lunedì 31 marzo 2014

L'ondata di immigrati rischia di far collassare il Paese

Burocrazia, mancanza di fondi, Ue latitante: il sistema è bloccato. Alfano: "Pronte a sbarcare 500mila persone"


Sono migliaia. Il sistema d'accoglienza italiano sta per collassare sotto un numero esorbitante di richieste d'asilo. Troppe, come spiega senza mezzi termini Francesco Grignetti per La Stampa.


Dall'inizio dell'anno sono già 10.724 gli immigrati richiedenti asilo sbarcati sulle coste italiane. Un numero che in proiezione potrebbe eguagliare quello dell'anno scorso, quando gli arrivi furono 43mila: ma con il procedere verso la stagione estiva gli sbarchi, prevedibilmente, aumenteranno, e con essi la pressione su tutto il sistema d'accoglienza.
Una realtà fotografata impietosamente anche dal sottosegretario all'Interno Domenico Manzione, che al Viminale si occupa proprio di rifugiati: "Non potevamo certo lasciarli sul molo di Augusta (solo ieri sono stati raccolti in mare 128 immigrati, ndr). Ma quest'anno ci aspettiamo un numero di sbarchi uguale o anche superiore a quello dell'anno scorso." Fonti dell'intelligence parlano di 900mila profughi in fuga verso l'Europa dall'intero bacino mediorientale. Cifre esorbitanti, incompatibili con le strutture attuali.
In Italia i centri di accoglienza comprendono infatti 20mila posti, e se tutto va bene nel 2014 saliranno a 30mila. Lo Sprar (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati), che già costa 230 milioni solo per quest'anno, dev'essere rifinanziato, e in tempi di spending review sarà difficile trovare le risorse necessarie. Dall'Unhcr, l'agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati, è stato lanciato un appello al governo perché intervenga con un piano per il 2014, ma intervenire non è facile.
Un appello perché la gestione dell'emergenza sia affidata allo Sprar (e non, come è capitato nei momenti più congestionati, appoggiandosi alle prefetture) è giunto da una lettera aperta di Arci e Caritas: "La vicenda della cosiddetta Emergenza Nord Africa è emblematica di un approccio che non paga: non si assicurano condizioni dignitose a tutti i richiedenti asilo, si coinvolgono alberghi e altre strutture inadeguate, si creano tensioni con organizzazioni locali che pure sarebbero disponibili ad accogliere. Evitiamo di fare anche quest’anno gli stessi errori."


Per il momento dal Viminale è stato annunciato un incremento del numero delle commissioni ministeriali che vaglieranno le singole richieste d'asilo, con l'obiettivo di dimezzare i tempi (e i costi) della permanenza dei richiedenti sul suolo italiano. In seconda battuta, il governo punta sul Semestre europeo per stimolare l'avvio della missione europea che dovrebbe subentrare a Mare Nostrum nella regolamentazione dell'accoglienza nei paesi dell'Unione di rifugiati e clandestini. È evidente che una politica coordinata tra i vari stati europei che si affacciano sul Mediterraneo redistribuirebbe l'onere più equamente l'onere di politiche molto costose, ma dopo l'ondata di emozione seguita a tragedie come quella di Lampedusa la solidarietà degli altri membri dell'Unione - soprattutto dei paesi del Nord - sembra affievolirsi.


Serve uno sforzo comune per gestire al meglio l'emergenza, come annuncia anche Angelino Alfano: "In Nordafrica - spiega il ministro dell'Interno - ci sono fino a 600.000 persone che scappano dalle guerre, sono nelle mani di trafficanti di morte e sono pronte ad arrivare in Italia." Un problema di cui l'Europa deve contribuire a trovare la soluzione: "A Lampedusa ho visto novanta persone morte, tra cui una mamma col bimbo attaccato al grembo. Ho promesso che mai e poi mai avrei smesso di parlare di frontiera euopea, non la dobbiamo difendere da soli ma la deve difendere l'Europa."

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