mercoledì 4 maggio 2016

Greenpeace: Trattato libero scambio Usa-Ue , molti punti critici

E’ già stato ribattezzato "Ttip leaks", la pubblicazione di 13 dei 17 capitoli dei negoziati del Trattato di libero scambio tra Unione Europea e Stati Uniti (Ttip) di cui è venuta in possesso Greenpeace Olanda. Una fuga di docu

menti riservati da cui emergerebbe la pressione degli Stati Uniti sull’Unione Europea su un abbassamento di tutele in tema di difesa dell’ambiente, della salute e dei diritti dei cittadini. Valentina Onori ha sentito Giuseppe Onufrio, direttore di Greenpeace Italia: 

R. – Finalmente i testi sono accessibili ai comuni mortali. Fino ad ora era difficile anche per i parlamentari europei, che poi dovrebbero votare questo testo in parlamento, accedere ai documenti.

D. – Quali sono gli aspetti più caldi, più controversi di questa documentazione?

R. – Sono critici per vari aspetti, soprattutto legati all’ambiente e alla salute. Tutta la normativa europea è basata sul principio di precauzione, un principio che è iscritto nel Trattato dell’Unione e cioè che qualunque nuova sostanza o prodotto che va in commercio deve prima dimostrare di non essere nocivo. Negli Stati Uniti, invece, vige il principio opposto, cioè che tutto si può commerciare e soltanto quando l’autorità pubblica dimostra che quella sostanza è nociva al 100% questo viene proibito o limitato. Noi abbiamo visto, soprattutto in campo agricolo per pesticidi, chimica e clima un approccio completamente diverso nel Trattato. L’altro aspetto riguarda il tipo di sistema giuridico che verrebbe esteso a tutta una serie di argomenti per quanto riguarda le controversie tra gli investitori e gli Stati, quindi se una multinazionale ritiene di essere stata danneggiata da una decisione che le istituzioni pubbliche hanno preso, può far causa allo Stato. Queste cose hanno avuto un dibattito, fino ad ora, privo dei testi. Grazie a Greenpeace Olanda, che li ha resi noti, oggi almeno possiamo vedere quali sono le posizioni americane e quelle europee. Quello che ci preoccupa è che, mentre nelle parentesi quadre che riguardano gli Stati Uniti si vedono tutte le pressioni che il Paese fa per allentare certi vincoli che loro ritengono barriere non doganali, non tariffarie al commercio (le parentesi quadre in un testo negoziale sono le posizioni di una parte, non sono un testo condiviso), in nessuna parte di queste 248 pagine i negoziatori europei fanno presente che esiste un principio che è quello di precauzione il quale impedisce di fare certe cose. Se il trattato mettesse assieme la parte migliore della normativa americana sull’ambiente e sulla salute e la parte migliore della normativa a tutela dell’ambiente e della salute che c’è in Europa le cose per noi andrebbero bene. Quindi, non siamo contrari al fatto che ci sia un trattato di libero scambio, siamo contrari al fatto che per far posto al libero scambio si debbano ridurre le tutele.

D. – Quanto sono attendibili questi documenti?

R. – Questi documenti sono stati fatti vedere a gruppi di giornalisti di indagine tra i più importanti in Germania legati al Süddeutsche Zeitung che li ha pubblicati in anteprima. Sono stati analizzati a lungo prima di essere rilasciati, perché ovviamente si tratta di testi che sono entrati nell’ultimo round che si è svolto ad aprile, quindi sono i testi in entrata e non in uscita. Abbiamo pubblicato 13 capitoli su 17 di testo consolidato – il Trattato previsto dovrebbe contare 25 se non 30 articoli. Aspettiamo che la Commissione europea pubblichi tutto e soprattutto consenta ai cittadini e ai parlamentari di partecipare ad un dibattito, perché il rischio è che altrimenti questi documenti dalle stanze segrete passino come un tutt’uno in parlamento – quindi prendere o lasciare – e nessuno ha visto nulla prima.

D. – Che impatto concreto sperate abbia sui negoziati?

R. – Noi speriamo che questo testo venga abbandonato.

Fonte Radio Vaticana - Marilina Lince Grassi



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