PROVE D'INTESA
La leader del Front National cerca il comico, lui si tira indietro: no a intese. Ma il fronte anti-Europa è una realtà e si rafforza dalla Germania all’Ungheria
IL COMMENTO Un segnale da non sminuire di Antonio Tajani
CICLONE LE PEN L'euro e le critiche a Fini. Perché Marine piace tanto alla de
E se al di là delle apparenze Grillo e la Le Pen si avvicinassero dopo
le elezioni europee? Se si costruisse quell’asse anti-Ue lanciato mesi
fa dalla leader del Front National francese? Fino a poco tempo fa Beppe
non ci avrebbe nemmeno pensato. Anche ora, dopo che Marine è tornata
alla carica con un critico «Si limita a contestare ma non si assume la
responsabilità, francamente non capisco l’odio di Grillo nei miei
confronti: i nostri partiti sono d’accordo su molti temi, a partire
dalla lotta contro l’euro», lui mostra i muscoli e cinguetta: «Nessuno
odia Marine Le Pen. Ha però un’appartenza politica diversa dal M5S e per
questo non sono possibili accordi. Rien d’autre. Adieu».
Pure nell’aprile dello scorso anno, quando la Le Pen ipotizzò di
incontrare il comico genovese, dicendo che il suo staff stava aspettando
«la telefonata di uno dei responsabili del Movimento 5 Stelle», Grillo
smentì infastidito: «Nessuno dello staff ha mai avuto contatti con
Marine Le Pen né intende averli». Inoltre nel libro scritto con Dario Fo
e Gianroberto Casaleggio, il comico non ha avuto parole gentili nei
confronti del Front National e degli altri partiti di destra europei:
«In Francia c’è Le Pen, la destra razzista avanza in Finlandia e non
parliamo dell’Ungheria, dove al governo c’è la destra conservatrice e la
destra estrema alle ultime elezioni è diventata il terzo partito
proponendo leggi contro gli ebrei». Beppe insisteva: «Non bisogna
lasciare possibili spiragli a queste forze» e ribadiva: «Molti nostri
avversari non capiscono che il MoVimento 5 Stelle è un argine
democratico contro questi gruppi, se non ci fossimo noi avrebbero
senz’altro più spazio».
Del resto, poco tempo prima, nel giugno del 2012, il comico non voleva
apparire estremista nemmeno nei confronti dell’euro. Nel «comunicato
politico numero cinquantuno», Grillo ha scritto: «Io non sono contrario
all’euro in principio. Ho detto che bisogna valutare i pro e i contro e
se è ancora fattibile mantenerlo. Chi oggi accusa il sottoscritto di
anti-europeismo farebbe bene a guardarsi allo specchio e sputarsi in
faccia». Alla fine il comico ha sposato una linea precisa: saranno gli
italiani, a metà 2014, a decidere con un referendum se restare nella
moneta unica.
Ma adesso le cose potrebbero cambiare. Le elezioni europee si
avvicinano (25 maggio) e il fronte antieuropeista si salderà
naturalmente. Non è un caso che nell’intervista tv che il comico ha
rilasciato pochi giorni fa ad Enrico Mentana non abbia citato la Le Pen e
non abbia chiuso a possibili intese post elettorali con altri partiti
nell’europarlamento.
Al di là dei presupposti ideologici, i programmi del Front National e
del «non partito» di Grillo e Casaleggio hanno delle somiglianze. Per
prima cosa l’ostilità all’Europa dei banchieri («Il Fiscal compact è da
stracciare» ripete il comico genovese), e la diffidenza nei confronti
dell’euro, tanto che anche Marine Le Pen ha proposto un referendum per
far scegliere ai francesi se mantenerlo o no. La leader del Front
National condivide, inoltre, una «parziale rinazionalizzazione delle
banche». E se la Le Pen ha approvato il rifiuto del MoVimento 5 Stelle
di allearsi con i partiti italiani («I problemi non si possono risolvere
con chi li ha creati» ha detto), tra la leader del Front National e i
pentastellati restano alcune differenze. Sugli immigrati: il M5S è
contrario al reato di immigrazione clandestina. Poi sul finanziamento
pubblico ai partiti. Per il MoVimento i rimborsi elettorali vanno
cancellati il prima possibile. Invece la Le Pen è favorevole.
Prospettive diverse che, tuttavia, non dovrebbero essere un ostacolo a
un avvicinamento tra il MoVimento e gli altri partiti anti-europeisti.
In Belgio «Interesse Fiammingo» vorrebbe l’indipendenza delle Fiandre e
l’uscita dall’Ue, in Austria «Team Stronach», partito fondato due anni
fa dall’uomo d’affari Frank Stronach, punta al ritorno dello scellino,
in Germania il movimento del professore di Economia Bernd Lucke,
«Alternative für Deutschland», vuole seppellire l’euro e riprendere il
marco (ha avuto quasi il 5% alle ultime elezioni tedesche mentre i
Piraten arretrano). In Inghilterra United Kingdom Indipendence Party di
Nigel Farage, che ha già tredici parlamentari a Bruxelles, vuole uscire
dalla Ue, in Olanda cresce il Partij voor de Vrijheid di Geert Wilders,
in Finlandia conquista ancora consensi il movimento «Veri Finlandesi» di
Timo Soini, che alle ultime elezioni politiche, nel 2011, ha avuto il
19%. In Spagna si rivedono gli «Indignados». In Ungheria il movimento di
estrema destra Jobbik, guidato da Gabor Vona, che alle Politiche di
quattro anni fa ha raggiunto quasi il 17 cento. Molte di queste forze si
ritroveranno a Bruxelles. Il MoVimento 5 Stelle si confronterà con
loro. Scoccherà la scintilla?
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