. All'Italia la consolazione di aver rattoppato uno strappo umano e civile di cui portava intera e dichiarata la colpa. Intanto, un accordo col Kazakhstan sullo scambio penale fa sperare per un altro caso drammatico, la detenzione del funzionario dell'Agip Flavio Sidagni, 58 anni, condannato dal 2010 a sei anni di carcere duro per il possesso di 120 grammi di hashish.

Drammi umani che si tramutano in controversie politiche, e vengono spesso cavalcate a uso interno. Il più grave è quello dei marò Latorre e Girone in India, ereditato da una gestione disastrosa, e sottoposto a un'altalena di notizie strumentali, fatte per mettere a repentaglio la resistenza loro e dei loro cari. Un diplomatico sperimentato come Staffan de Mistura vi si dedica pressoché esclusivamente, coi suoi collaboratori. E le adozioni congolesi, che sembrano avviate a soluzione. Il giovane D'Alessandro di Greenpeace, liberato a Mosca. E i tifosi laziali a Varsavia. Ogni volta, qualcuno chiede che il ministro parta e vada a farsi consegnare personalmente i nostri connazionali: «Se servisse davvero, non ci sarebbe problema: non c'è niente che mi piaccia più che partire per qualunque posto della terra e andare a soccorrere chi è nei guai. Il fatto è che se facessi così i guai rischierebbero di aggravarsi. Stamattina mi chiamano e mi dicono: Sono morti due italiani in Nepal, e lei che cosa fa? Che cosa faccio: sono qui, coi miei collaboratori, come ogni giorno che Dio manda, feste comprese». E qui, a Santo Stefano, come farebbe il punto di fine anno sulla politica estera italiana?

«Da dove cominciamo? In Turchia ogni ora porta cambiamenti, e può darsi che il calendario che va dalle elezioni amministrative alle politiche si inverta. Tutto è in un movimento convulso. Da mesi ormai allo scontro fra sciiti e sunniti si è sovrapposto quello interno ai sanniti: Qatar e Turchia versus Arabia Saudita, Kuwait e Emirati. C'è una lotta di successione nella dinastia saudita. La religione è causa e pretesto di uno scontro violento. E poi ci sono gli interessi geopolitici delle grandi potenze. L'Ue, si sa, non ha una politica estera, salve rarissime evenienze. Francia e Regno Unito si accontentano del Consiglio di Sicurezza, e lasciano a Bruxelles la mera ratifica. Gli interventi francesi in Africa, benemeriti per definizione, sono propaggini della storia. Ho sentito dire a Bruxelles: "Ci crederò la prima volta che interverranno in un paese anglofono". E' comprensibile: noi conosciamo meglio di altri la Libia, anche per i nostri errori. Se dovessi riassumere, direi che l'Italia, nei suoi limiti, si muove lungo tre linee, ovvie a dirsi: rianimare il multilateralismo dell'Onu e del Consiglio -sono quel che sono, ma non c'è altro; rafforzare l'integrazione europea; e poiché la crescita passa attraverso i rapporti internazionali, assecondarla con l'azione di governo. Ci sono regioni cui storia e geografia ci danno una responsabilità peculiare, come i Balcani: vanno avanti Serbia e Albania, stanno in limbo Bosnia e Macedonia... Mi rallegro di una sintonia con il presidente del consiglio, tutt'altro che scontata. Mi chiedi se l'europeismo di Letta non sia una fuga in avanti, pronunciare parole giuste sapendo che vanno al di là di un futuro praticabile. Non direi. Le resistenze nazionali si sono indurite, e il rischio delle elezioni europee è che ne esca una paradossale maggioranza euroscettica. Eppure... Chi credeva alla moneta unica nel '92? Cinquecento milioni di persone come potrebbero vivere assieme se non in una mentalità e una struttura federale? Indicare tenacemente una direzione non è questione da poco, tanto più quando grandi partner non andrebbero oltre la relazione fra governi. Obietti: gli F35 oggi, la Difesa comune domani. Ma proprio la Difesa comune è un tema popolare e non populista: alla gente è chiara l'insensatezza di 28 eserciti e 190 miliardi di spesa, benché le riduzioni imposte dalla crisi siano universali: e nemmeno le riduzioni mettiamo in comune, tutti tagliano le stesse cose! Certo, la politica europea non è più una competenza primaria degli esteri, quando crisi e moneta comune la fanno confiscare dall'Ecofin. Per questo cerco di mettere a dieta le rappresentanze diplomatiche europee a vantaggio della presenza altrove, da Ashgabat alla Cina. Il nostro bilancio degli esteri è dello 0,2 % contro l'1,5 / 2 dei nostri partner maggiori».

«Che l'Unione avanzi o retroceda è essenziale anche per quello che succede fuori. In Siria, due anni e mezzo fa, siamo stati presi alla sprovvista, o abbiamo fatto finta. La comunità internazionale ha reagito con l'inerzia, e, a cose compromesse, col senno di poi. Lo scontro aveva mutato natura, e il criminale Assad ne è finito rafforzato perché l'opposizione ha raccolto banditi di ogni risma e provenienza, aggiungendo una guerra fra famiglie sunnite: a questo punto perfino chiamarla guerra civile mi sembra improprio. Che cosa si sarebbe ripromessa una punizione militare di Assad il 21 agosto? Chi avrebbe messo un piede, e non solo bombe dall' alto, in una Siria arrivata a quel punto? Il Papa ne parla oggi come di uno scampato pericolo, al quale si adoperò con la potenza della preghiera. Ma la difesa degli inermi non è venuta. Se il rafforzamento internazionale di Assad dipende dai suoi cinici protettori, quello interno dipende dalla catastrofe dell'opposizione e dalle scorrerie terroristiche. Il 22 gennaio, a Ginevra2 saremo una trentina di paesi (Ginevra 1 avvenne senza noi e i tedeschi). Brahimi dovrà farci arrivare un'opposizione siriana appena rappresentativa, ma per ora i vari gruppi attraversano una ostilità e diffidenza parossistiche».

«Mi è sembrato che l'elezione di Rouhani in Iran permettessero, e anzi costringessero, a provare un'altra strada. Provare, dico, perché le riserve di chi le avanza, il governo di Israele o il Congresso americano o altri, non sono affatto un'esclusiva: chi non avrebbe riserve? Tagliare corto è facile, lo si fece con Khatami, e vennero gli 8 incredibili anni di Ahmadinejad. C'è un Iran che ha voglia di nuovo e di democrazia, e c'è un Iran che, con un 35-40 % di inflazione, ha bisogno di tornare anche economicamente al gioco internazionale. Che cosa resta se non metterlo e mettersi alla prova? Mi chiedi qual è la sensazione più forte che riporto da Teheran: quella dell'incombenza di un'ala estremista che ha dovuto rassegnarsi alla svolta elettorale, ma lascia pochissimo spazio e tempo al tentativo di apertura. Suoi esponenti di rilievo sono passati trasformisticamente nel nuovo governo. Non faccio previsioni, tanto meno sulla successione alla Guida Suprema, Khamenei. Ma non è alle previsioni che dobbiamo affidarci, bensì alle possibilità, per assecondare le migliori. Mi meraviglio di sentirmi addebitare un'idilliaca disposizione irenica, così lontana da me. E di ogni mossa che il governo italiano e io facciamo, sono informati in piena lealtà i nostri alleati, prima e dopo, come dovrebbe sempre avvenire. Noi teniamo in gran conto le loro preoccupazioni, loro tengano nel giusto conto i nostri sforzi: la partita è comune».

«In Egitto, sembra di nuovo che non ci sia alternativa fra fanatismo teocratico e regime militare. Messi fuorilegge tutti i Fratelli musulmani, ci si fermerà o si procederà oltre? Il regime dipende per intero dagli Emirati e dall'Arabia Saudita, che a casa sua i Fratelli musulmani li sterminò. E' una morsa: se fai le riforme perdi le elezioni, se non le fai so - pravvivi solo grazie ai foraggiamenti esterni.

Tutto è in movimento. Bisognerebbe guardare all'insieme, al globo, piuttosto che alle singole mappe. Il gas nel Mediterraneo, per esempio, fra Cipro, Israele, Turchia, Grecia, può ridimensionare impensabilmente i paesi produttori.

Mi chiedi della Russia di Lavrov: un provato prefessionista. Persegue la realpolitik di potenza globale che Putin vuole riavere, prima ancora che per interesse, per lavare l'onta della disgregazione imperiale. Medvedev mirava a modernizzare l'economia, senza successo; la Russia produce poco ed esporta materie prime. Finché il petrolio costa caro, le va bene così. Preoccupazioni interne, ne ha poche. I diritti umani, in tempo di globalizzazione, più che nella direzione occidente- oriente, sembrano viaggiare in direzione opposta, sospinti dal vento dell'est delle autocrazie e della finanza inesorabile. Qualcuno disse: "Peccato che il petrolio non si trovi in Svezia". Poi si è trovato in Norvegia. A volte però penso che se in Svezia e perfino in Svizzera e a Treviso si fosse trovato il petrolio invece che nelle autocrazie in cui si trova, lo scandalo del mondo diseguale avrebbe raggiunto e oltrepassato il settimo cielo».

Fonte http://www.esteri.it/MAE/IT/Sala_Stampa/ArchivioNotizie/Interviste/2013/12/20131227_metbonsofri.htm

giovedì 26 dicembre 2013

Gli amici della Bonino,continuano a offendere i marò,con arroganza,prepotenza e tracotanza

Eccoli qua i fans trolls della Bonino i feroci accusatori e offensori di inermi cittadini che chiedevano informazioni sui marò,questi cattivelli da quattro soldi si ordine della loro signora ministro hanno bannato tutti,hanno offeso tutti e continuano tra loro a bearsi della loro azione vigliacca che secondo loro è coraggio,cattivi e vigliacchi nessuno ha spiegato che in rete non si perde niente e che quello che hanno fatto fa schifo,fa letteralmente schifo e devono smettere di fare politica in nessuna nazione del mondo è accaduto quello che hanno fatto loro nella pagina della Bonino,guardate come sono belli,come sono felici

Rotterdam - Disinformazione democratica

    Rotterdam - Disinformazione democratica Nei giorni scorsi tutte le televisioni (ad iniziare dal TG di SKY) e i giornali (e non soltanto...