martedì 3 maggio 2016

IL SOLDATO SALVATORE GIRONE TORNA IN ITALIA!


di Giulio Terzi
IL SOLDATO SALVATORE GIRONE TORNA IN ITALIA! Con *infinita* soddisfazione vi comunico che *finalmente*, nonostante l'assurda e inspiegabile inerzia dei vari Governi italiani succedutisi negli ultimi 3 anni - il marò Salvatore Girone rientrerà in Italia per l'intera durata dell'Arbitrato internazionale, Italia che *non avrebbe mai dovuto lasciare*. L'ordinanza del Tribunale internazionale che ha incarico il dossier verrà resa pubblica domani, ma ci tenevo ad anticiparvela. "E' passo avanti davvero significativo al quale abbiamo lavorato con grande dedizione e determinazione", ha detto qualcuno ai mass-media: Voi tutti su questa community sapete bene *quanto* vi abbiamo lavorato noi, con grande determinazione, fin da quello sciagurato mese di marzo in cui qualcuno ha tradito l'interesse nazionale rimandando i nostri due soldati a New Delhi. E ORA SUBITO UNA COMMISSIONE D'INCHIESTA SU QUESTA VICENDA! Ma in queste ore…godiamoci tutti questo straordinario risultato, eccezionale per i nostri due uomini in divisa... ma anche per l'intero Paese!
Giulio Terzi

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lunedì 2 maggio 2016

ARDEA (Roma) - "La sicurezza non abita a Tor San Lorenzo"


......... Diamoci da fare, non sembra abbia trovato casa, anzi .......................................

 

Criminalità, degrado, incuria: grido d'allarme delle associazioni del territorio

8 novembre 2015


La sicurezza non abita a Tor San Lorenzo
 
 
Un grido d’allarme con decine di destinatari, dal Capo dello Stato Sergio Mattarella al comandante della polizia locale. Passando per ministeri (in particolare l’Interno), commissioni parlamentari (in primis l’Antimafia) istituzioni (regione Lazio su tutti). È quello che arriva dall’associazione Nuova California 2004, che rappresenta tanti cittadini  del litorale a sud di Roma e che lamenta “disperazione, senso di abbandono e paura. Sono questi i sentimenti che provano gran parte dei cittadini di Tor San Lorenzo, una frazione del Comune di Ardea”. Problemi che tornano a sollevare dopo una precedente lettera rimasta inascoltata per disegnare un quadro preoccupante: “Il nostro paese versa in condizioni pietose. Furti all’ordine del giorno anche nelle ore diurne oramai in abitazioni e negozi come se fosse diventato tutto normale. Negli ultimi mesi, in pieno giorno, sono stati svaligiati due note catene di alimentari, mentre di notte abbiamo assistito inermi al tentativo di furto all’ufficio postale, sventato dall’eroico gesto di un agente fuori dal suo turno di lavoro. E ancora, in serata incidenti clamorosi che potevano causare vittime, stragi sfiorate, furti nelle scuole”.
Il problema sicurezza che viene sollevato riguarda non soltanto la criminalità, ma anche lo stato della rete stradale e gli incidenti,  purtroppo anche mortali, dovuti alla velocità. “Il degrado porta degrado e noi stiamo facendo di tutto per tenerci questo paese. Da soli però non ce la facciamo. Un flusso di rom incontrastato nella zona critica de Le Salzare, spaccio, prostituzione anche in pieno giorno all’interno dei consorzi con scene di sesso in pubblico cui dobbiamo assistere inermi”. E ancora: “Non solo, molte vie del nostro territorio sono invase da discariche abusive, rifiuti a cielo aperto. Noi vorremmo vivere in un paese a misura di cittadino. Vorremmo lottare per riprenderci la nostra comunità. Tornando poi al discorso sicurezza, dobbiamo constatare che la presenza delle forze dell’ordine, Carabinieri e Polizia Locale, è insufficiente se paragonata ai fatti criminosi. Lo è anche in luce del numero di abitanti di Ardea tutta, sopra le 50 mila unità”. Come spesso avviene da parte di cittadini attenti alla cosa pubblica, non ci si limita a lamentare le condizioni di un territorio ma ad avanzare proposte. Come quella, appunto, di istituire un commissariato di polizia su Ardea e Pomezia. Perché in questa zona c’è paura anche e soprattutto per veri e propri episodi mafiosi. “Nell’ultimo anno, solo a Tor San Lorenzo, si sono verificati decine di furti nelle abitazioni, in alcuni casi anche con gli inquilini presenti o addormentati. Negozi dati alle fiamme, bar svaligiati con scasso o addirittura sfondati con furgoni e poi derubati, anche in prossimità di via dei Tassi ove si trova il comando dei Carabinieri di Tor San Lorenzo. Non possiamo, inoltre, non parlare dei ripetuti attentati incendiari ai danni di uffici, vetture di giornalisti, politici e cittadini di Ardea. Atti che significano qualcosa, atti che ci fanno paura. In tutto questo cosa fa la politica locale? Poco o nulla. Consigli comunali mai svolti per mancanza di numero legale o sciolti in corso d’opera per gli stessi motivi. Tutto ciò ci appare come un ulteriore segnale di scarso interesse da parte loro per la collettività e per noi che viviamo il territorio”. Il 7 marzo scorso si tenne sul territorio una manifestazione, che davanti al protrarsi delle stesse problematiche potrebbe ora ripetersi, scrive il presidente dell’associazione Nuova California 2004, Piero D’angeli. Intanto chiedono un incontro a tutte le istituzioni cui hanno lanciato il loro appello. Il loro desiderio, quanto meno di un confronto, verrà esaudito?
 
8 novembre 2015
 
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- http://edoardo-medini.blogspot.it/2016/04/ardea-lurlo-dei-cittadini.html?spref=fb

IL SEQUESTRO DEI FUCILIERI DI MARINA LATORRE E GIRONE - LA BUONA NOTIZIA E' LA CONFERMA DELL'ORMAI PROSSIMO RIENTRO DI SALVATORE IN ITALIA






2 Maggio 2016
Stefano Tronconi

Tutto come da copione.
Salvatore potrà finalmente rientrare in Italia perché il governo indiano (con il conforto della propria Corte Suprema sancito nell'udienza di settimana scorsa) aveva dato la disponibilità in tal senso il 30 e 31 Marzo scorsi. E la Corte Arbitrale de L'Aja ne ha doverosamente preso atto.
Il mondo dell'informazione italiano, che per oltre quattro anni non ha mai capito niente dell'evolversi della vicenda, nel fornire oggi l'anticipazione ci informa anche che “le misure che renderanno possibile il rientro dovranno essere concordate tra i due Paesi”.
Anche qui, tutto come da copione.
Va riconosciuta la grande capacità dell'India di gestire politicamente l'uscita da una vicenda che avrebbe avuto tutti gli elementi per metterla in grande imbarazzo di fronte al mondo intero (ricordo che Latorre e Girone sono stati accusati di un delitto mai commesso con prove fabbricate a tavolino dalla leadership politica del partito del Congresso del Kerala).
L'India ha mostrato per quattro anni tutta la sua prepotenza e la sua arroganza, ma anche la sua intelligenza e la sua capacità di gestire una situazione divenuta delicatissima per il Paese una volta uscite le prove dell'innocenza dei Marò nella primavera del 2013.
L'Italia ha mostrato per quattro lunghi anni non solo la solita assenza di coraggio e dignità nel portare alla luce la verità, ma ha mostrato anche una clamorosa mancanza di intelligenza nel gestire a proprio vantaggio ( e dei fucilieri di marina) una situazione in cui non è riuscita a proteggere neppure due innocenti (figuriamoci cosa sarebbe stato se i marò fossero davvero stati responsabili della morte dei pescatori!).
Probabilmente il rientro effettivo di Salvatore Girone richiederà ancora qualche giorno (come scritto in precedenza possibile che per questioni politiche interne indiane si vada a dopo il 16 Maggio, data prevista per le elezioni in Kerala).
Per restare al di sopra di ogni polemica politica, il governo indiano demanderà infatti interamente alla propria Corte Suprema la decisione formale sulle “misure che renderanno possibile il rientro” anche se queste ricalcheranno ovviamente quella già stabilite dalla stessa Corte Suprema indiana per Massimiliano Latorre.
Tutto da copione, scrivevo all'inizio.
In questa brutta storia non trionfa e non trionferà la verità.
Il governo indiano ne esce con la gran bella figura del Paese forte, ma magnanimo che acconsente al rientro in Italia anche del secondo fuciliere.
Questa povera Italia porta a casa la solita figura pietosa agli occhi del mondo prolungatasi per oltre quattro anni.
Devo dire che dopo tre anni di lotta contra i mulini a vento dell'idiozia collettiva che sembra governare ed informare questo Paese la cosa mi lascia quasi indifferente.
Sono infatti più che mai felice per il prossimo rientro di Salvatore, malgrado tutto e malgrado tutti.
 
A presto Salvatore!!!!
 
 
 

Giubileo militari. Card. Parolin: difendere e sostenere la pace



“Educare ad una cultura della pace, della concordia, della solidarietà, della carità”. È questa la missione dei militari e delle Forze di Polizia nelle parole del segretario di Stato, il cardinale Pietro Parolin, che stamani all’Altare della Confessione in Basilica Vaticana ha presieduto la Messa a chiusura del Giubileo a loro dedicato, prima del Regina Caeli del Papa in Piazza San Pietro. “La pace - ha sottolineato il porporato, salutato dall’arcivescovo Santo Marcianò, ordinario per l’Italia - è aspirazione insopprimibile del cuore umano”. Voi, ha detto ai presenti, “siete meritoriamente coinvolti in prima persona nel creare, difendere e sostenere la pace in molte aree del mondo e avete chiara la consapevolezza degli ostacoli frapposti dagli egoismi e dalle violenze”. Nel pregare per quanti sono “impiegati in missioni a difesa della giustizia e del ristabilimento della pace”, il cardinale ha auspicato che “il desiderio e l’impegno” per essa “alberghi in ogni persona di buona volontà, in questo nostro mondo così travagliato da lotte che - ha concluso - causano sofferenze, distruzioni e miseria, con un aumento di vittime e di profughi e tanta povertà materiale e spirituale”. Sui sentimenti con cui i militari hanno vissuto il loro Giubileo, Luca Collodi ha intervistato il colonnello Riccardo Cristoni, già comandante del IX Reggimento Alpini, attuale capo ufficio stampa dello Stato Maggiore della Difesa: 

R. – Con grande emozione! Con grande emozione perché ci ha permesso di trovarci insieme a colleghi di altre Nazioni che condividono gli stessi valori di servizio e valori sociali. Quest'Anno del Giubileo è l’occasione per sottolineare quello che è il ruolo delle Forze Armate per il servizio alla pace. In questo, le Forze Armate rappresentano lo spirito dell’Italia e ne sono state lo strumento sul campo in moltissime missioni.

D. – Missioni umanitarie che sono operative in diverse aree…

R. – Attualmente le Forze Armate sono impegnate in 18 Paesi con 25 missioni, per un totale di circa 12mila uomini. Di questi, 7mila uomini lavorano sul territorio nazionale per garantire la sicurezza. Le operazioni più significative sono in Iraq, dove i militari italiani stanno addestrando i ‘Peshmerga’, a Erbil, nel Kurdistan; fornendo, inoltre, un supporto con mezzi e velivoli dell’Aeronautica militare alla coalizione internazionale contro Is. In Libano, è presente da tempo un contingente - attualmente di 1.100 uomini - che garantisce la sicurezza nell’area controllata dalle Nazioni Unite nel sud, al confine con Israele. Altra missione importante è quella in Afghanistan: circa 900 uomini assistono, preparano e formano le forze di sicurezza locali. Degno di nota anche il nostro impegno contro la pirateria nel Corno d’Africa, davanti al mare della Somalia, dove l’Italia partecipa con una nave alla missione internazionale di contrasto ai pirati. Poi l’impegno nel Mediterraneo: l’Italia è presente con due missione, una nazionale, “Mare Sicuro”, e l’altra dell’Unione Europea, detta “Operazione Sofia”, che serve a contrastare l’attività degli scafisti impegnati nella tratta degli esseri umani sfruttando l’immigrazione. Ma, al tempo stesso, è impegnata a salvare vite umane qualora fossero a rischio in mare.

D. – Riuscite a monitorare con precisione la partenza dei migranti dalle coste del Nord Africa?

R. – Il sistema di controllo della navigazione nel Mediterraneo individua quelle che sono le navi di determinate dimensioni. I gommoni o le piccole imbarcazioni sono difficili da vedere e da individuare in mare. Ci arrivano, però, segnalazioni o da altre imbarcazioni di passaggio o dagli stessi migranti che chiamano per segnalare le difficoltà: in base a queste segnalazioni le unità intervengono. Ci sono unità navali anche di altre nazioni, perché la missione dell’Ue vede la presenza anche di altri Paesi. L’obbligo di soccorrere la vita in mare a rischio è un obbligo per tutti, anche per i mercantili che passano in quelle zone.

D. – Ci sarà un prossimo intervento italiano in Libia?

R. – Questa è una crisi che è davanti agli occhi di tutti. Come indicato chiaramente dal nostro governo, l’intervento italiano avverrà solamente sulla base di richiesta del governo libico, in un quadro di legittimazione internazionale.

D. – Colonnello Cristoni, l’Operazione “Strade sicure” contro il terrorismo come prosegue?

R. – L’impegno della lotta al terrorismo tramite le Forze Armate, ci vede impegnati non solo in “Strade sicure”, che è una operazione nazionale, perché anche l’operazione che facciamo in Iraq di contrasto all’Is, che è una organizzazione terroristica, si inserisce in questo quadro. L’Operazione “Strade sicure” nasce nel 2008 e quest’anno è stata rafforzata, così come lo scorso anno, per due grandi eventi che ci sono stati in Italia: il primo, l’Expo a Milano e quest’anno il Giubileo, a Roma. Abbiamo un grande ritorno di quello che è l’opinione dei cittadini per l’opera dei militari: un’opera discreta, che dà un senso di sicurezza alla gente che vede i soldati presenti nelle stazioni, in metropolitana, nelle strade, nei principali luoghi della vita quotidiana, anche fuori le città. Devo dire che a Roma, per esempio, abbiamo avuto una diminuzione del 30 per cento dei reati comuni.

D. – Pochi ne parlano, ma centinaia di uomini sono ancora impegnati nei Balcani…

R. – Sì, è vero. E’ un teatro molto vicino a noi e attualmente vede impiegato un contingente di 550 uomini. Tra l’altro la missione Kfor è a guida di un generale italiano. Come lo sono anche le missioni in Libano, con l’Unifil e con il generale Portolano, e in Somalia per l’addestramento delle forze somale. Molte missioni internazionali sono a guida di militari italiani e questo conferma la qualità dell’addestramento e delle capacità delle Forze Armate italiane, apprezzate in ambito internazionale.


Fonte Radio Vaticana - Marilina Lince Grassi



Stati Uniti: il 22 maggio è la Giornata di preghiera per i marittimi - Radio Vaticana



“Offrire l’opportunità di incontrare la misericordia di Dio ai nostri fratelli e sorelle marittimi e pescatori, che trascorrono la maggior parte dell’anno lontano dalle loro famiglie, in alto mare, a volte di fronte a situazioni di pericolo”: così mons. Kevin Boland, vescovo emerito di Savannah, in Georgia, e promotore dell’Apostolato del mare negli Stati Uniti, spiega il significato della Giornata nazionale di preghiera e commemorazione dei marittimi. L’evento verrà celebrato il 22 maggio, in concomitanza con la Giornata nazionale della Marina americana, che si festeggia dal 1933.

Preghiera a Maria, Stella Maris
“In questo Anno Santo della Misericordia - sottolinea mons. Boland - possiamo accompagnare i nostri fratelli e sorelle in mare, con i loro bisogni spirituali, le loro gioie e le loro prove di vita, in modo che possano anche crescere nella fede e nella comprensione dell’amore di Dio”. In preparazione alla Giornata, a partire dal 20 maggio, verranno celebrate a Washington numerose Messe: mons. Boland incoraggia pure le singole diocesi del Paese a ricordare la ricorrenza, pregando in particolare la Beata Vergine Maria con il titolo di “Stella Maris”.

1,2 milioni i marittimi al mondo che operano su 10mila imbarcazioni
Indetta nel 2005 per incoraggiare i fedeli statunitensi a ricordare e pregare per i tutti i marittimi, la Giornata è organizzata dall’Apostolato del mare, organo della Commissione episcopale per la Pastorale dei migranti e dei rifugiati. L’Apostolato è attualmente attivo in 48 diocesi degli Usa e in 53 porti di 26 Stati del Paese, con una rete composta da 92 cappellani, sacerdoti, religiosi, diaconi e laici. Da ricordare, infine, che attualmente nel mondo il 90% dei beni viene trasportato via mare, i marittimi sono 1,2 milioni ed operano su 10 mila imbarcazioni. (I.P.)

Fonte Radio Vaticana - Marilina Lince Grassi













La strana coincidenza: “Il metanodotto Snam passerà dai focolai Xylella”

gasdotto_tap

Una strana coincidenza, per il momento solo questo, ma desta qualche sospetto: le ipotesi di tracciato del metanodotto Snam, collegato a Tap, attraversano proprio i focolai di Xylella dove ci saranno i maggiori abbattimenti di ulivi
MELENDUGNO/TORCHIAROLO- I possibili tracciati del metanodotto Snam, che dovrebbe collegare il Tap di Melendugno allo snodo di Mesagne, attraversano i territori su cui sono stati rinvenuti i maggiori focolai di Xylella fastidiosa e su cui sono previsti gli abbattimenti più massicci, a Veglie, Oria e Torchiarolo. Coincidenza? Per il momento è solo questo, nulla più. Ma tanto basta a far sorgere dubbi. E dunque a porre interrogativi. A sollevarli è il Comitato No Tap, che rende note le cartine dei sospetti. 
Una situazione attenzionata da tempo, ma che ora diventa una denuncia palese. “Il gasdotto Tap è ‘provvidenziale’ per lo sviluppo del territorio. Questo ha detto il sindaco di ‪Torchiarolo‬ durante il Consiglio comunale di ieri – riferiscono gli attivisti -. Il sindaco ha anche detto che il 22 ottobre incontrerà i rappresentanti‪ Snam‬. Ora è il caso di palesare i nostri dubbi. Era dall’aprile 2014 che marcavamo stretto sul Nord ‪Salento‬ e sulla questione Co.Di.Ro./xylella, precisamente da quando in integrazione alla VIA di TAP fu consegnato questo documento: http://www.va.minambiente.it/File/Documento/106341”.
Sono le pagine in cui sono riportati i tre tracciati che dovrebbero collegare il TAP alla rete nazionale del ‪‎gas‬. Come si vede dalle cartine, in alcuni punti attraversano i luoghi in cui nei mesi scorsi si sono tenuti i presidi per impedire i tagli di ulivi in contrada La Duchessa a Veglie e Frascata a Oria, ma anche nelle vicinanze dei focolai di Trepuzzi,Squinzano e Torchiarolo, oltre a Masseria Visciglito di Strudà, dove sono stati denunciati anomali disseccamenti sugli alberi-scultura millenari più importanti del Salento.
Nicola Serinelli, sindaco di Torchiarolo, ribatte ai No Tap e annuncia che l’incontro fissato per il 22 ottobre prossimo con Snam è stato annullato “per evitare strumentalizzazioni”. “Premetto che il mio Comune si è già espresso in Consiglio comunale negativamente sull’approdo di Tap nel Brindisino. Snam ci ha inviato una nota dicendo che ha decreti per poter ispezionare i terreni destinati all’attraversamento del metanodotto, sei nel Lecce e tre nel Brindisino. Ho ritenuto doveroso e corretto informare tutti della data del 22, che in ogni caso non sarebbe stata quella di un possibile ok al progetto, perché dovrà esprimersi il Consiglio comunale”. Sulla possibile coincidenza, Serinelli aggiunge: “Io non sono un ingenuo e questa possibilità che ci sia una coincidenza voluta o casuale non mi sfugge. Valuteremo insieme se ci saranno subdoli interessi”.
fonte http://www.trnews.it/2015/10/10/la-strana-coincidenza-il-metanodotto-snam-passera-dai-focolai-xylella/123125107/#.VyP244xuKRk.facebook

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