lunedì 4 gennaio 2016

La morte di un donna con in grembo il figlio deve interrogare la politica

Sono giorni difficili per il nostro paese. Cinque donne hanno perso la vita mentre erano in attesa: il tutto è successo nei giorni segnati dalle festività natalizie, ovvero tra il 25 ed il 31 dicembre 2015. Un'Italia che non cresce demograficamente, che non da risposte alla domanda di tanti giovani che desiderano 'fare famiglia' ma non trovano le condizioni economiche e sociali per poterla mettere in piedi, preferisce non guardare il dramma di queste cinque madri.
Perché è più comodo aggrapparsi a dati statistici europei che nulla dicono della gravità di queste morti: non si possono giustificare queste tragedie, perché di tali si tratta, dietro al paravento dei dati medi europei di decessi per parto (statistiche entro le quali l'Italia rientrerebbe nella media Ue). Oltre ad accertare le cause precise che hanno portato alla morte le donne occorre che la politica prima di tutto si pieghi umilmente davanti al dolore delle famiglie di Anna Masignan, Angela Nesta, Marta Lazzarin, Giovanna Lazzari e la giovane ventitreenne di Foggia. Occorre avere il coraggio di abbracciare uno per uno i loro familiari e prendere un impegno serio e deciso: che in Italia mettere al mondo un figlio non può essere un pericolo per la vita stessa del genitore, ma un bene non solo per chi lo porta in grembo per nove mesi ma per la comunità intera.
Occorre creare un clima di fiducia verso il sistema sanitario nazionale capace di far vivere con serenità gli attimi più importanti della gravidanza.
Purtroppo la maggior parte della politica si è letteralmente rintanata sull'accertamento delle responsabilità: corretto ma non sufficiente.
Questi lutti devono essere l'occasione grazie alla quale la politica comincia a rimettere al centro il tema della crescita demografica come priorità per lo sviluppo del paese.
Più figli significa più benessere, più fiducia nel futuro, più voglia di investire e più crescita per tutti.
Più che di leggi sulle cosiddette unioni civili il paese ha una disperata necessità di politiche a favore delle nascite: io, noi ci batteremo in tal senso.

Occorre predisporre un protocollo per i nuovi nati italiani: perché nascere sia un bene, una priorità e chi se ne assume la scelta e la responsabilità lo possa vivere in serenità e accompagnato da un sistema sanitario pronto e capace.


di Mirko de Carli












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