lunedì 5 ottobre 2015

Allarme, siti naturali Unesco a rischio per la ricerca di petrolio, gas e minerali



Il nuovo rapporto del WWF sulla situazione dei siti naturali Patrimonio dell’umanità riporta una situazione allarmante: ben il 31% di tali siti protetti è minacciato dalle esplorazioni per la ricerca di petrolio, gas e minerali. Si tratta di 70 siti su 229 totali, di differente tipologia, ricomprendenti barriere coralline, parchi nazionali e riserve naturalistiche. Il dato più allarmante riguarda la crescita: un 7% in più rispetto al 24% rilevato lo scorso anno.

La percentuale riportata è la risultante di una media dei vari dati raccolti nei cinque continenti, scorporando la quale si scopre che Europa e Nord America garantiscono una maggiore protezione, con appena il 7% di rischio, mentre la situazione peggiore si ha in Africa, dove si sale addirittura al 61%. Viene da chiedersi come ciò possa accadere, considerato che l’Unesco, organismo preposto alla salvaguardia di questi siti, inclusi nella propria lista di patrimoni dell’umanità, è un organismo dell’ONU e dunque sovranazionale.


I siti in questione sono sparsi in tutto il mondo, ma coprono appena meno dell’1% della superficie del Pianeta e hanno un valore eccezionale in termini di specie e paesaggi. Il rischio cui sono esposti riguarda i danni irreparabili che porterebbe un loro sfruttamento in termini di biodiversità e di sopravvivenza delle specie animali più rare del Pianeta, come i gorilla di montagna e gli elefanti africani, i leopardi delle nevi, i cetacei e le tartarughe marine. Non solo, il rischio riguarda anche le popolazioni che sono dipendenti da questi luoghi per la sussistenza. In più, se questi siti e i loro ecosistemi rimanessero intatti, sottolinea il WWF, sarebbero preservate aree uniche che garantirebbero importanti benefici a lungo termine, legati al turismo, alla creazione di posti di lavoro e alla promozione e diffusione di cultura.



Vale veramente la pena di rischiare un tale raro patrimonio per cercare, oltretutto senza alcuna garanzia di successo, risorse energetiche, comunque destinate ad esaurimento? Volendo fare un bilancio tra i rischi, reali, e i benefici, potenziali, da quale parte penderebbe l’ago?


Fonte Impronta Unika


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