IL SEQUESTRO DEI MARO' GIRONE E LATORRE:
LA PROSSIMA 68° ASSEMBLEA GENERALE DELL'ONU DIVENTI LO SPARTIACQUE DEL CASO
di Stefano Tronconi
24 Agosto 2013
Come tutti i miei scritti precedenti il presente articolo è liberamente riproducibile da chiunque ne fosse interessato
Sono trascorsi oltre 2 mesi da quando Capuozzo, Di Stefano e lo scrivente hanno ritrovato, rielaborato e messo a disposizione tutti gli elementi fondamentali del caso che hanno permesso di riscrivere la storia di quanto veramente accaduto in India nella vicenda dei marò Salvatore Girone e Massimiliano Latorre.
Ci si sarebbe aspettati a questo punto che il governo italiano, forte anche di questa nuova conoscenza dei fatti, si sarebbe finalmente mosso con decisione nel perseguimento di due obiettivi:
1) il rientro immediato in Italia di Girone e Latorre, ponendo così fine a quello che si è ormai configurato come un vero e proprio sequestro di persona;
2) l'avvio da parte dell'India di una rigorosa e trasparente inchiesta penale nei confronti dei responsabili di tale sequestro (verosimilmente responsabili anche della gravissima manipolazione delle indagini nei confronti di Girone e Latorre)
Ciò a cui invece abbiamo assistito da parte del governo italiano è stata solo la ripetizione a nausea del ritornello che per chiudere il caso si è alla ricerca di una soluzione 'veloce' (solo l'uso tale parola in questo contesto dovrebbe fare arrossire di vergogna chi la pronuncia) ed 'equa' (anche se, una volta individuati colpevoli ed innocenti, i margini su cosa possa considerarsi equo e su cosa no sono alquanto limitati).
Personalmente ho atteso con pazienza che tale soluzione venisse finalmente annunciata, pronto anche, nel limite dell'accettabile, a turarmi un poco il naso.
Credo infatti che dopo oltre 18 mesi di abusi indiani e confusione e insussistenza italiana sia più che mai importante che i due paesi ritrovino insieme una strada condivisa e dignitosa per uscire da questa vergognosa vicenda.
Ho scritto soluzione 'annunciata' e non 'trovata' perchè è ormai da mesi che le voci più responsabili presenti all'interno del governo indiano, dopo la 'sbalestrata' sentenza emessa dalla Corte Suprema nel Gennaio scorso, spiegano quale potrebbe essere la soluzione: il riconoscimento cioè dell'azione compiuta in buona fede nello svolgimento del proprio servizio da Girone e Latorre che potrebbe rendere i marò non punibili in base al diritto penale indiano e che quindi farebbe rientrare dalla finestra l'applicabilità delle norme UNCLOS con riconoscimento della giurisdizione all'Italia.
Non so se chi per l'Italia sta seguendo la vicenda a livello politico, militare, giudiziario e giornalistico davvero continui a non capire cosa sia successo e cosa succeda in India per semplice stupidità, ignoranza ed incompetenza, oppure perchè persegua altri inconfessabili obiettivi diversi da quelli sopra enunciati. Sta di fatto che è proprio l'assoluta mancanza di una posizione ferma da parte del governo italiano che ha indebolito ed indebolisce di fatto chi all'interno del governo indiano sta lavorando da mesi per trovare una soluzione, avvantaggiando di fatto gli esponenti governativi più collusi con i delinquenti politici del Kerala autori del sequestro dei marò e quindi più esposti alle potenziali ricadute negative derivanti dalla chiusura di questo caso in termini ben diversi da quelli che erano stati propagandati alle opinioni pubbliche indiana ed italiana.
Per questa ragione è ora quanto mai necessario che il governo italiano ponga a se stesso ed al governo indiano una data precisa e non valicabile entro la quale i due obiettivi sopra ricordati debbano essere raggiunti per via bilaterale. Questa data va individuata all'incirca ad un mese da oggi e cioè entro del prossimo mese di Settembre quando si svolgerà il dibattito plenario in occasione della 68° Assemblea Generale delle Nazioni Unite.
Se a fine Settembre il sequestro di Girone e Latorre non avesse ancora imboccato la strada della definitiva risoluzione (che può solo passare non per un processo farsa in India, ma per una richiesta di proscioglimento pieno per non aver commesso il fatto o, al massimo, per la soluzione 'indiana' sopra riepilogata che nei fatti cancellerebbe il processo indiano e rimetterebbe il proscioglimento pieno nelle mani della giustizia italiana) il capo del governo italiano Letta non potrà ripresentarsi all'Assemblea delle Nazioni Unite ripetendo gli imbarazzanti miagolii sul caso, appena accennati e da nessuno raccolti, di cui si era reso protagonista un anno fa nella stessa sede l'allora capo del governo Monti rendendo l'Italia meno credibile di Antigua e Barbuda (con tutto il rispetto per Antigua e Barbuda).
Letta dovrà invece denunciare al mondo che l'India tiene sequestrati due cittadini italiani in missione internazionale ufficiale per l'Italia da oltre 550 giorni e che l'unico precedente del dopoguerra per alcuni versi riconducibile al caso (il sequestro dei funzionari americani da parte del governo dell'Iran) durò 'solo' 440 giorni.
Letta dovrà denunciare che l'India sarà pure formalmente una democrazia di grandi dimensioni, ma che da quasi due anni si è di fatto trasformata nel buco nero della legalità internazionale.
Letta dovrà far valere il fatto che l'Italia, pur non essendo ormai più un grande e ricco paese, tuttavia continua oggi a contribuire in maniera assai significativa alle attività delle Nazioni Unite e che la non risoluzione immediata della vicenda dei due marò non potrà che portare a dover riconsiderare tutti gli impegni italiani nell'ambito delle Nazioni Unite stesse.
Letta dovrà insomma dire e fare ciò che né il governo Monti per tutta la sua durata, né lui nei suoi primi 5 mesi del presente governo ha avuto il coraggio di dire e fare (e che avrebbe invece dovuto essere detto e fatto fin dai primi momenti del sequestro di Girone e Latorre) con le conseguenze disastrose sulla credibilità internazionale italiana a cui tutti abbiamo assistito negli ultimi tempi.
Affinchè un intervento di Letta alle Nazioni Unite con tali contenuti non debba avvenire, auspico ovviamente che Letta stesso, Bonino e Mauro, dopo cinque mesi di torpore in assoluta continuazione con il precedente governo, si diano finalmente una mossa.
Tutti desideriamo buone relazioni con l'India, perchè sappiamo che la banda criminale che ha organizzato il sequestro di Girone e Latorre per ragioni in primo luogo politiche e solo secondariamente estorsive non rappresenta l'India né gli indiani.
Ma è proprio per il rispetto che dobbiamo portare alla grandissima maggioranza di indiani onesti e per rispetto ai valori di giustizia che l'Italia a parole dice sempre di mirare a diffondere nel mondo che l'azione politica del governo italiano va immediatamente modificata ed i due obiettivi enunciati all'inizio dell'articolo vanno perseguiti senza ulteriori ritardi e deviazioni con risultati tangibili e verificabili da conseguire nei prossimi 30 giorni.
FONTE : https://www.facebook.com/stefano.tronconi.79?hc_location=timeline
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