Vi ricordate quando Delrio si mise a urlare alla Camera dei Deputati durante la discussione per la fiducia al Governo Conte?
Si mise a urlare contro il Presidente Conte: ‘Piersanti si chiamava’, rimproverandolo perché, secondo lui, aveva mancato di rispetto sia al fratello defunto che al Presidente della Repubblica perché lo aveva chiamato ‘congiunto’ anziché col nome proprio.
C’è da vergognarsi a ricordarglielo, perché non si è fatto scrupolo di utilizzare un ricordo doloroso per il Presidente Mattarella e per il nostro Paese a fini di sterile e rabbiosa polemica politica.
Ma, per puri fini educativi, affinché apprenda bene la lezione ed eviti errori pacchiani del genere in futuro, potremo ricordargli i nomi delle 43 persone morte nel crollo del ponte di Genova, che per lui sì che sono anonimi senza volto.
Ieri Delrio, nella dichiarazione rilasciata a margine dell’audizione del Ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli alle Commissioni VIII di Aula e Senato, non ha avuto il tempo di ricordarli, di dedicare loro almeno una citazione di 30 secondi.
E né per le loro famiglie, colpite da quel terribile lutto.
Ha trovato solo il tempo per sterili e pretestuose polemiche politiche.
Ma il Governo Conte, come specifico dopo, non mancherà di richiamarlo alle sue responsabilità.
Forse che non si merita questo appunto, sicuramente molto severo, l’ex Ministro Delrio che durante la sua reggenza al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti non è stato capace di vigilare affinché Autostrade, cioè i Benetton, facessero la manutenzione della rete autostradale italiana in maniera adeguata – prima di tutto laddove era più urgente – in rispetto della stessa convenzione pur, sembrerebbe illegittimamente, secretata agli italiani ma sicuramente da lui conosciuta?
L’ex ministro Delrio ha ricoperto questo ruolo nei Governi Renzi e Gentiloni. Pertanto gli stessi ex Premier come minimo hanno una oggettiva responsabilità politica oltreché una culpa in vigilando.
Renzi giorni fa, contrariamente a quanto dichiarava ieri Delrio, non solo ha confermato la proroga di quattro anni della concessione ma è stato per lui anche motivo di vanto.
Intanto bisognerebbe accertare se è legittimo dal punto di vista del diritto amministrativo italiano, concedere una proroga senza gara.
Perché sia Delrio, che Renzi, Gentiloni e i Benetton sono soggetti alla legge italiana.
Ora il Ministro Toninelli e il Vice Presidente Di Maio li chiameranno a rendere conto del loro operato ai rispettivi giudici competenti.
fonte https://www.silenziefalsita.it/2018/08/28/delrio-renzi-gentiloni-benetton-e-i-43-morti-di-genova/
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