Anche il presidente Gul: "Inaccettabile"
Istanbul, 21 mar. (TMNews) - Il blocco di Twitter in Turchia, chiesto a gran voce dal primo ministro Recep Tayyip Erdogan, è stato un flop. Gli utenti sono riusciti ad aggirare il divieto e il traffico è rimasto invariato rispetto a ieri, sottolineano gli esperti. Pioggia di critiche, invece, da Unione europea, organizzazioni internazionali per la difesa dei diritti umani, ma anche da esponenti dello stesso partito Giustizia e Sviluppo (Akp) del premier. Per il presidente della Repubblica Abdullah Gul, "il blocco totale dei social network è inaccettabile". E, beffardamente, il capo dello stato questa bocciatura l'ha lanciata, appunto, via Twitter.
"Non mi interessa ciò che dice la comunità internazionale. Tutti saranno testimoni della forza della Repubblica turca" aveva dichiarato ieri durante un comizio elettorale Erdogan, preoccupato dalla pubblicazione online delle intercettazioni che proverebbero il suo coinvolgimento nel recente scandalo corruzione che ha travolto il governo e nella notte l'Istituto per le comunicazioni e le tecnologie informatiche (Btk), un organismo legato al ministero delle Telecomunicazioni, ha bloccato l'accesso a Twitter.
Il numero di messaggi pubblicati sul sito di micro-blogging, tuttavia, non è diminuito dopo il divieto, sottolinea il quotidiano Hurriyet sulla sua pagina web. Secondo un report del portale Twitturk, ripreso dal giornale, infatti, più di un milione e mezzo di tweet sarebbero stati inviati, solo nelle prime 10 ore successive allo stop. Un traffico in linea con la media giornaliera di 1,8 milioni di messaggi. Gli utenti turchi, circa 12 milioni, avrebbero aggirato il blocco modificando la configurazione della connessione o usando portali Vpn, spiegano gli esperti ripresi dai media. Anche le Forze armate turche, il vice-premier Bulent Arinc e il presidente della Repubblica Abdullah Gul hanno continuato a twittare nonostante il divieto.
"Spero che questo divieto non duri a lungo. Se c'è stata una violazione della privacy solo le relative pagine vanno rimosse. Non è possibile bloccare l'intera piattaforma, è inaccettabile" ha scritto il capo dello Stato sul suo profilo Twitter, mentre gli hashtag #TwitterisblockedinTurkey and #TurkeyBlockedTwitter balzavano in vetta alla classifica dei temi più discussi. Sette su dieci top trend di Twitter a livello mondiale, infatti, riguardano la Turchia, riporta il quotidiano Radikal.
La decisione del governo turco e le prese di posizione del premier hanno scatenato dure critiche sia da parte dell'Unione europea che dalle organizzazioni internazionali per la difesa dei diritti umani. Il Commissario Ue per l'allargamento Sefan Fule si è detto "profondamente preoccupato" per il blocco del social media. "Essere liberi di comunicare e scegliere liberamente i mezzi per farlo è un valore fondamentale per l'Ue", ha aggiunto Fule. Secondo il responsabile Turchia di Amnesty international invece: "La decisione di bloccare Twittere rappresenta un attacco senza precedenti alla libertà d'espressione che mostra fino a che punto il governo è disposto ad arrivare per fermare le critiche".
Una vera ossessione quella di Twitter per il premier Erdogan, che durante le manifestazioni di quest'estate per la difesa del parco Gezi, a Istanbul, aveva definito i social network "la principale disgrazia per la società". Il capo del governo a fine febbraio ha di nuovo attaccato il sito di microblogging, parlando di una "lobby dei robot" che attraverso falsi account avrebbe diffuso notizie false sul governo.
Secondo il giornalista Murat Yetkin, "Erdogan è sempre più preoccupato per le fughe di notizie e (la pubblicazione) di conversazioni telefoniche tra lui, membri della sua famiglia, importanti uomini del mondo degli affari e dei media relative ad accuse di corruzione - scrive oggi l'analista in un editoriale pubblicato online dal quotidiano Hurriyet. Il Premier ha introdotto norme per stabilire un più stretto controllo della politica sulla magistrature e internet, "ma nessuno si aspettava che si muovesse così in fretta per chiudere completamente Twitter. Immediatamente dopo il blocco - racconta Yetkin - milioni di utenti turchi sono passati al contrattacco, aggirando le restrizioni e mostrando che il muro di paura che il premier sta provando a costruire comincia a sgretolarsi."
Ate 21 marzo 2014
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