Le manovre compiute dagli ultimi governi nel nome della lotta all’evasione e al riciclaggio si ritorcono sul cittadino qualunque.E il cappio si stringe…
Di Marco Cedolin
Stando alle parole di un detto popolare di Andreottiana memoria , “a pensar male degli altri si fa peccato ma spesso ci si indovina” e non occorre l’ausilio di molta fantasia per pensar male di tutta una serie di manovre compiute dagli ultimi governi nel nome della lotta all’evasione e al riciclaggio, che però rischiano di ritorcersi drammaticamente sul cittadino qualunque, piuttosto che non sugli affari di cosche, trafficanti et similia.
Da ormai parecchi anni i cittadini sono stati costretti a depositare i loro (tanti o pochi) averi all’interno del sistema bancario, rendendo di fatto indispensabile il possesso di almeno un conto corrente. Al tempo stesso si è fatta sempre più stringente la battaglia contro l’uso del contante, facendo sì che prelevare il proprio denaro dal conto bancario (soprattutto nel caso di somme un minimo rilevanti) sia diventata una corsa ad ostacoli dai forti accenti kafkiani….
Dall’inizio di luglio, con la scomparsa di Equitalia e la sua sostituzione con Agenzia delle Entrate Riscossione, come voluto da Renzi, il nuovo soggetto potrà pignorare i conti correnti degli italiani senza neppure bisogno di un mandato del giudice, qualora abbiano sulle spalle delle cartelle esattoriali non pagate.
Diventano fuorilegge anche i libretti postali al portatore (quelli che di fatto equivalevano al contante) che dovranno tassativamente venire estinti entro dicembre 2018. Da gennaio 2018 per fare la revisione del l’autovettura e perciò non incorrere nel sequestro della stessa, occorrerà dimostrare di essere in regola con il pagamento di tutti i bolli arretrati.
Italiani costretti ad essere debitori
Insomma a pensar male si ha la sensazione che da un lato lo Stato stia mettendo gli italiani in miseria, deprivandoli della possibilità di conseguire un reddito dignitoso. Dall’altro li costringa a raccogliere i pochi averi residui in strutture all’ interno delle quali si può arrogare il diritto di prelevare coercitivamente.
Il tutto dopo averli costretti ad essere debitori per cifre che non sono in grado di pagare (basti pensare alle rate dell’INPS per un lavoratore autonomo che non riesce a tirare avanti o ad una multa di 800 euro per un precario che non li guadagna in due mesi) e vengono gonfiate all’uopo attraverso interessi da usura.
Il dramma peggiore, sempre a pensar male, è che una volta spolpati fino all’osso questi cittadini evasori, ormai senza fissa dimora e senza un conto in banca, verranno lasciati a dormire sotto i ponti da uno Stato che non prevede alcun sostegno ed ammortizzatore sociale e sta spostando il momento della pensione sempre più avanti nella terza età.
Fonte ilcorrosivo.blogspot.it
http://ilsapereepotere2.blogspot.it/2017/11/il-cappio-si-stringe-ecco-come-lo-stato.html
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