In un agenzia dell'Asca veniamo a sapere che la delegazione italiana della Nato ha posto il problema all'alleanza dicendo che il fatto non è bilaterale e che il problema potrebbe riguardare quei paesi che hanno uomini negli scenari internazionali.Qua abbiamo a che fare con degli emeriti cretini che fino a oggi non hanno fatto assolutamente niente e che continuano a fare gli incapaci.Ora manca solo la nota del Quirinale che ci fa sapere che ha colto nello sguardo di Rasmussen una feroce determinazione ad ascoltare le ragioni dell'Italia .
(ASCA) - Roma, 30 mag 2014 - ''La delegazione italiana NATO ha deciso di intervenire e di porre la questione dei Maro' all'Assemblea di Vilnius. Il senatore Lorenzo Battista, intervenendo a nome della Delegazione italiana, ha posto all'attenzione dell'Alleanza la questione dei nostri Fucilieri di Marina che non puo' essere considerata un fatto solo bilaterale''. E' quanto si legge in una nota dell'ufficio stampa della Camera. ''L'internazionalizzazione della crisi richiesta dall'Italia vuole anche richiamare l'attenzione di tutti quei Paesi che hanno militari impegnati in missioni e che svolgono un ruolo negli scenari internazionali. Il Segretario generale della NATO Rasmussen ha condiviso la preoccupazione della Delegazione italiana e ha ribadito che l'eventuale imputazione di terrorismo avrebbe conseguenze negative anche per la lotta contro la pirateria. Ha richiamato il concetto di difesa collettiva che deve far scattare la solidarieta' di tutti i Paesi dell'Alleanza'', prosegue il comunicato. ''Il Presidente della Delegazione italiana Andrea Manciulli, esprimendo piena soddisfazione per le parole di sostegno all'Italia espresse dal Segretario della NATO, ha dichiarato: ''L'Italia non puo' essere lasciata da sola. Ci rivolgiamo a tutte le Delegazioni dei Paesi membri della NATO perche' l'Italia e' uno dei Paesi piu' attivi nelle missioni internazionali e quello che e' successo ai nostri uomini puo' succedere a tutti e in questi casi c'e' bisogno del sostegno e della solidarieta' di tutti i nostri Alleati''. com/vlm
venerdì 30 maggio 2014
L'IMPORTANZA DEI DIRITTI UMANI
IL VALORE DEI DIRITTI UMANI
La dignità appartiene ad ogni essere umano e la radice dei diritti dell'uomo è da ricercare in questa, che è connaturale alla stessa vita dell'uomo ed è uguale in ogni persona. Ma è soprattutto dono di Dio. Quindi, la fonte ultima dei diritti umani è nell' uomo stesso e nel suo Creatore.
Bisogna perciò prestare attenzione a non delimitarli nei limiti della volontà umana o ad esempio nei poteri pubblici, che come ben vediamo, sono soggetti ad errore.
Questi diritti sono Universali in quanto presenti in ogni essere umano , e sono Inviolabili poichè ineriscono alla persona umana e alla sua stessa dignità. Sono altresì Inalienabili perché essendoci stati donati da Dio, nessuno ne può privarne un suo simile, poiché significherebbe violentare la sua natura.
S.Giovanni Paolo II ne traccia un elenco dove al primo posto ,ha il diritto alla vita dal concepimento sino al suo esito naturale .
Un'altro importantissimo diritto è quello della libertà religiosa poichè nessuno possa essere sforzato ad agire contro la propria coscienza... Ma accanto a questi diritti, è bene sottolineare che sono complementari anche dei doveri, che sono stati accentuati dal Magistero della Chiesa. Poichè nella convivenza umana, ad ogni diritto naturale, corrisponde un rispettivo dovere da parte dell' altro. Insomma, una responsabilità. Il visconte de Bonald, scrittore politico e filosofo, nel 1802 in una sua opera intitolata "Legislation primitive" , scrisse : " la Rivoluzione iniziata con la Dichiarazione dei diritti dell'uomo no finirà che con la Dichiarazione dei diritti di Dio.
Chi rivendica dunque i propri diritti ma dimentica i propri doveri, sotto un certo punto di vista costruisce ma allo stesso tempo distrugge .
La pace dunque non si fonda solo sui diritti del singolo ma si estende agli stessi diritti degli altri popoli, con particolare rilevanza nel diritto all'indipendenza , poichè i diritti umani estendendosi, coinvolgono tutta la vita comunitaria.
La Nazione perciò ha un diritto fondamentale all'esistenza, all'avere la propria lingua e la propria cultura per poter modellare la propria vita in base alle sue tradizioni , tramandando ai giovani e costruendo così il proprio futuro. La preparazione e un'adeguata educazione alle prossime generazioni aiuterà nella possibilità di poter esprimere la propria sovranità spirituale.
L'internazionalità a questo punto, richiede un forte equilibrio tra la particolarità di una Nazione e l'universalità a cui tutte sono chiamate e per le quali, il dovere fondamentale è di vivere pacificamente e nel rispetto solidale con le altre Nazioni.
Già Leone XIII nella RERUM NOVARUM, definì una serie di diritti naturali che appartengono alla organizzazione dello Stato, dunque al cittadino all'interno dello Stato, e stabilisce ad esempio che il diritto alla proprietà privata, il diritto al giusto salario , ma anche il diritto all'associazione sindacale sono diritti naturali, come il diritto ad essere tutelato in una condizione di bisogno è un diritto naturale. E che lo Stato intervenga, laddove c'è un caso di malattia o di infortunio, a garantire il sostentamento della persona debole è anch'esso un diritto naturale. Mentre Pio XII nel suo messaggio natalizio diceva che : “La Chiesa ha la missione di annunziare al mondo, bramoso di migliori e più perfette forme di democrazie”.
Non accennare dunque alla trascendenza come elemento fondante del diritto naturale come giustificazione dei diritti umani, è un'errore, pochè il rischio è il relativismo, di cui si potrebbero fare degli esempi,come la dolorosa realtà di violenze e guerre di ogni tipo, di genocidi e deportazioni di massa ( cosa che porta inevitabilmente a nuove forme di schiavitù), come l'ignobile traffico di esseri umani, di traffico illegale di droghe, di prostituzione, di bambini costretti a combattere o sfruttati in ogni modo. Tutto questo anche nei Paesi con forme di governo democratico.
Dunque, se i diritti umani non coincidono con i diritti della persona, ne sono però la premessa; se noi non appoggiamo un atteggiamento di promozione dei diritti umani ,non riusciremo mai a raggiungere quello che dovrebbe essere il nostro obiettivo, cioè i diritti della persona.
giovedì 29 maggio 2014
Per i Marò Latorre e Girone, Tutti Insieme Nessuno Indietro e Mettiamoci la Faccia
Perché il male trionfi, è sufficiente che i buoni rinuncino all'azione.
Ricordiamo ai sostenitori dei Fucilieri di Marina Latorre e Girone, da 830 giorni sequestrati in india due manifestazioni di solidarietà, una a Roma e l' altra virtuale per chi fosse impossibilitato a partecipare alla prima :
Tutti Insieme Nessuno Indietro
Roma, Piazza Bocca della Verità 14 giugno
Corteo Nazionale di solidarieta' a favore della liberazione dei due fucilieri di Marina ingiustamente trattenuti in India da 27 mesi .
fonte : https://www.facebook.com/events/462824360530934/?ref=3&ref_newsfeed_story_type=regular&source=1
"Mettiamoci la Faccia "
iniziativa virtuale sul socialnetwork Facebook
Un appello a tutti i sostenitori di Massimiliano Latorre e Salvatore Girone
In sostegno alla manifestazione del 14 giugno a Roma invitiamo tutti coloro che hanno a cuore i nostri Fucilieri di Marina a " metterci la faccia ", in accordo con le admin della pagina FB Sosteniamo i Nostri Marò e i Soldati Italiani, Debora Versari, Isabella Saraceno e Loredana Ardito, invitiamo tutti a farsi scattare una foto mentre reggono un cartello con un messaggio di solidarietà per Max e Salvo, e postarla sulla pagina suddetta, qui sono riportate alcune nostre foto scattate per l' occasione, noi ci mettiamo la faccia senza timore e ci piacerebbe che tanti di Voi seguissero quest esempio, facciamo vedere di cosa siamo capaci per sostenere i Nostri Soldati, non saranno ammesse foto contenenti messaggi politici o inviti alla violenza, ci preme ricordare che tutto questo è apartitico e apolitico, ma solo un segnale di vicinanza ai Max e Salvo della gente comune, ringraziando in anticipo di quanto farete forniamo qui il link della pagina suddetta :
https://www.facebook.com/profile.php?id=480286542038937&ref=ts&fref=ts
mercoledì 28 maggio 2014
I due Marò affidati a Sir Daniel Bethlehem, ma chi è questo carneade ?
28 maggio 2014, i giorni passano e le corbellerie si sprecano !
Ed ecco il coniglio dal cappello, Sir Daniel Bethlehem, Baronetto della regina
Non si è deciso di ritirare tutti i nostri Militari impiegati in missioni all' estero, non si è deciso di denunciare l' india in tutti i contesti possibili, ma addirittura si va a guidare la missione anti-pirateria con due nostri Soldati sequestrati in india, e no Ministri Pinotti e Mogherini, non ci siamo, anche il PdC Renzi sta calcando le orme dei precedenti governi, mentre il Presidente Napolitano si limita a citarli nei discorsi ufficiali, con che faccia presenzierete alla sfilata del 2 giugno ?
Ripetiamo per l' ennesima volta la parola che vi accomuna tutti, da Monti e Passera a Letta, Mauro e Bonino, per finire all' ultimo trio delle meraviglie...VERGOGNATEVI TUTTI !
Per questo e tanti altri motivi il 14 giugno P.V. saremo tanti a Roma a manifestare solidarietà ai nostri Fucilieri Massimiliano Latorre e Salvatore Girone traditi da ben tre governi
E ora veniamo a questo ennesimo Carneade, Sir Daniel Bethlehem :
This is Sir Daniel Bethlehem, a man who is to me an embodiment of the appalling moral vacuum at the heart of the British establishment.
Sir Daniel in a public international lawyer who has specialised in Middle eastern issues, and has always found it to be his genuine and considered legal opinion that the law supports the neo-conservative agenda for the Middle east.
Bethlehem first came to the attention of the general public as the man who advised the Israeli government that it was legal to build their “security” wall slicing through the West Bank and disrupting Palestinian communications and access to fields and water resources. Bethlehem was then the counsel to the Israeli government at the resulting case before the International Court of Justice.
The International Court of Justice – along with the vast majority of reputable international lawyers – disagreed with Daniel Bethlehem, and Bethlehem and the Israeli government lost the case. The Israeli government however disregarded the court’s judgement and continued its illegal activity.
Nowhere can I find evidence that Bethlehem has condemned the Israeli government for flouting the authority of the court before which he appeared. His commitment to the institutions of public international law appears somewhat partial.
The British Foreign and Commonwealth Office has a department of Legal Advisers who are closely integrated and involved in virtually everything the FCO does; I must have consulted them at least 60 tims in my own career. They are extremely distinguished individuals and a major source of scholarly articles on all aspects of public international law. They include some of the most respected experts in international law in the world.
The FCO legal advisers – of whom there are approximately 20 – agreed unanimously that the proposed war in Iraq would constitute an illegal war of aggression. As Foreign Secretary, Jack Straw’s response was to push for the removal of the chief Legal Adviser, Sir Michael Wood (the No. 2, Elizabeth Wilmshurst, resigned in disgust). Straw then, against all precedent, recruited a chief Legal Adviser from outside the FCO corps, one of the few public international lawyers in the UK prepared to argue that the Iraq invasion was legal.
Who did Straw choose? The Israeli Government’s trusty adviser, Daniel Bethlehem. Forget that his arguments for the Wall of Terror had been dismissed by the ICJ, the important thing for Straw was that Bethlehem was On the Right Side. He was prepared to argue the Iraq War was legal; that made him better qualified than any internal candidate.
Inside the FCO Bethlehem continued to be On the Right Side. This fascinating document contains the following extract of a minute from Matthew Gould, Private Secretary to Straw and Adam Werritty and Mossad’s point man in the FCO, to Daniel Bethlehem. The intention is to bolster Bethlehem’s attempt to keep from the UK courts the details of the torture by the CIA of Binyam Mohammed, and British complicity therewith.
It is worth noting that yet again Bethlehem advised that the law supported the perpetrators of the most vile abuses of human rights, and yet again the most senior courts were to disagree with him.
It comes therefore as no great surprise that, having now left the FCO, Bethlehem is currently Legal Adviser to the vicious despotism of Bahrain. Sir Daniel Bethlehem – pillar of the British Establishment and a serial servant of evil. Sir Daniel Bethlehem advises that the invasion of Iraq was legal, the cover-up of complicity in the torture of Binyam Mohammed was legal, the Israeli Wall was legal, and the repression in Bahrain is legal.
Young lawyers take note; if you want to have a sword rested on your shoulder by an odd horsey woman, make sure your view of legal right never supports the oppressed, never defends the victim. There is a fat living in evil.
(estratto dall' articolo di Craig Murray )
fonte : http://www.craigmurray.org.uk/archives/2013/02/the-appalling-sir-daniel-bethlehem
tradotto liberamente dall' articolo originale :
Questo è Sir Daniel Bethlehem, un uomo che è per me una forma di realizzazione del terribile vuoto morale nel cuore dell'establishment britannico .
Sir Daniel è un avvocato internazionale pubblico che si è specializzato nelle questioni del Medio Oriente, e ha sempre trovato il suo parere legale considerato genuino dato che sostiene le posizioni del partito conservatore per il Medio Oriente .
Bethlehem si è portato per la prima volta all'attenzione del grande pubblico come l'uomo che ha consigliato al governo israeliano che era legale per la loro "sicurezza" costruire il muro attraverso la Cisgiordania interrompendo le comunicazioni palestinesi e l'accesso ai campi e alle risorse idriche . Bethlehem era allora il consigliere del governo israeliano per il caso portato dinanzi alla Corte internazionale di giustizia .
La Corte Internazionale di Giustizia - insieme con la stragrande maggioranza degli avvocati internazionali riconosciuti - era in disaccordo con Daniel Bethlehem , e il governo israeliano ha perso la causa. Il governo israeliano ha però ignorato la sentenza del tribunale e ha continuato la sua attività illecita .
Da nessuna parte riesco a trovare la prova che Betlemme ha condannato il governo israeliano per aver ignorato il giudizio dell'autorità del giudice davanti al quale è comparso . Il suo impegno per le istituzioni di diritto internazionale pubblico appare un po ' parziale.
Il British Foreign and Commonwealth Office ha un dipartimento di consiglieri giuridici che sono strettamente integrati e coinvolti in praticamente tutto ciò che il FCO fa ; Devo aver consultato loro almeno 60 volte nella mia carriera. Sono individui molto distinti e una grande fonte di articoli scientifici su tutti gli aspetti del diritto internazionale pubblico . Essi comprendono alcuni tra i più autorevoli esperti di diritto internazionale in tutto il mondo .
I consulenti legali del FCO - sono circa 20 - hanno deciso all'unanimità che la guerra in Iraq proposta costituirebbe una guerra illegale di aggressione . Come ministro degli Esteri , la risposta di Jack Straw è stato quello di spingere per la rimozione del capo consigliere giuridico , Sir Michael Wood ( il n ° 2 , Elizabeth Wilmshurst , si è dimesso disgustato ) . Straw poi , contro ogni precedente , ha reclutato un consigliere giuridico principale al di fuori del corpo FCO , uno dei pochi avvocati internazionali a carattere pubblico nel Regno Unito pronti a sostenere che l'invasione dell'Iraq era legale .
Chi ha scelto quindi Straw ? il consigliere fidato del governo israeliano , Daniel Bethlehem. Dimenticate che i suoi argomenti per il Muro del terrore erano stati respinti dalla Corte Internazionale di Giustizia , la cosa importante per Straw era che Bethlehem era al loro fianco. Era pronto a sostenere che la guerra in Iraq era legale ; il che lo ha reso più qualificato di qualsiasi candidato interno .
Vale la pena notare che ancora una volta Bethlehem ha informato che la legge ha sostenuto gli autori degli abusi più vili dei diritti umani , e ancora una volta i giudici più anziani erano in disaccordo con lui .
Si presenta quindi come nessuna grande sorpresa che , avendo già lasciato il FCO , Bethlehem è attualmente consigliere giuridico presso il dispotismo vizioso del Bahrain . Sir Daniel Bethlehem - pilastro dell' establishment britannico e un servo di serie del male . Sir Daniel Bethlehem ricorda che l'invasione dell'Iraq era legale , la copertura della complicità nella tortura di Binyam Mohammed era legale , il Muro israeliano era legale , e la repressione in Bahrain è legale .
I giovani avvocati ne prendano atto ; se si vuole avere una spada poggiata sulla spalla da una regina ,devono assicurarsi che il diritto legale non supporta gli oppressi , non difende la vittima. C'è chi vive nel male .
Chi non vuole riportare i Fucilieri di Marina a casa ?
l' unica risposta è... il governo Italiano e il suo Presidente Giorgio Napolitano.
ma la Vera Italia non lascia nessuno indietro !
Noi... Andiamo Avanti !
Tutti Insieme Nessuno Indietro !
PIRATI: PINOTTI, VICENDA MARO'' IMPONE PERFEZIONAMENTO MISSIONE
DAL PRIMO AGOSTO L''ITALIA ASSUME COMANDO DI MISSIONE ATALANTA
Roma,
(Adnkronos) - "La vicenda che coinvolge i due
Fucilieri di Marina Latorre e Girone ci impone di perfezionare
costantemente ogni aspetto relativo all''impiego del nostro personale"
nella missione antipirateria Atalanta sebbene "i dati continuano a
dimostrare la validità delle soluzioni adottate". Lo afferma il
ministro della Difesa, Roberta Pinotti, riferendo davanti alle
Commissioni riunite Affari Esteri e Difesa di Camera e Senato, sullo
stato delle missioni in corso e degli interventi di cooperazione allo
sviluppo a sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione iniziata
con il cordoglio espresso dal ministro per la morte in Ucraina del
fotoreporter italiano Andy Rocchelli.
"Per tutto il 2013 e il primo quadrimestre 2014 non sono stati
registrati nuovi casi di sequestro - prosegue il ministro - In circa
due anni di attività, è stata assicurata con successo la protezione di
ben 281 mercantili battenti bandiera italiana, a dimostrazione
dell''efficacia della soluzione adottata".
"In questa fase di sviluppo della crisi ucraina - aggiunge - per
la quale la Nato sta considerando la possibilità di spostare
l''attività marittima dall''Oceano Indiano al Mediterraneo, risulta di
primaria importanza per l''Italia la presenza nella partecipazione
all''Operazione Europea Atalanta, per la quale è prevista l''assunzione
del comando a partire dal prossimo mese di agosto 2014"
Marò, Mogherini: insediato team giuristi, linea Italia non cambia Guidato dall'ex capo del servizio giuridico del Foreign Office
Roma, (TMNews) - "Il comitato dei giuristi" che si occupa
della "nuova fase" di internazionalizzazione del caso dei due
marò italiani Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, tra
ttenuti in India con l'accusa di avere ucciso due pescatori
locali, "si è insediato ed è al lavoro da alcune settimane": lo
ha riferito il ministro degli Esteri Federica Mogherini davanti
alle Commissionmi riunite Esteri e Difesa di Camera e Senato.
"L'insediamento del nuovo governo indiano non ci fa tornare
indietro dalla nostra strada", ha confermato la titolare della
Farnesina."Abbiamo insediato il comitato di giuristi che sta seguendo
la
nuova fase, c'è stato un primo incontro con le famiglie. Il
lavoro continua in modo molto diretto e costante, quotidiano. Il
team è guidato da Sir Daniel Behtlehem, ex capo del servizio
giuridico del Foreign Office, uno dei maggiori esperti di diritto
internazionale e che ha una grande esperienza sul campo. Il
gruppo è al lavoro da diverse settimane", ha spiegato Federica
Mogherini."L'insediamento del nuovo governo non ci fa tornare indietro
dalla nostra strada, ovvero la riaffermazione che non è l'India a
dover esercitare la giurisdizione e che i due fucilieri essendo
in missione antipirateria erano e sono coperti da immunità
della "nuova fase" di internazionalizzazione del caso dei due
marò italiani Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, tra
ttenuti in India con l'accusa di avere ucciso due pescatori
locali, "si è insediato ed è al lavoro da alcune settimane": lo
ha riferito il ministro degli Esteri Federica Mogherini davanti
alle Commissionmi riunite Esteri e Difesa di Camera e Senato.
"L'insediamento del nuovo governo indiano non ci fa tornare
indietro dalla nostra strada", ha confermato la titolare della
Farnesina."Abbiamo insediato il comitato di giuristi che sta seguendo
la
nuova fase, c'è stato un primo incontro con le famiglie. Il
lavoro continua in modo molto diretto e costante, quotidiano. Il
team è guidato da Sir Daniel Behtlehem, ex capo del servizio
giuridico del Foreign Office, uno dei maggiori esperti di diritto
internazionale e che ha una grande esperienza sul campo. Il
gruppo è al lavoro da diverse settimane", ha spiegato Federica
Mogherini."L'insediamento del nuovo governo non ci fa tornare indietro
dalla nostra strada, ovvero la riaffermazione che non è l'India a
dover esercitare la giurisdizione e che i due fucilieri essendo
in missione antipirateria erano e sono coperti da immunità
funzionale", ha aggiunto il ministro.
martedì 27 maggio 2014
Lettera al Santo Padre Jorge Mario Bergoglio di Graziella Sossi.
Graziella Sozzi
venerdì 23 maggio 2014
Per i due Marò, 14 Giugno, Tutti Insieme Nessuno Indietro
Articolo pubblicato dal quotidiano LIBERO.
Altre adesioni per il 14 giugno
Roma aspetta l'invasione di chi non dimentica i nostri due eroi
Roma aspetta l'invasione di chi non dimentica i nostri due eroi
::: CHIARA GIANNINI
¦¦¦ «Ringrazio chi tanto si sta spendendo per aiutarci in qualcosa in cui crediamo davvero,lavorando senza sosta per un giorno che si preannuncia straordinario, un segno tangibile
del grandissimo desiderio che gli italiani tutti hanno di vedere finalmente a casa Massimiliano e Salvatore, con il pieno riconoscimento della loro innocenza»: sono queste le parole che Paola Moschetti, compagna del marò Massimiliano Latorre
ha postato sul gruppo Facebook «Tutti insieme, nessuno indietro», creato da lei e dalle amiche Rita Riggio e Tiziana Piliego per fornire aggiornamenti costanti sulla manifestazione
che il prossimo 14 giugno si terrà a Roma per tenere alta l'attenzione sul caso marò. «Tantissima gente spiega Paola sta dando la propria adesione all'evento, che ricordiamo
partirà da piazza Bocca della verità alle 17, con ritrovo alle 16.45. Oltre ai quotidiani Libero, Il Tempo e il Giornale, moltissimi altri web magazine hanno dato il proprio sostegno». Tra
questi anche Sostenitori delle forze dell'ordine (sostenitori.info) che su Facebook conta oltre 500mila contatti. «Ma anche moltissime associazioni prosegue Paola ci hanno detto
che parteciperanno. I paracadutisti dell'Anpd'I (Associazione nazionale
paracadutisti d'Italia), i ranger alpini (paracadutisti), che probabilmente si porteranno dietro il paracadute che riporta
la scritta "Marò liberi" usato durante il raduno nazionale di Pordenone, ma anche le crocerossine, l'associazione nazionale Leone di San Marco, L'Anmi (associazione nazionale
marinai d'Italia), l'Anvam (associazione nazionale vigilanza aeronautica militare) e tante altre associazioni combattentistiche e d'arma. Inoltre ha manifestato la volontà di essere con noi anche Luca Barisonzi, l'alpino
ferito in Afghanistan che da sempre ci sostiene e anche oltre 100 bikers, appassionati di Harley Davidson». Ma anche a distanza non mancherà
il sostegno, visto che i sottufficiali delle riserve d'Europa (Cisor), in concomitanza con l'evento, organizzeranno dei flash mob nelle sedi di ogni
Stato europeo. «E da Londra annuncia Moschetti mi ha scritto una professoressa di italiano della scuola consolare. Durante la manifestazione farà cantare l'inno d'Italia ai suoi allievi e parlerà dei marò. Ci ha detto che
nella capitale britannica il caso di Max e Salvo è molto sentito. Arriveranno poi marciando coloro che hanno partecipato alla marcia di 290 chilometri "In cammino per i marò" e
poi anche qualche trattore, ma ci stanno dimostrando il loro affetto anche tantissimi semplici cittadini che verranno da lontano pur di essere presenti. Diversi pullman partiranno
per l'occasione». Il corteo procederà per le vie di Roma per fermarsi in piazza dei Santi Apostoli, dove ci sarà un momento di dialogo. Qualcuno si è chiesto se non fosse il caso, durante la manifestazione, di passare davanti all'ambasciata indiana, in segno di protesta. «Ma le proteste non servono chiarisce la compagna di Latorre -, semmai la voce pacifica dell'Italia intera. E poi vogliamo
evitare possibili obiettivi sensibili, proprio perché il nostro deve essere un corteo apolitico, apartitico, senza colore, ma volto all'unico scopo di non far abbassare l'attenzione sul caso».
Per chi volesse aderire alla manifestazione
o ricevere la locandina da stampare, è stata messa a disposizione dagli organizzatori una mail:
del grandissimo desiderio che gli italiani tutti hanno di vedere finalmente a casa Massimiliano e Salvatore, con il pieno riconoscimento della loro innocenza»: sono queste le parole che Paola Moschetti, compagna del marò Massimiliano Latorre
ha postato sul gruppo Facebook «Tutti insieme, nessuno indietro», creato da lei e dalle amiche Rita Riggio e Tiziana Piliego per fornire aggiornamenti costanti sulla manifestazione
che il prossimo 14 giugno si terrà a Roma per tenere alta l'attenzione sul caso marò. «Tantissima gente spiega Paola sta dando la propria adesione all'evento, che ricordiamo
partirà da piazza Bocca della verità alle 17, con ritrovo alle 16.45. Oltre ai quotidiani Libero, Il Tempo e il Giornale, moltissimi altri web magazine hanno dato il proprio sostegno». Tra
questi anche Sostenitori delle forze dell'ordine (sostenitori.info) che su Facebook conta oltre 500mila contatti. «Ma anche moltissime associazioni prosegue Paola ci hanno detto
che parteciperanno. I paracadutisti dell'Anpd'I (Associazione nazionale
paracadutisti d'Italia), i ranger alpini (paracadutisti), che probabilmente si porteranno dietro il paracadute che riporta
la scritta "Marò liberi" usato durante il raduno nazionale di Pordenone, ma anche le crocerossine, l'associazione nazionale Leone di San Marco, L'Anmi (associazione nazionale
marinai d'Italia), l'Anvam (associazione nazionale vigilanza aeronautica militare) e tante altre associazioni combattentistiche e d'arma. Inoltre ha manifestato la volontà di essere con noi anche Luca Barisonzi, l'alpino
ferito in Afghanistan che da sempre ci sostiene e anche oltre 100 bikers, appassionati di Harley Davidson». Ma anche a distanza non mancherà
il sostegno, visto che i sottufficiali delle riserve d'Europa (Cisor), in concomitanza con l'evento, organizzeranno dei flash mob nelle sedi di ogni
Stato europeo. «E da Londra annuncia Moschetti mi ha scritto una professoressa di italiano della scuola consolare. Durante la manifestazione farà cantare l'inno d'Italia ai suoi allievi e parlerà dei marò. Ci ha detto che
nella capitale britannica il caso di Max e Salvo è molto sentito. Arriveranno poi marciando coloro che hanno partecipato alla marcia di 290 chilometri "In cammino per i marò" e
poi anche qualche trattore, ma ci stanno dimostrando il loro affetto anche tantissimi semplici cittadini che verranno da lontano pur di essere presenti. Diversi pullman partiranno
per l'occasione». Il corteo procederà per le vie di Roma per fermarsi in piazza dei Santi Apostoli, dove ci sarà un momento di dialogo. Qualcuno si è chiesto se non fosse il caso, durante la manifestazione, di passare davanti all'ambasciata indiana, in segno di protesta. «Ma le proteste non servono chiarisce la compagna di Latorre -, semmai la voce pacifica dell'Italia intera. E poi vogliamo
evitare possibili obiettivi sensibili, proprio perché il nostro deve essere un corteo apolitico, apartitico, senza colore, ma volto all'unico scopo di non far abbassare l'attenzione sul caso».
Per chi volesse aderire alla manifestazione
o ricevere la locandina da stampare, è stata messa a disposizione dagli organizzatori una mail:
14giugnoinsieme@libero.it
I due Marò, il governo sempre più piegato al volere dei poteri forti
23 Maggio 2014
E' la dedizione l' arma più forte di un volontario
( dal film Pearl Harbour )
Un altro giorno è passato placido è tranquillo, tutto tace sul fronte orientale, ma ci sono sempre i novelli Don Chisciotte( e i Mulini a Vento ) , i novelli Prometeo all' eterno supplizio ( legati a una roccia col fegato mangiato al mattino e che ricresce la sera ), i novelli Ercole contro l' Idra, ( ne tagli una testa e subito rispunta un altra )
Saremo sempre impegnati a supportare le ragioni dell' innocenza, nonchè l' immunità funzionale dei nostri Fucilieri di Marina da oltre 820 giorni sequestrati o per meglio dire svenduti per qualche motivo sicuramente commerciale o per meglio dire di business.
Ancora oggi stiamo a chiederci perchè il Presidente Napolitano ha acconsentito alla scellerata decisione di Monti e Passera di rispedirli in india, al pari di quello che poi non hanno fatto i governi Letta e l' attuale Renzi, in questa vicenda ci hanno guadagnato tutti, a iniziare da chi quella maledetta, dannata notte era a Santa Rosa, a chi custodisce tracciati Radar e Fotografie, a chi pur di compiacere i poteri forti ha messo il macchiavelico De Mistura a perdere tempo per oltre due anni, e per finire a chi ha messo un paio di figurine a sostituirne altre da cui continuiamo a sentire le solite balle, ovvero per il classico dalla padella nella brace siamo passati dal duo Bonino-Mauro ( Esteri-Difesa ) al nuovo Mogherini- Pinotti, per intenderci siam passati da chi non voleva dire i Nomi dei Fucilieri ( Bonino, o forse nemmeno li sapeva ) e da chi si faceva ( Mauro, anticipando la moda ) i selfie in continuazione, alla Mogherini che continua a parlare di internazionalizzare la vicenda ( senza mai farlo ) e alla Pinotti che li mette come il prezzemolo in tutti i discorsi in occasione delle sue visite di rappresentanza...
Come se non bastasse poi ci si mise anche il primo reggente della Difesa ( Amm. Di Paola ) con la sua squallida interpretazione da attore di quarta serie con le sue lacrimuccie...
Ci preme ricordare anche due dichiarazioni che fece lo stesso Massimiliano Latorre nel corso della visita a Delhi della delegazione del parlamento, ovvero la prima sibillina " siamo innocenti, siamo qui per altri motivi " e la seconda , la famosa esortazione ai giornalisti al seguito " dite la verità ".
Noi oggi più di ieri, e domani più di oggi saremo impegnati a cercare la verità e a continuare a dare scossoni a chi dei poteri forti impedisce che questi due Soldati siano riportati qui e ci fosse una commissione d' inchiesta seria e lineare ad indagare sia sull' accaduto e sia sulle responsabilità di chi ha permesso tutto questo, fossero anche le più alte cariche dello stato.
Come sempre mancano le grandi firme, mancano media che provvedano ad informare i cittadini su come siano andate veramente le cose ed inoltre abbiamo una serie di disinformatori di professione che con le loro spiattellate e le loro richieste prima con relazioni alla Bonino e poi con lettere indirizzate al buon Renzi e a tutti i componenti dei vari ministeri dando addirittura ragione all' india su un principio basilare che è l' immunità funzionale dei Soldati in missione riconosciuta da tutti i membri NATO e ONU di cui gli indiani fanno parte con i loro contingenti, ricordiamo il caso dei caschi blu stupratori in africa durante una missione ONU e processati in india, luogo naturale come sede del processo, e poi gli stessi indiani si arrogano la presunzione di voler scrivere le regole come gli serve con il classico " due pesi due misure " da sistema mafioso....
Non è bastato che Toni Capuozzo in "Mezzi Toni" con Stefano Tronconi, si sforzasse di render pubbliche le perizie di Luigi Di Stefano ed inoltre tutte le contraddizioni emerse sia sugli orari rivelati a caldo dei testimoni indiani, sia sullo stratagemma per invogliare la Lexie a rientrare a Kochi con il falso invito a riconoscere " pirati catturati ",( e guarda caso l' armatore della lexie aveva altre tre navi alla fonda in porti indiani..) sia sul fatto di perizie falsificate , di proiettili recuperati durante perizie balistiche all' indiana ( senza la presenza dei periti della difesa ) che addirittura risultano esplosi da armi in dpotazione ad altri componenti del nucleo di protezione militare ( Andronico e Voglino ), insomma siamo di fronte alla classica situazione di un guazzabuglio di errori e non-reazioni che lasciano pensare che qualcuno dei nostri stia giocando nella squadra sbagliata, pronto a vendersi la partita con il più classico degli autogol...
Anche oggi sottoponiamo al nostro pubblico alcuni estratti di video disèponibili ed accessibili a tutti che il lettore potrà giudicare con il suo personale punto di vista e siamo certi convenire con noi che i Fucilieri son stati TRADITI !!!
la Vera Italia non lascia nessuno indietro !
Mai !!!
25 Maggio compleanno di Massimiliano Latorre, come fargli gli auguri ?
Il 25 PV sarà il giorno del compleanno di Massimiliano Latorre, gli Italiani continuano a far di tutto per fargli sentire la propria vicinanza e per permettere a tutti di recapitargli i propri auguri in maniera semplice ecco nascere due eventi pubblici su facebook per far si che ognuno possa fargli gli auguri, anche questa volta basta poco per far sentire ai nostri Fucilieri che il Popolo non li lascia indietro...i due eventi hanno per titolo semplicemente " Buon Compleanno Massimiliano Latorre " e " Auguri Massimiliano "
per chi volesse partecipare ecco i link degli eventi :
https://www.facebook.com/events/1426016124332528/?ref=22&source=1
https://www.facebook.com/events/817496518278775/?ref=3&ref_newsfeed_story_type=regular&source=1
giovedì 22 maggio 2014
CONTINUIAMO IL VIAGGIO NELL' ITALIA DEI MISTERI .. di Comunità militare.
CI SIAMO RESI CONTO CHE ABBIAMO SOLLEVATO UN POLVERONE, INFATTI LA NOSTRA INTENZIONE ERA QUESTA AFFINCHE' GLI ASSASSINII DEI NOSTRI AMICI, ABBIANO FINALMENTE GIUSTIZIA E VENGA SCOPERCHIATO FINALMENTE IL PENTOLONE MALEODORANTE DEI LOSCHI TRAFFICI DI ARMI, DI RIFIUTI PERICOLOSI E DI SCORIE NUCLEARI VERSO PAESI DEL TERZO MONDO, CHE VEDE COINVOLTI ANCHE ORGANISMI DEVIATI DEL NOSTRO PAESE.
QUANTE ALTRE PERSONE DOVRETE SUICIDARE O AMMAZZARE PER FARLE ZITTIRE, AFFINCHE' QUESTA VICENDA PASSI NELL'OBLIO DELLA GENTE?
IERI, AVETE PROVATO CON ME, BLOCCANDOMI INTERNET FINO A STAMATTINA, OGGI AVETE OSCURATO IL PROFILO DI SOLE NADIA, PENSATE FORSE CON QUESTI ATTI CHE STAREMO ZITTI? AVETE SBAGLIATO, POTETE ANCHE BLOCCARMI, MA NON RIUSCIRETE A FARMI STARE ZITTO, FINO A QUANDO I MIEI AMICI NON AVRANNO GIUSTIZIA E I COLPEVOLI SARANNO FATTI VENIRE ALLA LUCE E PAGHERANNO PER I LORO MISFATTI, SOLO ALLORA MI RITERRO' SODDISFATTO E AVRO' COMPIUTO LA MISSIONE CHE MI SONO IMPOSTO.
UN'ALTRA COSA, POTETE ANCHE ELIMINARE QUESTO POST COL COMMENTO, TANTO LO RIPOSTERO' DI NUOVO OGNI VOLTA CHE VOI LO ELIMINERETE.
QUANTE ALTRE PERSONE DOVRETE SUICIDARE O AMMAZZARE PER FARLE ZITTIRE, AFFINCHE' QUESTA VICENDA PASSI NELL'OBLIO DELLA GENTE?
IERI, AVETE PROVATO CON ME, BLOCCANDOMI INTERNET FINO A STAMATTINA, OGGI AVETE OSCURATO IL PROFILO DI SOLE NADIA, PENSATE FORSE CON QUESTI ATTI CHE STAREMO ZITTI? AVETE SBAGLIATO, POTETE ANCHE BLOCCARMI, MA NON RIUSCIRETE A FARMI STARE ZITTO, FINO A QUANDO I MIEI AMICI NON AVRANNO GIUSTIZIA E I COLPEVOLI SARANNO FATTI VENIRE ALLA LUCE E PAGHERANNO PER I LORO MISFATTI, SOLO ALLORA MI RITERRO' SODDISFATTO E AVRO' COMPIUTO LA MISSIONE CHE MI SONO IMPOSTO.
UN'ALTRA COSA, POTETE ANCHE ELIMINARE QUESTO POST COL COMMENTO, TANTO LO RIPOSTERO' DI NUOVO OGNI VOLTA CHE VOI LO ELIMINERETE.
Salvatore Scano.
CONTINUIAMO IL VIAGGIO
NELL' ITALIA DEI MISTERI .....
SEGRETI E MORTI INSABBIATE
COME GIA PUBBLICATO LE MORTI DI
ILARIA ALPI - MARCO MANDOLINI E SANDRO MACCHIA
MOLTI MISTERI CI PORTONO A TANTI PICCOLI
COLLEGAMENTI : .......
ASSASSINIO LICAUSI A MOGADISCIO
La vera storia dell'assassinio di Licausi a Mogadiscio.
La procura di Perugia, a cui G-71 e Franz avevano rivolto
un eposto documentato sulla mancata rogatoria per svolgere
indagini a Mogadiscio da parte della Procura di Roma,
per l'assassinio Licausi del 12 Novembre 1993, ci ha visti
informati, come parti offese, che il PM Miriano, di Perugia,
ha chiesto al GIP l'archiviazione dell'inchiesta.
Noi potremmo anche presentare opposizione motivata con
richiesta di proseguire le indagini, ma ... quale motivazione
potremmo mai fornire per un fatto risalente a 16 anni orsono ???
.........
http://g-71.blogspot.it/2009/09/la-vera-storia-dellassassinio-di.html
NELL' ITALIA DEI MISTERI .....
SEGRETI E MORTI INSABBIATE
COME GIA PUBBLICATO LE MORTI DI
ILARIA ALPI - MARCO MANDOLINI E SANDRO MACCHIA
MOLTI MISTERI CI PORTONO A TANTI PICCOLI
COLLEGAMENTI : .......
ASSASSINIO LICAUSI A MOGADISCIO
La vera storia dell'assassinio di Licausi a Mogadiscio.
La procura di Perugia, a cui G-71 e Franz avevano rivolto
un eposto documentato sulla mancata rogatoria per svolgere
indagini a Mogadiscio da parte della Procura di Roma,
per l'assassinio Licausi del 12 Novembre 1993, ci ha visti
informati, come parti offese, che il PM Miriano, di Perugia,
ha chiesto al GIP l'archiviazione dell'inchiesta.
Noi potremmo anche presentare opposizione motivata con
richiesta di proseguire le indagini, ma ... quale motivazione
potremmo mai fornire per un fatto risalente a 16 anni orsono ???
.........
http://g-71.blogspot.it/2009/09/la-vera-storia-dellassassinio-di.html
RITORNIAMO AL CASO ALPI/HROVATIN
20 MARZO 1994 – Un commando somalo uccide a Mogadiscio
la giornalista Ilaria Alpi, inviata del Tg3 Rai in Somalia, e
l’operatore tv Miran Hrovatin. Erano nel corno d’Africa
per seguire la guerra tra fazioni che stava insanguinando
il Paese africano e la missione Onu “Restor Hope” lanciata
dagli Usa con l’appoggio di numerose nazioni alleate compresa
l’Italia, per porre fine alla guerra interna e ristabilire la legalità
nello scenario somalo. Sul luogo dell’agguato, secondo quanto
mostrano le immagini girate da un operatore della tv americana ,
è presente l’imprenditore italiano Giancarlo Marocchino, che a
caldo dichiara :
“Non è stata una rapina. Si vede che sono andati in certi posti
che non dovevano andare”.
22 MARZO 1994 – Le salme di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin
arrivano nella notte a Roma, all’aeroporto militare di Ciampino.
20 MARZO 1994 – Un commando somalo uccide a Mogadiscio
la giornalista Ilaria Alpi, inviata del Tg3 Rai in Somalia, e
l’operatore tv Miran Hrovatin. Erano nel corno d’Africa
per seguire la guerra tra fazioni che stava insanguinando
il Paese africano e la missione Onu “Restor Hope” lanciata
dagli Usa con l’appoggio di numerose nazioni alleate compresa
l’Italia, per porre fine alla guerra interna e ristabilire la legalità
nello scenario somalo. Sul luogo dell’agguato, secondo quanto
mostrano le immagini girate da un operatore della tv americana ,
è presente l’imprenditore italiano Giancarlo Marocchino, che a
caldo dichiara :
“Non è stata una rapina. Si vede che sono andati in certi posti
che non dovevano andare”.
22 MARZO 1994 – Le salme di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin
arrivano nella notte a Roma, all’aeroporto militare di Ciampino.
23 MARZO 1994 – Funerali di Stato a Roma per Ilaria Alpi.
Al momento della sepoltura l’autorità giudiziaria non si è ancora attivata. La magistratura si interessa al caso sollecitata dal funzionario cimiteriale. A Trieste sul corpo di Miran Hrovatin viene effettuata l’autopsia, a Roma sul corpo di Ilaria Alpi non viene disposta nessuna autopsia dal pm Andrea De Gasperis ma solo un esame medico esterno. Spariscono alcune delle cassette girate da Miran Hrovatin e i taccuini con gli appunti di Ilaria Alpi. A Roma arrivano solo i due taccuini ancora intonsi e i bagagli arrivano con i sigilli violati. L’ambasciatore sottrae il foglio di protocollo che era contenuto nel taschino della camicia di Ilaria con appuntati dei numeri telefonici. 4 LUGLIO 1994 – Il padre della giornalista, Giorgio Alpi, parla di «esecuzione» ricordando che poco prima di morire la figlia aveva intervistato il sultano di Bosaso, Abdullahi Mussa Bogor, e annotato degli appunti su un taccuino che risulta scomparso. DICEMBRE 1994: L’esito della prima perizia balistica parla di un colpo sparato da fucile probabilmente da lontano.
Al momento della sepoltura l’autorità giudiziaria non si è ancora attivata. La magistratura si interessa al caso sollecitata dal funzionario cimiteriale. A Trieste sul corpo di Miran Hrovatin viene effettuata l’autopsia, a Roma sul corpo di Ilaria Alpi non viene disposta nessuna autopsia dal pm Andrea De Gasperis ma solo un esame medico esterno. Spariscono alcune delle cassette girate da Miran Hrovatin e i taccuini con gli appunti di Ilaria Alpi. A Roma arrivano solo i due taccuini ancora intonsi e i bagagli arrivano con i sigilli violati. L’ambasciatore sottrae il foglio di protocollo che era contenuto nel taschino della camicia di Ilaria con appuntati dei numeri telefonici. 4 LUGLIO 1994 – Il padre della giornalista, Giorgio Alpi, parla di «esecuzione» ricordando che poco prima di morire la figlia aveva intervistato il sultano di Bosaso, Abdullahi Mussa Bogor, e annotato degli appunti su un taccuino che risulta scomparso. DICEMBRE 1994: L’esito della prima perizia balistica parla di un colpo sparato da fucile probabilmente da lontano.
9 APRILE 1995 – Il sultano di Bosaso, Abdullahi Mussa Bogor, risulta tra gli indagati in qualità di mandante del delitto. La sua posizione verrà archiviata. 20 MARZO 1996 – Il Procuratore capo di Roma, Michele Coiro, affianca al dottor Andrea De Gasperis il dottor Giuseppe Pititto nell’inchiesta sulla morte di Ilaria Alpi.
4 MAGGIO 1996 – Il pubblico ministero Giuseppe Pititto dispone la riesumazione della salma di Ilaria Alpi, ordina per la prima volta l’autopsia e nomina dei consulenti medici e balistici.
25 GIUGNO 1996 – Secondo la seconda perizia balistica il colpo che ha raggiunto Ilaria Alpi fu sparato da lontano. I periti della famiglia Alpi sono contrari. Il magistrato ordina quindi una superperizia, effettuata da un collegio di periti: le conclusioni stabiliscono che il colpo che ha raggiunto Ilaria e Miran è stato sparato a bruciapelo. Per i periti si trattò dunque di una esecuzione. Il referto del medico della nave Garibaldi, che ha trasportato le salme di Ilaria e Miran in Italia, viene mandato con due anni di ritardo alla Procura di Roma su richiesta dei genitori di Ilaria Alpi. Giaceva nel cassetto di un ufficio della Marina Militare.
DAL NOVEMBRE 1996 – Il pm Luciano Tarditi della Procura di Asti, assistito da un pool di investigatori specializzati nelle indagini sul traffico internazonale di rifiuti tossici e radioattivi, indaga sui traffici e sul contesto degli interessi italiani in Somalia. Ha a disposizione una copiosa documentazione che contiene nomi e fatti, ed evidenzia numerose circostanze legate a questi traffici, comprese le generalità dei faccendieri che li dirigono nell’ombra, gli intrecci con i mercanti d’armi e perfino la mappatura completa che dimostra come ai tempi dell’omicidio tutti gli interessi convergessero sulla Somalia, oltre che sui territori di altri Paesi dell’Africa costiera. Questa documentazione non verrà utilizzata nelle indagini sull’omidicido di Ilaria e Miran.
15 LUGLIO 1997 – Il Procuratore capo dottor Salvatore Vecchione avoca a sé l’inchiesta, affiancato dal pm Franco Jonta. Questa decisione avviene due giorni prima dell’arrivo a Roma di due testimoni oculari: l’autista e la guardia del corpo di Ilaria. L’arrivo dei due testimoni era stato organizzato dal pm Pititto con la collaborazione della Digos di Udine.
1998 – Il pm Ionta chiede una terza perizia. Se ne occupano i periti Torri e Benedetti, consulenti tecnici giudiziari anche nel caso dell’omicidio di Carlo Giuliani a Genova il 20 luglio 2001 – per cui sosterranno la tesi del calcinaccio che deviò in aria un proiettile vagante. La loro perizia sul caso Alpi-Hrovatin opera un nuovo ribaltamento degli esiti precedenti: secondo Torri e Benedetti si trattò di un colpo accidentale sparato da lontano. I genitori di Ilaria chiedono l’acquisizione dell’immagine satellitare statunitense per chiarire la dinamica dell’agguato avvenuto a Modadiscio il 20 marzo ’94: l’immagine viene rintracciata (in un primo momento sembrava vi fosse stato un guasto nel satellite proprio quel giorno), poi sparisce, infine viene ritrovata e acquisita dal ministero degli Esteri ma considerata “non utile ai fini dell’indagine”. In ogni caso non fu mai inviata alla famiglia Alpi.
12 GENNAIO 1998 – Il somalo Hashi Omar Hassan, a Roma da due giorni per testimoniare alla commissione sulle presunte violenze dei soldati italiani in Somalia, viene arrestato per concorso nel duplice omicidio. Hassan era stato identificato dall’autista di Ilaria Alpi.
18 GENNAIO 1999 – Comincia il processo ad Hashi Omar Hassan.
9 LUGLIO 1999 – Hashi Omar Hassan viene assolto dal tribunale di Roma. Il pm aveva chiesto la condanna all’ergastolo.
24 NOVEMBRE 2000 – La corte d’Assise d’Appello di Roma ribalta la sentenza di primo grado e condanna all’ergastolo Hashi Omar Hassan. Il somalo viene riconosciuto come uno dei sette componenti del commando che ha ucciso Ilaria Alpi e Miran Hrovatin.
24 NOVEMBRE 2000 – La corte d’Assise d’Appello di Roma ribalta la sentenza di primo grado e condanna all’ergastolo Hashi Omar Hassan. Il somalo viene riconosciuto come uno dei sette componenti del commando che ha ucciso Ilaria Alpi e Miran Hrovatin.
10 OTTOBRE 2001 – La prima sezione penale della Cassazione annulla la sentenza impugnata “limitatamente all’aggravante della premeditazione e al diniego delle circostanze attenuanti generiche”.
10 MAGGIO 2002 – Si apre il processo d’appello bis davanti alla corte d’Assise d’Appello di Roma presieduta da Enzo Rivellese.
24 GIUGNO 2002 – Il sostituto procuratore generale Salvatore Cantaro chiede la conferma dell’ergastolo per Hassan. “È provato – afferma – che Hassan era uno dei sette componenti del commando che attese Ilaria e Miran per due ore”.
28 MARZO 2003 – Esce il film di Ferdinando Vicentini Orgnani Il più crudele dei giorni, con Giovanna Mezzogiorno nella parte di Ilaria. Il film ha il merito di riaccendere l’attenzione sul caso Alpi.
6 GIUGNO 2003 – Alla nona edizione del Premio Ilaria Alpi, a Riccione, il deputato dei Ds Valerio Calzolaio annuncia di aver depositato a nome di esponenti di tutti i gruppi parlamentari – da An a Rifondazione Comunista – la proposta di istituire una Commissione parlamentare d’inchiesta sull’omicidio di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin.
31 LUGLIO 2003 – La Camera dei Deputati approva la legge che istituisce la Commissione parlamentare d’inchiesta sulla morte di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin.
21 GENNAIO 2004 – Si insedia la Commissione parlamentare d’inchiesta sulla morte di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin. L’istituzione della commissione è giunta dopo dieci anni di verità sospese sulla morte di Ilaria e Miran. Fino ad allora, infatti, solo qualche brandello di verità ufficiale è emerso.
28 FEBBRAIO 2006 – La Commissione Parlamentare d’inchiesta ha concluso i lavori. I deputati di maggioranza hanno approvato le conclusioni proposte dal Presidente Carlo Taormina, mentre l’opposizione promuove una relazione di minoranza contro le conclusioni di Taormina. Il deputato dei Verdi Mauro Bulgarelli ha presentato una terza relazione sulle conclusioni a cui la Commissione è giunta dopo due anni di lavoro.
AGOSTO-SETTEMBRE 2005 – L’Associazione Ilaria Alpi/Comunità Aperta si è reacata in Somalia, realizzando tra agosto e settembre 2005 un viaggio sulle tracce di Ilaria e Miran per tenere viva l’attenzione sul caso. Dal viaggio sono nati un reportage giornalistico e una mostra fotografica.
03 GIUGNO 2006 – L’Associzione Ilaria Alpi scrive al Presidente del consiglio Romano Prodi affinché il Governo si attivi per fare piena luce sulla morte di Ilaria Alpi e MIran Hrovatin. Nella lettera si segnala come il Presidente somalo Abdulhai Yusuf Ahmed, nel corso della serata di apertura della XII edizione del Premio Ilaria Alpi, abbia riconfermato la volontà del suo governo di collaborare con quello italiano per il raggiungimento della verità sul duplice omicidio.
20 GIUGNO 2006 – Il Presidente del consiglio Romano Prodi riceve Giorgio e Luciana Alpi. Prodi promette un “serio impegno” ai genitori della giornalista Ilaria Alpi per valutare come riavviare un ragionamento sulle circostanze della morte di Ilaria e di Miran.
18 LUGLIO 2006 – Dopo Romano Prodi, anche il presidente della Camera dei Deputati Fausto Bertinotti ha ricevuto i genitori di Ilaria, Giorgio e Luciana Alpi. Il neo presidente della Camera ha confermato l’interesse del governo per il caso Alpi-Hrovatin.
25 GIUGNO 2007 – La Commissione Esteri del Senato valuta gli elementi che motivano la costituzione di una nuova commissione parlamentare d’inchiesta sulla morte di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, e audisce Luciana Alpi e Mariangela Gritta Grainer in rappresentanza dell’Associazione Ilaria Alpi.
10 LUGLIO 2007 – Il pm Franco Ionta, titolare del procedimento sul caso Alpi-Hrovatin presso la Procura di Roma, il 12 giugno 2007 ha chiesto l’archiviazione del caso. Le motivazioni contenute nella richiesta del pm riguardano l’impossibilità di identificare i responsabili degli omicidi di Alpi e Hrovatin al di fuori di Hashi Omar Hassan, il miliziano somalo condannato a 26 anni di reclusione per il duplice omicidio avvenuto a Mogadiscio il 20 marzo ‘94.
09 GENNAIO 2008 – Una nuova commissione per il Caso Alpi-Hrovatin? La proposta di istituire una Commissione parlamentare di inchiesta sulla morte di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin è tornata all’esame della Commissione Esteri del Senato nella seduta del 9 gennaio 2008, ma la decisione è stata posticipata. Non verrà mai istituita.
14 FEBBRAIO 2010 – Il gip Emanuele Cersosimo boccia la richiesta di archiviazione del procedimento sull’omicidio di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin richiesta dal pm romano Franco Ionta. Fu un omicidio su commissione, con l’intento di far tacere i due reporter ed evitare che le loro scoperte sui traffici di armi e rifiuti venissero rese note. Queste le conclusioni del giudice italiano dopo aver letto le migliaia di pagine relative al caso Alpi-Hrovatin.
18 MARZO 2010 – Ali Rage Ahmed detto ‘Gelle’, il principale accusatore di Hashi Omar Hassan (l’unico condannato per l’uccisione di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin) rischia di finire sotto processo a Roma per il reato di calunnia. Il gip Maurizio Silvestri, respingendo una richiesta di archiviazione sollecitata dal pm Giancarlo Amato, ha disposto per il 45enne ‘Gelle’ l’imputazione coatta. È stata archiviata, invece, la posizione di Ali Mohamed Abdi Said, autista dei due italiani nonché altro teste d’accusa contro Hassan, perché deceduto in Somalia pochi giorni dopo essere rientrato nel Paese africano dall’Italia e aver promesso importanti rivelazioni.
APRILE 2010 – L’Associazione Ilaria Alpi lancia un appello e una raccolta firme per la riapertura del caso dell’assassinio dei due giornalsiti. Si legge nell’appello: «Si può riaprire il processo per la morte di Ilaria e Miran: Ali Rage Ahmed detto Gelle, testimone d’accusa chiave nei confronti di Hashi Omar Hassan (in carcere da dieci anni dopo la condanna definitiva a 26 anni) sarà processato per calunnia. Perché alla verità giudiziaria non si è ancora arrivati? Chi non vuole questa verità e quindi giustizia e perché? Noi chiediamo alla magistratura di procedere nell’accertamento delle responsabilità, di individuare esecutori e mandanti».
06 MAGGIO 2010 – Alla notizia della possibile riapertura del caso dell’assassinio di Ilaria Alpi, i genitori della giornalista uccisa a Mogadiscio nel ‘94 dichiarano che si costituiranno parte civile. A parlare è Luciana Alpi, mamma di Ilaria, che appresa la notizia del rinvio a giudizio e di una probabile apertura del processo nei confronti di Hashi Omar Hassan, il ragazzo somalo accusato dell’omicidio della figlia, aggiunge come siano 16 anni che aspettano la verità sull’omicidio di Ilaria.
25 MARZO 2012 – Un’inchiesta dei giornalisti Andrea Palladino e Luciano Scalettari per il Fatto Quotidiano mostra dei documenti inediti inviati dal Sios di La Spezia (il comando del servizio segreto della Marina Militare) a Balad in Somalia, il 14 marzo del ’94, il giorno in cui Ilaria e Miran erano appena arrivati a Bosaso: “Causa presenze anomale in zona Bos/Lasko (Bosaso Las Korey, nda) ordinasi Jupiter rientro immediato base I Mog. Ordinasi spostamento tattico Condor zona operativa Bravo possibile intervento” . I giornalisti riconoscono in Jupiter Giuseppe Cammisa, braccio destro di Francesco Cardella, il guru della comunità Saman. Al termine di una complessa ricostruzione concludono: “L’omicidio di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin potrebbe dunque nascondere qualcosa che va al di là di ogni ipotesi immaginata fino ad oggi, traffici che hanno visto il coinvolgimento di apparati dello Stato, coperti per diciotto anni, grazie a silenzi e depistaggi”.
16 DICEMBRE 2013 – La Presidenza della Camera, su inziativa della Presidente Laura Boldrini, avvia la procedura di desecretazione degli atti acquisiti dalle Commissioni parlamentari d’inchiesta sui rifiuti e sul caso Alpi-Hrovatin. La proposta di Laura Boldrini arriva in risposta a una lettera di Greenpeace, sostenuta dal quotidiano il manifesto, in cui veniva chiesta l’apertura degli archivi sui traffici di rifiuti, sulle “navi a perdere” e sul caso Alpi. Sono più di 600 dossier, alcuni dei quali prodotti dalle agenzie dei servizi segreti Aise e Aisi (ex Sismi e Sisde), che potrebbero svelare molti misteri internazionali.
EX SISMI E SISDE ....
PERCHE' E'M STATO UCCISO MARCO MANDOLINI
E IL SUICIDIO/ASSASSINIO DI SANDRO MACCHIA
20 ANNI DOPO ???? ..... COSA SAPEVANO ???
MOLTI MISTERI CI PORTONO A TANTI PICCOLI
COLLEGAMENTI : .......
TUTTO QUELLO CHE SAPPIAMO :
https://www.facebook.com/photo.php?fbid=761595017193865&set=pb.278661802153858.-2207520000.1400513707.&type=3&theater
PERCHE' E'M STATO UCCISO MARCO MANDOLINI
E IL SUICIDIO/ASSASSINIO DI SANDRO MACCHIA
20 ANNI DOPO ???? ..... COSA SAPEVANO ???
MOLTI MISTERI CI PORTONO A TANTI PICCOLI
COLLEGAMENTI : .......
TUTTO QUELLO CHE SAPPIAMO :
https://www.facebook.com/photo.php?fbid=761595017193865&set=pb.278661802153858.-2207520000.1400513707.&type=3&theater
SEGUIREMO QUESTE PISTE FINO ....
ALLA VERITA'.
CONTINUIAMO IL VIAGGIO
NELL' ITALIA DEI MISTERI .....
SEGRETI E MORTI INSABBIATE
COME GIA PUBBLICATO LE MORTI DI
ILARIA ALPI - MARCO MANDOLINI E SANDRO MACCHIA
MOLTI MISTERI CI PORTONO A TANTI PICCOLI
COLLEGAMENTI : .......
ASSASSINIO LICAUSI A MOGADISCIO
La vera storia dell'assassinio di Licausi a Mogadiscio.
La procura di Perugia, a cui G-71 e Franz avevano rivolto
un eposto documentato sulla mancata rogatoria per svolgere
indagini a Mogadiscio da parte della Procura di Roma,
per l'assassinio Licausi del 12 Novembre 1993, ci ha visti
informati, come parti offese, che il PM Miriano, di Perugia,
ha chiesto al GIP l'archiviazione dell'inchiesta.
Noi potremmo anche presentare opposizione motivata con
richiesta di proseguire le indagini, ma ... quale motivazione
potremmo mai fornire per un fatto risalente a 16 anni orsono ???
.........
http://g-71.blogspot.it/2009/09/la-vera-storia-dellassassinio-di.html
ALLA VERITA'.
CONTINUIAMO IL VIAGGIO
NELL' ITALIA DEI MISTERI .....
SEGRETI E MORTI INSABBIATE
COME GIA PUBBLICATO LE MORTI DI
ILARIA ALPI - MARCO MANDOLINI E SANDRO MACCHIA
MOLTI MISTERI CI PORTONO A TANTI PICCOLI
COLLEGAMENTI : .......
ASSASSINIO LICAUSI A MOGADISCIO
La vera storia dell'assassinio di Licausi a Mogadiscio.
La procura di Perugia, a cui G-71 e Franz avevano rivolto
un eposto documentato sulla mancata rogatoria per svolgere
indagini a Mogadiscio da parte della Procura di Roma,
per l'assassinio Licausi del 12 Novembre 1993, ci ha visti
informati, come parti offese, che il PM Miriano, di Perugia,
ha chiesto al GIP l'archiviazione dell'inchiesta.
Noi potremmo anche presentare opposizione motivata con
richiesta di proseguire le indagini, ma ... quale motivazione
potremmo mai fornire per un fatto risalente a 16 anni orsono ???
.........
http://g-71.blogspot.it/2009/09/la-vera-storia-dellassassinio-di.html
RITORNIAMO AL CASO ALPI/HROVATIN
20 MARZO 1994 – Un commando somalo uccide a Mogadiscio
la giornalista Ilaria Alpi, inviata del Tg3 Rai in Somalia, e
l’operatore tv Miran Hrovatin. Erano nel corno d’Africa
per seguire la guerra tra fazioni che stava insanguinando
il Paese africano e la missione Onu “Restor Hope” lanciata
dagli Usa con l’appoggio di numerose nazioni alleate compresa
l’Italia, per porre fine alla guerra interna e ristabilire la legalità
nello scenario somalo. Sul luogo dell’agguato, secondo quanto
mostrano le immagini girate da un operatore della tv americana ,
è presente l’imprenditore italiano Giancarlo Marocchino, che a
caldo dichiara :
“Non è stata una rapina. Si vede che sono andati in certi posti
che non dovevano andare”.
22 MARZO 1994 – Le salme di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin
arrivano nella notte a Roma, all’aeroporto militare di Ciampino.
20 MARZO 1994 – Un commando somalo uccide a Mogadiscio
la giornalista Ilaria Alpi, inviata del Tg3 Rai in Somalia, e
l’operatore tv Miran Hrovatin. Erano nel corno d’Africa
per seguire la guerra tra fazioni che stava insanguinando
il Paese africano e la missione Onu “Restor Hope” lanciata
dagli Usa con l’appoggio di numerose nazioni alleate compresa
l’Italia, per porre fine alla guerra interna e ristabilire la legalità
nello scenario somalo. Sul luogo dell’agguato, secondo quanto
mostrano le immagini girate da un operatore della tv americana ,
è presente l’imprenditore italiano Giancarlo Marocchino, che a
caldo dichiara :
“Non è stata una rapina. Si vede che sono andati in certi posti
che non dovevano andare”.
22 MARZO 1994 – Le salme di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin
arrivano nella notte a Roma, all’aeroporto militare di Ciampino.
23 MARZO 1994 – Funerali di Stato a Roma per Ilaria Alpi.
Al momento della sepoltura l’autorità giudiziaria non si è ancora attivata. La magistratura si interessa al caso sollecitata dal funzionario cimiteriale. A Trieste sul corpo di Miran Hrovatin viene effettuata l’autopsia, a Roma sul corpo di Ilaria Alpi non viene disposta nessuna autopsia dal pm Andrea De Gasperis ma solo un esame medico esterno. Spariscono alcune delle cassette girate da Miran Hrovatin e i taccuini con gli appunti di Ilaria Alpi. A Roma arrivano solo i due taccuini ancora intonsi e i bagagli arrivano con i sigilli violati. L’ambasciatore sottrae il foglio di protocollo che era contenuto nel taschino della camicia di Ilaria con appuntati dei numeri telefonici. 4 LUGLIO 1994 – Il padre della giornalista, Giorgio Alpi, parla di «esecuzione» ricordando che poco prima di morire la figlia aveva intervistato il sultano di Bosaso, Abdullahi Mussa Bogor, e annotato degli appunti su un taccuino che risulta scomparso. DICEMBRE 1994: L’esito della prima perizia balistica parla di un colpo sparato da fucile probabilmente da lontano.
Al momento della sepoltura l’autorità giudiziaria non si è ancora attivata. La magistratura si interessa al caso sollecitata dal funzionario cimiteriale. A Trieste sul corpo di Miran Hrovatin viene effettuata l’autopsia, a Roma sul corpo di Ilaria Alpi non viene disposta nessuna autopsia dal pm Andrea De Gasperis ma solo un esame medico esterno. Spariscono alcune delle cassette girate da Miran Hrovatin e i taccuini con gli appunti di Ilaria Alpi. A Roma arrivano solo i due taccuini ancora intonsi e i bagagli arrivano con i sigilli violati. L’ambasciatore sottrae il foglio di protocollo che era contenuto nel taschino della camicia di Ilaria con appuntati dei numeri telefonici. 4 LUGLIO 1994 – Il padre della giornalista, Giorgio Alpi, parla di «esecuzione» ricordando che poco prima di morire la figlia aveva intervistato il sultano di Bosaso, Abdullahi Mussa Bogor, e annotato degli appunti su un taccuino che risulta scomparso. DICEMBRE 1994: L’esito della prima perizia balistica parla di un colpo sparato da fucile probabilmente da lontano.
9 APRILE 1995 – Il sultano di Bosaso, Abdullahi Mussa Bogor, risulta tra gli indagati in qualità di mandante del delitto. La sua posizione verrà archiviata. 20 MARZO 1996 – Il Procuratore capo di Roma, Michele Coiro, affianca al dottor Andrea De Gasperis il dottor Giuseppe Pititto nell’inchiesta sulla morte di Ilaria Alpi.
4 MAGGIO 1996 – Il pubblico ministero Giuseppe Pititto dispone la riesumazione della salma di Ilaria Alpi, ordina per la prima volta l’autopsia e nomina dei consulenti medici e balistici.
25 GIUGNO 1996 – Secondo la seconda perizia balistica il colpo che ha raggiunto Ilaria Alpi fu sparato da lontano. I periti della famiglia Alpi sono contrari. Il magistrato ordina quindi una superperizia, effettuata da un collegio di periti: le conclusioni stabiliscono che il colpo che ha raggiunto Ilaria e Miran è stato sparato a bruciapelo. Per i periti si trattò dunque di una esecuzione. Il referto del medico della nave Garibaldi, che ha trasportato le salme di Ilaria e Miran in Italia, viene mandato con due anni di ritardo alla Procura di Roma su richiesta dei genitori di Ilaria Alpi. Giaceva nel cassetto di un ufficio della Marina Militare.
DAL NOVEMBRE 1996 – Il pm Luciano Tarditi della Procura di Asti, assistito da un pool di investigatori specializzati nelle indagini sul traffico internazonale di rifiuti tossici e radioattivi, indaga sui traffici e sul contesto degli interessi italiani in Somalia. Ha a disposizione una copiosa documentazione che contiene nomi e fatti, ed evidenzia numerose circostanze legate a questi traffici, comprese le generalità dei faccendieri che li dirigono nell’ombra, gli intrecci con i mercanti d’armi e perfino la mappatura completa che dimostra come ai tempi dell’omicidio tutti gli interessi convergessero sulla Somalia, oltre che sui territori di altri Paesi dell’Africa costiera. Questa documentazione non verrà utilizzata nelle indagini sull’omidicido di Ilaria e Miran.
15 LUGLIO 1997 – Il Procuratore capo dottor Salvatore Vecchione avoca a sé l’inchiesta, affiancato dal pm Franco Jonta. Questa decisione avviene due giorni prima dell’arrivo a Roma di due testimoni oculari: l’autista e la guardia del corpo di Ilaria. L’arrivo dei due testimoni era stato organizzato dal pm Pititto con la collaborazione della Digos di Udine.
1998 – Il pm Ionta chiede una terza perizia. Se ne occupano i periti Torri e Benedetti, consulenti tecnici giudiziari anche nel caso dell’omicidio di Carlo Giuliani a Genova il 20 luglio 2001 – per cui sosterranno la tesi del calcinaccio che deviò in aria un proiettile vagante. La loro perizia sul caso Alpi-Hrovatin opera un nuovo ribaltamento degli esiti precedenti: secondo Torri e Benedetti si trattò di un colpo accidentale sparato da lontano. I genitori di Ilaria chiedono l’acquisizione dell’immagine satellitare statunitense per chiarire la dinamica dell’agguato avvenuto a Modadiscio il 20 marzo ’94: l’immagine viene rintracciata (in un primo momento sembrava vi fosse stato un guasto nel satellite proprio quel giorno), poi sparisce, infine viene ritrovata e acquisita dal ministero degli Esteri ma considerata “non utile ai fini dell’indagine”. In ogni caso non fu mai inviata alla famiglia Alpi.
12 GENNAIO 1998 – Il somalo Hashi Omar Hassan, a Roma da due giorni per testimoniare alla commissione sulle presunte violenze dei soldati italiani in Somalia, viene arrestato per concorso nel duplice omicidio. Hassan era stato identificato dall’autista di Ilaria Alpi.
18 GENNAIO 1999 – Comincia il processo ad Hashi Omar Hassan.
9 LUGLIO 1999 – Hashi Omar Hassan viene assolto dal tribunale di Roma. Il pm aveva chiesto la condanna all’ergastolo.
24 NOVEMBRE 2000 – La corte d’Assise d’Appello di Roma ribalta la sentenza di primo grado e condanna all’ergastolo Hashi Omar Hassan. Il somalo viene riconosciuto come uno dei sette componenti del commando che ha ucciso Ilaria Alpi e Miran Hrovatin.
24 NOVEMBRE 2000 – La corte d’Assise d’Appello di Roma ribalta la sentenza di primo grado e condanna all’ergastolo Hashi Omar Hassan. Il somalo viene riconosciuto come uno dei sette componenti del commando che ha ucciso Ilaria Alpi e Miran Hrovatin.
10 OTTOBRE 2001 – La prima sezione penale della Cassazione annulla la sentenza impugnata “limitatamente all’aggravante della premeditazione e al diniego delle circostanze attenuanti generiche”.
10 MAGGIO 2002 – Si apre il processo d’appello bis davanti alla corte d’Assise d’Appello di Roma presieduta da Enzo Rivellese.
24 GIUGNO 2002 – Il sostituto procuratore generale Salvatore Cantaro chiede la conferma dell’ergastolo per Hassan. “È provato – afferma – che Hassan era uno dei sette componenti del commando che attese Ilaria e Miran per due ore”.
28 MARZO 2003 – Esce il film di Ferdinando Vicentini Orgnani Il più crudele dei giorni, con Giovanna Mezzogiorno nella parte di Ilaria. Il film ha il merito di riaccendere l’attenzione sul caso Alpi.
6 GIUGNO 2003 – Alla nona edizione del Premio Ilaria Alpi, a Riccione, il deputato dei Ds Valerio Calzolaio annuncia di aver depositato a nome di esponenti di tutti i gruppi parlamentari – da An a Rifondazione Comunista – la proposta di istituire una Commissione parlamentare d’inchiesta sull’omicidio di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin.
31 LUGLIO 2003 – La Camera dei Deputati approva la legge che istituisce la Commissione parlamentare d’inchiesta sulla morte di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin.
21 GENNAIO 2004 – Si insedia la Commissione parlamentare d’inchiesta sulla morte di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin. L’istituzione della commissione è giunta dopo dieci anni di verità sospese sulla morte di Ilaria e Miran. Fino ad allora, infatti, solo qualche brandello di verità ufficiale è emerso.
28 FEBBRAIO 2006 – La Commissione Parlamentare d’inchiesta ha concluso i lavori. I deputati di maggioranza hanno approvato le conclusioni proposte dal Presidente Carlo Taormina, mentre l’opposizione promuove una relazione di minoranza contro le conclusioni di Taormina. Il deputato dei Verdi Mauro Bulgarelli ha presentato una terza relazione sulle conclusioni a cui la Commissione è giunta dopo due anni di lavoro.
AGOSTO-SETTEMBRE 2005 – L’Associazione Ilaria Alpi/Comunità Aperta si è reacata in Somalia, realizzando tra agosto e settembre 2005 un viaggio sulle tracce di Ilaria e Miran per tenere viva l’attenzione sul caso. Dal viaggio sono nati un reportage giornalistico e una mostra fotografica.
03 GIUGNO 2006 – L’Associzione Ilaria Alpi scrive al Presidente del consiglio Romano Prodi affinché il Governo si attivi per fare piena luce sulla morte di Ilaria Alpi e MIran Hrovatin. Nella lettera si segnala come il Presidente somalo Abdulhai Yusuf Ahmed, nel corso della serata di apertura della XII edizione del Premio Ilaria Alpi, abbia riconfermato la volontà del suo governo di collaborare con quello italiano per il raggiungimento della verità sul duplice omicidio.
20 GIUGNO 2006 – Il Presidente del consiglio Romano Prodi riceve Giorgio e Luciana Alpi. Prodi promette un “serio impegno” ai genitori della giornalista Ilaria Alpi per valutare come riavviare un ragionamento sulle circostanze della morte di Ilaria e di Miran.
18 LUGLIO 2006 – Dopo Romano Prodi, anche il presidente della Camera dei Deputati Fausto Bertinotti ha ricevuto i genitori di Ilaria, Giorgio e Luciana Alpi. Il neo presidente della Camera ha confermato l’interesse del governo per il caso Alpi-Hrovatin.
25 GIUGNO 2007 – La Commissione Esteri del Senato valuta gli elementi che motivano la costituzione di una nuova commissione parlamentare d’inchiesta sulla morte di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, e audisce Luciana Alpi e Mariangela Gritta Grainer in rappresentanza dell’Associazione Ilaria Alpi.
10 LUGLIO 2007 – Il pm Franco Ionta, titolare del procedimento sul caso Alpi-Hrovatin presso la Procura di Roma, il 12 giugno 2007 ha chiesto l’archiviazione del caso. Le motivazioni contenute nella richiesta del pm riguardano l’impossibilità di identificare i responsabili degli omicidi di Alpi e Hrovatin al di fuori di Hashi Omar Hassan, il miliziano somalo condannato a 26 anni di reclusione per il duplice omicidio avvenuto a Mogadiscio il 20 marzo ‘94.
09 GENNAIO 2008 – Una nuova commissione per il Caso Alpi-Hrovatin? La proposta di istituire una Commissione parlamentare di inchiesta sulla morte di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin è tornata all’esame della Commissione Esteri del Senato nella seduta del 9 gennaio 2008, ma la decisione è stata posticipata. Non verrà mai istituita.
14 FEBBRAIO 2010 – Il gip Emanuele Cersosimo boccia la richiesta di archiviazione del procedimento sull’omicidio di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin richiesta dal pm romano Franco Ionta. Fu un omicidio su commissione, con l’intento di far tacere i due reporter ed evitare che le loro scoperte sui traffici di armi e rifiuti venissero rese note. Queste le conclusioni del giudice italiano dopo aver letto le migliaia di pagine relative al caso Alpi-Hrovatin.
18 MARZO 2010 – Ali Rage Ahmed detto ‘Gelle’, il principale accusatore di Hashi Omar Hassan (l’unico condannato per l’uccisione di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin) rischia di finire sotto processo a Roma per il reato di calunnia. Il gip Maurizio Silvestri, respingendo una richiesta di archiviazione sollecitata dal pm Giancarlo Amato, ha disposto per il 45enne ‘Gelle’ l’imputazione coatta. È stata archiviata, invece, la posizione di Ali Mohamed Abdi Said, autista dei due italiani nonché altro teste d’accusa contro Hassan, perché deceduto in Somalia pochi giorni dopo essere rientrato nel Paese africano dall’Italia e aver promesso importanti rivelazioni.
APRILE 2010 – L’Associazione Ilaria Alpi lancia un appello e una raccolta firme per la riapertura del caso dell’assassinio dei due giornalsiti. Si legge nell’appello: «Si può riaprire il processo per la morte di Ilaria e Miran: Ali Rage Ahmed detto Gelle, testimone d’accusa chiave nei confronti di Hashi Omar Hassan (in carcere da dieci anni dopo la condanna definitiva a 26 anni) sarà processato per calunnia. Perché alla verità giudiziaria non si è ancora arrivati? Chi non vuole questa verità e quindi giustizia e perché? Noi chiediamo alla magistratura di procedere nell’accertamento delle responsabilità, di individuare esecutori e mandanti».
06 MAGGIO 2010 – Alla notizia della possibile riapertura del caso dell’assassinio di Ilaria Alpi, i genitori della giornalista uccisa a Mogadiscio nel ‘94 dichiarano che si costituiranno parte civile. A parlare è Luciana Alpi, mamma di Ilaria, che appresa la notizia del rinvio a giudizio e di una probabile apertura del processo nei confronti di Hashi Omar Hassan, il ragazzo somalo accusato dell’omicidio della figlia, aggiunge come siano 16 anni che aspettano la verità sull’omicidio di Ilaria.
25 MARZO 2012 – Un’inchiesta dei giornalisti Andrea Palladino e Luciano Scalettari per il Fatto Quotidiano mostra dei documenti inediti inviati dal Sios di La Spezia (il comando del servizio segreto della Marina Militare) a Balad in Somalia, il 14 marzo del ’94, il giorno in cui Ilaria e Miran erano appena arrivati a Bosaso: “Causa presenze anomale in zona Bos/Lasko (Bosaso Las Korey, nda) ordinasi Jupiter rientro immediato base I Mog. Ordinasi spostamento tattico Condor zona operativa Bravo possibile intervento” . I giornalisti riconoscono in Jupiter Giuseppe Cammisa, braccio destro di Francesco Cardella, il guru della comunità Saman. Al termine di una complessa ricostruzione concludono: “L’omicidio di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin potrebbe dunque nascondere qualcosa che va al di là di ogni ipotesi immaginata fino ad oggi, traffici che hanno visto il coinvolgimento di apparati dello Stato, coperti per diciotto anni, grazie a silenzi e depistaggi”.
16 DICEMBRE 2013 – La Presidenza della Camera, su inziativa della Presidente Laura Boldrini, avvia la procedura di desecretazione degli atti acquisiti dalle Commissioni parlamentari d’inchiesta sui rifiuti e sul caso Alpi-Hrovatin. La proposta di Laura Boldrini arriva in risposta a una lettera di Greenpeace, sostenuta dal quotidiano il manifesto, in cui veniva chiesta l’apertura degli archivi sui traffici di rifiuti, sulle “navi a perdere” e sul caso Alpi. Sono più di 600 dossier, alcuni dei quali prodotti dalle agenzie dei servizi segreti Aise e Aisi (ex Sismi e Sisde), che potrebbero svelare molti misteri internazionali.
EX SISMI E SISDE ....
PERCHE' E'M STATO UCCISO MARCO MANDOLINI
E IL SUICIDIO/ASSASSINIO DI SANDRO MACCHIA
20 ANNI DOPO ???? ..... COSA SAPEVANO ???
MOLTI MISTERI CI PORTONO A TANTI PICCOLI
COLLEGAMENTI : .......
TUTTO QUELLO CHE SAPPIAMO :
https://www.facebook.com/photo.php?fbid=761595017193865&set=pb.278661802153858.-2207520000.1400513707.&type=3&theater
PERCHE' E'M STATO UCCISO MARCO MANDOLINI
E IL SUICIDIO/ASSASSINIO DI SANDRO MACCHIA
20 ANNI DOPO ???? ..... COSA SAPEVANO ???
MOLTI MISTERI CI PORTONO A TANTI PICCOLI
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SEGUIREMO QUESTE PISTE FINO ....
ALLA VERITA'.
ALLA VERITA'.
Fonte : http://alfredodecclesia.blogspot.com/2014/05/continuiamo-il-viaggio-nell-italia-dei.html?spref=fb
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