di Stefano Davidson
Un contadino proprietario di un bell'orto decide di farlo gestire a suo figlio. Questo comincia a scavare, a provare a costruirci sopra, riempie il terreno di rifiuti (anche tossici), si mangia i pochi frutti nati dalle piante, toglie la recinzione, permette a cinghiali e quant'altro di entrare a mangiare anche le radici delle povere piante messe lì dal babbo anni e anni prima.
Nel frattempo il babbo ha fatto un altro figlio, che è cresciuto e pare pronto per lavorare e, visto che nemmeno il contadinello toscano di montagna messo lì dal figlio maggiore ha risolto nulla, anzi ha peggiorato la situazione di brutto, il genitore caccia il contadinello e il fratello maggiore dall'orto devastato e lo affida al ragazzino che pare volenteroso.
Questo non ha ancora cominciato a spalare la merda lasciata dal suo incapace e dannoso fratellone che questo lo comincia ad insultare gridando al babbo che non è in grado di fare niente e che il terreno lo rivuole lui.
Il babbo quindi dopo strepiti, pianti isterici, sabotaggi al lavoro del fratellino e addirittura furti nel suo portafoglio, alla faccia della Montessori e di Rousseau, tira uno sganassone al figlio maggiore e lo caccia di casa.
Chissà se qualche "fratellone" oggi è in grado di comprendere le metafore?
Stefano Davidson
Nessun commento:
Posta un commento