domenica 25 agosto 2013

"Qui c'è l'Italia che funziona":dichiara Letta dall’Afganistan.

"Torno a Roma con più determinazione di quanto sono partito perché l'autolesionismo non sia il sentimento con cui si racconta l'Italia". Così il Presidente del Consiglio Enrico Letta saluta a Kabul i militari  italiani e ci fa sapere che qui c'è l'Italia che funziona."Il nostro peggior difetto è l'autolesionismo, facciamo a gara a parlare male di noi stessi. Io qui ho voluto mostrare all'Italia ciò che di positivo fa l'Italia perché l'autolesionismo non sia il sentimento con cui ci si racconta. Sono voluto venire qui - ha detto Letta - per trasferire dall'Italia il miglior esempio di un'Italia che funziona". 
Il presidente del Consiglio, Enrico Letta,  in Afghanistan ha  prima visitato  la base del contingente italiano ad Herat , poi si è recato a Kabul per incontrare il presidente Karzai.
“Ho voluto fortemente essere qui - ha detto Letta - per interpretare i sentimenti di vicinanza profonda dell'Italia per il vostro impegno. In questi anni difficili per il Paese a livello economico e per la stabilità voi avete interpretato al meglio l'immagine dell'Italia recuperando ed in parte riscattando le difficoltà.
"Il 2014  - ha detto - vedrà il termine dell'operazione Isaf ma noi siamo qui per dire al Governo di Kabul che non abbiamo intenzione di lasciare soli gli afghani". .

Letta ha poi ricordato i motivi per cui il contingente italiano si trova in Afghanistan "in ottemperanza a risoluzioni dell'Onu per la stabilizzazione e lo sviluppo del Paese: anche se il nostro impegno quì terminerà nel 2014 - ha aggiunto - la situazione afghana deve trovare una finalizzazione positiva anche dopo. Nessun Paese libero puo' sottrarsi all'impegno per la stabilizzazione e per la pace". Solo nel quadro Nato, Onu e Unione Europea - ha continuato - possiamo insieme risolvere i problemi e lavorare per la stabilità e battere il terrorismo".
 

Il presidente del Consiglio ha poi elogiato il lavoro dei militari  italiani  e ha sottolineato che "voi siete quì per difendere la nostra integrità territoriale, le nostre frontiere: l'Italia segue con profonda partecipazione il vostro sforzo e solo riconsegnando l'Afghanistan al suo popolo e alle sue istituzioni saremo in grado di dire che la missione è compiuta. "Non lasceremo solo il popolo afghano - ha detto Letta - il ricorso a tanta fatica e il sacrificio di vite umane deve trovare una finalizzazione positiva e non devono essere lasciate a metà
 

 "In anni in cui l'Italia non sempre ha dato una buona 'immagine di se' all'estero, voi avete rappresentato la migliore immagine del nostro Paese nel mondo", ha continuato Letta rivolgendosi alle truppe italiane "L'Italia vi guarda con grande ammirazione e orgoglio. Siete circondati dall'affetto sincero di tutti gli italiani che apprezzano il vostro impegno e il vostro coraggio". Poi ha continuato dicendo"L'Italia in questi ultimi anni a causa della crisi economica e dell'instabilita' politica, ha faticato molto e non sempre ha dato di se' la migliore immagine nel mondo. Voi invece - ha concluso - avete dato dell'Italia l'immagine giusta, un Italia che rispetta gli impegni al meglio e per questo il senso di gratitudine nei vostri confronti è doppio". 
Nemmeno una parola sui due militari italiani detenuti illegalmente in India,qua non c’è l’Italia migliore,ma c’è l’Italia dei Letta,c’è il paese dei venditori di fumo,di quelli che servono i poteri forti e non il proprio paese. E’  offensivo ascoltare la retorica e l’ipocrisia di un signore che crede di rappresentare l’Italia con un accordo sottobanco con L’India e senza chiedere nessun arbitrato internazionale,senza chiedere nessun intervento agli amici alleati che si tolgono dalla patata bollente, e lasciano gli altri nella polveriera afgana.
Il Presidente Letta si ricordi sempre che lui sta a quel posto per rappresentare l’Italia,non gli altri interessi e se lo ricordasse insieme ai suoi Ministri e insieme a chi l’ha nominato. Una persona onesta,per pudore ,non sarebbe nemmeno andato a Kabul,con la vicenda marò ancora aperta.

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