venerdì 23 agosto 2013

Parole, parole, parole


23 Agosto 2013, giorno 551

Dopo 551 giorni dall' inizio di questa odissea le ultime notizie provenienti dall' india e dal governo non sono  confortanti 


(ANSA) - NEW DELHI, 22 AGO - " Credo che abbiamo potuto trovare una soluzione" al problema creato dalla mancata testimonianza degli altri quattro Fucilieri di Marina. Lo ha dichiarato oggi all' ANSA a New Delhi il ministro degli esteri indiano Salman Khurshid " Davvero penso che questa volta ci siamo- ha concluso - e che possiamo superare l' impasse e ridare velocita al processo".


La polizia indiana (Nia) non ha problemi a chiudere le indagini sull'incidente che coinvolge due maro' italiani se si allontanasse troppo la possibilita' di interrogare gli altri quattro fucilieri di Marina italiani che erano a bordo della Enrica Lexie. Lo scrive oggi il quotidiano The Times of India.Nella sua edizione online il giornale cita ''fonti della Nia'' secondo cui le indagini ''sono in uno stadio avanzato'' e ''vi sono sufficienti prove e testimonianze a sostegno dell'istruttoria''.In particolare un ufficiale della Nia ha precisato che ''il rapporto contenente i capi d'accusa puo' prescindere dalle dichiarazioni dei quattro maro'. Se c'e' un eccessivo ritardo nel loro arrivo in India, presenteremo il risultato del nostro lavoro senza le loro testimonianze. Eventualmente potremmo piu' tardi inviare un supplemento di inchiesta''.Di fronte alla indisponibilita' dei fucilieri a recarsi a New Delhi per testimoniare, la Nia ha chiesto al ministero dell'Interno e alla Procura indiani un parere sull'atteggiamento da tenere. Ma le fonti consultate dal giornale hanno insistito che ''abbiamo registrato le dichiarazioni di 50 testimoni e vi sono gia' quindi sufficienti prove indiziarie e legali per blindare questo caso''.
Fonte (ANSA)

ecco invece che succede a Roma :

(ANSA) - ROMA, 23 AGO - Il Presidente del Consiglio Enrico Letta ha presieduto il terzo incontro del gruppo di lavoro interministeriale sulla questione dei fucilieri di Marina Girone e Latorre. Sono state ribadite, si legge in una nota, ''la forte e continua attenzione del governo e la volontà di perseguire una soluzione equa e rapida della questione''. Esaminati gli ultimi sviluppi della vicenda, in vista del completamento delle indagini condotte dalle autorità indiane e della successiva fase di avvio del processo.



La situazione dei nostri fucilieri si è talmente complicata , come  i malati gravi  che fanno pellegrinaggio a Lourdes  per essere miracolati. Da questo punto di vista la scelta di basso profilo di mandare in India un “oscuro funzionario” che da sottosegretario di Monti è stato degradato a semplice inviato dall’ attuale governo Letta, ci sembra scelta infelice ed autolesionistica. Per di più, il povero Staffan è figlio di madre svedese e padre dalmata, cioè ufficialmente croato, naturalizzato italiano nel 1999, il che non ci sembra il massimo che l’Italia potesse esprimere per tutelare l’onore e la dignità di due suoi valorosi militari in una questione che coinvolge non negoziabili valori di patriottismo e di italico orgoglio. Per la piega che hanno preso gli eventi, come minimo ci saremmo aspettati che andasse giù la Emma Bonino, meglio ancora se ad intervenire fossero stati Gianni Letta o magari, perché no, lo stesso presidente Napolitano.
A tale proposito si possono citare vari precedenti, uno in particolare. Molti ricorderanno come lo scorso marzo un reparto di parà francesi abbia ucciso per errore due civili indiani nella Repubblica Centroafricana. Un autobus con le insegne dell’esercito del Ciad alleato dei francesi trasportava una trentina di lavoratori indiani lungo un percorso che era sotto pieno controllo dell’esercito francese in un paese dilaniato da una delle tante sanguinose guerre dimenticate, scatenate tra varie fazioni di diversi paesi per acquisire il controllo di ingenti risorse naturali come uranio, oro e diamanti. Non si sa perché, ma ad un tratto i parà hanno scatenato una tempesta di fuoco amico sui malcapitati indiani scambiati per terroristi camuffati, nonostante essi fossero scortati da alcuni soldati alleati del Ciad, uccidendone due e ferendone e molti altri. Appena dopo l’accaduto, il presidente francese Francoise Hollande ha fatto pervenire al primo ministro indiano Manmohan Singh una lettera di scuse scritta di proprio pugno nella quale, oltre ad ovvie condoglianze, forniva ampie rassicurazioni al premier indiano circa l’immediato avvio di una inchiesta interna sulle risultanze della quale gli indiani “sarebbero stati tenuti informati”. Fine, con l’incidente che s’è chiuso lì. Si dirà: ma i parà francesi stavano nel Gabon, come avrebbero potuto prenderli gli indiani? Vero, ma pure i Marò non stavano in India, ma in Italia visto che la Lexie quando naviga in acque internazionali è, per condivisa norma internazionale, un’estensione del territorio italiano. Allora perché i nostri soldati li hanno potuti sequestrare? Girare la domanda a Monti, prego.
In conclusione  la situazione dei Fucilieri illegalmente trattenuti da 18 mesi si è rovinata per un insieme  di circostanze perverse, ma soprattutto per colpa del prof Monti.
Tra i fattori non evidenziati va sottolineato che all’ epoca del presunto incidente della Enrica Lexie il Kerala era in campagna elettorale.
All’ opposizione di sinistra, al locale partito comunista in particolare ( opposto a quello di Sonia Gandhi ), è capitato di poter strumentalizzare l’accaduto, inventando l’aggressione di biechi occidentali colonialisti nei confronti di poveri pescatori indiani, in un stato, il Kerala, dove la corporazione dei pescatori conta tre milioni di iscritti che, con parenti ed amici, costituiscono un coccolatissimo serbatoio di almeno 10 milioni di voti su poco più di venti milioni di aventi diritto al voto.
Poi c’è stata l’assoluta incapacità, ma più spesso la malafede, della polizia e della magistratura del  kerala.
Come se non bastasse, anche la magistratura italiana ha contribuito a peggiorare il caso. Nonostante la vicenda dei “killers” dei pescatori indiani sia apparsa con enorme rilievo sulla stampa di tutto il mondo, hanno aperto sul conto di Max e Salvo un fascicolo pro forma, di fatto disinteressandosi di appurare la realtà, qualsiasi essa fosse, o per scagionare i Fucilieri se innocenti, oppure condannarli se colpevoli. Invece se ne sono fregati altamente dell’immagine dell’Italia e dei suoi due soldati. Quando a febbraio scorso erano tornati per le elezioni, essendo accusati di omicidio, sarebbe bastato che un qualsiasi PM avesse spiccato un ordine di cattura per trattenere i fucilieri del San Marco in Patria.
Del resto  i militari sono dei  guerrafondai, ben gli sta se li condannano. Non per nulla sui muri di Taranto campeggiano ben visibili scritte che neanche nel Kerala imbrattano i muri: “Marò, tornate presto; avvolti nella bandiera”.
Ma cosa è successo nei fatti ?
la capitaneria di porto di Kochi ha ritenuto di poter coinvolgere la Lexie in una sparatoria alla quale era estranea, che si è svolta 5 ore più tardi di quella denunciata dalla Lexie stessa contro un barchino di pirati, in un altro specchio di mare e che ha visto come protagonista il cargo greco Olympic Flair. 
Verità queste dimostrate dai messaggi scambiati, e tutti ufficialmente registrati, tra la Lexie ed il centro di controllo del Corno d’Africa e tra la Olympic Flair ed il centro SAR (Search and Rescue) dell’Oceano Indiano.
E’ successo che il comandante del peschereccio “aggredito”,  appena sceso a terra alle ore 23.00 circa nella sua prima intervista ha indicato nelle 21.30 l’ora della sparatoria e che, essendo notte, non aveva potuto leggere il nome della nave che li aveva aggrediti, alcuni giorni dopo, improvvisamente, cambia versione, sposta l’ora della sparatoria alle 16.30 ed afferma di essere sicuro che la nave fosse l’Enrica Lexie per averne letto il nome a poppa. 


Poi non contento, s’è messo d’accordo con la polizia del Kerala per distruggere il peschereccio, cioè la scena del delitto, senza che la difesa avesse potuto prenderne visione per contro periziare in merito alla dinamica della sparatoria ed alle risultanze delle perizie necroscopica e balistica, che inizialmente erano favorevoli ai Fucilieri, prima che fossero taroccate come ha mirabilmente dimostrato Luigi De Stefano, il perito balistico che ha risolto il mistero dell’esplosione dell’aero Itavia nel cielo di Ustica. A questa conclusione  Di Stefano è giunto dopo aver minuziosamente esaminato copie del rapporto della necroscopia riprese in filmati della Rai e della Bbc, in cui sono evidenti cancellature e contraffazioni che hanno trasformato da non compatibili in compatibili con i proiettili rinvenuti sulle armi dei Fucilieri. E poi con una dettagliatissima perizia balistica delle armi in dotazione ai Fucilieri 

per la polizia la scomparsa del Saint Anthony è un modo per cancellare ogni traccia delle sue manipolazioni e dei depistaggi per sviare le indagini in modo da incastrare i Fucilieri in questa ottica va anche visto come sono stati accusati, nonostante avessero registrato l’incidente sul libro di bordo della Lexie in tempi non sospetti, cioè prima che scoppiasse il caso, descrivendo un peschereccio blu mentre il Saint Anthony è diverso, come da sempre confermato da un teste oculare, il vice comandante della Lexie Carlo Noviello. Invece di cercare di far luce sull’ incongruenza tra il battello descritto dai testimoni ed il Saint Anthony, la polizia si è limitata ad ignorare la questione 


Gli inquirenti indiani non dispongono di una prova credibile per sostenere che il Saint Anthony sia entrato in contatto con la Lexie piuttosto che essere stato colpito da poche pallottole vaganti nel corso di una sparatoria tra un’altra nave, presumibilmente la Olympic Flair, ed un barchino di pirati, in piena notte.
La NIA deve spiegare perché abbiano autorizzato il dissequestro del peschereccio e la sua restituzione a Freddy Bosco per affondarlo senza consentire alla difesa dei Fucilieri una sua ricognizione,  perché dopo 18 mesi non siano state rese note le risultanze delle perizie sul Saint Anthony e perché il rapporto finale consegnato alla magistratura del kerala sia solo una copia contraffatta dell’originale che scagionava i Fucilieri.
La NIA deve spiegare come fanno a trattenere i Nostri Soldati ed a non emettere il non luogo a procedere nei loro confronti essendo ormai chiarito da numerose prove documentate ed inequivocabili che a chiunque abbiano sparato,  lo hanno fatto 5 ore prima che fossero uccisi i pescatori. Loro cosa c’entrano con questo fatto ? 
La NIA deve spiegare perché non abbiano accusato ed indagato per falsa testimonianza il comandante Freddy Bosco che dopo aver spiegato alla stampa mondiale che il fatto era accaduto di notte, ragione per cui non aveva potuto leggere il nome della nave dalla quale avevano sparato, poi dopo qualche giorno ha spostato l’ora della sparatoria alle 4.30 del pomeriggio dichiarandosi certo che la nave fosse la Enrica Lexie .
Su quale principio di diritto continuano a trattenerli? 
E' ora che De Mistura non parli ma agisca, deve mettere con le spalle al muro i suoi interlocutori trasformandoli da persecutori nei veri accusati nella vicenda dei Fucilieri.
E' ora di portare il caso  in tutte le dovute sedi internazionali politiche e giuridiche. far intendere loro che l’Italia discrediterà l’immagine internazionale dell’India Il compito che adesso attende l’inviato croato-italo-svedese che rappresenta l’Italia non è per niente facile. Ma neanche impossibile le motivazioni di cui dispone a favore dei Fucilieri sono tante, coerenti e supportate da dati 
in conclusione, tutto questo non sarebbe accaduto se Monti si fosse comportato da statista, invece che di preoccuparsi dei rapporti commerciali con l' india !
La Vera Italia non lascia nessuno indietro
La Vera Italia dice solo questo : Noi... Andiamo Avanti !



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