L’articolo di Tino Oldani
Macron e le divisioni scoppiate all’interno della massoneria francese. Ecco un punto di vista interessante per capire la brusca parabola discendente, sia in Francia che in Europa, di Emmanuel Macron.
L’autore è Giulio Sapelli, esperto di geopolitica, una vita trascorsa tra l’insegnamento universitario e l’impresa, oggi ricercatore associato presso la Fondazione Eni Enrico Mattei. Intervistato da Business Insider Italia, mentre Macron è in visita negli Stati Uniti, dove è stato accolto da Donald Trump con tutti gli onori, Sapelli fa il punto su diversi nodi irrisolti della politica mondiale, spaziando dalla Cina alla Brexit, per poi concentrarsi soprattutto sulle questioni europee, riassunte nel titolo: «L’asse Francia-Germania non esiste, e l’Europa sta imbarbarendo a causa del dominio tedesco».
L’analisi più intrigante riguarda la Francia e l’operato di Macron. «È sbagliato dire che in Europa c’è un asse franco-tedesco», sostiene Sapelli. «C’è una dominazione tedesca, a cui e contro cui la Francia, che è il cuore politico dell’Europa, si leva con grandi contraddizioni al suo interno. Il fatto che 24 milioni di francesi non votino, ma votino solo 22 milioni, non significa che c’è la divisione del popolo francese, bensì una profonda divisione nell’establishment».
Di quale divisione si tratti, incalzato dall’intervistatore Edoardo Toffoletto, Sapelli lo spiega partendo da un riferimento personale: «Mi sono abbonato alla newsletter di En Marche! (il partito di Macron; ndr). La cosa che mi ha più interessato è stata che, quando faceva propaganda elettorale, metteva i suoi interventi anche nelle logge del Grande Oriente di Francia, le quali, tuttavia, lo criticavano aspramente per essere troppo un liberale di destra. La massoneria francese è nota per le sue tendenze socialiste: in effetti, il primo maggio, i massoni sfilano dietro Force Ouvrière (terzo sindacato francese) a Parigi. Assieme all’America, la Francia è l’unico paese in cui la massoneria è solidale con il sindacato. Mi sono convinto, quindi, che Macron esprima una parte del potere francese, legata ad altri circuiti massonici più conservatori, come il Rito Scozzese Antico e Accettato, cioè la massoneria inglese legata alla casa reale».
A questo punto non ho potuto fare a meno di andare a rileggere un’intervista rilasciata giusto un anno fa (23 aprile 2017) da Jacques Attali, 74 anni, economista ed ex consigliere di François Mitterrand, che, subito dopo la vittoria al primo turno delle presidenziali francesi del suo allievo politico, disse con orgoglio al Corriere della sera: «Ho scoperto io Macron, e ora vi svelo come governerà». Attali, come gran parte dei politici francesi di primo piano, non ha mai fatto mistero della propria appartenenza massonica. Di lui, si dice che sia un «supermassone oligarchico» di livello internazionale, e Gioele Magaldi, autore di un documentato saggio sulle 36 super logge (Ur-Lodges) a cui sono affiliati numerosi leader politici di livello mondiale, rivela che Attali è affiliato alla superloggia internazionale reazionaria «Three Eyes», fondata da Henry Kissinger, 95 anni, ex segretario di Stato Usa, che ne è tuttora il numero uno.
Politologo bipartisan, dopo avere collaborato con il socialista Mitterrand, Attali ha avuto un ruolo di primo piano nel 2010 anche a fianco dell’allora presidente francese Nicolas Sarkozy, per il quale predispose il rapporto «Liberare l’economia», valendosi della collaborazione di Macron, che allora era un giovane e promettente laureato dell’Ena, la scuola dell’alta burocrazia francese. Un enfant prodige, al quale Attali ha spianato la strada per una carriera folgorante: infatti, quando il socialista François Hollande prese il posto di Sarkozy, una delle sue prime mosse, suggerita da Attali, fu quella di nominare Macron come consigliere economico dell’Eliseo, e poi ministro dell’Economia. Un ruolo pubblico che non ha impedito a Macron di diventare anche un brillante e ricco finanziere dei Rothschild, professione che ha esercitato fino all’elezione a presidente della repubblica il 7 maggio di un anno fa.
Nel suo primo anno di mandato, è mia opinione che Macron abbia cercato di mettere in pratica la linea politica suggerita dal suo mentore, soprattutto in Europa. Ovvero un’inversione di rotta in senso keynesiano e roosveltiano della politica economica Ue, per porre fine al rigore e all’austerity. Fino a scontrarsi con la Germania di Angela Merkel, inflessibile su questi punti. Può stupire che una simile linea gli sia stata suggerita da Attali, che è stato, a suo tempo, tra gli estensori materiali delle regole della moneta unica europea, a cominciare da quelle più ferree, compresa l’impossibilità giuridica della fuoriuscita dall’euro. «Cosa credono, che l’euro l’abbiamo creato per la felicità della plebaglia europea?», diceva allora, da duro massone oligarca.Ma con il tempo, di fronte all’ondata di euroscetticismo che, di elezione in elezione, ha gonfiato le vele dei partiti cosiddetti populisti in vari paesi Ue, anche Attali e una parte di rilievo della massoneria francese hanno cambiato idea, fino a scontrarsi con la Germania. E Hollande, che ne doveva interpretare il mandato e non lo ha fatto, è stato rapidamente accantonato.
Ora il superamento dell’austerità in Europa è diventato una sorta di «hic Rhodus, hic salta» per Macron. Una partita che lo vede in forte difficoltà, di fatto già perdente nel braccio di ferro con la Germania. Gli resta tuttavia il fronte interno, dove si è lanciato in un programma di riforme radicali a 360 gradi (burocrazia, scuola, flessibilità del lavoro, tasse, diritti civili), fino a scontentare interi settori della società, che con scioperi e manifestazioni stanno bloccando la Francia. Non solo. Per Sapelli, anche una parte della massoneria francese è scontenta di Macron: «Come si fa a mettersi contro, come sta facendo lui, al funzionario francese? Ciò non può essere coerente con una visione elitaria del potere qual è quella massonica. I funzionari francesi non sono soltanto l’asse della Repubblica, ma del potere francese». Insomma, un autogol dopo l’altro. Mascherati finora da un attivismo internazionale frenetico (comprese le bombe sulla Siria), blandito dai media. Fino a quando?
(articolo pubblicato su Italia Oggi)
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