lunedì 26 agosto 2013

L’Italia ha ancora una credibilità internazionale ?

550 giorni sono trascorsi da quando i due Fucilieri di Marina Massimiliano Latorre e Salvatore Girone sono in ostaggio dell’India e nulla è stato ancora risolto. Nessuna notizia certa trapela. Non si conosce con esattezza se l’Agenzia di investigazione indiana NIA esperta in attività antiterroristiche abbia chiuso le indagini. Il mediatore per l’Italia, l’italo svedese dott. Staffan de Mistura, continua a fare la spola con l’India con un costo per lo Stato sicuramente non irrilevante a fronte di risultati che fin dall’inizio della vicenda non sembrano determinanti.

Non comunicati, ma solo una  serie di frasi ripetitive che si susseguono fin dall’inizio sulla vicenda dei Marò con una predisposizione del dott. De Mistura a dichiarare molto ma ad ottenere almeno fino ad ora prodotti modesti.

Ricordiamone qualcuna. A maggio 2012, sono incappati in un errore. A giugno, hanno avuto garantito cibo italiano. L’11 marzo 2013, si ricorrerà ad un arbitrato internazionale e non rientreranno in India dove sono stati rimandati di lì a dieci giorni. Nel corso dell’estate, processo  equo e rapido ed entro Natale (di quale anno nda) saranno a casa. Per finire, il rifiuto di accettare la richiesta della NIA di interrogare gli altri quattro militari del NPM imbarcato sulla Lexie il 15 febbraio 2012 che non saranno mandati in India per essere interrogati, semmai gli investigatori indiani verranno in Italia, concessione che evidenzia un’altra cessione di sovranità sicuramente non favorevole all’immagine dell’Italia.   

Una filastrocca poco convincente, spesso contraddittoria nei contenuti e che giorno dopo giorno oltre a non informare l’opinione pubblica italiana, propone al mondo un Paese indeciso nella gestione di politica estera come non era mai avvenuto dal dopoguerra ad oggi.

Un’esposizione negativa non solo per la vicenda dei due marò, ma per altri episodi che nel frattempo si sono sovrapposti a quella dei militari in ostaggio dell’India e che sicuramente non contribuisce a rendere affidabile il nostro Paese agli occhi dei partner  internazionali.

Recente, la vicenda kazaka con un “suonare di trombe” della Farnesina nell’immediato degli eventi. Dichiarazioni di fermezza che informavano il mondo della decisione dell’espulsione per “non gradimento” dell’Ambasciatore kazako accreditato a Roma per gravi interferenze del diplomatico con la sovranità nazionale. Un atto estremo in diplomazia che, come tramandato dalla storia, in altri tempi sarebbe stato un segnale  di  azioni ben più cruente.

L’Ambasciatore sembra che sia ancora a Roma ed eserciti a pieno le sue funzioni e nulla è avvenuto anche in difesa dei diritti umani, materia da sempre tanto a cuore al nostro Ministro degli Esteri. Infatti alla Signora Shalabayeva e di sua figlia, a suo tempo ingiustamente espulse come è stato riferito in Parlamento, ancora non è stato garantito il rientro in Italia, almeno per quanto reso noto.

Isteresi sulla vicenda dei Marò, vicenda kazaka sicuramente ancora da chiarire, episodi ai quali, improvvisamente, si sovrappone l’arresto a Panama dell’Agente della CIA Robert Lady condannato in Italia a nove anni di reclusione per i fatti attinenti ad Abu Omar.

Sembra che il Ministro della Giustizia Cancellieri abbia chiesto immediatamente l’estradizione di Lady di cui, però, gli USA non hanno tenuto conto riprendendosi il loro cittadino al momento degli eventi “operatore dello Stato americano” e quindi avente diritto dell’ “immunità funzionale”, riconosciuta dal Diritto internazionale pattizio e negata dall’India ai nostri due Fucilieri di Marina con supina ed accondiscendente accettazione dell’Esecutivo italiano, del Capo delle Forze Armate e dall’assoluto silenzio del Ministro degli Esteri.

Infine, una remissiva accettazione dei recenti eventi egiziani e siriani dimostrata da un silenzio  forzato della Farnesina, rotto solo però da poche parole del Ministro, di fatto vanificate dai risultati. Un Ministro degli Esteri che ha dichiarato per l’Egitto la propria intenzione di proporre alla UE non sanzioni economiche ma il blocco della fornitura di armi all’esercito, ignorata da Bruxelles che invece ha deciso per l’applicazione della sospensione di aiuti finanziari.

Lo stesso Ministro che non ci dice nulla sul possibile  uso di armi chimiche in Siria, probabilmente impiegate dall’Esercito di Assad troppo amico della Cina, della Russia e dell’Iran per essere coinvolto in responsabilità gravissime attinenti a delitti contro l’umanità. Silenzio anche sulla possibile alternativa che l’impiego di gas letali sia stato fatto dagli oppositori del regime, a conferma che ormai la diplomazia italiana è alle corde, preferisce ignorare piuttosto che pronunciarsi.

Scelte istituzionali o precise linee guida dettate dal Ministro Bonino ? Non è facile dedurlo anche se è evidente che i Marò siano ancora in India e la lunghissima mediazione del dott. De Mistura è lontana da qualsiasi successo tangibile; la vicenda kazaka è come se non fosse mai avvenuta e gli USA - giustamente - si avvalgano delle loro prerogative di Stato sovrano.

Tutto accade sotto il silenzio del MAE.

Roma 26 agosto 2013 - 11,00

   

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