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Le previsioni di risparmio che devastano la Polizia. Solo in Provincia di Roma in 70mila senza protezione
Città per città, i commissariati che verranno cancellati
 
                                                                             
        
     
                  
    
  
    
  
    
    
        
La mannaia continua a pendere sulla testa delle forze di polizia. Ma 
più che altro sui portafogli di chi indossa una divisa e sulla sicurezza
 degli italiani. I tagli del commissario Carlo Cottarelli questo 
potrebbero provocare: peggiorare la situazione di vivibilità del 
Belpaese, dove negli ultimi anni stanno aumentando reati, in maggior 
parte quelli predatori, dovuti, tra l’altro, alla crisi che ancora non è
 terminata. E non si sa quando accadrà. E quindi, anche quando 
inizieranno a calare i reati su tutto il territorio italiano. E con 
queste previsioni la risposta è ancor più difficile da fare.
Ma se dovesse essere messa la firma definitiva sui tagli che sono stati
 proposti per le forze dell’ordine, la preoccupazione è che sarà dunque 
ancor più difficile dare una colpo di mannaia non agli stipendi di chi 
ci difende ogni giorno, ma alla criminalità.
In base a quanto stabilito nel documento che sta compilando il 
commissario nominato dal governo Letta, infatti, i tagli colpiranno, 
oltre all’Arma dei carabinieri e alla Guardia di Finanza, anche la 
Polizia di Stato. L’intenzione infatti è quella di chiudere 
commissariati, sezioni di polizia trasformate a sottosezioni e alcune di
 queste ridotte a posto fisso: come dire che per i cittadini da quegli 
uffici non potranno più pretendere sicurezza.
E i tagli colpiranno tutto il territorio italiano, partendo dalla Capitale. Qui chiuderanno dodici uffici, circa 400 in tutta Italia. Tradotti, vuol dire un recupero di quasi 700 uomini, dei quali 300 nella Capitale, pari a quasi 600 milioni di spese che non uscirebbero più dalle tasche dell’Amministrazione. Uguale: la sicurezza diminuisce. Nella provincia di Roma, dunque, è annunciata la chiusura di tre commissariati: Frascati, Colleferro e Genzano. Non solo. Anche del Reparto intervento polizia stradale Roma (Rips), della sottosezione polizia ferroviaria smistamento, del posto di polizia ferrovia Roma Trastevere, del posto di polizia ferroviaria Colleferro, della squadra nautica Anzio, della squadra nautica Civitavecchia, della squadra nautica Fiumicino, della squadra a cavallo Ostia e della squadra a cavallo Tor di Quinto. Poi c’è l’aspetto invece delle demansioni: potrebbero essere declassate, infatti, in Posto la sottosezione di polizia ferroviaria di Fiumicino, dell’Ostiense e della Tiburtina. In pochi, invece, potrebbero ottenere risultati positivi: la polizia ferroviaria di Civitavecchia, da sottosezione a sezione e gli agenti della stazione Termini, presto sede di una nuova sezione. Di fronte a tanti tagli, i sindacati di categoria stanno portando avanti trattative e hanno già incontrato i vertici del ministero dell’Interno non per impedire che avvengano questi cambiamenti, ma che almeno siano più contenuti rispetto a quanto sarebbe stato scritto nel documento del commissario Cottarelli. E quindi la preoccupazione maggiore è l’abbassamento degli standard operativi delle forze dell’ordine e la conseguente «sconfitta» di fronte alla criminalità.
Ma c’è un altro aspetto che gli stessi uomini delle forze di polizia 
non digeriscono. E riguarda gli stipendi. E l’ennesima assurdità 
italiana. Di che si tratta? Del blocco legato alle promozioni inserito 
nel decreto legislativo 78/2010. Ma gli alti dirigenti del ministero 
dell’Interno, dal 2012, sarebbero riusciti ad aggirare la normativa con 
l’avallo dell’Ufficio centrale di bilancio del Ministero dell’economia 
di loro competenza. L’aggiramento sarebbe potuto avvenire poiché hanno 
considerato gli avanzamenti di carriera una nomina e non una promozione 
come testualmente invece cita il decreto legislativo. I colleghi con gli
 stessi gradi della Guardia di Finanza e dell’Arma dei carabinieri 
invece hanno il blocco poiché il loro Ufficio centrale di bilancio di 
riferimento ha stabilito la conferma della norma.
Il malumore, quindi, tra le diverse forze di polizia, non manca, tanto 
che molti la definiscono ingiustia. Da una parte, dunque, ci sono gli 
alti dirigenti del Viminale che hanno ottenuto l’adeguamento dello 
stipendio con l’avanzamento di carriera a differenza di chi ricopre un 
ruolo inferiore, e dall’altra invece i pari grado delle Fiamme Gialle e 
dei carabinieri hanno ancora il blocco.

 
 
 
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