550 giorni sono trascorsi da
quando i due Fucilieri di Marina Massimiliano Latorre e Salvatore Girone sono in
ostaggio dell’India e nulla è stato ancora risolto. Nessuna notizia certa
trapela. Non si conosce con esattezza se l’Agenzia di investigazione indiana
NIA esperta in attività antiterroristiche abbia chiuso le indagini. Il
mediatore per l’Italia, l’italo svedese dott. Staffan de Mistura, continua a
fare la spola con l’India con un costo per lo Stato sicuramente non irrilevante
a fronte di risultati che fin dall’inizio della vicenda non sembrano
determinanti.
Non comunicati, ma solo una serie di frasi ripetitive che si susseguono
fin dall’inizio sulla vicenda dei Marò con una predisposizione del dott. De
Mistura a dichiarare molto ma ad ottenere almeno fino ad ora prodotti modesti.
Ricordiamone qualcuna. A maggio
2012, sono incappati in un errore. A giugno, hanno avuto garantito cibo
italiano. L’11 marzo 2013, si ricorrerà ad un arbitrato internazionale e non
rientreranno in India dove sono stati rimandati di lì a dieci giorni. Nel corso
dell’estate, processo equo e rapido ed entro
Natale (di quale anno nda) saranno a casa. Per finire, il rifiuto di accettare la
richiesta della NIA di interrogare gli altri quattro militari del NPM imbarcato
sulla Lexie il 15 febbraio 2012 che non saranno mandati in India per essere
interrogati, semmai gli investigatori indiani verranno in Italia, concessione
che evidenzia un’altra cessione di sovranità sicuramente non favorevole
all’immagine dell’Italia.
Una filastrocca poco convincente,
spesso contraddittoria nei contenuti e che giorno dopo giorno oltre a non
informare l’opinione pubblica italiana, propone al mondo un Paese indeciso
nella gestione di politica estera come non era mai avvenuto dal dopoguerra ad
oggi.
Un’esposizione negativa non solo
per la vicenda dei due marò, ma per altri episodi che nel frattempo si sono
sovrapposti a quella dei militari in ostaggio dell’India e che sicuramente non
contribuisce a rendere affidabile il nostro Paese agli occhi dei partner internazionali.
Recente, la vicenda kazaka con un
“suonare di trombe” della Farnesina nell’immediato degli eventi. Dichiarazioni
di fermezza che informavano il mondo della decisione dell’espulsione per “non
gradimento” dell’Ambasciatore kazako accreditato a Roma per gravi interferenze
del diplomatico con la sovranità nazionale. Un atto estremo in diplomazia che,
come tramandato dalla storia, in altri tempi sarebbe stato un segnale di azioni ben più cruente.
L’Ambasciatore sembra che sia
ancora a Roma ed eserciti a pieno le sue funzioni e nulla è avvenuto anche in difesa dei diritti umani,
materia da sempre tanto a cuore al nostro Ministro degli Esteri. Infatti alla
Signora Shalabayeva e di sua figlia, a suo tempo ingiustamente espulse come è
stato riferito in Parlamento, ancora non è stato garantito il rientro in Italia,
almeno per quanto reso noto.
Isteresi sulla vicenda dei Marò,
vicenda kazaka sicuramente ancora da chiarire, episodi ai quali,
improvvisamente, si sovrappone l’arresto a Panama dell’Agente della CIA Robert
Lady condannato in Italia a nove anni di reclusione per i fatti attinenti ad
Abu Omar.
Sembra che il Ministro della
Giustizia Cancellieri abbia chiesto immediatamente l’estradizione di Lady di
cui, però, gli USA non hanno tenuto conto riprendendosi il loro cittadino al
momento degli eventi “operatore dello Stato americano” e quindi avente diritto
dell’ “immunità funzionale”, riconosciuta dal Diritto internazionale pattizio e
negata dall’India ai nostri due Fucilieri di Marina con supina ed accondiscendente
accettazione dell’Esecutivo italiano, del Capo delle Forze Armate e dall’assoluto
silenzio del Ministro degli Esteri.
Infine, una remissiva
accettazione dei recenti eventi egiziani e siriani dimostrata da un
silenzio forzato della Farnesina, rotto
solo però da poche parole del Ministro, di fatto vanificate dai risultati. Un Ministro
degli Esteri che ha dichiarato per l’Egitto la propria intenzione di proporre
alla UE non sanzioni economiche ma il blocco della fornitura di armi
all’esercito, ignorata da Bruxelles che invece ha deciso per l’applicazione
della sospensione di aiuti finanziari.
Lo stesso Ministro che non ci
dice nulla sul possibile uso di armi
chimiche in Siria, probabilmente impiegate dall’Esercito di Assad troppo amico
della Cina, della Russia e dell’Iran per essere coinvolto in responsabilità
gravissime attinenti a delitti contro l’umanità. Silenzio anche sulla possibile
alternativa che l’impiego di gas letali sia stato fatto dagli oppositori del
regime, a conferma che ormai la diplomazia italiana è alle corde, preferisce
ignorare piuttosto che pronunciarsi.
Scelte istituzionali o precise
linee guida dettate dal Ministro Bonino ? Non è facile dedurlo anche se è
evidente che i Marò siano ancora in India e la lunghissima mediazione del dott.
De Mistura è lontana da qualsiasi successo tangibile; la vicenda kazaka è come
se non fosse mai avvenuta e gli USA - giustamente - si avvalgano delle loro
prerogative di Stato sovrano.
Tutto accade sotto il silenzio
del MAE.
Roma 26 agosto 2013 - 11,00
Nessun commento:
Posta un commento