Nelle scorse ore è arrivato il primo report ufficiale delle Nazioni Unite sul bombardamento che si è verificato, lo scorso 4 aprile, presso il villaggio di Khan Shaykhun, nella provincia siriana di Idlib; l’incursione armata in questione, è divenuta tristemente famosa per via del presunto attacco con il gas sarin che avrebbe ucciso almeno 86 persone, gran parte di questi bambini. Gli Usa, per quell’attacco, hanno subito accusato il governo di Damasco partendo dai report del cosiddetto “Osservatorio siriano dei diritti umani” e delle fonti locali collegate all’opposizione islamista che, è bene ricordarlo, controlla gran parte della provincia di Idlib dal 2012; come ben si sa, le accuse mosse sia da Washington che da gran parte dei paesi europei, hanno poi provocato il bombardamento della base militare siriana di Shayrat con il lancio di 59 missili tomahawk provenienti dalle navi americane presenti nel Mediterraneo. Il rapporto ONU però,smentisce la prima ricostruzione dei fatti.
Vittime non uccise da armi chimiche
Nel rapporto delle Nazioni Unite, risalta in primo luogo la circostanza secondo cui gran parte delle 86 vittime non riporta chiari sintomi di avvelenamento da sarin o da sostanze chimiche; il bombardamento si è realmente verificato in quel 4 aprile all’interno del villaggio di Khan Shaykhun, pur tuttavia esso risulta essere stato effettuato con armi convenzionali e non invece con armi chimiche, così come riportato nelle prime ore. Nel rapporto ONU, si evidenzia inoltre che l’intossicazione da sarin emersa nei video circolati poco dopo il bombardamento avvenuto in questa zona della provincia di Idlib, potrebbe essere stata causata dal rilascio della sostanza letale da uno degli obiettivi colpiti dall’incursione aerea, pur tuttavia come affermato sopra, la maggior parte delle vittime del bombardamento è rimasta coinvolta dalle esplosioni delle armi convenzionali. Da un punto di vista prettamente umano, il decesso di un così elevato numero di persone rimane comunque un qualcosa di molto grave, pur tuttavia la dinamica dei fatti ricostruita dall’ONU appare completamente ribaltata.
Il rapporto delle Nazioni Unite è arrivato dopo circa venti giorni dai fatti di sangue avvenuti nella provincia di Idlib; l’intervento dell’ONU, era stato richiesto dallo stesso governo di Bashar Al Assad e dalla Russia, che sostiene politicamente e militarmente il presidente siriano. Secondo Damasco, il bombardamento con armi chimiche è stato inventato dall’opposizione per dare pretesto all’occidente ed agli USA in primis di intervenire militarmente in Siria; da Mosca, è stato lo stesso Vladimir Putin, lo scorso 11 aprile, a bollare come ‘fake news’ la ricostruzione fornita dall’Osservatorio siriano dei diritti umani sui gravi fatti di Khan Shaykhun e dal Cremlino, nelle ore immediatamente successive al bombardamento, si parlava di un’incursione convenzionale che ha colpito depositi di armi chimiche in mano ai ribelli presenti ad Idlib. Le Nazioni Unite comunque, effettueranno altre inchieste per fornire ulteriori dettagli su quanto successo in quel 4 aprile; quello delle scorse ore è soltanto il primo report, non si escludono nuovi documenti già nelle prossime ore.
Lavrov: “Atteggiamento Usa inquietante”
È bene specificare che questo primo rapporto, presentato nella serata di venerdì 21 aprile presso il Palazzo di Vetro in una conferenza stampa in cui, tra gli altri, il capo della commissione d’inchiesta sui fatti di Idlib, Paulo Sergio Pinheiro, è stato effettuato senza l’invio di esperti ed agenti sul luogo dell’accaduto; lo stesso Pinheiro ha specificato che i dati presentati emergono da testimonianze oculari e da fonti rintracciate nelle vicinanze del villaggio preso di mira dai bombardamenti del 4 aprile: “La Commissione non ha ancora escluso alcuna versione riguardante le cause del rilascio di questo agente chimico e continua a seguire diverse piste” ha affermato il capo della commissione delle Nazioni Unite durante l’incontro con la stampa, dopo aver letto il rapporto. Al momento però, non appare imminente un’indagine con esperti da inviare sul campo da parte dell’ONU e questo ha ricevuto le critiche da parte del governo russo.
Lavrov, in una dichiarazione rilasciata dal Palazzo di Vetro, ha definito ‘inquietante’ l’atteggiamento degli Usa e degli alleati occidentali i quali, secondo il capo della diplomazia del Cremlino, si oppongono all’invio di ispettori in grado di appurare la fonte da cui è stato sprigionato il gas sarin nel villaggio di Idlib colpito dalle incursioni aeree del 4 aprile; il riferimento di Lavrov era alla bocciatura, in sede di consiglio esecutivo dell’Organizzazione per il Divieto delle Armi Chimiche, della proposta di Russia ed Iran di un invio di una missione ufficiale delle Nazioni Unite nella cittadina di Khan Shaykhun. Tale bocciatura, è arrivata per l’appunto grazie al no, tra gli altri, di USA e Gran Bretagna. Dal canto suo, Assad da Damasco, in un’intervista rilasciata nelle scorse ore, si dichiara disponibile a far entrare gli ispettori ONU accusando le potenze occidentali di aver strumentalizzato le vittime dell’attacco del 4 aprile per giustificare un intervento armato
fonte http://www.occhidellaguerra.it/siria-rapporto-onu-vittime-idlib-non-colpite-da-gas-sarin/
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