Confermata la notizia data ieri da Vox. L’aviazione siriana ha distrutto un magazzino di armi chimiche prodotte e raccolte dai jihadisti nella provincia di Idlib. La notizia viene data dal Generale-Maggiore russo Igor Konashenkov, portavoce del Ministero della Difesa russo, che conosce bene il territorio in questione considerata la sua costante presenza presso la base di Hmeymim, in Siria, da dove decollano i caccia bombardieri russi.
Konashenkov ha ricordato che l’utilizzo di questa tipologia di armamenti da parte dei “ribelli moderati” era già stato confermato sia dal governo iracheno che da organizzazioni internazionali.
C’è poi la considerazione dello scienziato: “Userei una certa cautela nell’affermare che nell’attacco chimico avvenuto in Siria è stato utilizzato il gas Sarin”. Ad affermarlo, l’esperto di armi chimiche Matteo Guidotti, dell’Istituto di Scienze e Tecnologie molecolari del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Istm-Cnr).
“Ho già visto in passato immagini e video di persone colpite con il Sarin e i segni erano molto più evidenti – spiega Guidotti -: i corpi sono madidi di sudore, lacrime, saliva ma soprattutto escrementi. I soggetti intossicati generalmente vengono colpiti da fortissime convulsioni. E dai video diffusi localmente non si vede tutto questo”. “Ma i dubbi maggiori vengono – dice ancora il ricercatore – dalla disinvoltura con cui gli operatori sanitari maneggiano i corpi delle vittime.
Molti dei cosiddetti “soccorritori” sono senza guanti e non indossano neanche le mascherine.
C’è una serie di protocolli da rispettare per evitare che anche i soccorritori vengano contaminati dall’agente tossico. “Il fatto è che è in atto una guerra di immagini con cui si fa propaganda – aggiunto – per cui bisogna avere molta cautela. Basti pensare all’effetto mediatico che un attacco chimico può avere rispetto a un attacco normale”.
“Ho già visto in passato immagini e video di persone colpite con il Sarin e i segni erano molto più evidenti – spiega Guidotti -: i corpi sono madidi di sudore, lacrime, saliva ma soprattutto escrementi. I soggetti intossicati generalmente vengono colpiti da fortissime convulsioni. E dai video diffusi localmente non si vede tutto questo”. “Ma i dubbi maggiori vengono – dice ancora il ricercatore – dalla disinvoltura con cui gli operatori sanitari maneggiano i corpi delle vittime.
Molti dei cosiddetti “soccorritori” sono senza guanti e non indossano neanche le mascherine.
C’è una serie di protocolli da rispettare per evitare che anche i soccorritori vengano contaminati dall’agente tossico. “Il fatto è che è in atto una guerra di immagini con cui si fa propaganda – aggiunto – per cui bisogna avere molta cautela. Basti pensare all’effetto mediatico che un attacco chimico può avere rispetto a un attacco normale”.
fonte http://voxnews.info/2017/04/05/confermato-strage-idlib-provocata-da-deposito-armi-chimiche-ribelli-islamici/
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