giovedì 7 luglio 2016

Ferdinando Imposimato : DICIAMO NO ALLA RIFORMA LIBERTICIDA DEL SENATO





DICIAMO NO ALLA RIFORMA LIBERTICIDA DEL SENATO.







Il potere del premier dopo la doppia riforma Italicum e Senato sarà quello di un dittatore bianco, che non avrà usato violenza fisica, ma violenza alla Costitutuzione che prescrive voto libero , eguale e personale (art 48).Il premier rassicura i cittadini che riforma costituzionale non rafforza il premier , che lo scioglimento della Camera rimane al Capo dello Stato, aumenta il potere di opposizione e cittadini. Il premier non potrà nominare e revocare i ministri. Non c'è- dice- un uomo solo al comando.




Ma così non è; la riforma conferisce poteri enormi al premier . Un singolo partito vincente, con una “maggiore minoranza”del 25%, avrà 340 seggi su 630 , cioè la maggioranza assoluta, alla Camera dei deputati, la sola che potrà legiferare sui diritti sociali fondamentali: lavoro dignitoso, istruzione, giustizia, salute, ambiente, pensioni, reddito sociale, informazione, sicurezza.




Ma sarà possibile al premier imbottire l'assemblea di vassalli ? Si, specie se egli è anche segretario del partito, come lo è .




Ci sono 100 collegi plurinominali con liste bloccate . In ciascun collegio i partiti presentano una lista di pochi nomi: collegi piccoli, liste corte che servono a fare conoscere i candidati e favorire la scelta da parte degli elettori. Ma servono anche a determinare gli esiti elettorali: il premier. Dai collegi dovranno uscire i 340 nomi, garantiti dall'abnorme premio di maggioranza, al partito vincente. Ricordiamo che i capilista sono votati con la lista.




Per concludere diciamo che il premier vedrà eletti i primi cento parlamentari portaborse , tutte persone di sua fiducia e di sua scelta, che saranno elette di sicuro.




Essendo pochi i candidati della lista della Camera, una accurata formazione della lista consentirà al premier di mettere in ciascun collegio un paio di candidati a lui fedeli , forti e capaci di attrarre le preferenze. La lista sarà completata da candidati riempitivi che non risulteranno vincenti; il commerciante , l'imprenditore , il mediatore. I candidati forti potranno essere inseriti in dieci collegi contemporaneamente. Sicchè voto Tizio e mi ritrovo Caio




Il leader del partito di maggioranza che è anche segretario del partito , potrà decidere non solo i capilista, ma anche i secondi e terzi candidati . In tal modo il premier potrà assicurarsi la fedeltà di almeno il 90% dei candidati. Il leader, invocando la disciplina di gruppo,vincerà ogni dissenso .In questo modo il leader potrà scegliere il Presidente dell'assemblea, i presidenti di commissione, e dirigere la conferenza dei capi gruppo e l'ufficio di presidenza della Camera dei deputati.




Non solo, il premier può decidere , dominando la Camera dei Deputati, la elezione degli organi di garanzia a partire dai membri laici del CSM e dei giudici della Corte Costituzionale, oltre che del Presidente della Repubblica. Tutto questo con una minoranza che diventa maggioranza illegittima.




Ed è vero che il Capo dello Stato nomina il premier , ma il capo dello Stato è di fatto vincolato a scegliere la persona, voluta dal premier e sostenuta dai 340 deputati asserviti . Nessun altro otterrebbe la fiducia. Ed è vero che il primo ministro non può sciogliere anticipatamente la camera, ma può sabotare il suo funzionamento costringendo il Capo dello Stato a sciogliere la Camera per via di una crisi di Governo che non si risolva con una maggioranza alternativa a quella controllata dal premier.




Appare evidente che il premier verrà ad avere un potere personale abnorme, che verrà rafforzato dalla riforma del Senato




La riforma del Senato. Una volta sottomessa la camera con l'Italicum, bisognava neutralizzare il Senato ultilizzando la minoranza divenuta maggioranza illegittima grazie al porecellum.La Costituzione repubblicana del 1948 fu approvata dal 95% del Parlamento, Democrazia Cristiana ,Partito Comunista Italiano, Partito Repubblicano Italiano, Giustizia Libertà, Partito Liberale Italiano e Partito Monarchico .




In questo modo, il partito di maggioranza relativa, col solo il 25-30% dei voti al primo turno, o anche meno, si garantisce il 55% dei seggi al secondo turno.




Poteva il Parlamento residuato dalla sentenza della Consulta, varare una legge elettorale e una riforma costituzionale? La risposta è che il Parlamento, secondo la Consulta, poteva approvare una nuova legge elettorale ,ma senza gli stessi difetti della Calderoli. Non poteva fare una riforma costituzionale di tale portata , che sconvolge l'aequilibrio dei poteri.




La Consulta, con sentenza n 1 del 2014, ha riconosciuto <<il principio di continuità dello stato >> Ma ha anche affermato che grazie alla legge Calderoli, <<alla totalità dei parlamentari eletti, senza alcuna eccezione, manca il sostegno della indicazione personale dei cittadini, che ferisce la logica della rappresentanza consegnata nella Costituzione agli'art 1 e 48. Le condizioni stabilite dalle norme censurate sono viceversa tali da alterare per l'intero complesso dei parlamentari il rapporto di rappresentanza tra elettori ed eletti. Anzi, impedendo che esso si costituisca correttamente e direttamente , coartano la libertà di scelta degli elettori nella elezione dei propri rappresentanti in Parlamento, che costituisce una delle principali espressioni della sovranità popolare, e pertanto contraddicono il principio democratico, incidendo sulla stessa libertà del voto (art 48 Cost)>>(sentenza 16 1978).




La Consulta osserva <<La normativa che resta in vigore per effetto della dichiarata illegittimità costituzionale delle disposizioni oggetto delle questioni sollevate dalla Corte di Cassazione è complessivamente idonea a garantire il rinnovo, in ogni momento, dell'organo costituzionale elettivo>>, il Parlamento, così come richiesto dalla costante giurisprudenza di questa Corte. Le leggi elettorali sono infatti “costituzionalmente necessarie”, in quanto << indispensabili per assicurare il funzionamento e la continuità degli organi costituzionali>>. La riforma del Senato non era costituzionalmente necessaria, anzi è una grave forzatura In queste condizioni di perdurante illegittimità della maggioranza , non sarebbe stata possibile, perché in contrasto con la regolare formazione del Parlamento una riforma costituzionale fondamentale, come quella varata , che non è frutto della volontà della maggioranza dei cittadini espressa attraverso il voto libero e personale .




Una volta concentrato il potere legislativo nella Camera dei deputati, controllata dal premier, si è proceduto illegittimamente alla neutralizzazione del Senato , sottraendogli il potere di legiferare nelle materie dei diritti fondamentali- lavoro, scuola, salute, giustizia, ambiente, mentre gli è stato lasciato nelle materie di riforma costituzionale e di legislazione elettorale e in materia di politiche europee, ineleggibilità e incompatibilità.




Emerge evidente che la riforma del Senato con la riduzione dei parlamentari non mira al risparmio delle risorse pubbliche, come sostengono i riformatori, ma sia funzionale, assieme all'Italicum, all'accentramento di enormi poteri in testa al Premeir e al controllo del Consiglio Superiore della Magistratura , della Consulta e delle varie magistrature. E si è lasciata in vita composizione di 100 senatori per assicurare loro la immunità.




Analogie con passate riforme liberticide denunziate da Piero Calamandrei.Violando clamorosamente l'art 48 della Costituzione, la maggioranza illegittima, attraverso l' Italicum, che riproduce gli stessi vizi del Porcellum, per dirla con Calamandrei , dimostra di volere,<<continuare per omnia saecula a rimanere maggioranza>> ( Calamandrei incoscienza costituzionale il Ponte vol II p 109) anche quando non lo è più. Calamandrei aggiunge , evocando la riforma elettorale fascista : << Il programma fu enunciato 30 anni fa ( 1932 era fascista), si riassunse fin da allora in un motto: “durare”. E' stato detto che la schiettezza di una democrazia è data dalla lealtà con cui il partito che è al potere è disposto a lasciarlo: la lealtà del gioco democratico è soprattutto “saper perdere”. Ma la democrazia diventa una vuota parola quando il partito che si è servito dei metodi democratici per salire al potere è disposto a violarli pur di rimanervi>>. Il che può farsi senza bisogno di mettere fuori leggi gli oppositori , con qualche ben studiata revisione costituzionale od anche semplicemente con qualche trucco elettorale che permetta al partito al potere di rimanerci anche quando nel Paese sia diventato minoiranza>>. Come è adesso il PD




Calamandrei conclude citando don Sturzo << le leggi costituzionali son leggi di per sé perpetue . I cambiamenti, anche costituzionali, devono avvenire per esigenze obiettive maturate dopo la formazione e la esperienza della legge stessa >>. Fa pena sentire autorevoli parlamentari della maggioranza parlare con si scarso senso di responsabilità della opportunità di rivedere la Costituzione per comodità del loro partito>>




Ma qui la cosa è molto più grave : il partito democratico ( PD) si è servito di una legge approvata dal centro destra che era maggioranza illegittima secondo la Consulta; legge sostituita da italicum con gli stessi vizi di quella illegittima , approvata con voto di fiducia per consentire gli stessi abusi della precedente. Legge che fa comodo al partito democratico e al suo leader. Ma oggi potrebbe fare comodo a chi ha la maggioranza nel Paese, il M5S, che invece si batte per bocciare la riforma, dicendo No alla Costituzione. E' l'eterogenesi dei fini.






Marilina Lince Grassi













Fonte : Ferdinando Imposimato prof. Facebook


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