venerdì 20 settembre 2013

Gli “ideali rivoluzionari” dei «politicamente corretti», coloro che si dicono “di sinistra” e sostengono la globalizzazione.

Che dire?....
esaminiamo gli “ideali rivoluzionari” dei «politicamente corretti», coloro che si dicono “di sinistra” e sostengono la globalizzazione.
1 ) Sono “anti-identitari” perché “anticapitalisti“: esattamente come i capitalisti finanziari e tutti i politici dell’Unione Europea; e non pare proprio che l’Unione Europea e le banche siano istituzioni “proletarie“
2 ) Sostengono lo “ius soli” perchè sono “anticolonialisti“, ignorando che lo “ius soli” è applicato soprattutto nelle terre che furono grandi colonie in passato
3 ) Sono “contro la globalizzazione“, ma sostengono cosmopolitismo, multiculturalismo e, in generale, tutto ciò che distrugge l’economia italiana e la consegna in mano a privati e nazioni straniere, creando disoccupazione e favorendo il lavoro sottosalariato creato ad hoc con l’immigrazione voluta da tutte le istituzioni
4 ) Chiamano le nazionalità un “pregiudizio bigotto“, ignorando che nessun politico di Sinistra che si sia davvero distinto nella lotta contro il capitalismo è mai stato “cittadino del mondo“
5 ) Lottano contro l’identitarismo dei popoli occidentali, definito “populismo fascista“, mentre sostengono l’identitarismo di altri popoli ugualmente oppressi dal sistema, definiti “rivoluzionari”e “anticapitalisti“
6 ) Affermano che nessuno ha ragioni per dirsi “Italiano” ed “Europeo” ma “cittadino del mondo“, mentre pretendono che il mondo intero possa diventare “Italiano” ed “Europeo“
7 ) Dicono di essere vicini alle proteste dei lavoratori, ma chiamano “populisti destroidi” tutti i lavoratori oppressi che vivono sulla loro pelle il razzismo contro gli Europei creato dal capitalismo
8 ) Credono di sostenere i diritti della classe oppressa dei lavoratori, ma confondono i “diritti dei lavoratori” coi borghesissimi “diritti umani” di marca capitalista
9 ) Affermano a gran voce di essere contro la legge e le autorità, mentre si lanciano in battute di caccia di gruppo contro gli identitari, accusandoli di essere anticostituzionali, chiedendo proprio alle istituzioni che dicono di combattere di muoversi rapidamente a mettere al bando coloro che si oppongono alla “democrazia“, al “progresso“, alla “civiltà“
10 ) Si definiscono “tolleranti” e a favore della “libertà d’espressione sempre“, ma vivono col paranoico ardore di zittire e “correggere” tutti coloro che hanno resistito agli infiniti tentativi di conversione al totalitarismo dei valori capitalisti – e li chiamano “fascisti“, “ideologizzati“, “reazionari“
11 ) Accusano il capitalismo di creare un mondo capovolto, mentre ti parlano di “progresso“: epiù il primo avanza nella sua opera di oppressione e distruzione, più vedono “democrazia“, “libertà“, “civiltà“, e “progresso” imperanti
12 ) Straparlano di “lotta di classe contro i padroni“, ma ti chiamano “paranoico complottista” se parli di capitalismo finanziario mondiale, del quale negano addirittura l’esistenza
13 ) Amano ripetere «la religione è l’oppio dei popoli», mentre ti chiamano “islamofobo razzista” se osi criticare la religione islamica
14 ) Vogliono uno Stato laico, ma affermano di essere contro lo Stato, e ti chiamano “razzista bigotto” se sei contro il finanziamento delle moschee o dei progetti legati alla propaganda islamica da parte dello Stato o dell’Unione Europea
15 ) Si ergono a “paladini dell’antisistema“, senza accorgersi di ripetere quanto giornali, televisioni, radio, scuole, editori, papi, docenti, intellettuali, politici “cari all’Europa“, industriali ebanchieri propagandano dalla mattina alla sera senza sosta e con ogni mezzo possibile
Due cose risultano più che evidenti:
Il capitalismo crea globalizzazione: nulla è dunque più anticapitalista dell’Identitario, perché nulla è più antitetico al mondialismo dell’identitarismo, della lotta contro i meccanismi alienanti che impediscono l’Autodeterminazione di tutti i Popoli.
Gli ideali e i valori degli anti-identitari sono i medesimi dei capitalisti finanziari: e nulla è più ridicolo e servile di un “rivoluzionario” che parla la stessa lingua delle oligarchie capitaliste.
fonte 
Andrè Cezil.

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