Dopo una ricerca scientifica durata cinque anni, l'Enea smentisce la datazione medioevale della Sindone e ne conferma l'autenticità
La Sindone continua a essere una "provocazione all'intelligenza" (Giovanni Paolo II°) e per la scienza un "oggetto impossibile". Impossibile, persino da falsificare. Provate a contare le colonne dell'edificio a destra: vi accorgerete che un oggetto è impossibile quando può essere disegnato o rappresentato solo bidimensionalmente, ingannando l'occhio con un gioco di prospettive, ma non può essere costruito nella realtà oggettiva tridimensionale, essendo in contrasto con le leggi della geometria. Ma la Sindone non è un dipinto, esiste nel concreto e non è opera di un falsario medioevale.
Questo è il responso che ha dato l'Enea con eleganza e altrettanta chiarezza dopo cinque anni di studi spesi «allo scopo di individuare i processi fisici e chimici in grado di generare una colorazionesimile a quella dell’immagine sindonica» di un tessuto di lino tramite una radiazione al laser ultravioletto. I responsabili, i professori Di Lazzaro, Murra, Santoni, Nichelatti e Baldacchino, a capo dell' "International Workshop on the Scientific Approach to the Acheiropoietos Images", confermano che se anche uno solo degli esperimenti fosse riuscito (in particolare per il Volto), si sarebbe aperta la possibilità di dimostrare che la Sindone potesse essere un «manufatto» realizzato dopo il I° secolo.
Ma nei tentativi di riproduzione si sono riscontrate due caratteristiche incompatibili con l'immagine sindonica: una colorazione del tessuto troppo profonda e filamenti di lino carbonizzati. Ricordiamo infatti che la colorazione della Sindone è appena superficiale (un quinto di millesimo di millimetro) e non è stata generata attraverso il calore. Il rapporto dell'Enea riprende e conferma le analisi eseguite dai ricercatori dello STURP nel 1978:
"Sulla base dei risultati delle decine di misure effettuate, i ricercatori STURP conclusero che l’immagine corporea non è dipinta, né stampata, né ottenuta tramite riscaldamento".
Descrivendo gli esperimenti, gli scienziati parlano di aspetti della colorazione simil-sindonica ottenuti attraverso un irraggiamento di energia della durata di 50-100 miliardesimi di secondo. Gli scienziati ammettono che i risultati nulla hanno a che vedere con la generazione dell'intera immagine sindonica così come è, e per la quale occorrerebbe un irraggiamento immenso di energia, improvvisa come una vampata, che per intensità e durata dell'impulso dovrebbe avere una precisione tale da poter essere ottenuta solo con un sistema computerizzato di movimentazione micrometrica XY progettato ad hoc. Gli scienziati hanno dimostrato che con un "un brevissimo e intenso lampo di radiazione VUV" è possibile ottenere una similare colorazione del lino. Proprio in questo lampo di luce molti fedeli vedono l'impronta che la Resurrezione di Cristo ha lasciato sul Telo. E in merito alla colorazione, gli scienziati dell'Enea hanno attentamente documentato il lavoro svolto e il metodo, eseguendo delle prove su porzioni ridotte di tessuto, ma essi stessi hanno dichiarato che per poter interessare l'intera superficie della Sindone (oltre quattro metri per uno) bisognerebbe disporre di energia pari a 34.000 miliardi di watt: una quantità che secondo gli scienziati Enea «rende oggi impraticabile la riproduzione dell'intera immagine sindonica usando un singolo laser eccimero, poiché questa potenza non può essere prodotta da nessuna sorgente di luce VUV (radiazione ultravioletta nel vuoto) costruita fino a oggi». Il risultato della ricerca ha una incontestabile qualifica di serietà e validità, ed è chiaro:
"[...] fino ad oggi tutti i tentativi di riprodurre un’immagine su lino avente le medesime caratteristiche sono falliti. Alcuni ricercatori hanno ottenuto immagini aventi un aspetto simile all’immagine sindonica, ma nessuno è mai riuscito a riprodurre simultaneamente tutte le caratteristiche microscopiche e macroscopiche. In questo senso, l’origine dell’immagine sindonica è ancora sconosciuta".
E ancora, il testo prosegue con uno specifico riferimento alla controversa datazione al carbonio 14:
"[…] rende estremamente improbabile ottenere una immagine simil-sindonica tramite metodi chimici a contatto, sia in un moderno laboratorio, sia a maggior ragione da parte di un ipotetico falsario medioevale".
Forse i detrattori della Sindone adesso metteranno in discussione l'operato dell'Enea solo perché i risultati non hanno avvalorato le loro opposizioni? Cosa pensare del silenzio dei media di fronte a una scienza finalmente onesta? La verità è che la prudenza e la serietà dell'Enea in questa vicenda si è ben discostata da quella speculazione letteraria che pur di pubblicare qualcosa ha spesso annunciato «scoperte sconvolgenti» in merito alla Sindone, sfruttando l'onda emotiva e la devozione religiosa che circondano la reliquia. Il «mistero sindonico» fa vendere, fa ancora parlare, consente di infiocchettare le più disparate ipotesi: il Telo è stato associato all'ambiente dei templari, agli extraterrestri, si è detto che sarebbe stato dipinto da Leonardo da Vinci o addirittura da Giotto e innumerevoli sono stati i tentativi di imitarne le fattezze. Il moltiplicarsi poi di dichiarazioni e annunci, ha solo aggiunto equivoco su equivoco e ha aumentato per il pubblico la difficoltà di discernere tra la propaganda, l'opportunismo e la seria ricerca. Gli stessi esami condotti col carbonio 14, oggi evidentemente smentiti dalle ricerche dell'Enea, furono viziati da manipolazioni e violazioni del protocollo, e criticati sin dall'origine perché eseguiti su una parte di tessuto perimetrale di rammendo, avente delle proprietà chimiche limpidamente differenti rispetto al resto della Sindone e ampiamente contaminato dal calore del fuoco, dall'acqua e dagli effetti delle molte ostensioni.
Il chimico americano Raymond N. Rogers, del laboratorio di Los Alamos e riconosciuto a livello internazionale come uno dei massimi esperti in analisi termica, aveva già pubblicato uno studio (in inglese, disponibile qui) in qui sin dalle premesse affermava:
"L'osservazione spettrometrica del tessuto prelevato, unitamente alle analisi chimiche al microscopio, provano che il campione utilizzato per la radiodatazione non proviene dal tessuto originale della Sindone di Torino. Perciò la data emersa dall’esame al radiocarbonio non è da considerarsi valida per determinare la vera età della Sindone stessa".
E' il momento di guardare la Sindone con occhi nuovi, gli occhi della devozione. Dice Monsignor Ghiberti: «Le nuove tecnologie acquisite permetteranno di compiere esami e accertamenti non invasivi sul telo; ma, soprattutto, si dovrà prestare la massima attenzione al rigore e al rispetto delle procedure scientifiche: per evitare strumentalizzazioni e per rispettare il grande significato religioso ed ecclesiale che la Sindone ha per il popolo cristiano e per tutti quelli, anche non credenti, che in quel Volto vedono la testimonianza misteriosa di un amore senza fine».
Il dettagliato documento dell'Enea è disponibile cliccando qui.
A Coffee Break, programma in onda su La7, il deputato PD Andrea Romano afferma che l’uscita dall’Euro, voluta da Grillo e dal Movimento 5 Stelle, sarebbe una vera catastrofe per i cittadini italiani. La conduttrice rivolge la stessa domanda a Lidia Undiemi, dottore di ricerca in Diritto dell’Economia, che, in collegamento, sbugiarda Romano sostenendo l’esatto contrario. La vera catastrofe, sostiene la Undiemi, è quella attuale, quella che abbiamo davanti agli occhi. “Non riesco a capire perché i politici non riescano a vederlo”, conclude la Undiemi. Andrea Romano dal 10 dicembre 2013 al 4 giugno 2014 è stato capogruppo di Scelta Civica per l’Italia. Il 21 ottobre 2014 lascia il gruppo parlamentare di Scelta Civica per aderire al Gruppo Misto, comunicando contestualmente la propria intenzione di aderire in futuro al Partito Democratico. In seguito ufficializza la sua adesione al partito guidato da Matteo Renzi… fonte http://www.stopeuro.org/sarebbe-un-disastro-uscire-dalleuro-lidia-undiemi-il-disastro-e-quello-attuale/
Uno dei primi documentari in assoluto girati sulla Sacra Sindone di Torino, la reliquia più importate della Cristianità. Girato da David Rolfe per la casa di produzione Performacefilms e mandato in onda dalla BBC.
Sono ormai lontani i tempi della sentenza che la Sindone risalga al Medioevo. La sentenza era stata pronunciata dalle analisi del carbonio C14 presente nei prelievi del tessuto, ma in seguito si è visto che il dato non poteva reggere perché le analisi non avevano tenuto conto del carbonio depositato dal fumo delle candele votive e dell’alta temperatura raggiunta durante l'incendio di Chambéry (la cassetta con la Sindone fu avvolta dalle fiamme nell'incendio del 4 dicembre 1532) che ha provocato scambi di isotopi che hanno portato ad un arricchimento di carbonio radioattivo, facendo risultare in proporzione più "giovane" il tessuto (la reazione è stata favorita dalla presenza dell'argento che ricopriva la cassetta), nonché dalla presenza di fili posti in rammendi eseguiti in seguito all’incendio.
La notizia delle ricerche degli 007 russi viene ora ad aggiungersi a tanti altri dati positivi che rendono serena la convinzione che la Sindone risalga al tempo di Gesù. Ovviamente l’identificazione stretta tra Gesù e l’uomo della Sindone non può essere oggetto di pronunciamento scientifico o dogmatico, tuttavia possiede la base di una venerazione costante nei secoli di quell’arcano reperto archeologico.
Ecco quanto riportato su “il Giornale” del 14 settembre 2006:
Gli 007 russi: autentica la Sacra Sindone
"La Sacra Sindone è autentica, parola di servizi segreti ex sovietici. Gli 007 dell’Fsb, erede del famigerato Kgb, hanno svolto un’indagine criminologica a partire dalla foto del sudario. Secondo il quotidiano russo “Zhisn”, gli esperti hanno invecchiato per mesi stoffe di lino, concludendo che la reliquia di Torino ha davvero 2.000 anni e proviene dalla zona di Gerusalemme. L’esame della forma umana impressa sulla tela confermerebbe che l’uomo fu battuto con una frusta piombata a cinque fili, del tipo usata dai romani. Una larga macchia sulla spalla destra fa pensare che abbia trasportato a lungo un oggetto molto pesante, come la croce. Le ossa del naso sono spezzate da una botta, che ha fatto gonfiare una guancia. L’asimmetria dei tratti indica una profonda sofferenza fisica. Mani e piedi sono feriti come dal passaggio di chiodi, le spalle un po’ sollevate indicano una morte per asfissia, sopravvenuta prima del colpo di lancia. Gli agenti hanno anche fatto fare ginnastica a un volontario, per farlo sudare, poi l’hanno coperto per ore con un telo di lino. E’ rimasta impressa la sagoma".
Ecco quanto riferisce “La Stampa Web”:
Indagini sulle foto del sudario
14/9/2006
di Marco Bobbio
"Gli scienziati hanno condotto un accurato test d’indagine criminologica, basata su prove di laboratorio, ricavate dalle fotografie della Sindone conservata a Torino. Lo ha rivelato ieri il quotidiano Zhisn, secondo il quale i cervelloni del «Fsb», l’erede russo del «Kgb» sovietico, hanno eseguito, a partire dalle immagini della Sindone, una serie di esperimenti volti innanzitutto ad accertare l’autenticità del tessuto, sia per epoca che per zona geografica. Hanno passato mesi a invecchiare stoffe di lino in varie situazioni, arrivando alla conclusione che il sudario conservato a Torino ha davvero duemila anni e proviene dalla regione di Gerusalemme.
Chiarito questo primo punto fondamentale, i criminologi del «Fsb» hanno preso in considerazione le tracce lasciate sulla Sindone dal corpo che vi impresse la sua immagine. Hanno così constatato che coincidono pienamente con la tradizione che vuole Gesù flagellato, crocifisso e colpito al costato da una lancia. L’uomo dell’impronta sulla tela fu battuto con una frusta piombata a cinque fili, del tipo usato dai romani in quell’epoca. Una larga macchia sulla spalla destra fa pensare che abbia trasportato a lungo un oggetto molto pesante, probabilmente la croce. Le ossa del naso sono spezzate da una botta, che ha provocato anche un gonfiore a una guancia.
L’asimmetria dei tratti indica una profonda sofferenza fisica al momento della morte. Mani e piedi sono feriti come dal passaggio di chiodi. Le spalle un po’ sollevate e il petto indicano una morte per asfissia, sopravvenuta prima del colpo di lancia - che ha provocato infatti poca emorragia - evidente sul costato.
Gli agenti del «Fsb» hanno anche chiarito in via sperimentale il mistero dell’impronta sulla Sindone. Hanno fatto fare ginnastica a un volontario, per procuragli una sudorazione abbondante, poi lo hanno coperto per alcune ore con un telo di lino analogo a quello di Torino. Sulla stoffa è rimasta impressa l’immagine del soggetto.
Pochi giorni prima dello studio sovietico, un’altra pubblicazione scientifica, firmata dall’australiano Brendan Whiting, era arrivata a conclusioni simili. Il nocciolo del problema, ancora una volta, è la questione della datazione. Secondo Whiting, infatti, le analisi con il carbonio 14 che sostengono che la Sindone sia un reperto di epoca medioevale sarebbero state effettuate su campioni di tessuto spuri. Ovvero, su invisibili rammendi posticci presenti all’interno del tessuto di epoca romana. La teoria si appoggia sugli studi effettuati nel 2005 dal chimico americano Raymond Rogers, che aveva dimostrato come l’angolo del drappo da cui il campione era stato prelevato fosse di composizione chimica totalmente differente dal resto del tessuto".
Intervista a Giulio Fanti dell'Università di Padova, capo di un gruppo “Shroud Science” di un centinaio di studiosi che discutono sulla copiabilità della Sindone
Su “Il Giornale”, mercoledì 19 marzo 2008. Articolo di Andrea Tornielli.
“Sfido chiunque a riprodurre l'immagine sindonica. Nessuno è in grado di farlo...”. Il prof Giulio Fanti, docente di misure meccaniche e termiche all'università di Padova è convinto dell'inattendibilità della datazione al radiocarbonio effettuata nel 1988 sulla Sindone di Torino, il lenzuolo che secondo la tradizione avrebbe avvolto il corpo di Gesù nel sepolcro. E lo intende dimostrare, portando nuovi elementi sulla modalità con cui la misteriosa immagine si è formata, con il volume “La Sindone. Una sfida alla scienza moderna”, Ed. Aracne, pp. 608.
“Il Giornale” l'ha intervistato, alla vigilia del documentario che la BBC manderà in onda il Sabato santo. Nel filmato uno degli scienziati che fecero la datazione al carbonio 14 stabilendo che la Sindone risaliva al Medioevo, Christopher Ramsey, ha sostenuto che quei risultati potrebbero essere messi in discussione dagli “effetti ambientali”.
Partiamo dalla datazione. Che cosa ha scoperto?
“Non è una scoperta solo mia. Rifacendo i calcoli, sulla base dei dati forniti dai tre laboratori che eseguirono l'esame al radiocarbonio nel 1988, ci si rende conto che è stato commesso un errore. L'attendibilità della datazione medioevale è pari soltanto all'1,2%. Cioè assolutamente inattendibile.
Com'è potuto accadere un errore di questo genere?
“Diversi studiosi hanno dimostrato già da tempo che i risultati della datazione, in base al test statistico cosidetto di Pearson, hanno una probalità superiore al 95% di non corrispondere a quelli della Sindone. E' stato inserito nella formula un numero sbagliato, che ha falsato il risultato finale, un 31 è stato sostituito con un 17. Questo farebbe pensare persino a una manomissione finalizzata a ottenere il risultato desiderato”.
E' un'accusa grave...
“I numeri sono numeri. E sono inattendibili. Queste confutazioni sono scritte da scienziati. Forse c'è una lobby che teme la verità su quei calcoli, teme di doversi rimangiare il risultato sulla Sindone di origine medioevale, quando tutto, invece, lascia pensare che sia molto più antica e che risalga al primo secolo”.
Perché, allora, quella data medioevale?
“Nel mio libro pubblico i risultati di una recentissima ricerca fatta dal ricercatore Gerardo Ballabio: riesaminando il dato delle età dei tre campioni presi dai laboratori si nota una variazione che arriva anche a 200 anni nello stesso piccolo brandello di tessuto. In pochi centimetri quadrati, una variazione enorme. Questo indica inequivocabilmente che c'è stata una contaminazione esterna e dimostra l'inattendibilità del risultato”.
Quali contaminazioni potrebbero aver falsato l'età della Sindone?
“Sono diverse. Dal sudore delle mani di chi stendeva il lenzuolo, tenendolo proprio nella zona da cui sono stati prelevati i campioni, all'incendio avvenuto nel 1532 a Chabery (...).
Sfidi chiunque a rifare una copia della Sindone con le stesse caratteristiche microscopiche e macroscopiche. Sono a capo di un gruppo di un centinaio di studiosi che discute su questo argomento, “Shroud Science”: abbiamo stilato un elenco di 100 caratteristiche che ha la Sindone e che dovrebbe avere un'eventuale riproduzione. Nessuno però è in grado di farla”.
L'ultima sulla Sindone
Seguendo un suo procedere, alquanto immaginativo-soggettivo ("Firme e date celate nei dipinti da Leonardo in poi"; ed. Duch), un pittore-restauratore trevigiano, Luciano Buso, sostiene di aver trovato una tecnica di firma criptate tramandate da bottega a bottega per evitare l'azione di falsari. Per Luciano Buso la Sindone sarebbe stata "restaurata" (si noti non composta) da Giotto di Bondone che vi avrebbe lasciato la sua firma (anzi più firme) criptata e anche il numero 15 che corrisponde al 1315 data che si accorderebbe con le indagini al radiocarbonio. L'indagine il pittore- restauratore trevigiano l'ha condotte guardando foto della Sindone molto accurate. Dunque, nessun esame diretto del telo, nessuna indagine sul materiale pittorico dell'eventuale Giotto. Se il procedere del signor Luciano Buso ha qualcosa di accettabile per qualche pittura, assolutamente non ha nulla di accettabile per la Sindone.
Riporto l'articolo del vaticanologo Andrea Tornielli apparso su La Stampa.it il 7 giugno 2011:
"Che dire? Innanzitutto che ingrandendo le immagini fotografiche e “leggendo” i segni che vi si scorgono si può finire per vedere anche ciò che non c’è. Inoltre, i decalchi di sangue sulla Sindone sono perfettamente congruenti con quelli fuoriusciti da un cadavere traumatizzato che in quel telo è rimasto avvolto per un determinato lasso di tempo. Non possono essere un’aggiunta posteriore, né tantomeno un dipinto.
Quell’immagine, pur essendo molto debole, a bassissimo contrasto e senza contorni netti, è indelebile: vi sono stati applicati, senza successo, 25 tipi di solventi di laboratorio. Inoltre, nell’immagine non esiste direzionalità, al contrario di qualsiasi disegno o pittura, che porta il segno della direzione con cui l’eventuale pennellata è stata tracciata. Il colore giallo traslucido dell’impronta sindonica non è dovuto ad alcuna sostanza: non ci sono pigmenti, colori, tinture o vernici.
Non risulta nemmeno alcuna traccia di penetrazione di liquidi e i fili con cui è intessuto il lenzuolo non sono cementati tra di loro. Sono essi stessi a essere ingialliti, ma soltanto nella loro porzione più superficiale. L’analisi sulla densità dell’immagine ha evidenziato una uniformità cromatica a meno del due per cento.
Che cosa significa? Sta a significare che se si tratta di un dipinto, bisognerebbe ipotizzare che l’autore abbia utilizzato un pennello con un’unica setola sottilissima e con questa abbia colorato ogni singola fibra di lino, impiegando un tempo infinitamente lungo. Ma così non è comunque accaduto, a causa dell’assenza di pigmento nelle zone più scure che determinano l’immagine.
Anche i più decisi avversari dell’autenticità della Sindone ammettono che non si tratta di un dipinto. E a proposito della data, 1315, si può ricordare che già nel codice manoscritto Pray di Budapest, databile al 1192-1195, in una miniatura si scorgono due scene distinte: nella prima è raffigurata l’unzione di Cristo e il suo corpo ha l’esatta disposizione di quello sindonico: il corpo è interamente nudo, le mani che si incrociano sul basso ventre non hanno i pollici visibili.
Nella seconda immagine della miniatura, che mostra le donne di fronte al sepolcro vuoto, si vedono dei piccoli cerchietti scuri, segni simmetrici delle antiche bruciature che ritroviamo sul telo sindonico, e in più un disegno che imita la struttura del tessuto della Sindone".
aggiornato al 7 giugno 2011
La cultura del sospetto si domanda: "Come mai non è stato ripetuto l'esame del carbonio in altri laboratori più qualificati dei tre interpellati a suo tempo?"
La risposta è semplice. I tre laboratori interpellati 23 anni fa non erano di bassa qualità, ma di alta qualità e hanno fatto il loro lavoro, anche se non sono mancate delle critiche: vedi articolo di Andrea Tornielli del 18 marzo 2008 su "il Giornale". Il loro risultato doveva essere pubblicato con la riserva che c'era il problema del carbonio aggiuntosi nei secoli, ma questa informazione di carattere scientifico e storico il card. Anastasio Ballestrero non la realizzò, e gli operatori dei laboratori, da parte loro, non erano degli storici. Ora per rifare gli esami al radiocarbonio bisognerebbe garantire la possibilità della separazione dei vari apporti di carbonio nel tempo, ma questo è piuttosto un desiderio che una realtà concretizzabile. Si può rispondere anche, a chi ha il desiderio di approfondimenti, indicando alcuni testi.
Arcidiocesi di Torino, Sindone, le immagini 2000, Ed. ODPF, Torino 2002
A. C. Consolo, Sindone, il mistero che affascina, Gruppo Edicom, Cerro Maggiore (MI) 2003
R. Cook, Seizure, G.P. Putnam’s Sons, New York (USA) 2003
G. Fanti, E. Marinelli, La Sindone Rinnovata. Misteri e Certezze, Progetto Editoriale, Vigodarzere (PD) 2003
Flury Lemberg Mechtild, Sindone 2002. L'intervento conservativo, ODPF, Torino 2003
G. Ghiberti, Sindone le immagini 2002, Torino ODPF 2002
L. Gonnella e al., Il giorno più lungo della Sindone. Cronache e documenti sulle operazioni di prelievo dei campioni per la radiodatazione del telo sindonico, 1986-1988, editore 3M, Milano 2005
E. e M. Marinelli, La Sindone. Un incontro con il mistero, Editrice Delta 3, Grottaminarda (AV) 2002
R. Quaglia, La Sindone letta da uno psicologo, EDB, Bologna 2004
P. H. Wiebe, The Shroud of Turin: authenticity and significance for theology, Howard Publishing Company, Langley BC (Canada) 2001
Un elenco ampio dei libri sulla Sindone lo si può trovare presso il sito: libreriacoletti.it/libri/sindone
Di grande importanza è poi il sito sulla Sindone: sindone.org
Altre fantasie sulla Sindone
La trasmissione Porta a Porta del 29/03/2013 ha trattato della Sindone in occasione di una sua ostensione. Il punto presentato ad un certo momento è che l’impronta della sindone sarebbe stata formata da una energia enorme sprigionata dal corpo dell’uomo della Sindone. Per dare un riferimento si è parlato del fenomeno elettrico “effetto corona”. Si è detto che il corpo risorto sarebbe passato attraverso il lenzuolo, ma questo presuppone un dato della fede e non un dato scientifico impresso sulla tela, cioè la sindone mi direbbe che l’uomo raffigurato è risorto.
Ma esaminiamo meglio perché a queste due asserzioni c’è un cumulo di osservazioni da fare.
Innanzitutto, sarebbe il corpo in stato di risurrezione ad emettere la potentissima energia (non meglio specificata), ma come ognuno può costatare la Sindone non presenta che un uomo morto, avente in tutto la rigidità cadaverica. Ora, un morto non può esprimere nessuna energia. E se anche si dicesse che fosse l’energia della risurrezione si dovrebbe dire che il corpo doveva avere i segni della vita e non della morte, tanto più che ha il movimento vitale, secondo quanto asserito, di passare attraverso la sindone, e questo corpo vitale dovrebbe essere quello registrato nel telo, ma ciò non è.
Si sostiene che l’ipotesi dell’energia sprigionata con effetto corona, spiega il perché il lenzuolo sia impresso anche là dove era distante dal corpo, ma si dimentica che il lenzuolo nella sepoltura ebraica era reso aderente al corpo con delle bende trasversali, le cui tracce sono individuabili nella Sindone. Posto questo, la variazione di distanza del lenzuolo dal corpo (es. naso e gote; intorno alle mani) è poi compatibile con la diversa intensità dell’immagine: le parti più vicine al corpo sono più marcate.
La trasmissione non ha toccato l’idea, diffusa fin dagli anni 70, che il corpo risorto si sarebbe smaterializzato nel produrre energia, ma dal momento che si vuole parlare di risurrezione bisogna lasciare la fisica e la chimica e rifarsi ai Vangeli dove questo evento è annunciato. Il telo dice solo morte e non risurrezione, e la risurrezione è stata veramente tale. Il corpo del Risorto era esattamente quello nato da Maria, quello crocifisso e sepolto. La risurrezione non ha affatto smaterializzato il corpo di Gesù.
Nella Sindone c’è il curioso fenomeno di due immagini sovrapposte, in particolare questo lo si vede nel volto. Mi spiego, su di una superficie del lenzuolo c’è l’immagine che ben conosciamo e dall’altra parte c’è la stessa, ma molto debole, e con la particolarità che non è perfettamente combaciante. L’occhio destro dell’immagine parallela è in sovrapposizione a quello destro dell’immagine a tutti nota. Nel telo la parte intermedia tra le due impressioni non ha nessuna traccia: è intatto. Questo si spiega considerando che il corpo di Gesù venne girato sulla Sindone per la stesura degli unguenti sia nella parte anteriore che in quella posteriore. La Sindone, che era stata stesa sul tavolo della preparazione, venne infine ripiegata suì tutto il corpo. Quando entrarono Pietro e Giovanni il sudario era piegato in un luogo a parte (Gv 29,7). A terra c’erano le bende trasversali slegate all’atto della Risurrezione. La Sindone non aveva bisogno di essere buttata a terra.
Le due immagini parallele escludono completamente che l’impressione sia dovuta ad uno dispiegamento di energia, non meglio precisata, ed esclude pure che il Risorto sia passato attraverso il telo, lasciando così la sua impronta.
Resta, per spiegare il fissarsi dell'immagine sindonica, la pista chimica della reazione degli aromi dell’imbalsamazione con sostanze come acido urico, accumulatosi nei tessuti per blocco renale dovuto ai colpi di flagello ai fianchi.
Ma perché l’idea della smaterializzazione del corpo? Per negare la realtà fisica della risurrezione, e farla diventare energia che ha accesso ad una realtà cosmica energetica, della quale viene a far parte. Va ricordato l’ubiquismo panteista di Almarico di Bène († 1206), a cui seguì quello di Gugliemo d’Occam (1228 - 1349) ripreso da Lutero (1483 - 1546), con la sua teoria dell’impanazione (il pane resta quello che è) del corpo di Cristo (presente ovunque, perché avrebbe seguito l’immensità della divinità), fino a tendenze ubiquiste condannate da Pio XII nell’enciclica “Humani generis”.
Gli errori si rincorrono, e gli agganci con la New Age non mancano.
Nuova conferma della datazione coeva a Cristo della Sindone
Una nuova conferma della datazione coeva a Cristo della Sindone è giunta dall’esame meccanico multi-paramentrico riguardante la tensione del filo (Università di Padova in collaborazione con quelle di Modena e di Bologna). E’ stata costruita appositamente una macchina per prove di trazione in grado di valutare fibre estremamente piccole. Si sono confrontati fili di tessuti sicuramente datati tra il 3000 a.C. e il 2000 d.C. Il risultato ha fornito dati compatibili con la data della morte di Cristo (Giulio Fanti - presente alla trasmissione Porta a Porta -,“Il mistero della Sindone”, ed. Rizzoli, 2013).
IN BREVE" negli articoli da 1 al 12 sono codificati i principi fondamentali su cui la nostra costituzione è fondata e non sono modificabili da nessun tipo di legge nemmeno con modifiche Costituzionali ex adverso nuova Assemblea Costituente. SONO ARTICOLI IMMEDIATAMENTE PRECETTIVI e NON DI ORIENTAMENTO COME SPESSO I POLITICI CI VOGLIONO FAR CREDERE, TUTTA LA LEGISLAZIONE DEVE UNIFORMARSI SENZA SE e SENZA MA e GOVERNI e PARLAMENTO HANNO L'OBBLIGO DI REALIZZARLI ".
il 1°) recita in poche parole " l'italia è uno stato democratico ";
il 2°) recita " ogni cittadino ha dei diritti che devono essere rispettati (cosa che spesso non accade) " ;
il 3°) recita " tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge (di fatto non risponde al vero perchè es.i politici non possono essere arrestati senza autorizzazione della camera di appartenenza) ;il 4°) recita che ogni cittadino ha il diritto di lavorare ( specie di questi tempi Governi e Parlamento sono miopi contravvenendo un principio precettivo e non di orientamento ";
il 5°) recita " in Italia il potere non è solo del parlamento ma anche di altre amministrazioni (comuni, provincie, regioni) ";
il 6°) recita " ognuno ha il diritto di parlare la propria lingua ";
il 7° recita " lo stato e la chiesa sono sovrani e indipendenti ( stabilito dai patti lateranensi e successive modifiche ) ";
l' 8°) recita " ognuno può confessare la propria religione ";
il 9°) recita " tutto il patrimonio artistico e culturale italiano deve essere tutelato dallo stato ";
il 10°) recita " gli stranieri, la cui libertà non è tutelata nel loro paese, hanno il diritto di soggiornare in Italia ";
l'11°) recita " la guerra è un'offesa agli altri popoli, per questo deve regnare la pace ovvero non possiamo far guerra ad alti popoli ma solo difenderci se invadono il suolo patrio ";
il 12°) recita " la bandiera italiana è il tricolore a bande verticali di ugual misura verde, bianco e rosso ".
CREDO TUTTI SI DEBBA FARE IL POSSIBILE PER CONTRASTARE DISEGNI CRIMINALI DI MODIFICHE COSTITUZIONALI CHE STRAVOLGONO LA FORMA REPUBBLICANA DELL'ITALIA: Sono per il rispetto delle attuali norme costituzionali,sono contro il maggioritario che in vent'anni ha assicurato loro strepitose e immeritate carriere, la governabilità dei loro interessi e dei loro loschi affari , rifilandoci un debito pubblico di proporzioni spaventose e che affermano dovremmo pagare noi cittadini: l'italia si salva non cancellando le istituzioni democratiche bensì tornando alla sovranità monetaria e spendendo correttamente le risorse finanziarie pubbliche ( es. non è necessario eliminare il senato - che tra l'altro non viene eliminato - si possono tagliare di due terzi le indennità di tutti i parlamentari ( quattro occhi son meglio di due, basta vedere il porcellum l'allora presidente Ciampi e il suo staff di eccelsi giuristi non si accorsero che era incostituzionale e la legge fu promulgata invece di essere rinviata alle camere ( figurarsi se togliamo il Senato ) Gli Avvocati & Il Diritto Della Costituzione Ad Essere Difesa tramite Avvocato Antonio Grazia Romano
Eppur si muove verrebbe da dire a proposito del governo italiano sui marò. Infatti dopo mesi di tentennamenti, mezze frasi, indecisioni e sottomissione alle scelte altrui (in particolare quelle della giustizia indiana) forse l’Italia ha deciso di provare a fare qualcosa per riportare definitivamente a casa i nostri marò.
Infatti in una nota diffusa ieri il governo ha reso noto di aver avviato l’arbitrato internazionale nel quadro della Convenzione delle Nazioni Unite sul Diritto del Mare. Nella nota si legge: “La decisione, che era stata sollecitata dal Parlamento è stata presa a conclusione della necessaria fase negoziale diretta con l’India e di fronte alla impossibilità di pervenire a una soluzione della controversia. L’Italia chiederà l’immediata applicazione di misure che consentano la permanenza di Latorre in Italia e il rientro in Patria di Girone nelle more dell’iter della procedura arbitrale”. Nella nota si legge anche che “da parte italiana, vi sarà un impegno a tutto campo per far valere con la massima determinazione le ragioni a fondamento della nota posizione italiana sulla giurisdizione e sull’immunità. Obiettivo è la conclusione positiva della vicenda, protrattasi sin troppo a lungo, dei nostri due Marò ai quali il governo rinnova la sua vicinanza. Il governo nelle ore precedenti l’attivazione dell’arbitrato ha informato della decisione i Presidenti delle Commissioni Esteri e Difesa del Senato della Repubblica e della Camera dei Deputati”.
La decisione del governo arriva dopo che ai danni dei marò era stata attuata l’ennesima beffa con un ulteriore rinvio della Corte Suprema indiana che aveva posticipato di un’altra settimana l’udienza originariamente prevista per il 7 luglio.
E' stata seguita con successo una trasmissione dati quantistica con un satellite, coprendo una distanza di 1.700 chilometri. A riportare l'evento è la rivista Physical Review Letters . L'esperimento è nato dalla collaborazione fra Centro di Geodesia Spaziale dell'Agenzia Spaziale Italiana (Asi) e università di Padova. Ciò consiste nell'avere 'imballato' i dati in particelle di luce per inviarli al satellite Lares, lanciato dall'Asi nel 2012 , la cui superficie è coperta da specchi. Raggiunti dal fascio luminoso, gli specchi lo hanno riflesso verso la stazione ricevente a Terra. Questo è un passo decisivo che avvicina le comunicazioni quantistiche, impossibili da intercettare. Cercare di catturarle significherebbe, distruggerle automaticamente. Gli autori di questo esperimento sono Paolo Villoresi, dell'università di Padova, e Giuseppe Bianco, del Centro di Geodesia dell'Asi a Matera.
Oggi le informazioni viaggiano in fibra o in onde radio utilizzando i bit - spiega Roberto Battiston presidente dell'Asi. Ogni bit può essere memorizzato oppure copiato, o intercettato". Dunque i bit non rendono sicure le comunicazioni per le quali, serve una chiave crittografica che deve essere conosciuta solo dai corrispondenti legittimati. "La soluzione a questo problema è offerta dalla comunicazione quantistica, che si fonda sui principi della fisica e che sfrutta le tecniche della meccanica quantistica, riuscendo a garantire comunicazioni sicure. Se l'interessato riceve il messaggio, vuol dire che nessuno lo ha violato, altrimenti viene distrutto".
FERMIAMO RENZI E LA LOBBY DEI PETROLIERI IN ADRIATICO. Il Ministero dell’Ambiente ha emesso sei decreti di compatibilità ambientale per altrettante richieste presentate da due società, la Spectrum Geo e la Northern Petroleum. Tutta la costa pugliese è interessata da attività di prospezione effettuate con la tecnica dell’air-gun, che ha un impatto sui #cetacei e sui #pesci. A tal proposito, #Renzi ha escluso l'air-gun dal disegno di legge “ecoreati”, favorendo ancora una volta la lobby dei #petrolieri. Stando così le cose, l’intero #Adriatico, dalla #Puglia fino all’Emilia Romagna, sarà interessato da attività ed estrazione di#greggio. Questo avviene senza una la Valutazione Ambientale Strategica complessiva in un #mare, l’Adriatico, estremamente fragile per le caratteristiche proprie di mare chiuso, anche in relazione a quanto sta accadendo in #Croazia, dove il governo sta autorizzando attività estrattive al confine con le acque territoriali italiane. La Strategia Energetica Nazionale, attraverso il decreto Sblocca Italia facilita e incoraggia le attività di estrazione di #petrolio e gas, inoltre semplifica gli iter autorizzativi, toglie potere alle regioni e prolunga i tempi delle concessioni. Tutto ciò in contrasto con i protocolli di riduzione delle emissioni di gas serra e continuando ad ostacolare lo sviluppo delle energie rinnovabili. Di fronte a questa ennesima aggressione del Governo centrale alle Isole #Tremiti e alle coste del#Gargano, stigmatizziamo la latitanza della Provincia di #Foggia in persona del Presidente Miglio e dell’Assessore all’Ambiente Tutolo. Auspichiamo, pertanto, una mobilitazione dei sindaci accanto alle associazioni ambientaliste e al comitato No Triv, per creare un fronte comune di opposizione a un disegno scellerato del Governo centrale e per difendere il diritto delle comunità locali a determinare un modello di sviluppo basato su #turismo e valorizzazione di #ambiente e beni#culturali.
Ringrazio voi di questa visita che ho tanto a cuore, visita di fraternità, di dialogo, anche di amicizia. In questo momento storico tanto ferito da guerre, da odio, questi piccoli gesti sono seme di pace e di fraternità”. Così Papa Francesco stamattina nell’udienza ai partecipanti, una 60.na provenienti dagli Stati Uniti, al Convegno buddista-cattolico in corso a Castelgandolfo presso il centro internazionale del Movimento dei Focolari. Al microfono di Adriana Masotti, le parole di Roberto Catalano,corresponsabile del dialogo tra le religioni dei Focolari, il rev.do Kyoichi Sugino, del movimento buddista giapponese Rissho Kosei Kai e l'organizzatore dell'evento, prof.Donald W. Mitchell:
R. – Un incontro quello con il Papa molto semplice ma molto intenso, sia i buddisti che i cristiani hanno potuto salutarlo personalmente. Soprattutto, però, è stata molto calorosa l’accoglienza del Papa, che ha ringraziato per questo gesto di amicizia: ha detto che in un momento così doloroso, come quello che noi stiamo vivendo, un gesto come quello fatto da questo gruppo, di andare a fargli visita, è un gesto che riscalda il cuore, che fa bene alla salute ed è un seme di pace, di fraternità e di amicizia.
D. – Il tema di questo Convegno è “Sofferenza, liberazione e fraternità”, quindi ha a cuore proprio il tema del dolore…
R. – Il tema è questo e soprattutto vuole mettere in luce quelle che possono essere, in questo momento storico, delle attività comuni per alleviare la sofferenza che c’è nel mondo e, in particolare, anche negli Stati Uniti. Quindi, si parla di sofferenza, ma si parla soprattutto di fraternità. Si vorrebbe vedere cosa si può fare insieme per vivere la fraternità, una fraternità concreta sul territorio.
D. – C’è qualcosa in comune tra cristiani e buddisti o le vie sono molto diverse?
R. – In comune c’è la sofferenza. Tutti gli esseri umani soffrono e, in questo, ci sentiamo tutti fratelli e sorelle. Allora Buddha ha trovato una sua via per eliminare le radici della sofferenza e il cristianesimo ha una sua risposta alla sofferenza. Sono risposte senza dubbio diverse, che però possono collaborare per portare dei frutti di fraternità. Il punto non è eliminare la sofferenza, ma coinvolgerci con gli uomini e le donne di buona volontà, per alleviare la sofferenza non soltanto in noi, ma anche nei fratelli e nelle sorelle che ci stanno accanto.
Sul Convegno buddista-cattolico, la riflessione del Rev. Kyoichi Sugino:
R. – So, I think this meeting has three important points…
Penso che questo incontro ruoti intorno a tre punti importanti. Il primo riguarda il fatto che buddisti e cattolici condividono una dottrina della sofferenza, della liberazione e confermano i loro valori condivisi. Il secondo punto riguarda le sfide importanti, tra cui il cambiamento climatico – oggi siamo stati ricevuti in udienza dal Papa: il documento papale è molto importante per noi! – l’estremismo e altre sfide: buddisti e cattolici si sono impegnati a lavorare insieme per superare queste sofferenze. Ho indicato il cambiamento climatico e l’estremismo e altre sfide che dobbiamo affrontare. Il terzo punto concerne il fatto che veniamo dagli Stati Uniti, da città diverse, e ci siamo impegnati a trasferire questo dialogo in azioni concrete nelle nostre diverse città: questo significa che in queste città lavoreremo insieme – cattolici e buddisti – per costruire la pace e superare le sfide comuni, negli Stati Uniti e nel mondo.
D. – Rev. Sugino, che cosa ha rappresentato per lei l’udienza con il Papa?
R. – It was a very important meeting, the audience with Pope Francis…
L’udienza con Papa Francesco è stata per noi molto importante: egli ha sottolineato l’importanza della fratellanza come base per la nostra collaborazione. Per cui, ogni dialogo in vista della collaborazione per la pace dovrebbe essere basata sulla fratellanza e sulla consapevolezza che siamo tutti fratelli e sorelle che proprio in funzione di questa fratellanza lavoriamo insieme per la pace. Quindi, il suo grande e profondo messaggio di fratellanza è stato per tutti noi un grande incoraggiamento. Egli è pronto a lavorare con noi per la tutela del clima e anche in altri ambiti. Verrà a New York e a Washington per continuare insieme nella strada intrapresa degli impegni comuni.
Il prof. Donald W. Mitchell è l'organizzatore del Convegno di questi giorni:
R. – We have invited Buddhist and Catholic leaders from San Francisco, Chicago, New York …
Abbiamo invitato leader buddisti e cattolici dalle città di San Francisco, Chicago, New York e Washington, coinvolti in attività sociali. Il Papa ha chiesto una nuova opprtunità di dialogo di fratellanza, dove la fratellanza porta all’azione sociale. Questi gruppi di cattolici e buddisti stanno costruendo, nelle diverse città, proprio questo tipo di dialogo fraterno e questo sarà allargato ad altri buddisti e ad altri cattolici, affinché si instauri un dialogo di collaborazione per curare i mali sociali nelle loro città, diversi tipi di malesseri sociali. Ci saranno movimenti di base locali di collaborazione, che potranno combinare le risorse di buddisti e operatori sociali per affrontare meglio i problemi sociali nelle città.
Classica frase barese, che rappresenta bene la scuola italiana oggi (e non solo la scuola).
Avrete sentito i vostri (sic!) rappresentanti politici, i cosiddetti "politicini", menare a destra e sinistra del "Progetto Scuole Belle", con il quale sembra che in questo nostro così malridotto Paese si faccia ripartire il lavoro, gli studenti avranno finalmente aule in cui potranno imparare meglio (?) ed essere sicuri che non succedano disastri.
A questo punto cercherò di essere il più esaustivo possibile, in quanto se non si "leggono" le "sfumature", continueremo a pensare che questo "Progetto" così com'è, possa davvero essere utile.
Una piccola spiegazione:
Le gare d'appalto pubbliche nella scuola sono state create per permettere di esternalizzare le pulizie, la manutenzione ordinaria e quant'altro.
Ovvero, il MIUR (Ministero Istruzione Università Ricerca-dati 2007) non assumendo i Collaboratori Scolastici (ex bidelli) oramai addetti nella maggior parte dei casi alla sorveglianza scolastica, accantona il loro costo per permettere ad aziende private di poter effettuare assunzioni, in genere part-time, in modo da effettuare le pulizie quotidiane ed eventualmente di mantenimento/risanamento nei vari istituti, ad esempio se in una scuola lombarda sono stati accantonati n°3 (tre) posti, con gli stessi costi si possono assumere almeno 7 (sette) addette/i alle pulizie con un contratto di circa 90,0 ore/mese di lavoro (sarebbero all'incirca €550,00/mese netti) pari a 3.5 ore/lavoro al giorno per 10 mesi (settembre/giugno) con un riscontro occupazionale territoriale non indifferente.
Ovviamente non si riesce ad arrivare a fine mese con tale importo, ma essendo part-time...
Per la Lombardia si parlava (dati 2007) di circa €39.000,00/anno per accantonamento, e facendo due conti la convenienza per le scuole c'è, sia economica che di pratico esercizio: il personale esterno costa meno, il servizio le aziende lo devono comunque garantire, la professionalità di tale addetti è superiore a quella del personale scolastico interno (non per causa loro, nel 90% dei casi sono bravissimi, ma non hanno le risorse ed i mezzi, non fanno corsi mirati, ecc.).
Non mi spiego, però, come mai in Lombardia si era calcolato circa € 39.000,00, nel Lazio si arriva a circa €60.000,00 ed in Campania si sfiorano i 120.00,00 (ripeto dati del MIUR del 2007) per accantonamento? Qualcuno risponderà? Mah....
Per la gara d'appalto partita nel 2014 gli importi sono sostanzialmente invariati rispetto la precedente, escluso alcuni casi che però erano errati già del 2007.
Detto questo torniamo alle "Scuole Belle" di r€nziana parola (a tal proposito, se andate sul sito del MIUR c'è un "inno" ai discorsi r€nziani sulla scuola da scompisciarsi, manca solo un simbolo che sia un fascio o la falcemmartello o i minions, non importa): praticamente il vostro tipo (r€nzi, ndr) ha dichiarato che con tale progetto finalmente si effettueranno tutti quei lavori atti a mantenere il decoro nelle varie scuole, mantenendo invariato (!?!) il livello occupazionale degli addetti ...
La realtà ad oggi: le gare d'appalto in Italia, sono passate (dati annui) da 600ml/€ a 400ml/€ (dovrebbero essere dati esatti) per arrivare ai 280ml/€ nel 2018, senza modifica delle superfici d'intervento e riducendo (ovviamente) i contratti ai lavoratori: su youtube ci sono diversi video che riportano alla situazione tragicomica del Veneto dove, alcuni lavoratori, pur con l'obbligo d'assunzione da parte delle ditte subentranti sono stati assunti a 0 ore, si proprio ZERO ore/lavoro...
Ora la situazione è la seguente:
il personale ha avuto, ad inizio gara, un taglio delle ore (min. -20%) rispetto al vecchio contratto, e successivamente con un insensato "Patto di stabilità" della durata di 3(tre) mesi, il governicchio dei po£iticini & Co. hanno cercato di mascherare la bischerata fatta, stanziando svariati milioncini di €, e quindi le aziende hanno dovuto corrispondere ai lavoratori le stesse ore contrattuali pre-taglio; nel frattempo hanno trovato mille ed un sotterfugio per evitare di pagare il dovuto (ma di questo ne parlerò prossimamente) salvo poi, in alcuni casi (testimoniali) minacciare gli stessi lavoratori ad una "autorichiesta" (ingiustificata) di ulteriore riduzione oraria...
la differenza in ore tra il vecchio ed il nuovo contratto? es: se prima una lavoratrice aveva un contratto di 20 ore settimanali ed adesso è a 14 ore, le 6 ore di differenza vengono retribuite (e comunque non tutte) e conteggiate in una "banca-ore", da restituire in ore/lavoro per l'effettuazione di queste oramai pallose Scuole Belle.
In cosa consiste il Progetto Scuole Belle:
gli scienziati del MIUR in accordo con i sindacati hanno pensato bene di far svolgere agli addetti alle pulizie i seguenti lavori: tinteggiatura (interna ed esterna); messa in opera di pareti in cartongesso; lavori di idraulica; lavori di elettricità; lavori di muratura, ecc... senza considerare che l'85% del personale è costituito da donne (DeGregori) ...di 50 anni e con 5 figli...
ma immaginate una signora di tale età che cerca di sostituire un lavandino o che smonta un impianto luce? ma dajjjjjjj.... si, certamente qualcuno in grado di fare questi lavori ci sarà, ma quante possono essere? è vero che fanno dei corsi mirati (anche questi mal pagati), ma un corso di 8/12 ore abilita a mettere mani ad un impianto elettrico o idraulico in una scuola?
In pratica ad oggi:
le aziende hanno le loro squadre di manutentori che svolgono il lavoro principale, alle maestranze delle pulizie resta solo (sono le ultime news in merito) mettersi a disposizione tra luglio ed agosto per star dietro a tali squadre, non retribuiti ma utilizzando le ore accantonate nella diabolica banca ore.
Direte: ma le ore della banca ore sono state retribuite, quindi è giusto renderle: non è proprio così, credetemi, lo spiegherò dettagliatamente in un prossimo scritto.
So che quanto scritto potrebbe sembrare un po confusionario, ma il Progetto Scuole Belle, i politicini che lo hanno ideato e le aziende che lo applicano, tutti insi€me appassionatam€nte, sono molto più diabolici....
Bossi: “Partito
nazionale? Se Salvini lo fa, resta da solo. Lui non mi piace”. Queste le parole
di Umberto Bossi,si sapeva da diverso tempo del disagio del senatur nel vedere
Matteo Salvini salire nei sondaggi e addirittura diventare un simbolo di difesa
della sovranità nazionale e della sovranità monetaria.
Nel momento che anche Berlusconi pensa al Nazareno
bis,avendo capito nonostante la buona volontà di tutti i presstitutes italiani e
non, a inventarsi di nuovo il gioco destra contro sinistra avendo paura della
vera divisione,popolo da una parte e servi delle banche e delle multinazionali
dall’altra.
Salvini a differenza di Bossi sta cercando di unire,Bossi
invece è nato per dividere,la sua produzione seriale di stronzate dal Dio po e
tutto il resto è servita a far ruotare attorno a lui soldi,fama postifici
padani da distribuire e finanziamenti di cui lui e famiglia erano i beneficiari
Poteva godersi la pensione il senatur insieme agli altri
baby pensionati della sua famiglia? Ma neanche per sogno,ingaggiato per
attaccare Salvini.
Forse il suo amico Giorgio Napolitano gli avrà promesso
qualche superloggia massonica se
continua a fare quello che ha sempre fatto al servizio dei traditori dell’Italia.
Queste le parole di Bossi su Salvini :” “Partito nazionale?
Se Salvini lo fa, resta da solo. Lui non mi piace”.
“Al Sud Italia i voti
non glieli danno, perché quelli vogliono
i soldi e non vogliono cambiare il Paese".
“La Lega non può essere nazionale, finché ci sono io è
nazional-padana; perché il nord è sempre contro quel che è italiano, contro il
centralismo e il fascismo italiani”.
“Per adesso Salvini non mi piace”,e non gli piace nemmeno la
ruspa come simbolo così come non gli piaceva la scopa, Non è un buon simbolo?
“Assolutamente no, i simboli buoni sono quelli che agganciano il passato, non
si ha futuro se non si ha il passato e la Lega è nata per sconfiggere il
Barbarossa, che si chiama Italia”.
Come si vede il nemico dell’Italia Bossi sale nel carro dei Renzi
e Berlusconi nel cercare di bloccare e
limitare Salvini che continua ad avere consensi,molto gradita dal popolo
sovranista il tentativo di dialogo con Beppe Grillo per creare una grande forza
elettorale che mandi definitivamente a casa tutti i partiti e gli uomini che
hanno svenduto per quattro soldi l’Italia.
Lapo Pistelli, il responsabile (si fa per dire) esteri del P.D., vice ministro degli esteri etc. etc., quello che spiegò che l’accordo sulla sorte dei Marò in ostaggio in India era facile facile da raggiungere (bastava farli condannare dagli Indiani a “non più” di sette anni di carcere e farseli consegnare perché scontassero la pena nelle accoglienti galere italiane…) ha fatto la “solita carriera”. E’ passato dalla precarietà dell’incarico di Governo alla stabilità (con buonuscita da capogiro se e quando proprio se ne dovesse andare) della “vicepresidenza senior” dell’E.N.I.
Una volta si diceva che il vero Ministero degli Esteri italiano era l’E.N.I. Adesso di “vero” non c’è nemmeno quello. Ma, una poltrona ai vertici dell’E.N.I. è sempre una gran bella e comoda poltrona. E poi con l’aria che tira per Renzi (che è stato il portaborse di Lapo) è bene contribuire personalmente a combattere il precariato. Ma a noi questa uscita “anticipata” verso un ente a partecipazione statale ci interessa soprattutto per il precedente di un altro dei “protagonisti” della vicenda dei Marò (dico vicenda: cosa intendo leggetelo sul mio libro “Il mercato dei Marò”) quella dell’ex ammiraglio De Paolis, ministro degli esteri del governo Monti, quello che voltò subito le spalle a Terzi, Ministro degli Esteri, che non voleva riconsegnarli (i Marò) ai sequestratori “per non compromettere” i buoni affari con l’India e che poi, ebbe tanta fretta a riciclarsi quale consulente di strategia planetaria della “Finmeccanica” (elicotteri – con asserite tangenti agli Indiani – Augusta etc. etc.) da farsi togliere la sedia di sotto per inosservanza dell’”anno bianco” per generali e ministri. E’ solo una sensazione. Non mi risulta che l’E.N.I. abbia in corso affari colossali (e tantomeno un giro di mazzette) in India, anche se sarebbe strano che non avesse proprio nulla da spartire con quelli là. Ma pare che questi manager ed aspiranti manager di caricature italiane di multinazionale nazionalizzate o quasi, si facciano in quattro per dimostrare di essere comprensivi con i partners stranieri, magari quando si tratta “solo” della pelle di Militari “di basso rango”… I quali. “usi a obbedir tacendo”, manco fossero Carabinieri, aspettano che il successore di Lapo al vice ministero dichiari per la ventiquattresima volta che ora l’Italia chiederà l’arbitrato internazionale.. Lapo fa carriera. Quando uno ci sa fare…
Mary Pace è nota non solo per la sua attività di scrittrice, ma anche per quella di agente segreto dei servizi Italiani. Lei infatti avrebbe fornito alla Cia nel 2010 e ancor prima al Viminale nel 2003, le indicazioni per individuare il covo di Bin Laden. La nostra 007, ha scritto inoltre a Papa Francesco con lo scopo di svelare una vicenda nota a pochi e nel ripercorrere la sua vita professionale di agente dei servizi Italiani costellata di casi nei quali è rimasta coinvolta, Mary nella lettera al Pontefice dell'ottobre 2014, ha ricordato anche la circostanza di un presunto attentato che aveva come obiettivo il Vaticano, ma sventato grazie alla sua segnalazione . Dichiara Mary Pace nella lettera : " in seguito ad una opportuna informativa da me inoltrata tempestivamente, è stato possibile sventare un vile attentato con cui era stato programmato per il mese di dicembre 2003, di sganciare dai cieli della Città del Vaticano una bomba radioattiva, che avrebbe prodotto effetti certamente funesti". Grazie ai frutti della mia attività di intelligence, venni a conoscenza del fatto che alcuni terroristi a bordo di un aerei, avevano pianificato di avvicinarsi all'aeroporto di Ciampino. Giunto in prossimità della pista, il pilota si sarebbe dovuto accingere ad iniziare la manovra di atterraggio, senza tuttavia portarla a termine, in quanto avrebbe dovuto in realtà come da programma, effettuare una decisa virata e portarsi sopra il Vaticano dove dal cielo della Santa Sede, sarebbe stata attivata tale bomba radioattiva. Vi lascio solo immaginare, Vostra Santità, quale atroce strage avrebbe potuto cagionare un tale attentato, nell'eventualità fosse stato consumato.
Una testimonianza provata dal fatto che Mary avvertì immediatamente i servizi i quali provvidero a chiudere anche Via della Conciliazione ( N.D.R. episodio che ricordo personalmente ) e l'aeroporto impedendo ovviamente ai carghi di atterrare. Mary ribadisce con un suo aforisma : Romolo l'ha fondata , io l'ho salvata.
L’ecologia integrale diventi un nuovo paradigma di giustizia, perché la natura non è una “mera cornice” della vita umana: questo il cuore della seconda Enciclica di Papa Francesco, “Laudato si’ sulla cura della casa comune”, pubblicata oggi. Il documento prende il titolo dall’invocazione di San Francesco d’Assisi nel “Cantico delle creature”. Suddivisa in sei capitoli, l’Enciclica raccoglie, in un’ottica di collegialità, anche diverse riflessioni delle Conferenze episcopali del mondo e si conclude con due preghiere, una interreligiosa ed una cristiana, per la salvaguardia del Creato. Il servizio :
“Laudato si’, mi’ Signore, per sora nostra matre Terra”: Francesco di Roma si pone sulla scia di Francesco d’Assisi per spiegare l’importanza di un’ecologia integrale che diventi un nuovo paradigma di giustizia, in cui la preoccupazione per la natura, l’equità verso i poveri, l’impegno nella società, ma anche la gioia e la pace interiore risultano inseparabili. Nei sei capitoli dell’Enciclica, il Papa evidenzia che la nostra terra, maltrattata e saccheggiata, richiede una “conversione ecologica”, un “cambiamento di rotta” affinché l’uomo si assuma la responsabilità di un impegno per “la cura della casa comune”. Impegno che include anche lo sradicamento della miseria, l’attenzione per i poveri, l’accesso equo, per tutti, alle risorse del Pianeta.
1° capitolo: no alla cultura dello scarto. Tutelare diritto all’acqua
Il Papa mette in guardia dalle gravi conseguenze dell’inquinamento e da quella “cultura dello scarto” che sembra trasformare la terra, “nostra casa, in un immenso deposito di immondizia”. Dinamiche che si possono contrastare adottando modelli produttivi diversi, basati sul riutilizzo, il riciclo, l’uso limitato di risorse non rinnovabili. Anche i cambiamenti climatici sono “un problema globale”, spiega l’Enciclica, così come l’accesso all’acqua potabile, che va tutelato in quanto “diritto umano essenziale, fondamentale ed universale”, “radicato nell’inalienabile dignità” dell’uomo. Centrale, inoltre, la tutela della biodiversità perché ogni anno, a causa nostra, “scompaiono migliaia di specie vegetali e animali che i nostri figli non potranno vedere”. E “non ne abbiamo il diritto”, sottolinea Francesco, evidenziando poi l’esistenza di un “debito ecologico”, soprattutto tra il Nord e il Sud del mondo, connesso a squilibri commerciali. “Il debito estero dei Paesi poveri – infatti – si è trasformato in uno strumento di controllo, ma non accade la stessa cosa con il debito ecologico”.
Creare sistema normativo per proteggere ecosistemi
“Il deterioramento dell’ambiente e quello della società - afferma il Papa - colpiscono in modo speciale i più deboli del pianeta”, spesso considerati “un mero danno collaterale”. Per questo, un vero approccio ecologico deve essere anche sociale. La soluzione, allora, non è la riduzione della natalità, ma il contrasto ad un consumismo “estremo e selettivo” di una parte della popolazione mondiale. Di fronte, poi, ad un certo intorpidimento e ad una “spensierata irresponsabilità” nell’uomo contemporaneo, urge “creare un sistema normativo” per assicurare la protezione degli ecosistemi.
2° capitolo: ambiente è dono di Dio, eredità comune da non distruggere
Si ribadisce la “tremenda responsabilità” dell’essere umano nei confronti del Creato e si ricorda che “l’ambiente è un dono collettivo, patrimonio di tutta l’umanità”, “eredità comune” da amministrare e non da distruggere. Seguendo il racconto biblico della Creazione, Papa Francesco evidenzia le tre relazioni fondamentali dell’uomo: con Dio, con il prossimo e con la terra. Ogni creatura ha una sua funzione, nessuna è superflua e tutto è “carezza di Dio”, scrive il Pontefice, ricordando che “ogni maltrattamento verso qualsiasi creatura è contrario alla dignità umana”. Tuttavia, la cura degli altri esseri viventi va sempre accompagnata dalla “compassione e preoccupazione” per l’uomo. Ed è per questo che serve la consapevolezza di una comunione universale. In quest’ottica, rientra il principio della subordinazione della proprietà privata alla destinazione universale dei beni: la tradizione cristiana, infatti, “non ha mai riconosciuto come assoluto o intoccabile il diritto alla proprietà privata, ed ha messo in risalto la funzione sociale di qualunque forma di proprietà privata”.
3° capitolo: no a tecnocrazia. Essere amministratori responsabili del Creato
Tecnologia, antropocentrismo, lavoro ed ogm: l’Enciclica si snoda lungo questi quattro percorsi. Innanzitutto, pur riconoscendo i benefici del progresso tecnologico per lo sviluppo sostenibile, mette in guardia dalla tecnocrazia che dà “a coloro che detengono la conoscenza ed il potere economico di sfruttarla, un dominio impressionante sul mondo intero”. Allo stesso tempo, l’antropocentrismo moderno, che non riconosce la natura come norma, perde la possibilità di riconoscere il posto dell’essere umano nel mondo ed il suo ruolo di “amministratore responsabile” dell’universo.
Difesa della natura incompatibile con la giustificazione dell’aborto
Ne deriva una logica “usa e getta” che giustifica ogni tipo di scarto, che porta a sfruttare i bambini, ad abbandonare gli anziani, a ridurre altri in schiavitù, a sopravvalutare la capacità del mercato di autoregolarsi, a praticare la tratta di esseri umani ed il commercio di “diamanti insanguinati”. È la stessa logica di molte mafie, dei trafficanti di organi, del narcotraffico e dello scarto dei nascituri perché non corrispondono ai progetti dei genitori. Di fronte a tutto questo, occorre una “coraggiosa rivoluzione culturale” che mantenga in primo piano il valore delle relazioni tra le persone e la tutela di ogni vita umana, perché la difesa della natura “non è compatibile con la giustificazione dell’aborto”.
Proteggere il lavoro. Dibattito su ogm sia ampio e responsabile
Quindi, il Papa ribadisce la necessità di difendere il lavoro: tutti devono potervi accedere, perché esso “è parte del senso della vita su questa terra, via di maturazione, di sviluppo umano”. “Rinunciare ad investire sulle persone in nome di un profitto immediato è un pessimo affare per la società”, afferma il Pontefice, evidenziando la necessità, a volte, di “porre limiti a coloro che detengono grandi risorse e potere finanziario”, affinché tutti possano beneficiare davvero della libertà economica. Quanto agli ogm, definiti “una questione di carattere complesso”, il Papa ne mette in luce, da una parte, il contributo alla soluzione di problemi economici, ma dall’altra le difficoltà legate alla “concentrazione di terre produttive nelle mani di pochi”. Per questo, afferma, serve “un dibattito scientifico e sociale responsabile ed ampio, in grado di chiamare le cose con il loro nome”.
4° capitolo: ecologia integrale è inseparabile da bene comune
L’ecologia integrale divenga, dunque, un nuovo paradigma di giustizia, perché l’uomo è connesso alla natura ed essa non è “una mera cornice” della nostra vita. “Non ci sono due crisi separate, una ambientale ed un’altra sociale – scrive il Papa – bensì una sola e complessa crisi socio-ambientale”. Di qui, il richiamo alla “amicizia civica” ed alla solidarietà, sia intra- che inter-generazionale, la cui lesione “provoca danni ambientali”. L’ecologia integrale “è inseparabile dalla nozione di bene comune” e ciò implica il compiere scelte solidali sulla base di “una opzione preferenziale per i più poveri”.
Tutelare ricchezze culturali dell’umanità. Accettare proprio corpo, dono di Dio
Non solo: la vera ecologia riguarda anche la cura delle “ricchezze culturali dell’umanità”, come ad esempio delle “comunità aborigene”, e dell’ambiente urbano, per migliorare la qualità della vita umana negli spazi pubblici, nelle abitazioni, nei trasporti che in molte città, scrive il Papa, comportano “un trattamento indegno delle persone”. Centrale è anche l’accettazione del proprio corpo come dono di Dio per accogliere il mondo intero come casa comune donata dal Padre e vincere, così, la logica del dominio. In quest’ottica, il Papa esorta ad “apprezzare il proprio corpo nella sua femminilità o mascolinità, poiché “non è sano un atteggiamento che pretenda di cancellare la differenza sessuale”, con la quale non sa più confrontarsi.
5° capitolo: Vertici mondiali sull’ambiente hanno deluso le aspettative
Cosa possiamo e dobbiamo fare, dunque? chiede Francesco. E la risposta è “dialogare ed agire”. Certo, spiega, “la Chiesa non pretende di definire le questioni scientifiche, né di sostituirsi alla politica”, ma l’esortazione è comunque “ad un dibattito onesto e trasparente, perché le necessità o le ideologie non ledano il bene comune”. Il dialogo è ineludibile tra economia e politica, sottolinea il Pontefice, affinché “si pongano decisamente al servizio della vita, specialmente della vita umana”. Il Pontefice chiama quindi in causa la politica internazionale e non risparmia un giudizio severo sui vertici mondiali relativi all’ambiente che, negli ultimi anni, “non hanno risposto alle aspettative” per una “mancanza di decisione politica”.
Serve governance globale. Dominio assoluto della finanza non ha futuro
Al contrario, serve una governance globale che si occupi dei beni comuni globali, perché spesso “sotto il rivestimento della cura per l’ambiente”, si aggiungono nuove ingiustizie per i Paesi più bisognosi di sviluppo e finisce per “piovere sempre sul bagnato”. Non solo: Francesco pone l’accento sulle criticità di un sistema che mira al “salvataggio ad ogni costo delle banche, facendo pagare il prezzo alla popolazione”, e di un “dominio assoluto della finanza che non ha futuro e che potrà solo generare nuove crisi”.
No alla corruzione. Ridefinire il progresso per migliorare vita delle persone
Al livello nazionale, invece, la politica e l’economia devono uscire dalla logica di corto respiro, focalizzata sul profitto e sul successo elettorale a breve termine, dando spazio a processi decisionali onesti e trasparenti, lontani dalla corruzione che, in cambio di favori, “nasconde il vero impatto ambientale” dei progetti. Ciò che occorre, in sostanza, è “una nuova economia più attenta ai principi etici”, una “nuova regolamentazione dell’attività finanziaria speculativa”, un ritmo di produzione e di consumo più lento, così da “ridefinire il progresso”, legandolo al “miglioramento della qualità reale della vita delle persone”. Anche i diversi movimenti ecologisti e le religioni, in dialogo con la scienza, devono orientarsi alla cura della natura, alla difesa dei poveri, alla costruzione di una rete di rispetto e di fraternità. E non è un caso se Francesco cita il Patriarca ortodosso Bartolomeo, il filosofo protestante Paul Ricœur, il mistico islamico Ali A-Khawas. Numerose anche le citazioni del teologo Romano Guardini.
6° capitolo: la sobrietà è liberante. Vale la pena di essere buoni e onesti
Educazione e formazione restano dunque, le sfide centrali da affrontare. Di qui, il richiamo a “puntare su un altro stile di vita” perché “non tutto è perduto” e “l’umanità ha ancora la capacità di collaborare per costruire la nostra casa comune”. Bastano piccoli gesti quotidiani, spiega il Papa: fare la raccolta differenziata dei rifiuti, ridurre il consumo di acqua, spegnere le luci inutili, coprirsi un po’ invece di accendere il riscaldamento e soprattutto “spezzare la logica della violenza, dello sfruttamento, dell’egoismo”. “La sobrietà – scrive il Pontefice – vissuta con libertà e consapevolezza, è liberante” e “la felicità richiede di saper limitare quelle necessità che ci stordiscono”, lasciandoci invece aperti alle “molteplici possibilità che offre la vita”. In questo modo, diventa possibile sentire che “abbiamo una responsabilità verso gli altri e verso il mondo, che vale la pena di essere buoni e onesti”.
L’Eucaristia unisce cielo e terra. Al di là del sole, c’è la bellezza di Dio
Il Papa invita, infine, a guadare ai Sacramenti, esempi di come la natura sia stata assunta da Dio. In particolare, spiega, l’Eucaristia “unisce cielo e terra” e “ci orienta ad essere custodi di tutto il Creato”. Le lotte e le preoccupazioni per questo pianeta “non ci tolgano la gioia e la speranza” perché nel cuore del mondo c’è sempre l’amore del Signore. E allora “Laudato si’!”, scrive Francesco in una delle due preghiere che concludono l’Enciclica e che fa eco all’invocazione del Poverello di Assisi: “Camminiamo cantando!” perché “al di là del sole, alla fine, ci incontreremo faccia a faccia con la bellezza di Dio”.