
Anziché
 fare battute anacronistiche, il Sindaco Marino e l’intera Giunta 
dovrebbero rassegnare le immediate dimissioni. Roma non è più la 
capitale d’Italia , è stata ridotta ad emblema di una vergogna senza 
pari. La situazione più allarmante è quella dell’acqua all’arsenico, che
 ha provocato disagi da terzo mondo nell’area nord di Roma. Va emergendo
 in maniera sempre più chiara lo scandalo dell’ARSIAL, la società della 
Regione Lazio deputata alla gestione dell’acquedotto della zona di 
Primavalle ed ennesimo esempio di carrozzone pubblico mirato a ben altri
 obiettivi. Sono miseramente cadute nel vuoto le promesse del Sindaco di
 mandare le autobotti di acqua potabile per venire incontro alle 
necessità più elementari dei cittadini, mentre la Procura della 
Repubblica ha deciso di avviare un’inchiesta sulle responsabilità di 
quella società di gestione,oltre che sugli ingiustificabili ritardi 
sulle analisi condotte sull’acquedotto dei Municipi XIV e XV.
Una
 brutta storia di ritardi nell’informazione, di inadempienze e di 
mancata assistenza a seguito della conclamata incapacità di garantire il
 più elementare e necessario dei servizi pubblici: l’acqua !
Ma
 non basta, da Natale scorso interi quartieri di Roma sono al buio, buio
 pesto, niente illuminazione pubblica, esponendo i cittadini al rischio 
di incolumità, ai furti, alle rapine e alla violenza specie sulle donne 
che dovessero trovarsi sole per strada, a piedi o in macchina, a partire
 dalle sette di sera. Quartieri centralissimi vagamente riconoscibili 
per le finestre delle abitazioni accese o qualche insegna pubblicitaria,
 mentre le macchine non mancano di centrare le voragini stradali dovute 
alla più totale incuria. Neanche nelle più remote frazioni di campagna 
si presenta una situazione del genere, si rimane allibiti, frastornati, 
increduli. Buio pesto lungo tutto il percorso delle mura vaticane, 
dietro piazza Cavour, al policlinico universitario della Sapienza, nella
 Cassia nuova ed tante altre zone urbane, centrali e appena periferiche. 
Questo
 non è più un disservizio, è truffa ai Romani e ad ogni cittadino che 
viene a Roma, per non parlare dei turisti che fuggono schifati. Se 
un’amministrazione comunale non è più in grado di garantire acqua ed 
illuminazione pubblica, deve essere presa a pedate e liquidata in tempi 
strettissimi. Altro che decreti governativi di salvataggio e minacce di 
bloccare una città come Roma… da parte di un modesto quaquaraquà. 
Vergogna !
NITANO  11/3/14

 
 
 
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