Coronavirus, la fuga di notizie sul decreto. Cnn: “Bozza ricevuta dall’ufficio stampa della Regione Lombardia”. Che smentisce: “Falso”
Il portale web della televisione americana scrive di aver ricevuto la bozza del decreto dall'ufficio stampa del Pirellone. Che però smentisce: "Da parte nostra non è stata fatta alcuna anticipazione". Il documento in versione pdf, però, non è stato diffuso solo dai quotidiani prima di diventare definitivo, ma anche da chat whatsapp e sui social network
di F. Q. | 8 MARZO 2020
Per qualche ora ha creato il caos. Poi la situazione è tornata sotto controllo, nei limiti del possibile. Colpa della fuga di notizie, che ha fatto finire sui principali giornali online – in Italia e nel mondo – la bozza del decreto del governo con le nuove misure per combattere il coronavirus. Secondo il quotidiano online della Cnn, quel documento gli è stato fornito dall’ufficio stampa della Regione Lombardia. Che però smentisce: non è dal Pirellone che è stato “soffiata” alla stampa la bozza del decreto del governo.
La diffusione della bozza – Un provvedimento che contiene norme stringenti e senza precedenti perché vietano l’accesso e l’entrata in Lombardia e in altre quattordici province di quattro Regioni. È per questo motivo che la diffusione della bozza di quel decreto è diventata un caso. A leggere il documento le misure entravano in vigore proprio dall’8 marzo e fino al 3 aprile. Ma alla mezzanotte dell’8 marzo, il premier non l’aveva ancora approvata. Nel frattempo i governatori delle Regioni interessate avevano già esternato i propri malumori, chiedendo al governo di modificare il contenuto del decreto. Mentre la stazione Centrale di Milano era stata presa d’assalto da “fuggitivi” che volevano raggiungere città del Sud prima dell’entrata in vigore delle norme. È per questo motivo che la presidenza del consiglio ha indetto una conferenza stampa intorno all’una di notte, con Conte che è spuntato in sala stampa dopo le due e mezza.
Sala e Zaia: “Vista sui quotidiani prima che in via ufficiale” – Il premier ha spiegato i contenuti del decreto appena firmato, che nella sua versione finale è l’accorpamento di due diversi documenti: uno rivolto alla Lombardia e alle 14 province rosse, un altro per tutto il territorio nazionale. E ha definito la fuga di notizie come un gesto “irresponsabile” e “rischiosa per la sicurezza”. Protestano anche le autorità politiche delle zone interessate. “Milano, piaccia o no, è il cuore del Paese. Stamattina ho ascoltato il Presidente del Consiglio lamentarsi della fuga di notizie. Non va bene, infatti, che il Sindaco e il Prefetto di Milano sappiano di queste norme dai media”, dice il primo cittadino del capoluogo lombardo, Giuseppe Sala. “Di questo decreto abbiamo scoperto prima dalle homepage di alcune testate che vedendolo sulla scrivania. Il decreto in bozza andrebbe secretato e diffuso quando si è deciso come comunicarlo”, attacca il governatore del Veneto, Luca Zaia, tra i più critici delle nuove misure.”L’improvvida uscita nella giornata di ieri di bozze non ufficiali del decreto, annunci prima che il decreto fosse efficace, non aver previsto immediate misure di polizia per rendere effettive le rigide prescrizioni, ha prodotto un’oggettiva spinta all’esodo, dalle zone rosse, verso sud con macchine, treni, autobus e aerei”, scrive su facebook il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris. “Se l’obiettivo era, giustamente, quello di ridurre drasticamente i rischi di contagio, gli effetti purtroppo sono stati ben altri. Nelle zone rosse – continua – si doveva – e si deve – subito prevedere che le persone si muovano solo nei limiti stabiliti dal decreto: comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità, ovvero spostamenti per motivi di salute. Il controllo rigido va fatto a monte. Spetta allo Stato, attraverso i Prefetti, far rispettare i divieti, sanzionati penalmente. Stamattina ho sentito Prefetto e Questore chiedendo, comunque, che anche in città siano predisposte tutte le attività tese ad impedire l’elusione del decreto a tutela della salute della nostra comunità”.
Cnn: “Avuta da Regione Lombardia” – Ma chi è stato dunque a diffondere le bozze del decreto prima che diventassero definitive? Il primo giornale a dare la notizia del blocco della Lombardia e di altre 14 regioni è stato il Corriere.it con un articolo a firma di Fiorenza Sarzanini. Inviata di punta del quotidiano di via Solferino, Sarzanini lavora a Roma ed è esperta di questioni legate alla sicurezza. Qualche minuto dopo il Corriere.it, la notizia del contenuto del decreto – questa volta senza fima – è stata pubblicata anche dagli altri principali quotidiani online, quindi è stata la volta delle agenzie di stampa, e dei quotidiani internazionali. Il sito della Cnn riportando la notizia scrive di averla ricevuta “dall’ufficio stampa della Regione Lombardia“. Poi, in un secondo momento, ha aggiunto “also“, spiegando cioè di averla avuta “anche dall’ufficio stampa della Regione Lombardia“.
La smentita – Tra gli altri se ne è accorto il deputato del Pd Andrea Romano, che su twitter si chiede: “Solo per capire: ma qui la Cnn scrive di aver ricevuto la bozza del decreto governativo ‘dall’ufficio stampa della Regione Lombardia’. Ma davvero mentre il Governo lavorava con le Regioni sui dettagli del provvedimento lo staff del Presidente Fontana diffondeva bozze?”. I diretti interessati, però, smentiscono. “L’Ufficio stampa della Regione Lombardia ha appreso i contenuti della bozza del Dpcm dell’8 marzo dai principali quotidiani online. Pertanto, da parte nostra, non è stata fatta alcuna anticipazione. Sono quindi del tutto infondate le ricostruzioni giornalistiche di un broadcaster internazionale a cui stata chiesta immediata rettifica”, si legge in una nota dell’ufficio stampa del Pirellone.
Il pdf virale – Resta il mistero dunque: chi ha diffuso quelle bozze, rischiando di scatenare il panico nella notte, come in parte è avvenuto? Secondo quanto risulta al fattoquotidiano.itì il decreto in versione pdf ha iniziato a circolare in serata anche su circuiti diversi da quelli di giornalisti, politici e addetti ai lavori. Mentre la notizia veniva pubblicata in apertura sui principali quotidiani online, il documento ha cominciato a girare su chat di whatsapp e sui social network, diventando praticamente virale. E non erano i link degli articoli dei quotidiani online a circolare, ma proprio la versione in pdf del decreto. C’era dunque la volontà di diffonderlo il più possibile prima che diventasse ufficiale.
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