“Questa è una crisi difficilissima” e bisogna pensare “all’interesse generale” e mostrare “senso di responsabilità”. Lo ha detto il presidente emerito Giorgio Napolitano: ossia il maestro del putsch che ha portato Monti al governo. “Bisogna tutti avere “senso di responsabilità” e pensare al bene generale dei cittadini, ha ripetuto il presidente della Repubblica in carica Sergio Mattarella. Nella neolingua loro, “responsabilità” significa che stanno esortando con forza il PD a smettere di fare gli offesi e mettersi a reggere il governo dei 5 Stelle. Hanno capito benissimo che è una tigre di carta, che non mette in pericolo “europeismo” e “globalismo”. Il grande vecchio Scalfari è giunto a salutare nel M5S la nuova sinistra, e a invocare lo scioglimento o fusione del PD nella nuova formazione.
Naturalmente, è la”sinistra” come la intendono a Montenapoleone a Milano: la zona 1 degli ultra-ricchi, i ricchi da generazioni, che hanno votato massicciamente PD. In un mare di “azzurro”, l’enclave della zona rossa è quelle degli aviti palazzi di lusso. Stesso fenomeno a Roma: in un mare di giallo, i Parioli sono l’isola PD.
Perché l’altro fenomeno nel voto italiano è questo: è tornato il voto di classe, ossia la propensione a votare un partito secondo la propria classe sociale; però al contrario. Più si è di classe sociale alta, più si vota PD. Più si è ricchi, più si è “de sinistra”.
L’adesione convinta al liberismo globale (e qui al “Più Europa” oligarchico) ha donato alla classe ricca la perdita di ogni “coscienza infelice”. Di più: queste classi che si vantano di essere “trasgressive” e anticonformiste, adesso, hanno formato un gruppo sociale transnazionale privilegiato che “dà estremo valore al conformismo. Hanno i loro codici, le loro regole, i loro status tribali:andare i vacanza in posti precisi, frequentare specifiche scuole, di un certo livello, allevare i figli in un certo modo, vestirsi secondo un codice particolare”, che vantava il periodico femminile di lusso Marie Clairedel 26 maggio 2016.
Ormai i ricchi proclamano senza esitare che i poveri sono diventati “xenofobi”, i disoccupati sono “populisti” e anti-immigrati, gli operai sono “passati a destra”, perché sono “egoisti”; solo loro, in Montenapo, sono rimasi ad alzare il vessillo rosso della solidarietà transnazionale e del più Europa.
Quanto a Napoletano, Scalfari e Mattarella, hanno ben capito che M5S, o Lega Sud, non è un pericolo per la loro classe, che si può e si deve fare il governo con loro, perché il vero pericolo è “l’estrema destra di Salvini”.
Interessante vedere che la Chiesa “di Francesco”; la presunta Chiesa dei “poveri” e delle “periferie”, ha le stesse posizioni dei marpioni di Montenapoleone. “Il Vaticano ora guarda più a Luigi Di Maio che a Matteo Salvini. Il cardinale Parolin: “Educare contro la paura dei migranti”, ha titolato Huffington Post: “Distanze inconciliabili tra la Chiesa e la Lega sull’immigrazione”. Il segrretario Parolin dice: “Importante è riuscire a educare la popolazione a passare da un atteggiamento negativo a un atteggiamento più positivo nei confronti dei migranti”.
Come i ogni totalitarismo di sinistra, la neo-chiesa si propone di “rieducare” il popolo egoista, che vota male. Nelle periferie, guarda caso.
In tutta la campagna elettorale abbiamo visto “vescovi che si scagliavano contro sovranismi e populismi, le Boldrini e Bonino erano ospitate a parlare nelle chiese; vescovi che hanno urlato di sdegno quando Salvini ha tirato fuori il Rosario”. Eppure l’arcivescovo di Chieti Bruno Forte, “de sinistra” papale, ha lamentato il “silenzio assordante della Chiesa”; la CEI a suo dire non si è schierata abbastanza per Più Europa e più PD. Risposta dal blog cattolico Stylum Curiae: “Il silenzio assordante c’è stato durante la legislatura, quando si è parlato di divorzio breve, unioni civili, e DAT. E il collateralismo di cui parla Forte c’è stato nei fatti, ma nei confronti del partito di governo, il PD”.
Anche la Chiesa di Francesco, come i ricchi dei Parioli e Montenapo, ha scoperto che le periferie sono egoiste e vanno rieducate: con più Europa. Ed ecco la prima iniziativa della Santa Sede: “Vhacks è il primo hackaton che si terrà in Vaticano dall’8 all’11 marzo. Oggi inizierà una lunga sessione di sviluppo che coinvolgerà 120 studenti per 36 ore su temi che sono cari alla Chiesa: inclusione sociale, dialogo interreligioso e assistenza ai migranti e rifugiati”.
E’ il nuovo Vangelo, quello che Cristo non conosce , ma che è il verbo dell’ONU e di Soros. Di Mario Monti e della Boldrini, della Bonino e di “Francesco” – la pura e semplice adesione alla globalizzazione più estrema che è l’ideologia dei miliardari nomadi, della società “liberata” sessualmente e cosmopolita perché se lo può permettere.
E’ la politica che “consiste nello scambiare pseudo-diritti civili con (sottratti) diritti sociali” di cui l’editore Riccardo Ruggeri spera sia “arrivata al capolinea”.
Non condivido il suo ottimismo: la lotta è appena cominciata e sarà dura. Pende sull’Italia l’inciucio che trasformerà la tigre di Carta M5S nel nuovo patito della Sinistra globale. Ce lo chiede l’Europa, ce lo chiede il Washington Post. Ce lo chiede El Papa.
El Papa più Pop che abbiamo mai avuto, però non populista. In un altro senso. “I’altra sera in pizzeria sul menù ho trovato la “pizza Papa Francesco”, mi scrive l’amico Borgognone: “Il Papa è diventato un “brand”, come ha fortemente voluto. Al prossimo giro magari si candiderà alle elezioni con la Bonino”.
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