Indiscrezioni sulla marcia indietro nella legge antiterrorismo
Si dice che non è mai troppo tardi, speriamo sia vero anche in questo caso. Dopo due anni di inerzia, indecisione e accondiscendenza, il ministro della Difesa Mario Mauro ha rivelato che sul caso dei due marò Massimiliano Latorre e Salvatore Girone «è stata esplorata l’ipotesi di un arbitrato internazionale». Mauro lo ha affermato dopo la riunione della task force interministeriale sui nostri due fucilieri. Per il ministro, infatti, il fatto che gli spari siano avvenuti in acque internazionali «apre a un contenzioso in un contesto, appunto, internazionale». Il ministro ha poi aggiunto che «l’eventuale ricorso da parte indiana alla legge sulla sicurezza marittima, il cosiddetto Sua Act, oltre a ledere la dignità dell’Italia e dei marò, avrebbe conseguenze negative nei rapporti con l’India e nella lotta globale contro la pirateria».
Alla buon’ora insomma. Già, perché c’è chi la soluzione dell’arbitrato internazionale l’ha ventilata fin da subito, mentre il governo di Mario Monti e poi anche quello di Enrico Letta, si sono affidati, fidandosi della parola data, alle autorità indiane. L’ex ministro degli Esteri Giulio Terzi di Sant’Agata, che si dimise in dissenso dal governo per la decisione di rimandare i marò in India, ha dichiarato di aver avviato la procedura di arbitrato internazionale prima di lasciare la Farnesina, ma che questa fu «inspiegabilmente lasciata cadere« per affidarsi «interamente agli indiani. Decisione poi confermata dal governo Letta. La decisione fu ribaltata sulla base di considerazioni economiche addotte sia da Monti che da Corrado Passera (all’epoca ministro dello Sviluppo economico, ndr), e del danno che le imprese italiane avrebbero avuto con l’India se i due fucilieri fossero rimasti in Italia». Che fosse meglio scegliere l’arbitrato internazionale lo aveva detto anche Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia: «Dopo 2 anni - scrive su Twitter - il governo condivide la nostra posizione: sì all’arbitrato internazionale per i marò e no alla giustizia indiana. Meglio tardi che mai». Sempre per Fratelli d’Italia, Edmondo Cirielli, componente della Commissione Affari Esteri della Camera, afferma: «Leggo con piacere le dichiarazioni del ministro Mauro. Sin dall’inizio Fratelli d’Italia ha indicato l’arbitrato e la controversia internazionale quale strada maestra per risolvere la vicenda di Latorre e Girone. Sono lieto che il ministro abbia abbandonato definitivamente la linea fallimentare di Monti che ha accettato supinamente la giurisdizione indiana».
Intanto qualcosa si muove. Forse. Nuova Delhi starebbe valutando la possibilità di incriminare i due fucilieri non più sulla base del Sua Act ma del codice penale indiano. Lo scrive il quotidiano indiano «Indian Express», che attribuisce questa intenzione al ministro della Giustizia, Kapil Sibal. La decisione sarebbe stata presa dopo una riunione con i colleghi di Interno ed Esteri, durante la quale il capo della diplomazia, Salman Khurshid, avrebbe affermato che «l’immagime internazionale dell’India si sta deteriorando a causa dello stallo». Di buono c’è anche che il caso è stato riportato di nuovo all’attenzione dell’Onu dalla rappresentante della politica estera dell’Ue, Catherine Ashton, in un incontro a New York con il segretario generale, Ban Ki-Moon, che nei giorni scorsi ha tentato di lavarsene le mani.
Ha parlato anche il viceprocuratore generale indiano, Mohan Parasaran, che prima ha assicurato che New Delhi vuole «preservare le relazioni internazionali con l’Italia», poi ha però aggiunto che in Kerala, lo stato dei due pescatori uccisi, il caso potrebbe avere ripercussioni di ordine pubblico e dunque non si può dare l’impressione che «i cittadini stranieri ricevano un trattamento preferenziale». Infine ha sottolineato che «il caso dei marò italiani è diventato per l’India una questione diplomatica di primo piano». Intanto oggi Salvatore Girone e Massimiliano Latorre, saranno collegati, per la prima volta in diretta video dall’ambasciata Italiana, con L’Arena di Massimo Giletti, in onda alle 14 su Rai1.
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