Forse noi tutti, assorti nei nostri innumerevoli problemi quotidiani non ci rendiamo pienamente conto di cosa significhi per una moglie, per i suoi figli, riavere a casa da abbracciare e da accarezzare il proprio compagno ed il proprio padre.
Solo l'arido animo di coloro che sovrintendono al Governo della nostra Nazione non riesce a comprendere fino in fondo cosa sia trascorrere una giornata dopo l'altra nell'attesa angosciosa e devastante del ritorno tanto atteso. Una tradizione antichissima che risale all'epoca romana e più esattamente a Pompei, soleva cingere con un nastro giallo il tronco di un albero, ad indicare che si aspettava colui o coloro che erano lontani. Ecco da cosa deriva quel piccolo nodo giallo che tanti di noi hanno indossato orgogliosamente e che alcuni giornali hanno stampato sulla loro pagina iniziale.
Ma i giorni nascono e muoiono uno dopo l'altro e nessun segno di speranza concreta si presenta.
Stanno lentamente uccidendo quelle due famiglie, quelle di Massimiliano e di Salvatore e noi non possiamo, anzi noi non dobbiamo rimanere inerti davanti a questo clima di semi-silenzio terribile delle nostre Istituzioni che si è ormai sparso per tutto il nostro Paese. Ecco perchè noi abbiamo deciso di fare qualcosa, anche una stupidaggine folkloristica, per risvegliare il popolo nostro a pretendere che, in qualsiasi modo, i nostri due ragazzi ritornino a casa.
Qualunque Nazione chiamata civile mai abbandonerebbe i suoi figli in terra straniera, mai li lascerebbe fra le mani, in questo caso false ed equivoche, di un altro Stato. Pensiamo se fosse capitato ai nostri figli, cosa faremmo? Non saremmo lì, davanti ai Palazzi a gridare, a piangere, a supplicare, persino a minacciare, se al posto di Max e Salvo fosse toccato a noi?..Mi rifiuto nella maniera più categorica di credere che la nostra gente abbia dimenticato il suo cuore italiano, la sua bontà e la sua generosità e sia completamente indifferente a ciò che sta succedendo in quella terra che ci accusa non avendo alcun titolo per farlo. Ci sono grandi Paesi che non lasciano i propri figli in terra straniera neanche quando sono morti e vanno a recuperarli anche dopo decenni per l'amore e la pietà di seppellirli nel loro sacro suolo affinchè possano essere pianti da ciò che resta delle loro famiglie.
Mi rivolgo a voi tutti, amici miei e fratelli miei: non permettiamo questa ingiustizia, esigiamo il ritorno dei nostri fucilieri. Aiutateci, in questo viaggio simbolico del nostro camion dal Nord al Sud dell'Italia, accorrete a dare il vostro contributo con la vostra presenza, chiamate amici e conoscenti con voi, scuotete la stampa e le reti televisive affinchè dedichino una piccola parte delle loro notizie alla volontà del popolo italiano. Non abbiate paura di alzare la vostra voce legittimamente, nella legge, con la legge e per la legge.
Sono quasi 800 giorni che sono stati sequestrati illegalmente. Sì, sequestrati illegalmente, per cui l'India dovrebbe essere denunciata a viso aperto nei vari congressi internazionali, davanti anche al Segretario Generale dell'ONU che è andato contro due leggi stabilite dall'ONU stesso, davanti all'Europa, davanti alla NATO, in una parola davanti al mondo.
Non possiamo più peccare di inerzia, non possiamo più farci zittire come fossimo una tribù dispersa invece di un grande popolo, non possiamo più farci trattare come fossimo semianalfabeti.
Non è soltanto doveroso, è imperativo ritrovare la nostra fierezza persa in questi quasi due anni e mezzo di trattative sterili ed infruttuose. Ce lo chiedono Latorre e Girone, ce lo chiedono le loro famiglie e ce lo chiedono i tanti italiani, quelli veri, che quotidianamente sono presenti
sui computer, sulle lettere ai giornali e sulle interviste alle televisioni.
E noi non possiamo ignorarli.
Magda Menchini
Associazione La Martinella
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