martedì 17 marzo 2020

Stop Mes
































🔴Con vero piacere pubblico un articolo di approfondimento al MES del Dr. Commercialista Pierluigi Antenucci, ben argomentato e ricco di approfondimenti. 
La riforma del MES, o meglio il  "Meccanismo Salva Banche Tedesche", non deve essere firmata. Il MES  deve essere solo ABOLITO, come vanno stracciati tutti gli altri trattati europei. Questa  cosa deve essere chiara a tutti NO AL MES. 
ORA ABBIAMO COSE PIÙ IMPORTANTI A CUI PENSARE. 
DOBBIAMO RIPRENDERCI IL  SACROSANTO DIRITTO DI STAMPARCI LA NOSTRA MONETA PER MONETIZZARE TUTTA LA NOSTRA ECONOMIA REALE. 


🔵Articolo  del Dr. Commercialista 
     Pierluigi R. Antenucci

Il MES - Meccanismo Europeo di Stabilità - o ESM - European Stability Mechanism - si configura fondamentalmente come un ente finanziatore per gli Stati; esso opera con moneta già in circolazione (non di nuova emissione) che gli Stati stessi versano al fondo a titolo di partecipazione al capitale; questa medesima moneta verrà poi prestata dal MES agli Stati stessi a interesse in caso di difficoltà finanziaria.

Il meccanismo operativo del fondo è volto evidentemente ed essenzialmente a stritolare finanziariamente e condizionare politicamente gli Stati per conto della Troika provocandone ineluttabilmente l’inconsapevole e progressiva cessione di sovranità.
Con ogni probabilità è nato anche per rastrellare dagli Stati ingenti quantità di denaro in circolazione in maniera più rapida, potenzialmente anche indebitandosi a sua volta e/o generando perdite; la copertura della parte di eventuali perdite eccedente le riserve e il capitale proprio del fondo, infatti, può essere richiesta agli Stati partecipanti che saranno obbligati ad adempiere entro stretti termini.


Il suo personale ad ogni livello gode di immunità di giurisdizione per gli atti compiuti nell’esercizio delle proprie funzioni.
Lo stesso personale gode altresì dell’inviolabilità in relazione a tutti i propri atti e documenti. 
I beni dell’ente sono immuni da ogni forma di giurisdizione.
Gli archivi e i locali sono inviolabili.
I redditi del MES, prodotti con i fondi versati dagli Stati, sono esenti da qualsiasi imposta.

Il fondo richiede il versamento del nostro denaro (per ora “solo” 125 mld di euro circa) per poi riprestarcelo “in caso di necessità” (uno stato di necessità che, proprio per l’entità delle somme da conferire, diverrebbe molto più probabile).
Tutti i membri del MES si impegnano incondizionatamente e irrevocabilmente, con la sottoscrizione del Fondo, a versare il capitale richiesto entro sette giorni dal ricevimento della richiesta.

La successiva erogazione del prestito, praticamente con denaro del medesimo Stato richiedente assistenza, sarà gravata di interessi e subordinata a rigorose condizionalità politiche e macroeconomiche, di conseguenza anche sociali, da adottarsi da parte dei governi, ivi compresa, con le ultime modifiche, la ristrutturazione del debito che consiste nella falcidia, da parte dello Stato, del debito contratto nei confronti dei detentori di Titoli del debito pubblico: in altre parole i possessori di Titoli di Stato rischiano, alla scadenza, di prendere indietro cifre consistentemente inferiori rispetto alla somma pagata all’atto dell’acquisto; un’altra specie dell’assurdità identificata sotto il nome di bail-in (termine inglese che si può tradurre in italiano “salvataggio interno” e che più semplicemente consiste, in caso di difficoltà finanziarie o fallimento di una banca, nel prelievo forzoso dei depositi dei risparmiatori per ricoprire le perdite della banca stessa che si trova in difficoltà). Ulteriori conseguenze di tale vincolo saranno, da una parte, l’esponenzialmente accresciuta difficoltà dello Stato di acquistare moneta, di piazzare, quindi, i titoli del debito pubblico per finanziarsi, dall’altra, il consequenziale innalzamento dello spread.

L’assistenza finanziaria da parte del MES avviene o per mezzo di prestiti o per mezzo di acquisto di titoli del debito pubblico sul mercato primario. 
Sono dunque prestiti effettuati con denaro gravato di più che doppio debito per lo Stato in quanto: 
- tale denaro viene prima preso in prestito (rectius acquistato) dalla banca centrale, con l’intermediazione di alcune banche commerciali autorizzate, gravato dunque del debito nei confronti dell’istituto di emissione che lo “presta” dopo averlo emesso dal nulla;
- poi viene conferito al MES, cosicché lo Stato se ne priva e al tempo stesso ne resta debitore nei confronti del sistema bancario che glielo ha prestato;
- successivamente, al momento del ricevimento dell’assistenza finanziaria da parte del fondo, lo stesso denaro viene gravato dell’ulteriore debito nei confronti del MES che lo rigira, prestandolo, agli Stati.
La somma erogata dal MES consiste dunque in un prestito gravato da un più che duplice debito a carico dello Stato che lo riceve; un debito che equivale al 200% del capitale oltre agli interessi, verso il sistema bancario all’atto dell’emissione e verso il MES al momento del ricevimento dell’assistenza.
Se la vera ragione della sua costituzione fosse stata quella di salvare gli Stati prestando denaro, in luogo della più che duplice usura, sarebbe stata sufficiente una piccola e molto più semplice modifica alle previste modalità di acquisto del debito pubblico, permettendo alla BCE (che ora non può tecnicamente acquistare, con il suo denaro creato dal nulla, titoli del debito pubblico in maniera diretta) la possibilità di acquisto dei titoli direttamente sul mercato primario, emettendo e prestando qualsiasi somma dovesse essere necessaria; come ebbe ad affermare Draghi “whatever it takes” o “tecnicamente la Bce non puó finire il denaro” come è ovvio che sia, considerato che lo crea dal nulla senza alcun limite esistente se non le decisioni di politica monetaria ritenute opportune dai vertici della banca centrale.
In tale maniera aumenterebbe la quantità di moneta in circolazione con conseguente evidente ripresa dell’economia, anche se effimera e di breve termine a causa della palesemente ingiusta e illegittima modalità di emissione “a debito” della moneta. Una modalità di emissione che, sebbene non sia statuito e previsto da alcuna legge o trattato che l’euro sia proprietà della BCE, in pratica consente a questa di agire come se fosse realmente proprietaria della moneta che emette, considerato che l’atto del prestare è prerogativa esclusiva del proprietario. Una modalità di emissione incomprensibile e dannosa, poiché, inevitabilmente e in breve tempo, provocherebbe di nuovo la rarefazione della base monetaria in incostanza di Quantitative Easing continuo, che, tuttavia, a sua volta, provocherebbe un aumento continuo dell’indebitamento dello Stato ricevente la moneta.

In Grecia si è arrivati ad una quota dell’80% del debito pubblico in mano a MES e BCE. In Italia, per ora, il 40% è detenuto dalla banca centrale, mentre la restante quota è nelle mani dei mercati composti per lo più dalle banche commerciali. 
Con l’istituzione del MES, si vuole conseguire l’obiettivo del possesso maggioritario dei titoli di Stato da parte di MES e BCE in modo da poter la Troika determinare a proprio piacimento la politica del paese beneficiario del prestito ricevuto con il suo stesso denaro, forzando la mano con pressioni e coercizioni del genere dello spread o mancati o ridotti acquisti di titoli in caso di non gradimento di indirizzo politico. 
Tale affermazione trova conforto anche nel Decreto n. 96717 del 7 dicembre 2012, con cui il Ministero dell’Economia e delle Finanze del governo Monti, governo in odore di incostituzionalità, ha stabilito che, a decorrere dal 1° gennaio 2013, tutte le nuove emissioni di Buoni del Tesoro Poliennali (BTP) di ogni specie, di Certificati di Credito del Tesoro (CCT) di ogni specie, e ogni eventuale futura emissione di titoli di Stato con scadenza superiore ad un anno, di tipologia o con caratteristiche differenti da quelle sopra richiamate, è soggetta alle Clausole di Azione Collettiva. 
L’introduzione delle Clausole di Azione Collettiva è stata resa obbligatoria per l’Italia a seguito della firma apposta il 2 febbraio 2012 sempre da Monti al Trattato che istituisce il Meccanismo Europeo di Stabilità, firma poi ratificata dal Parlamento Italiano il 19 luglio dello stesso anno.
Le clausole di azione collettiva consentono ad una maggioranza qualificata di investitori di modificare i termini e le condizioni di pagamento di un titolo, anche tagliandone il valore, in maniera giuridicamente vincolante per tutti i detentori del titolo stesso.
Una volta acquisita dal MES la maggioranza qualificata dei titoli di Stato, il fondo, unitamente alla BCE, ben potranno stabilire il destino dei titoli del debito pubblico detenuti dai cittadini, come sopra spiegato, determinandone la perdita dell’importo corrispondente anche in linea capitale, provocando l’allontanamento degli investitori dall’acquisto dei titoli di Stato e costringendo così quest’ultimo a rivolgersi al MES per la stretta finale.

Risulta lecito a questo punto affermare che lo strumento MES ben potrebbe essere utilizzato come mezzo per legalizzare i golpe di Stato.

Attraverso il sapiente uso dei meccanismi della moneta debito la Troika si prepara a stritolare sempre più i singoli Stati ed i loro popoli, annullandone il diritto di autodeterminazione, con il cappio dell’usura maxima, in questo caso più che raddoppiata.

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