Ora cercheranno di far fuori fisicamente Donald Trump, come lasciano supporre i recenti attentati a cui sarebbe scampato. Motivo: il presidente americano è deciso a dichiarare guerra «al terrorismo del Covid», grande pretesto per instaurare una sorta di totalitarismo mondiale. Lo afferma Cesare Sacchetti, nel blog “La Cruna dell’Ago“. Trump, premette Sacchetti, sembra intenzionato a seguire la stessa strada intrapresa dal suo omologo russo, Vladimir Putin: la crisi da coronavirus sarà formalmente risolta attraverso lo sviluppo di un vaccino, ma non quello sotto l’egida dell’Oms, da cui gli Usa si sono ritirati. «E’ un altro duro colpo alla gestione sovranazionale dell’operazione coronavirus, che prima ancora di una diffusione del Covid aveva già tracciato il suo percorso nel club globalista di Davos lo scorso gennaio». Il vaccino come mezzo per giungere a un obbiettivo molto più grande: «Una società completamente ridisegnata a immagine e somiglianza della dittatura mondialista». Nemmeno il vaccino, secondo i loro piani, riporterà il mondo all’era pre-Covid: «Nell’idea dei poteri globali, nulla sarà più come prima. L’autoritarismo sanitario sarà il mezzo attraverso il quale arrivare ad un controllo ferreo e totale della popolazione mondiale».
Donald Trump lo sapeva sin dal principio, scrive Sacchetti. «Sapeva che questa crisi, nell’idea di chi l’ha pianificata, aveva uno scopo molto più grande dello sviluppo di un farmaco. Aveva (e ha tuttora) l’obbiettivo ultimo di trascinare il mondo verso il totalitarismo globale». E’ per questo che il presidente degli Stati Uniti aveva immediatamente provato a sottrarsi al piano già lo scorso gennaio, quando aveva denunciato «l’isteria mediatica» costruita per trasformare il Covid è in pericolo spaventoso. Quando ha visto che, per questo, «si era messo in moto un meccanismo senza precedenti, che vedeva coinvolti i media di ogni parte del pianeta», tutti impegnati a terrorizzare la popolazione, Trump «è stato al gioco, e ha deciso di adottare una strategia simile a quella di Putin». Ovvero: «Giocare il sistema con le sue stesse armi: il vaccino si farà, non sarà quello sponsorizzato dall’Oms». E per giunta «non sarà obbligatorio». In questo modo, osserva Sacchetti, «ci si sottrae definitivamente alle insensate accuse di “negazionismo”, e si dimostra al mondo intero che questa gente non ha alcun interesse alla salute pubblica».
Questa crisi, infatti, «non è stata pensata solamente per gonfiare i profitti delle case farmaceutiche». E’ stata progettata «per portare il mondo tra le braccia autoritarie del Nuovo Ordine Mondiale». Serviva un evento catalizzatore, dalle proporzioni devastanti? Eccolo: ma se il virus da solo non bastava, a “gonfiarlo” hanno provveduto i media: «Il virus letale infatti esiste sugli schermi delle Tv e sulle pagine dei giornali». Niente di così inatteso, peraltro: Sacchetti ricorda che, nel lontano 1994, lo stesso David Rockefeller – in persona – a margine di un evento dell’Onu annunciò che il mondo era «sull’orlo di una trasformazione globale». Tutto ciò di cui abbiamo bisogno, disse Rockefeller, «è la giusta e rilevante crisi». A quel punto, «le nazioni accetteranno il Nuovo Ordine Mondiale». Ora, quell’evento di portata globale sembra essere davvero arrivato, scrive Sacchetti. «La crisi da Covid è divenuta di fatto “l’11 Settembre del mondo”, che servirà per instaurare questo nuovo totalitarismo globale, così autoritario e repressivo da far impallidire tutti i suoi predecessori del secolo scorso». Ma c’è stato un evento imprevisto, nei piani delle élite: Donald Trump.
«Non avevano calcolato che alla Casa Bianca, per la prima volta dopo molti decenni, ci sarebbe stato un presidente che non ha nessuna intenzione di sacrificare l’America sull’altare del mondialismo», osserva Sacchetti. «Non avevano calcolato che gli Stati Uniti, da forza propulsiva del piano globalista, si sarebbero trasformati nel suo maggiore ostacolo». Un aspetto di portata storica: l’America potrebbe smettere di essere lo strumento planetario prescelto dall’élite per il dominio della Terra? Nel caso venisse instaurato un super-Stato globale, «l’intera inestimabile ricchezza delle nazioni verrebbe dissipata irrimediabilmente», per consentire a una sorta di Leviatano unico mondiale «di instaurare una falsa pace, che non avrebbe altro in realtà che le fattezze della peggiore tirannia». Un disegno coltivato per secoli: le élite «hanno avuto l’abilità e la costanza di passarsi il testimone di generazione in generazione», fino a giungere a un passo dalla meta. «Non hanno scelto l’attacco frontale, ma hanno preferito una strategia di infiltrazione radicale e progressiva in ogni istituzione pubblica, fino ad arrivare al completo controllo degli Stati e dei loro apparati di potere».
Sempre secondo Sacchetti, la crisi Covid testimonia appieno l’efficacia di questa scelta: «Non una singola istituzione si è ribellata o dissociata da questo copione. Tutte, come un sol uomo, hanno remato e stanno remando per distruggere la linfa vitale della nazione». Dietro il virus, si muovono i registi del totalitarismo globale. «In molti sono caduti, sulla strada del Deep State, sia all’interno degli Usa sia fuori». E’ stato eliminato «chi, come Kennedy, stava per separare gli Stati Uniti dalle grinfie delle società segrete, denunciate in un celebre discorso del presidente nel 1961, prima di essere giustiziato pubblicamente a Dallas nel 1963». E’ stato rimosso all’esterno «chi, come Salvador Allende, presidente del Cile, parlava nel 1972 della minaccia incombente di questi poteri internazionali, che rappresentavano un grave pericolo per la sovranità degli Stati». Ora, dopo molti anni – rileva Sacchetti – alla Casa Bianca si è instaurato un presidente che non vuole legare l’America al destino del Nuovo Ordine Mondiale. A Washington c’è un presidente che ha chiaramente detto che non intende ascoltare oltre la «falsa canzone del globalismo».
Donald Trump si sta dunque apprestando, come Vladimir Putin, «a mettere fine a questa crisi artificiale, e a portare il suo paese sul corso della sovranità e della indipendenza nazionale». E’ per questo, aggiunge Sacchetti, che il mondialismo «ha iniziato a scatenare l’inferno in America: il Nuovo Ordine Mondiale è semplicemente su tutte le furie, perché non ha il controllo della presidenza degli Stati Uniti, senza la quale non può portare a termine i suoi piani». Secondo Sacchetti, il mondialismo «è pronto a intraprendere qualsiasi via pur di togliere Trump dalla Casa Bianca». Allarme rosso: lo scorso mese ci sono già stati due allarmanti episodi che hanno riguardato sia la scorta dell’elicottero del presidente, sia il suo aereo personale (l’Air Force One). «Nel primo caso, qualcuno, ancora ignoto, ha sparato contro l’Helipcoter Squadron che scorta il presidente nei suoi spostamenti. Trump non era a bordo, ma un militare è rimasto ferito». Questo episodio ha avuto una copertura praticamente inesistente, dai media italiani. «Nel secondo caso, un drone – manovrato non si da chi e da dove – ha mancato per un pelo l’Air Force One, a bordo del quale stravolta Trump c’era».
Se a questo si aggiunge che questi episodi sono avvenuti a distanza di pochi giorni dal discorso in una fabbrica della Whirlpool nell’Ohio, in cui Trump ha detto che avrebbe dovuto farsi vedere di meno, in giro, perchè i suoi nemici sono potenti, ecco che lo scenario si fa ancora più inquietante, avverte Sacchetti. «Qualcuno tra le élite ha già iniziato a fare le prove tecniche per lanciare un attacco a Trump e testare i tempi di reazione della sua sicurezza personale? Il sospetto c’è, ma questa non è l’unica “soluzione” che hanno in mente i piani alti del potere». Mentre si avvicina l’appuntamento delle elezioni presidenziali del 3 novembre, infatti, le strade degli Stati Uniti «sono messe a ferro e fuoco dai gruppi insurrezionalisti di Black Lives Matter e Antifa, entrambi vicini al finanziere George Soros, uno degli uomini più di rilievo nell’establishment globalista». Recentemente, appartenenti di questi gruppi, «ormai equiparabili a formazioni terroristiche», hanno aperto il fuoco su dei sostenitori di Trump durante un evento in North Carolina, nel quale c’erano anche dei bambini, fortunatamente illesi. «La stessa sorte purtroppo non è toccata a Aaron Danielson, ucciso da un membro di questi gruppi a sangue freddo».
E’ una vera e propria strategia della tensione, dice Sacchetti, quella che sta prendendo di mira chi sostiene il presidente americano: «Il sistema vuole impaurire, terrorizzare, intimidire chi vuole che l’America sia libera». E ora il regime sta per alzare il tiro: «E’ prevista per il prossimo 17 settembre a Washington una sorta di adunata permanente fino al prossimo 3 novembre di Adbusters, un’organizzazione vicina sempre allo stesso Soros, che darà vita ad un presidio stabile della capitale americana. L’idea sembra quella di dare vita ad altri disordini e cercare disperatamente l’incidente che possa mettere in cattiva luce il presidente. Se non dovesse funzionare nemmeno questo, allora l’establishment ricorrerà alla carta del voto postale – aggiunge Sacchetti – nel disperato tentativo di assegnare la vittoria a Joe Biden, un candidato debole, privo di carisma e identificato con i peggiori poteri del Deep State». Anche questa opzione, però, potrebbe non bastare a fermare la rielezione di Trump. E così, i media mainstream iniziano già a scrivere di scenari apocalittici post-voto. «Il “Washington Post”, da sempre house organ della sinistra progressista, ha già scritto di sicure situazioni di violenza e disordini in ogni caso». Attenzione: «Quando gli organi del regime scrivono questo, in pratica non fanno altro che annunciare apertamente le loro intenzioni».
Sacchetti prevede che il Deep State si giocherà il tutto per tutto, pur di strappare la Casa Bianca a Trump. «Non possono permettersi oltre che il destino dell’America si separi dal mondialismo». In questo scenario di caos e devastazione «che le élite sono pronte a portare, pur di veder realizzato il loro governo unico mondiale», avanza la riproposizione dell’alleanza tra Stati Uniti e Russia, che potrebbe rivelarsi fatale per il Deep State ostile sia a Trump che a Putin. «Trump ha chiaramente detto che non ci sono prove che Navalny, uno degli oppositori di Putin manovrato dalle élite liberali occidentali, sia stato avvelenato». In questo modo, Trump si è sottratto alla manovra di accerchiamento contro la Russia, che è «l’altro grande avversario del mondialismo», che la “cabala” tenta da tempo di isolare e mettere alle corde. «Ora è quanto mai fondamentale, però, che Trump faccia tutto quanto in suo potere per impedire che scoppi una guerra civile nel suo paese». In altre parole, il presidente «dovrà far ricorso a tutta l’abilità politica di cui dispone, per non cadere nelle trappole che il sistema vuole tendergli», e per assicurare allo stesso tempo «l’incolumità del popolo americano».
Per Sacchetti, quelli che ci separano dal 3 novembre 2020 saranno i giorni «più decisivi della storia dell’umanità». All’indomani delle elezioni, «il mondo conoscerà il suo destino», di libertà o di schiavitù. «Chi vorrà risvegliarsi in un mondo dove si possa ancora condurre una esistenza dignitosa e libera – scrive Sacchetti – dovrà sinceramente sperare che Donald Trump e Vladimir Putin restino saldamente nelle loro posizioni». Ma Mosca, da sola, non può farcela: «Per fermare il Nuovo Ordine Mondiale, c’è bisogno dell’America. E per avere l’America, c’è bisogno di Trump». Un fatto sembra essere certo: «Trump farà di tutto, per non far cadere gli Stati Uniti tra le tenebre di questo nuovo oscurantismo globale». L’analisi di Sacchetti, che è un credente, si colora di connotazioni anche religiose: «La speranza è che la mano divina possa aiutarlo in questo suo proposito», scrive, riferendosi a Trump. «Le forze del male e i figli delle tenebre sono pronti a ogni nefandezza. Per farcela, occorrerà essere vigili, pazienti e preparati anche spiritualmente. Ora c’è molta oscurità, ma alla fine si riuscirà a vedere un po’ di luce».
https://www.libreidee.org/2020/09/trump-e-in-pericolo-ha-dichiarato-guerra-ai-terroristi-covid/