venerdì 19 giugno 2015

Un altro di "quelli dei Marò" si "mette in affari"

Lapo Pistelli, il responsabile (si fa per dire) esteri del P.D., vice ministro degli esteri etc. etc., quello che spiegò che l’accordo sulla sorte dei Marò in ostaggio in India era facile facile da raggiungere (bastava farli condannare dagli Indiani a “non più” di sette anni di carcere e farseli consegnare perché scontassero la pena nelle accoglienti galere italiane…) ha fatto la “solita carriera”. E’ passato dalla precarietà dell’incarico di Governo alla stabilità (con buonuscita da capogiro se e quando proprio se ne dovesse andare) della “vicepresidenza senior” dell’E.N.I.
Una volta si diceva che il vero Ministero degli Esteri italiano era l’E.N.I. Adesso di “vero” non c’è nemmeno quello. Ma, una poltrona ai vertici dell’E.N.I. è sempre una gran bella e comoda poltrona.
E poi con l’aria che tira per Renzi (che è stato il portaborse di Lapo) è bene contribuire personalmente a combattere il precariato.
Ma a noi questa uscita “anticipata” verso un ente a partecipazione statale ci interessa soprattutto per il precedente di un altro dei “protagonisti” della vicenda dei Marò (dico vicenda: cosa intendo leggetelo sul mio libro “Il mercato dei Marò”) quella dell’ex ammiraglio De Paolis, ministro degli esteri del governo Monti, quello che voltò subito le spalle a Terzi, Ministro degli Esteri, che non voleva riconsegnarli (i Marò) ai sequestratori “per non compromettere” i buoni affari con l’India e che poi, ebbe tanta fretta a riciclarsi quale consulente di strategia planetaria della “Finmeccanica” (elicotteri – con asserite tangenti agli Indiani – Augusta etc. etc.) da farsi togliere la sedia di sotto per inosservanza dell’”anno bianco” per generali e ministri.
E’ solo una sensazione. Non mi risulta che l’E.N.I. abbia in corso affari colossali (e tantomeno un giro di mazzette) in India, anche se sarebbe strano che non avesse proprio nulla da spartire con quelli là. Ma pare che questi manager ed aspiranti manager di caricature italiane di multinazionale nazionalizzate o quasi, si facciano in quattro per dimostrare di essere comprensivi con i partners stranieri, magari quando si tratta “solo” della pelle di Militari “di basso rango”…
I quali. “usi a obbedir tacendo”, manco fossero Carabinieri, aspettano che il successore di Lapo al vice ministero dichiari per la ventiquattresima volta che ora l’Italia chiederà l’arbitrato internazionale..
Lapo fa carriera. Quando uno ci sa fare…
di Mauro Mellini
http://www.giustiziagiusta.info/index.php?option=com_content&task=view&id=5919&Itemid=1

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