Vogliamo partire da qui. Dalle
parole con le quali l’allora Ministro degli esteri del governo bocconiano, Giulio
Terzi, si dimetteva dall’incarico: “Ero contrario a rimandare in India i
marò, ma la mia voce è rimasta inascoltata”.
Serve aggiungere altro? Sì, le
parole con le quali il governo dei professori giustificava il dietrofront: “Il
governo italiano ha richiesto e ottenuto dalle autorità indiane l’assicurazione
scritta riguardo al trattamento che sarà riservato ai fucilieri di Marina e
alla tutela dei loro diritti fondamentali. Alla luce delle ampie assicurazioni
ricevute, il governo ha ritenuto l’opportunità, anche nell'interesse dei
Fucilieri di Marina, di mantenere l’impegno preso in occasione del permesso per
partecipare al voto, del ritorno in India entro il 22 marzo. I Fucilieri di
Marina hanno aderito a tale valutazione”.
Ora. Se la rabbia e lo stupore
misto a sconforto, non prendono il sopravvento, ancora in una sorta di lucidità
disarmata, ci permettiamo di porre due domande, anzi tre, all’allora Presidente
del Consiglio, Mario Monti.
Prima. Perché li hai
rispediti in India sconfessando l’unica buona idea, quella del Ministro
Terzi, di trattenerli in Italia?
Seconda. Chi pagherà per queste
scelte sbagliate? Sinonimo non di incompetenza politica, attenzione, ma di
priorità: l’accordo con l’Agusta per i nostri ragazzi? Una commessa
vale la vita di due nostri militari e la dignità dell’Italia?
Terza. (Ma non meno
importante). Qualora Massimiliano e Salvatore dovessero essere condannati cosa
farebbe? Come valuterà la sua coscienza tali indecisioni?
Dopo essersi affrettato a
dichiarare, anche recentemente, che la sua “discesa” in campo (al massimo una
salita per noi) aveva portato ad un unico buon risultato, quello di arginare Berlusconi,
beh, ci rispondiamo da soli.
Si vergogni. Che provi almeno un briciolo di vergogna ex
Presidente Monti. Non tanto per la presa di posizione contro tutto il
centrodestra, che ci inorgoglisce più che preoccupare, quanto per aver barattato
la vita di due giovani nostri compatrioti in missione. Poco caro
professore, la verità è che se ci fosse stato Berlusconi a quest’ora i
nostri ragazzi sarebbero già a casa.
Ma qui non dobbiamo farne una
questione di se, di ma, dobbiamo pensare a come risolvere la faccenda: non per
il nostro prestigio internazionale, ormai quello l’abbiamo perso insieme
agli elicotteri, quanto per la salvaguardia di quei diritti fondamentali
dell’uomo che caratterizzano la nostra civiltà.
Tre governi per affrontare
l’India. Il primo indegno, il secondo insipiente, il terzo … è impossibile che
faccia peggio. Almeno lo speriamo. Come speriamo che si prosegua la strada intrapresa
dell’arbitrato internazionale; che si porti la controversia da una
questione di merito a una questione di giurisdizione; che la comunità
internazionale si schieri al nostro fianco. Perché la misura è colma, lo sdegno
anche.
“Recentemente, qualcuno ha
dato il via alla caccia agli idioti che hanno provocato il disastro. Suvvia,
non c’è bisogno di battute venatorie: basta guardarsi attorno”. Lo scrive oggi
Vittorio Feltri su Il Giornale. Lo pensiamo anche noi. Qualcuno si assuma le
proprie responsabilità. Anche perché gli assassini cambiano, ma le vittime
sono sempre le stesse: i cittadini italiani.
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