Il presidente del Consiglio a fianco del nostro giornale per riportare a casa Massimiliano Latorre e Salvatore Girone. "Il Paese deve essere unito. Ora ci aspettiamo segnali concreti dall'India"
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Caro Direttore,
dalla mia finestra posso leggere lo striscione affisso sulla facciata del palazzo che ospita il suo giornale: «Riportiamo a casa i marò». È un auspicio forte e legittimo. È, soprattutto, un impegno del nostro governo.
La posizione dell’esecutivo è chiara. Da mesi lavoriamo – coi ministri Bonino e Mauro e con l’inviato speciale, Staffan De Mistura – affinché si possa giungere al più presto a una soluzione equa della vicenda. Ci aspettiamo ora segnali concreti e coerenti da parte dell’India. Ci aspettiamo, prima di tutto, che la Corte Suprema si pronunci il 10 febbraio, senza più rinvii, in merito alle nostre richieste.
L’obiettivo è sempre stato e resta quello di riportare a casa Salvatore Girone e Massimiliano Latorre. Continueremo a operare, senza sosta e senza proclami velleitari, in questa direzione. Restando accanto ai marò e alle loro famiglie. E proseguendo l’azione di pressione a livello globale. Sono importanti, in tal senso, le manifestazioni di solidarietà che abbiamo ricevuto nelle ultime settimane dall’Europa e da partner internazionali. Solidarietà che ha messo in luce i risvolti che la vicenda può avere nei rapporti fra l’India e la comunità internazionale. Importante è, inoltre, il fatto che le forze politiche rappresentate in Parlamento si siano mobilitate per contribuire insieme alla risoluzione del caso.
Il Paese può e deve restare unito sulla sorte dei due fucilieri. E bene fanno, a questo spirito di unità, le iniziative di sensibilizzazione della pubblica opinione come quella che sta portando avanti Il Tempo, per la quale La ringrazio.
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