La Apple ha rubato 13 miliardi di tasse ai cittadini europei
secondo la Commissione Ue, ma è solo la punta dell’iceberg. Tutte le
multinazionali hanno come ragione sociale l’elusione e l’evasione dalle leggi e
dal rispetto dei diritti sociali e delle norme ambientali, esistono
precisamente per questo scopo. E tutti i governi che praticano il libero
mercato sono con esse complici. Il governo irlandese è sotto accusa perché non
faceva pagare tasse solo alla Apple. Se avesse esteso a tutte le aziende il
trattamento di favore riservato a quella della Mela, e ricordiamo che la tasse
sui profitti in quel paese sono già abbassate ad un ridicolo 12,5%, se tutte le
imprese in Irlanda fossero state fisco esenti, la Ue non avrebbe potuto dire
nulla. Come non dice nulla sul trasferimento della sede Fca in Olanda e su
tanti altri casi simili. Ogni paese Ue può essere un paradiso fiscale per
ricchi e multinazionali, purché non faccia favoritismi, il privilegio deve
essere uguale per tutti. Per questo il Lussemburgo dell’attuale presidente
della Commissione, Juncker, è sotto accusa.
A Fiat e Starbucks, sono stati fatti favoritismi eccessivi
rispetto a tanti altri. Ma la concorrenza fiscale al ribasso tra i paesi della
Ue come tale è ammessa, anzi è nello spirito del trattato di Maastricht e dei
suoi principi ultra liberisti. A questo serve la moneta unica, a mettere in
concorrenza tra loro gli Stati sulla svalutazione di tasse, salari e diritti. E
le multinazionali conducono l’asta. Durante il confronto sulla Brexit
l’europeismo irlandese è stato contrapposto allo scetticismo britannico.
L’Irlanda è stata presentata come il solo paese, tra quelli “periferici”, ad
aver gestito virtuosamente crisi ed euro. Altro che gli altri Piigs. Ora sappiamo
a quale prezzo e con quali risultati, ma niente ipocrisia. Alla Apple è
capitato su questa sponda dell’Atlantico ciò che è toccato alla Volkswagen
sull’altra. Sono rondini che non fanno primavera e stanno tutte dentro il cielo
del Ttip. Oggi questo trattato è in crisi per il rifiuto dei popoli, e dobbiamo
dire grazie alla Brexit, ma anche perché le multinazionali tra le due sponde
dell’oceano hanno conti da regolare.
In ogni caso però la linea di fondo che ispira la Ue e tutti
i suoi governi rimane sempre la stessa: attirare gli investimenti delle
multinazionali con concessioni fiscali e sociali per rimpiazzare così itagli
alla spesa e agli investimenti pubblici. Il governo italiano, non a caso il più
ottusamente servile verso il Ttip, il suo regalo alla Apple lo ha già fatto.
L’azienda doveva al fisco 880 milioni per Ires non pagata, e lo Stato italiano
ha transato accontentandosi di 330. Immaginatevi un cittadino normale che debba
880 semplici euro al fisco e che si rivolga all’Agenzia delle Entrate esigendo
il trattamento Apple, verrebbe considerato matto. Invece con Tim Cook Renzi fa
i selfie sperando che porti lavoro. Le multinazionali sono al disopra delle
leggi e delle regole di tutti noi e per i governi è un merito riconoscerglielo.
Quello turco, anche per coprire la sporca guerra contro i curdi, ha subito
offerto i suoi servigi ad Apple.
Non sappiamo se la vicenda Apple si concluderà come è
iniziata, o, più probabilmente, con una transazione all’italiana o con altro
ancora. Quello che è chiaro è che senza mettere in discussione i meccanismi del
libero mercato e della globalizzaione liberista le multinazionali continueranno
a ricattare il mondo, con l’aiuto dei governi complici. Ed è altrettanto chiaro
che la Ue e l’euro, che hanno fatto del libero mercato il principio
costituzionale, non sono la soluzione, ma parte del problema. La nostra
Costituzione, all’articolo 53, impone un fisco progressivo e sono incompatibili
con essa i privilegi sulle tasse per chi ha più potere e ricchezza, a partire
dalle multinazionali. Che non a caso, assieme a tutti i poteri Ue, sostengono
il Sì alla controriforma costituzionale del governo e temono un vittoria del
No. Che è invece un passo necessario per restituire al popolo il diritto
all’eguaglianza, cancellato oggi dai privilegi del mercato globalizzato. Solo
un No ci può salvare.
da libreidee
| Laveritadininconaco.altervista.org
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