Roma.Stanno facendo molto discutere le dichiarazioni di Giovanni Tria, rilasciate ieri pomeriggio alla Commissione finanze del Senato, che puntano il dito contro la condotta di Berlino. Il ministro dell’Economia si riferisce all’introduzione delle nuove regole europee sul bail-in, ossia il salvataggio delle banche non attraverso denaro pubblico, bensì facendo ricorso ai risparmi dei correntisti. Ciò avvenne nel 2013, quando alla presidenza del Consiglio c’era Enrico Letta, mentre il dicastero di via XX settembre era guidato da Fabrizio Saccomanni. Il quale – secondo Tria – «venne praticamente ricattato dal ministro delle Finanze tedesco», Wolfgang Schäuble.
La longa manus di Berlino
Tria ha quindi spiegato che «se l’Italia non avesseaccettato, si sarebbe diffusa la notizia che l’Italia non accettava perchéaveva il sistema bancario prossimo al fallimento, e questo avrebbe significatoil fallimento del sistema bancario».Il ministro si è detto inoltre convinto che il bail-in «dovrebbe essereabolito», proprio perché «quando è stato introdotto in Italia, quasi tutti eranocontrari; anche la Banca d’Italia, in modo discreto, si oppose». Secondo laricostruzione di Tria, la Germania avrebbe dunque imposto al governo Lettaquesta misura da lacrime e sangue dietroricatto, agitando cioè lo spauracchio del panico dei mercati in merito a un presunto fallimento delle bancheitaliane. Un panico generato, appunto, da Berlino attraverso il suo segugio Schäuble.
La retromarcia
Se ciò fosse vero, si tratterebbe di una condotta gravissima della Germania neiconfronti dell’Italia. Accuse pesanti che Tria, in serata, ha poi ritirato. Latoppa, però, sembra peggio del buco: «Con un’espressione evocativa ma infelice –si legge in una nota del Mef – il ministro dell’Economia e delle Finanze,Giovanni Tria, durante l’informativa alla commissione Finanze del Senato, havoluto fare riferimento a una situazioneoggettiva in cui un rifiuto isolato dell’Italia di approdare lalegislazione europea sul bail-in avrebbe potuto essere facilmente interpretatocome un segnale dell’esistenza di seri rischi nel sistema bancario italiano.Con questo il ministro non intendevacertamente lanciare un’accusa specifica né alla Germania né al ministro delleFinanze tedesco dell’epoca».
Le versione diSaccomanni
Eppure, la ricostruzione di Tria non si discosta poi moltoda quella di Saccomanni che nel 2017, in Commissione parlamentare d’inchiesta,specificò che «la linea severa dicoinvolgimento dei creditori delle banche», sostenuta da un nutrito gruppo di Paesieuropei «capeggiato dalla Germania»,portò a una votazione che impose di fatto all’Italia di procedere al bail-in, equindi al prelievo forzoso di denaro deirisparmiatori italiani. Insomma, tra rivelazioni ritrattate e prudenzadiplomatica, molti interrogativi rimangono ancora senza una risposta.
Gabriele Costa – Il Primato Nazionale
http://www.stopeuro.news/la-rivelazione-di-tria-ecco-come-la-germania-ha-ricattato-litalia/
Nessun commento:
Posta un commento