DI F.WILLIAM ENGDAHL
In una storia di corruzione a Bruxelles, quasi troppo grossolana per essere vera, la Commissione dell’Unione Europea è pronta ad approvare l’autorizzazione di utilizzare un elemento chimico provato cancerogeno, il glifosato, nonostante gli avvertimenti dell’organizzazione mondiale della sanità e da numerosi scienziati indipendenti che ne segnalano la tossicità per animali ed esseri umani. Soltanto sostenute proteste hanno costretto la UE a procrastinare a sorpresa la data prevista delle votazioni per la ri-approvazione.
Il Commissario UE alla Salute e alla sicurezza alimentare, Vytenis Andriukaitis ha procrastinato la conferma dell’autorizzazione del glifosato questo mese, non per una coraggiosa risposta morale contro il corrotto gruppo della commissione UE per la sicurezza alimentare (EFSA) ed a favore di rinnovare l’autorizzazione all’impiego per il diserbante più usato al mondo, il glifosato. Il commissario è comunque prontissimo a concedere l’autorizzazione, nonostante il fatto che il comitato scientifico dell’Organizzazione mondiale della sanità nel 2015 ha catalogato il glifosato come probabile cancerogeno per animali ed esseri umani. Il commissario ha procrastinato la votazione soltanto perché quattro tra gli stati membri UE, a sorpresa, si sono rifiutati di approvare il rinnovo. Adesso Andriukaitis e il cartello dei diserbanti OGM stanno confabulando per trovare un modo alternativo di fare approvare il rinnovo nel silenzio.
Il glifosato è un composto chimico altamente tossico che è l’ingrediente principale del diserbante Roundup della Monsanto, diserbante più usato al mondo. In diverse combinazioni il glifosato è comunque venduto da quasi ogni compagnia agrochimica al mondo tra cui BASF, Syngenta, Dow Chemical, DuPont e la Cinese Zhejiang Wynca Chemical.
Inizialmente concepito in forma coadiuvata da altri componenti chimici ultra-tossici dal chimico della Monsanto John Franz negli anni ’70, diventò rapidamente il diserbante più usato negli USA e nei paesi UE. Oggi il glifosato è usato in combinazione con piante OGM concepite per essere resistenti al glifosato come le “Roundup ready” della Monsanto (soia o mais glifosato-resistenti). Tutte le piante OGM della Monsanto, da contratto, devono usare il diserbante a base di glifosato roundup. Il problema con il rinnovare l’autorizzazione alla commercializzazione e all’uso dei prodotti a base di glifosato è che nel 2015 l’agenzia internazionale della ricerca sul cancro (IARC) dell’organizzazione mondiale della sanità ha classificato il glifosato come “probabile cancerogeno per gli esseri umani” basandosi su studi epidemiologici, in vitro e test su animali.
La IARC ha condotto una estesa revisione indipendente di tutte le prove disponibili pubblicamente che legano il glifosato al rischio di cancro. La IARC è qualificata a condurre tale revisione, svolge la funzione da quarant’anni a questa parte per conto dell’organizzazione mondiale della sanità. Ha valutato centinaia di composti chimici e dè considerata come organismo autorevole in materia dai governi di tutto il mondo. Esperti non legati al mondo dell’industria ne confermano integrità e credibilità scientifica.
Sempre più prove dell’alta tossicità del glifosato in combinazione con altri composti chimici coadiuvanti vengono alla luce, l’attenzione delle organizzazioni ambientali e sanitarie rispetto al pericolo di un eventuale rinnovo per 15 anni dell’autorizzazione è molto intensa.
Se la UE rifiutasse la licenza al glifosato scaglierebbe un colpo mortale al diserbante più usato al mondo, come alla Monsanto e all’industria globale degli OGM. Non è solo profitto privato, è geopolitica. Secondo voi chi è che non risparmia colpi per ottenere il rinnovo a Bruxelles?
ECPA
Certamente pochi tra i lettori avranno sentito parlare della ECPA (European crop protection association, associazione per la protezione delle piantagioni). Il suo sito web dichiara che “rappresenta gli interessi dell’industria della protezione delle piantagioni a livello Europeo. Tra i nostri membri vi sono tutte le maggiori industrie e associazioni nazionali Europee. Miriamo a rappresentare tutti coloro che hanno un interesse nella protezione delle piantagioni per condividere conoscenze e impare uno dall’altro. Insieme possiamo risolvere i problemi nel competitivo quadro Europeo”. “Protezione delle piantagione” suona come qualcosa di buono. Non lo è.
Stringendo, la dichiarazione di scopi della ECPA è una menzogna. L’ECPA altro non è che la lobby che rappresenta Monsanto, Dow Chemicals, Dupont, Syngenta, Bayer Cropsciences, BASF Agro ed altri operatori del settore a Bruxelles. Quando fu annunciato che quattro nazioni: Francia, Svezia, Olanda e Italia, si opponevano al rinnovo della licenza al glifosato, Jean Charles Bocquet, direttore della ECPA ha dichiarato: “Ci turba che questi paesi siano stati influenzati da considerevoli pressioni politiche da parte del comitato per la sicurezza ambientale del parlamento Europeo, da organizzazioni non governative e dal principio di precauzione”.
Una tale dichiarazione da parte della lobby dell’agrobusiness, specialmente il fatto che “ECPA è turbata dal fatto che queste nazioni siano influenzate dal principio di precauzione” suona come spiazzante onestà sulla bocca di una delle più corrotte organizzazioni lobbystiche in Europa.
Il principio di precauzione afferma che in presenza di sospetto fondato di un rischio alla salute del pubblico o dell’ambiente e in assenza di consenso della comunità scientifica sul fatto che l’azione o provvedimento non siano nocivi, la prova della non nocività ricade su chi promuove il provvedimento, in tal caso la Monsanto e la lobby dell’agrobusiness. Questo principio è legge per l’UE. Il senso dell’ammissione dell’ECPA è che loro se ne fregano delle necessarie precauzioni per garantire la salute e la sicurezza della popolazione. L’agribusiness prima di tutto.
Nel Novembre 2015 la EFSA, autorità Europea per la sicurezza alimentare ha aperto l’iter alla conferma della licenza al glifosato, sostenendo che “è improbabile che il glifosato costituisca un fattore di rischio di cancro per gli esseri umani”. La EFSA concluse così contro il parere dell’organizzazione mondiale della sanità affidandosi su sei studi agro-chimici , tutti finanziati dalle lobby del settore, i cui dettagli scientifici non sono mai stati integralmente pubblicati e non sono mai apparsi in pubblicazioni scientifiche peer-reviewed indipendenti.
La “risoluzione” dell’EFSA di Novembre che il glifosato non sarebbe un probabile cancerogeno e che sia pertanto sicuro è stata basata su uno studio corrotto del governo Tedesco, il quale a sua volta era stato adattato da uno studio dell’industria agrochimica stessa, sotto la sigla “Glyphosate task force”. In breve uno studio della task force del glifosato della Monsanto e del resto dell’industria agrochimica, entità priva di ogni autorità scientifica è stato travestito da studio commissionato dal governo Tedesco per conferirgli una credibilità e poi passato ad una acritica EFSA a Bruxelles che ha acriticamente raccomandato alla UE di rinnovare la licenza al glifosato.
In Inglese il termine “sheep dip” e l’aggettivo “sheep dipped” (letteralmente inzuppare la pecora) hanno un duplice significato. Entrambi i significati sono appropriati in questo contesto. Lo sheep-dip di un militare o di un agente segreto significa l’occultare la sua vera identità e sostituirla con una nuova in maniera che non siano riconoscibili per ciò che sono realmente e che appaiono come normali civili nella società nemica. La commissione UE ha camuffato (ship dipped) la sua ragione per dichiarare il glifosato sicuro.
In senso letterale lo sheep dip è l’immersione di una pecora in un bagno liquido di composti chimici altamente tossici allo scopo di uccidere i parassiti che si annidano sul manto della pecora. L’originale soluzione chimica per lo sheep dip era basata su un composto organico al fosforo, lo stesso da cui in seguito si sono sviluppati i composti usati nella guerra chimica. I composti organici al fosforo sono altamente tossici per gli esseri umani, dal momento che vengono facilmente introdotti nell’organismo attraverso la pelle. La EFSA e l’UE stanno facendo lo sheep dipping a noi con la loro decisione.
La Commissione Europea e gli Stati membri si dividono la responsabilità di valutare la sicurezza dei diversi composti chimici in uso nell’intera UE. L’ufficio federale Tedesco per la protezione dei consumatori e la sicurezza alimentare (BVL) è stato incaricato di revisionare il glifosato nel 2012 per tutti gli Stati membri. La Germania depositò il suo rapporto a Gennaio 2014, presentando una ampia relazione dell’ufficio per la protezione dei consumatori e la sicurezza alimentare, preparata dal suo Istituto Federale per la valutazione dei rischi (BFR).
La EFSA si è affidata integralmente al rapporto Tedesco BFR per la sua decisione di Novembre 2015, nonostante il fatto che la BFR si sia rifiutata di rendere pubblici i due studi chiave sulla tossicità cronica che hanno giustificato la decisione presa, perché gli studi contengono “informazioni confidenziali dal punto di vista commerciale”. In aggiunta la relazione del BFR raccomandava non soltanto la conferma dell’approvazione dell’uso del glifosato in Europa, ma ha pure rivisto la dose giornaliera di tolleranza di un incredibile 66%, da 0,3 a 0,5 mg per kg di peso corporeo. Non c’è nessun principio di precauzione per questi signori.
Per aggiungere all’incredibile vortice di corruzione dell’intera Commissione UE e della EFSA in ciò che può essere definito soltanto una impresa criminale finalizzata alla riapprovazione del glifosato, il comitato studio sui pesticidi della BFR Tedesca è composto di impiegati dei giganti dell’agrobusiness che fanno enormi profitti sul glifosato, incluso uno della BASF e due della Bayer Crop sciences. Bayer e BASF sono entrambe membri della European Crop protection association, la ECPA di cui sopra. Fino a poco tempo fa BASF aveva persino una joint venture con Monsanto finalizzata alla diffusione delle coltivazioni OGM.
Forse ancora più sconvolgente per tutti coloro che ingenuamente si fidano dell’integrità scientifica della burocrazia Tedesca su questioni di salute e sicurezza è il fatto che la BFR non ha steso il rapporto in maniera originale. Al contrario ha usato il lavoro della Glyphosate task force (GTF). Leggiamo: “Un consorzio di aziende che condividono risorse e sforzi allo scopo di rinnovare la registrazione Europea del glifosato con una sottoscrizione congiunta”. I membri del GTF includono Monsanto, Dow Agro e Syngenta insieme a varie altre compagnie agrochimiche.
Monsanto e Syngenta hanno fatto lo ship-dipping alla loro relazione di sicurezza, pubblicata dalla loro task force, tramite l’organismo governativo Tedesco Bundesinstitut für Risikobewertung (BfR), orgamismo federale per la valutazione del rischio del Ministero Federale per agricoltura, alimentazione e protezione dei consumatori. Il Ministero Tedesco ha poi fornito il suo rapporto a Bruxelles ed alla EFSA che hanno assunto il rapporto BFR come proprio rapporto e il commissario Europeo Andriukaitis ha poi citato il rapporto EFSA-BFR-Glyphosate task force (Monsato&co) per giustificare il suo intento di rinnovare la licenza nonostante ogni evidenza del contrario. La precedente licenza del glifosato, concessa nel 2002 scade a Giugno.
IL COMMISSARIO EUROPEO SPUTA SULLA SCIENZA
La determinazione della EFSA e la sua accettazione acritica da parte del Commissario per la salute e la sicurezza alimentare Vytenis Andriukaitis è stata così sfacciata da provocare la lettera di protesta di 96 eminenti scienziati, tra i quali molti degli scienziati firmatari dello studio IARC dell’organizzazione mondiale della sanità. La lettera al commissario Andriukaitis dichiara che le basi della ricerca EFSA non sono credibili perché non supportate da prove e di conseguenza suggeriscono alla Commissione Europea di ignorare il rapporto EFSA . “Una tra varie inesattezze” sostengono, è che l’EFSA ha scelto di ignorare completamente sette studi su animali dall’esito positivo, che dimostravano aumento della generazione tumorale. Il commissario UE Andriukaitis nella sua risposta moralmente responsabile scrive: “non posso accogliere la vostra richiesta di ignorare le conclusioni della EFSA”.
Andriukaitis mente. Ha tranquillamente la facoltà di citare le prove dei 96 scienziati per ordinare una ricerca scientifica completamente indipendente allo scopo di valutare il glifosato. L’ennesimo burocrate UE senza volto che prende decisioni fondamentali sulla vita umana senza palesemente sentirsi minimamente responsabile in senso democratico. Ricorda moltissimo la burocrazia Sovietica senza volto dell’epoca Staliniana. Andriukaitis d’altronde è nato in Unione Sovietica in epoca Staliniana, quindi siamo certi sappia di cosa stiamo parlando. Negli anni ’40 tutta la sua famiglia fu deportata in un campo di lavoro forzato in Siberia dove Andriukaitis nacque nel 1951 e visse fino al settimo anno di età.
13.03.2016