“Quella brutta vicenda di Bibbiano, della quale nei giorni degli arresti ci siamo doverosamente e ampiamente occupati tutti, senza omettere nessun aspetto dell’inchiesta”, così Enrico Mentana su Facebook commenta una fake news sullo scandalo degli affidi pilotati, nello specifico un video in cui si mostra un bimbo costretto a lasciare la famiglia urlare disperatamente il suo rifiuto. Il video è relativo effettivamente un altro fatto, ed era stato presentato come parte dello scandalo da parte di tale Antonio Quinto sul suo profilo twitter. Lo stesso Quinto aveva poi corretto il suo post ammettendo che la questione riguardava un altro maltrattamento di minori avvenuto a Gallura, in Sardegna.
Il debunking, però è una delle tre sole notizie pubblicate da Mentana e dal suo giornale in cui si nomini vagamente Bibbiano, per di più riferendosi a un singolo tweet pubblicato, dopo che sulla vicenda sono state pubblicate decine di notizie nelle ultime tre settimane. Un atteggiamento che essendo molto benevoli potremmo definire “capzioso”, spingendo il pedale potremmo parlare apertamente di malafede e di omertà.
Il direttore dice bugie pesanti quando parla di impegno “doveroso e ampio” impegno nel documentare gli aggiornamenti sugli affidi pilotati. Facciamo un riassunto: a giugno scoppia lo scandalo nella città emiliana. Alcuni psicologi vicini al Partito Democratico forzano l’affido dei suddetti minori a coppie “amiche” (anche omosessuali) accusando di maltrattamenti i genitori naturali. Le accuse provengono addirittura da bambini. Ma le intercettazioni emerse dimostrano che i suddetti minori erano stati sottoposti a veri e propri lavaggi del cervello costanti e violenti, al punto da chiedere ossessivamente ai bimbi di ricordare ciò che non avevano mai ricordato, nella fattispecie non solo inesistenti maltrattamenti subiti dai genitori, ma anche il desiderio di non rivederli.
Fino ad oggi, 14 luglio 2019, sull pagina Facebook di Enrico Mentana non c’è neanche un solo post dedicato ai fatti di Bibbiano. Solo un commento, sotto un’altra notizia, in cui il direttorissimo minaccia di bannare chiunque vi faccia riferimento.
Per l’appunto, si comincia a parlare del caso solo oggi, guarda caso per denunciarne una fake news “a discolpa” della vicenda.
Ed Open? Stesso iter del suo editore. La prima notizia è datata 27 giugno, la seconda il 1 luglio. E non ci si interessa neanche degli approfondimenti del caso in sé, ma solo di descrivere l’atto di protesta dei ragazzi di Azione Frontale, che avevano diffuso dei volantini nella sede PD di Roma con dei testi abbastanza espliciti (“Avete rovinato le nostre famiglie, vergogna!”). Poi il nulla, fino ad oggi e alla notizia riportata sopra.
Tre notizie in quasi un mese, nessun approfondimento, se non per dare risalto a una fake news abbastanza ininfluente rispetto alla portata dello scandalo. In qualsiasi pianeta questo non è “occuparsi doverosamente” di un fatto, ma scrivere il minimo, anche ben al di sotto dell’indispensabile, pur di non concentrarsi su di esso. Non si contano neanche le notizie diffuse sul caso Savoini e Lega, nello stesso periodo. Non si contano gli articoli più o meno a favore di Carola Rackete, la schiavista con il vestito da Santa.
Per molti lettori di Open è inutile scrivere sullo stesso argomento fin quando non ci sono novità. Ma sul caso di Bibbiano gli aggiornamenti sono stati continui per settimane, e chiunque comprenderebbe che “occuparsi” di una vicenda significa seguirla, non pubblicare due o tre notizie in quasi un mese.
Dunque Enrico Mentana e il suo giornale si sono dimostrati ben lontani dall’avere a cuore i fatti avvenuti nella maledetta Emilia, e in maniera inversamente proporzionale dal modo in cui si sono dimostrati straordinariamente interessati a scrivere anche le virgole sul caso di Savoini e i presunti finanziamenti alla Lega di provenienza russa.
Vada a raccontarla a qualcun altro, direttore. D’altronde la sua platea è ben abituata a bersi tutte le sue fesserie.
(di Stelio Fergola)
Nessun commento:
Posta un commento