Non ne servono molti. Per capire l'origine e la conseguenza dell'emergenza sbarchi bastano due numeri: 1,2 miliardi e 2,1 milioni. Partiamo da quest'ultimo.
Due milioni e centomila è il numero di persone illegali che sono sul territorio europeo. Il dato proviene dall'Eurostat ed è stato pubblicato dal sito Truenumbers.it.
Come si vede nel grafico pubblicato nella pagina a fianco la crescita di clandestini in Europa inizia a partire dal 2012. Fino ad allora i decreti di espulsione emessi dai Paesi europei sono rimasti stabili a quota di 500mila circa l'anno. Il numero delle espulsioni effettive è sempre stato leggermente inferiore, intorno a 400-450mila. Poi, dal 2012 inizia il boom degli sbarchi e gli Stati, Italia compresa, vanno in tilt: mantengono stabile il numero dei decreti di espulsione mentre la marea umana che approda in Europa aumenta in modo incontrollato. Restando stabili anche le espulsioni effettive, nel 2015 il fenomeno va fuori controllo e i clandestini arrivano a quota, appunto, di 2,1 milioni. Si tratta di persone delle quali nessuno sa praticamente nulla se non, forse, il giorno e il luogo dello sbarco e la struttura di accoglienza nella quale sono state ospitate fino al giorno in cui hanno deciso di rendersi irreperibili.
Veniamo al secondo numero. I 2,1 milioni di clandestini sono la conseguenza (anzi, una delle conseguenze) della politica europea sull'immigrazione e, in particolare del rapporto assolutamente opaco che l'Ue ha deciso di intavolare con le Organizzazioni non governative. Se molte di queste, impegnate nel recupero degli immigrati e del loro trasporto sulle coste italiane con delle navi di loro proprietà, non accettano di mostrare nemmeno i loro bilanci, altrettanto, però, l'Europa che le finanzia. Nel 2015 (mancano dati più recenti) l'Ue ha versato alle Ong europee qualcosa come un miliardo e 248 milioni di euro, come mostra il grafico nella pagina qui accanto. Ma è un dato parziale perché i finanziamenti alle Ong provengono da decine e decine di capitoli di spesa dell'Unione e se l'Ue stessa non si decide a un'operazione trasparenza, sapere quanta parte di questi 1,2 miliardi finisce alle Ong che trasportano gli immigrati è impossibile. Quello che si sa è che sono senza dubbio la maggior parte e che a incassare questi soldi sono state 570 organizzazioni che hanno stipulato con i vari uffici europei 1.239 contratti per realizzare altrettanti progetti.
In altre parole: da una parte Bruxelles finanzia organizzazioni non governative per svolgere un compito che dovrebbe essere svolto da lei stessa. Oltre il 93% dei finanziamenti alle Ong, infatti, proviene dal capitolo di spesa chiamato Global Europe il cui budget viene usato per le attività extra Ue, spesso identificate come attività di «buon vicinato» tra le quali è compreso anche il traghettamento dei profughi. Appena 46,74 milioni di euro finiscono alle Ong per realizzare progetti interni ai confini europei come l'assistenza ai poveri, sanità e cultura. Significa che l'Europa ha deciso di appaltare a soggetti terzi una fetta importante della sua politica estera e di sicurezza (ma si può affidare a organizzazioni private non trasparenti la politica di sicurezza esterna di un continente?) sapendo benissimo di non avere l'autorità per imporre agli Stati membri di accogliere l'incredibile onda di immigrati che arrivano proprio in seguito anche ai suoi finanziamenti. Il risultato sono quei 2,1 milioni di persone di cui le autorità statali e comunitarie non sanno nulla e che vagano senza documenti, senza permessi e senza lavoro in giro per il continente.
Le persone sbarcate in Italia tra il primo gennaio e il 26 maggio sono state 60.200 dei quali appena 6.193 ricollocati presso altri Paesi europei che, spesso, frappongono una serie di motivi burocratici per rifiutare l'accoglienza. La maggior parte, 2.299, li ha presi in carico la Germania mentre la Romania, in 5 mesi, ne ha accettati appena 45. L'Ungheria zero. A fronte di questa situazione ciò che finora il governo Gentiloni ha ottenuto è la promessa del commissario europeo all'immigrazione Dimitris Avamopoulos di sbloccare subito 35 milioni a favore dell'Italia per aiutarla a sostenere l'emergenza di questi giorni. Per dare un'idea: considerando che, ufficialmente, le persone sbarcate tra il primo gennaio e il 27 giugno (esclusi quindi i 12.500 sbarchi stimati tra il 28 e il 29 giugno) sono 73.380 e che per ognuno si spendono 35 euro al giorno, con 35 milioni possiamo garantire loro vitto e alloggio per i prossimi 14 giorni. Poi?
fonte http://www.ilgiornale.it/news/cronache/tutti-i-numeri-segreti-sullinvasione-dellitalia-1415400.html
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